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Scienza e amore un mistero di intense sensazioni.

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Scienza e amore un mistero di intense sensazioni.

Scienza e amore.

Al giorno d’oggi con un’enorme esperienza medico-scientifica accumulata, per tacere dei progressi della genetica sulla fisiologia del corpo e sulla biologia del comportamento, il sentimento amoroso ci affascina ancora col suo mistero ricco di intense sensazioni e non riuscire ad avvolgere col pensiero che cosa esso sia realmente. Resta un campo da esplorare senza tregua.

In breve la parola amore nella civiltà occidentale risulta talmente gravata di concetti e di sensazioni a volte sconvolgenti. Che sebbene l’osservazione e l’esperimento negli ultimi decenni abbiano svelato in gran parte la natura del sesso e della copula, restano numerosi i ripensamenti e i dubbi nel XXI sec.

(A. Comfort, 1991-2008, I. Consoli 2017, E. Nagoski 2015-2017).

Affronterò la questione con linguaggio semplice, ma non semplicistico. Sempre con la raccomandazione di consultare la bibliografia consigliata in caso di incertezza e chissà che magari amore non si possa sostituire con un altro termine meno antiquato.

Scienza e amore un mistero
Una coppia romantica, immagine illustrativa Foto di Yatheesh Gowda da Pixabay

Gli eventi visibili ed invisibili:

Noi viviamo in un universo pieno di eventi visibili e invisibili che ci provocano sensazioni particolari e queste, mediate dai nostri 5 (e più) sensi, sono registrate e archiviate nel cervello.

Gli eventi che percepiamo variano nel tempo e il cervello di volta in volta li confronta con l’archivio acquisito e li riclassifica usando scale innate di valori che includono un’amplissima gradualità di interazioni con l’ambiente.

Ogni scala inizia con l’eventuale pericolo letale per il corpo e culmina probabilmente col massimo piacere fisico godibile. Il sistema serve a soddisfare i bisogni corporali evitando danni con adeguate reazioni fisiche di difesa/accoglienza. Ossia con complessi automatismi fisiologici che in buona parte possono essere calibrati dalla cultura.

Recentemente è stato messo in evidenza che gli odori che ognuno di noi emana hanno un ruolo preponderante nell’attrarre o nel respingere l’eventuale partner per farsi toccare e manipolare.

Scienza e amore un mistero di intense sensazioni.

Per il comportamento sessuale è quasi accertato che, se il bouquet di fragranze (feromoni) emanato da un individuo risulta in alto nella scala dei valori dell’altro individuo che lo sta percependo e se questo grado è più o meno raggiunto in entrambi, ecco che nascerebbe la disponibilità alla manipolazione sessuale reciproca.

Effettivamente odorandosi l’un l’altro in maniera automatica e quasi inconscia si sceglie con chi far lega non escludendo dal contatto fisico neppure il cieco o il disabile.

Immediatamente dopo e solo se la sensazione odorifera percepita è stata accettata, ci si abbraccia, ci si bacia sulle labbra o sulle guance, ci si palpa accostandoci fino al contatto estremo coi corpi nudi da cui può nascere ogni ulteriore attività.

Negli ultimissimi tempi si è pure scoperto che quando scoppia un amore il segnale è un aumento della secrezione di numerosi ormoni fra cui l’ossitocina nella femmina e la vasopressina nel maschio con meccanismi fisiologici quasi paralleli.

È davvero così semplice?

Certamente no e c’è ancora moltissimo da indagare.

Ma è provato che occorre imparare a fare all’amore e con chi. In altre parole la penetrazione, le carezze, i baci etc. sono oggetto di apprendimento e di tirocinio e non azioni genetiche innate. Mentre la scelta di un partner è in gran parte definita dall’ambiente culturale poiché il piacere sessuale è eminentemente individuale.

Scienza e amore un mistero di intense sensazioni.

Anzi, dalle ricerche sul campo della sociologa E. Grosz (2009) fra i casi di ragazzi vissuti in ambiente selvaggio a contatto con animali per tutta l’infanzia e per parte della pubertà è stato accertato che l’amplesso con penetrazione vaginale deve essere insegnato e provato e riprovato individualmente.

In più l’orgasmo, maschile o femminile, non è sentito da questi ragazzi selvaggi come il massimo del piacere in confronto con altri piaceri di tipo non eminentemente sessuali.

E che succede se soltanto uno dei due partner è investito di desiderio amoroso? O se i partner sono più di uno o se è incluso il caso omosessuale?

Il sessuologo S. Wunsch conclude fra l’altro (Manuel de Sexologie, 2014, pag. 45 v. bibl.):

«In sintesi, quanto alla motivazione [al coito], le diverse attività sessuali (a parte i movimenti ritmici del bacino maschile) non dipendono più dall’esecuzione in risposta a riflessi copulatori innati. Ma probabilmente da motivazioni erotiche apprese

In conclusione i processi sono complessi.

Ma mi preme sottolineare che le circostanze che fanno nascere l’amore sono in buonissima parte di natura culturale. E risultano inculcate nell’educazione di casa. Educazione che i genitori – la madre in primo luogo – passano ai figli in base alle esperienze personali precedenti.

(Aggiungo: risalenti almeno a una decina di anni prima rispetto alla propria prole per una genitrice di ca. 18-20 anni!).

Scienza e amore un mistero di intense sensazioni.

La risposta pratica agli stimoli ormonali e alle pulsioni perciò non è la stessa sia nel tempo sia nella geografia né è scontata. Perché le tradizioni da popolo a popolo sono differenti e, seppure lentissimamente, fluttuano e evolvono.

Per cause ambientali e storiche la costellazione ormonale e la gamma delle reazioni corporali e psicologiche che ne seguono non è quantitativamente ben riconoscibile nella gestualità amorosa e nel linguaggio affettivo dell’oralità. Per cui riconoscere l’idea amorosa di 1000 anni fa è complicato.

Una rappresentazione di una coppia nel passato. Foto di FOTORC da Pixabay

Affiora in me però un altro dubbio:

Perché i nostri antenati nella cornice di un’educazione di un/a adulto/a si sono preoccupati di intervenire sui comportamenti sessuali passando in secondo grado altre esigenze educative?

Premesso che in quasi tutte le società umane prevale attualmente il patriarcato. E’ possibile che il primo sistema organizzativo delle comunità antropiche, specie nel nostro continente, sia stato il matriarcato. E J. J. Bachofen (1815-1887) aveva cercato di immaginare di descriverlo con le sue ricerche ormai desuete.

Sicuramente alla donna risale l’invenzione della lingua articolata per comunicare con i figli infanti (lat. infans = chi non parla, ma obbedisce). E sicuramente la sedentarizzazione realizzata con lo sfruttamento agricolo offriva maggior tempo libero per le relazioni interpersonali, compreso l’approccio amoroso.

Dubito che in quei secoli di dominanza culturale femminile in cui la donna non era soggetta ad altro potere umano, ci fosse una passiva intenzione del maschio di alterare/abbattere l’importante ruolo femminile nella vita sociale di una qualsiasi comunità.

Né con l’invasione degli indoeuropei il potere culturale delle donne in Europa fu del tutto obliterato.

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Certamente la donna, pur cedendo all’ordine fallocratico degli invasori, perse la gestione della vita dei maschi. Ma non quella della prole impubere e senza padri putativi.

Se pertanto i balto-slavi sono gli indoