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Gustavo Rol sensitivo con straordinarie abilità.

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Gustavo Rol sensitivo con straordinarie abilità.

 
 

Torino

«Vive a Torino il dott. Gustavo Adolfo Rol.

Un sensitivo capace di imprese che non hanno nulla di normale e che è impossibile interpretare.

È in grado perfino di fare viaggi nel tempo, di conversare con entità che hanno raggiunto l’oltretomba da secoli o di far piombare in un salotto col belato della capra anche il suo campanaccio.

Un busto di marmo pesantissimo, senza che nessuno si muovesse, passò da un caminetto al centro di un desco». Così il giornalista e scrittore Enzo Biagi nel suo libro E tu lo sai? descrive la straordinaria figura di Gustavo Rol.

Chi era veramente?

Lo hanno definito sensitivo, medium, mago, indovino e molto altro ancora. Egli però rifiutava di essere incluso in una qualsiasi di queste categorie. Così rispondeva al giornalista Renzo Allegri, autore della prima monografia su di lui, all’epoca di un inchiesta sul paranormale (1977) svolta per il settimanale Gente:

«Ma è sicuro che io sia importante per la sua inchiesta? Io sono una persona qualsiasi. Non ho niente a che vedere con i medium, i guaritori, gli spiritisti che lei intervista. Quello è un mondo lontano dalla mia mentalità. I miei modesti esperimenti fanno parte della scienza. Sono cose che in un futuro tutti gli uomini potranno realizzare».

La lettera a La stampa

In una lettera inviata al quotidiano La Stampa di Torino e pubblicata il 3 settembre 1978, Rol scrive:

«Ho sempre protestato di non essere un sensitivo, un veggente, medium, taumaturgo o altro del genere.

È tutto un mondo, quello della Parapsicologia, al quale non appartengo anche se vi ho incontrato persone veramente degne ed animate da intenzioni nobilissime.

Troppo si scrive su di me e molti che l’hanno fatto possono dire che mi sono lamentato che si pubblichi una vasta gamma di fenomeni e mai ciò che esprimo nel tentativo di dare una spiegazione a queste cose indagando su come e perché si producono certi meravigliosi eventi».

Così risponde Rol al giornalista Remo Lugli:

«Non credo di essere un medium nel senso letterale della parola e neppure un sensitivo. Forse posseggo doti di una intuizione profonda ed istintiva, e di questo mi sono accorto fin da quando ero ragazzo».

Dino Buzzati, noto giornalista e scrittore italiano del ‘900, ha conosciuto bene Rol, e nel suo libro I misteri d’Italia (1978) racconta diversi episodi e aneddoti. Dice Rol:

«Non sono un mago. Non credo nella magia… Tutto quello che io sono e faccio viene di là [e indicava il cielo], noi tutti siamo una parte di Dio… E a chi mi domanda perché faccio certi esperimenti, rispondo: li faccio proprio a confermare la presenza di Dio… ».

Così Buzzati descrive Rol:

«Colpisce in Rol, che a sessantadue anni ne dimostra almeno dieci di meno, una vitalità straordinaria, e gioiosa. Insisto sulla serenità e l’allegrezza che ne emanano.

Qualcosa di benefico si irraggia sugli altri.

È questa la caratteristica immancabile, almeno secondo la mia esperienza dei rari uomini arrivati, col superamento di se stessi, a un alto livello spirituale, e di conseguenza all’autentica bontà. In quanto alla faccia, descriverla è difficile. Qualcuno l’ha definita da ‘bon vivant’. Non è vero. Potrebbe essere quella di un guru indiano.

Ma potrebbe anche appartenere a un chirurgo, a un vescovo, a un tenero bambino. Ci si aspetta una maschera impressionante e magnetica. Niente di questo. Ciò che sta dietro a quella fronte, almeno a prima vista, non traspare».

Rol Spritualista

Rol si definiva uno spiritualista.

Sosteneva una forma di panteismo di ispirazione cristiana:

asseriva che tra anima e spirito esistesse una distinzione confermata dalla Bibbia (benché le confessioni cristiane non sostengano tale distinzione) e che l’anima fosse una proprietà esclusivamente umana, a differenza dello spirito. Posseduto da ogni elemento vivente o non vivente dell’universo ma in gradi via via più alti fino a quello dell’uomo (spirito intelligente) e a quello di Dio (spirito santo).

Asseriva di aver trovato il modo di attingere dagli spiriti e che i fenomeni da lui prodotti non fossero causati da suoi poteri diretti ma dal “manifestarsi di facoltà che appartengono allo spirito”.

Si definiva “la grondaia” nella quale confluisce energia non sua, ovvero un mezzo nelle mani della “Provvidenza” per realizzare il disegno divino.

Affermava infine che l’origine di questi fenomeni fosse completamente naturale, ma appartenente a una parte della natura non ancora nota alla scienza.

fonte Wikipedia

I poteri di Gustavo Rol

Gustavo Rol

Torino, panoramica della città. Foto di nonmisvegliate da Pixabay

La fenomenologia di Gustavo Rol si divide essenzialmente in due categorie: da un lato quelli che lui chiamava esperimenti, dall’altro una vasta antologia di prodigi di ogni tipo.

Gli esperimenti venivano svolti attorno ad un tavolo, a casa sua o a casa di altre persone. Il numero dei presenti andava, di norma, tra le cinque e le dieci persone.

Gli “strumenti di lavoro” erano generalmente costituiti da fogli bianchi extra strong e da comuni mazzi di carte da gioco. Sia i fogli che le carte spesso erano ancora nuovi, ancora impacchettati nei rispettivi involucri. Talvolta era qualcuno dei presenti (spesso uno scettico) che portava da casa, o comprati nuovi, suoi mazzi o suoi fogli.

Attraverso questi due soli strumenti, di cui si servivano tutti i presenti in modo casuale a seconda degli argomenti di cui si parlava, Rol metteva in atto numerose varianti su di uno schema di fondo prestabilito, così come può fare un jazzista che improvvisa un motivo inedito ma che ha come base l’inconfondibile ritmo jazz.

Maggiore era l’armonia tra i presenti, migliore era la “musica” suonata…

Una tipica serata da esperimenti.

Remo Lugli, autore di Gustavo Rol. Una vita di prodigi, edizioni Mediterranee, è stato testimone di molti incontri e dà una fedele descrizione della tipica serata da esperimenti:

«Le serate si dividevano di solito in due parti: prima una chiacchierata, poi gli esperimenti. Si discorreva almeno per un’ora; ed era soprattutto Rol che impostava la conversazione affrontando un tema o filosofico o di attualità.

Oppure ricordava gli anni della gioventù… (…) Ma c’erano anche serate in cui gli piaceva scherzare, dimenticava i discorsi seri e si metteva a raccontare barzellette.

E sapeva essere molto divertente. A un certo punto, in genere verso le 23, finiva la prima parte della serata. Rol proponeva di lasciare le poltrone e si passava al tavolo, che era sempre coperto da un panno verde, il suo colore preferito, quello che gli aveva dato ispirazione nei suoi primi esperimenti. (…)

Le carte da poker

L’atmosfera, diciamo paranormale, si scaldava con le carte.

Davanti a lui erano allineati non meno di otto mazzi da poker, ognuno con il dorso di colore e disegno diverso, quasi sempre nuovissimi perché l’intenso uso li deteriorava facilmente, oppure erano da conservare perché diventati “testimoni” di un particolare esperimento con una o più scritture apparse tra i semi senza il diretto intervento suo.

Poteva capitare che, di fronte a un mazzo ancora avvolto nel cellophan, avesse l’estro di far partire la serata proprio da quello: stabilita una carta, sulla omologa racchiusa faceva comparire un proprio segno di matita lasciando l’involucro intatto e senza toccarlo. (…) I mazzi li maneggiava poco, li faceva sempre mescolare e alzare ai presenti. (…)

Gli esperimenti di Rol con le carte da gioco – erano esperimenti e non «giochi», questo bisognava ben rammentarlo – venivano fatti a volte in sequenza rapida come una esplosione pirotecnica. Bellissimi, eleganti, a vederli si restava stupiti ma al tempo stesso con la sensazione che fosse una cosa naturale, facile.

Ad esempio: faceva mescolare sette mazzi di carte e da un ottavo mazzo faceva scegliere una carta, poniamo il sette di picche. Passava una mano sul dorso dei sette mazzi allineati e poi scopriva di ognuno la prima carta: erano tutte sette di picche! Oppure: posava sul tavolo un mazzo aperto a ventaglio con il dorso in alto e il suo indice gli scorreva sopra, ad arco, come una lancetta d’orologio. “Datemi l’alt” diceva.

Le carte da Poker

Allo stop, il dito si abbassava sulla carta sottostante che veniva estratta. Era, poniamo, il tre di fiori. Davanti a lui erano allineati sette mazzi tutti preventivamente mischiati, tutti con le figure coperte.

Ne prendeva uno e con un gesto rapido lo lanciava sul piano del tavolo in modo che le carte si distendessero allineate lungo una retta. Risultavano tutte col dorso, eccetto una che presentava la figura: ed era il tre di fiori.

Non si erano ancora spente le esclamazioni di meraviglia dei presenti, che Rol lanciava ad uno ad uno gli altri sei mazzi e tutte le file si allineavano mettendo in mostra ognuna una carta girata: il tre di fiori.»

Gustavo Adolfo Rol è considerato il più grande “sensitivo” del XX secolo.

Il termine però, come abbiamo visto, non è sufficiente a darne una definizione. E questo perchè nell’epoca attuale, perlomeno in occidente, manca completamente la figura del Maestro Spirituale, così come non è dato trovare, anche laddove Maestri Spirituali ve ne siano, qualcuno che tra essi abbia conseguito lo stato di Illuminazione o Risveglio.

Gustavo Rol faceva parte di questa categoria di Uomini, estremamente rara a trovarsi in tutte le epoche e oggi probabilmente estinta. Forse Rol è stato uno degli ultimi “esemplari” che abbia messo piede sul pianeta terra…

Nel corso della sua lunga vita, durata 91 anni (1903-1994), è venuto in contatto con grandi personaggi della storia del Novecento: Einstein, Fermi, Fellini, De Gaulle, D’Annunzio, Mussolini, Reagan, Pio XII, Cocteau, Dalì, Agnelli, Einaudi, Kennedy e tanti altri.

Dimostrare l’esistenza di “possibilità”

Il suo ruolo è stato quello di mostrare l’esistenza di “possibilità” (come lui chiamava questi “poteri” – che di fatto corrispondono alle siddhi della Tradizione indù- ) che possono essere conseguite da ogni essere umano e di confermare la presenza di Dio fuori e dentro l’uomo.

Oltre ad una vasta antologia di prodigi spontanei, ha codificato una originale serie di esperimenti che si situano nel confine metafisico dove convergono scienza e religione. Ha fatto spesso uso di carte da gioco, il che ha fatto insinuare ad alcuni che facesse della prestidigitazione.

Tuttavia queste carte, che nella maggior parte dei casi non erano da lui nemmeno toccate, costituivano solo il primo e più semplice gradino cui accedevano i neofiti durante le “serate” di esperimenti, oppure erano un mezzo divertente e dinamico per scaldare l’ambiente.

Ciò non significa che ciascuno dei “semplici” esperimenti non fosse di per sè sconvolgente.

Infine, Rol produceva altri due tipi di fenomeni particolari, e cioé la proiezione a distanza di figure o scritte (soprattutto a grafite) su ogni genere di superfice e la pittura a distanza (che potremmo chiamare telepittura) – dove pennelli e spatole si libravano per aria da soli e dipingevano in pochi minuti quadri di pregevola fattura con l’aiuto dello “spirito intelligente” di un pittore scomparso (Ravier, Picasso, Goya, etc.).

Gli Amici di Rol

Dino Buzzati, Federico Fellini ,Einstein, Fermi, Fellini, De Gaulle, D’Annunzio, Mussolini, Reagan, Pio XII, Cocteau, Dalì, Agnelli, Einaudi, Kennedy e tanti altri.

In generale, le possibilità di Rol spaziavano dalla visione a distanza (lettura di libri chiusi, visione di cose che si trovano in un altro luogo o di ciò che accade in un altro luogo) ai viaggi nel tempo (con escursioni nel passato e nel futuro) sperimentati da parte dei presenti all’esperimento.

Dalla veggenza selettiva (osservazione dell’aura energetica che circonda il corpo umano, utile all’identificazione di malattie) all‘endoscopia (la visione dell’interno del corpo umano).

Era in grado di agire dinamicamente sulla materia, cioé poteva spostare a distanza oggetti di qualsiasi genere ( telecinesi ), o materializzarli e smaterializzarli ( apporti / asporti ), sapeva prevedere gli eventi futuri ( chiaroveggenza ), leggeva nel pensiero (telepatia). Ed era in grado di guarire persone ammalate anche molto distanti (tra i sistemi usati anche quello della pranoterapia) o trovarsi in due luoghi differenti nello stesso momento ( bilocazione ).

Poteva attraversare superfici solide (ad es. pareti) o far attraversare superfici solide a qualsiasi oggetto, così come poteva estendere o ridurre il corpo fisico a piacimento.

Le epifanie di spiriti

Durante i suoi esperimenti potevano verificarsi epifanie di spiriti, che contribuivano alla dinamica degli esperimenti. Questi spiriti non erano però quelli dei defunti, anzi Rol sosteneva fermamente che i defunti non fossero tra noi.

Ciò che gli uomini chiamano spiriti, non sono altro che i residui psichici lasciati dai defunti al momento della morte. Infatti, così come viene lasciato un residuo organico alla morte del corpo, viene anche lasciato un residuo psichico.

Questo residuo è stato chiamato da Rol “spirito intelligente”, ed ogni Tradizione Metafisica sa di cosa si tratta. Per Rol ogni cosa ha uno spirito, però quello dell’uomo è uno spirito intelligente, per le superiori possibilità che la sua natura gli ha conferito.

Il rapporto tra Rol e gli spiriti non aveva nulla a che vedere con questioni medianiche, si trattava invece di qualcosa non molto diverso da alcune pratiche egizie e sumero-babilonesi.

Gustavo Rol un prestigiatore?

Durante la sua vita ed i suoi numerosi “esperimenti”come definiva egli stesso le “prove”che praticava nelle abitazioni davanti a testimoni.

Rol ha sempre rifiutato il confronto con il mondo scientifico che lo ha sempre etichettato come un abile prestigiatore, un illusionista facente parte del Mentalismo. Ovvero un illusionista in grado di simulare effetti paranormali come la chiaroveggenza o la telecinesi. Il nome Gustavo è legato alla parapsicologia (argomento affrontato nell’articolo riguardante le entità).

Testimoni affermano di aver assistito all’utilizzo da parte di Rol di tecniche di mentalismo in luoghi pubblici, mentre prestigiatori hanno affermato di non poter ricreare alcuni “effetti”creati da Rol.

Il CICAP

Il CICAP ( Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) ha affermato che le biografie di Rol facessero pensare realmente ad un prestigiatore.

Rol rifiutava categoricamente la presenza di persone scettiche ai suoi esperimenti ma accettava solo persone che credevano nelle sue capacità. E questo comportamento avrebbe potuto indicare il timore dello stesso Rol di vedere rivelati i suoi trucchi e Rol rifiutando il confronto scientifico non fece altro che rafforzare questa teoria. 

I dipinti

Gustavo Rol è noto soprattutto per la sua fama di “uomo dei prodigi”.

Meno nota è la sua attività di pittore, campo artistico da lui prediletto insieme a quello musicale, dove si dilettava suonando il violino e il pianoforte.

Il 22 settembre 2000, in occasione del 6° anniversario dalla sua morte, si è tenuta per la prima volta una mostra di alcuni suoi dipinti ( 55 su una produzione di poco più di un centinaio).

È stato un avvenimento importante, dal momento che i suoi quadri appartengono tutti a collezioni private, e quindi visibili solo in questa occasione. Forse molto tempo passerà perché possa essere organizzata una seconda esposizione.

I libri

Il primo libro dove si parla diffusamente di Gustavo Rol è Gusto per il Mistero, Sonzogno, anno 1954, dello scrittore Dino Segre, in arte Pitigrilli.

Ecco alcuni degli esperimenti da lui visti:

«Intanto avevo promesso ad amici romani di presentare loro il dottor Rol.  La prima reazione di questo stranissimo uomo è rispondere no. Ma poi, per non dispiacere a un amico, rettifica la sua decisione: “Che però non mi chiedano esperimenti”.

“Non ti chiederanno esperimenti”.

Conviene preparare l’ambiente: raccomandazione indispensabile: Non chiedetegli esperimenti.

Linea di condotta da seguire: Dottor Rol, non le chiediamo di presentarci i suoi esperimenti. Ci spieghi di che si tratta.

“Che cosa volete che vi spieghi? Mandate a comperare alcuni mazzi di carte”.

Esperimenti con le carte

[Il fattorino dell’Hotel si precipita ad acquistare i mazzi. Al suo ritorno i presenti assistono ad alcuni esperimenti. Rol dice ad uno di loro:] “Lei si metta in tasca un mazzo; quello che crede.

Si abbottoni la tasca. Apra l’altro, scelga una carta qualunque. La guardi.

E ora, col suo lapis o con la sua penna, disegni nell’aria una parola, o la sua firma, o una cifra. Sulla carta ancora chiusa nel pacco, abbottonata nella tasca, e corrispondente a quella che ha scelto, troverà la parola che lei ha scritto nell’aria con la sua penna o con il suo lapis”.

La persona che si presta scieglie una carta, il quattro di fiori, per esempio, disegna nell’aria una firma. Apre il pacco; cerca il quattro di fiori; la firma, eseguita con quel lapis, attraversa la carta».

Fonte immagine: wikipedia.org

Fonte e approfondimenti :gustavorol.org

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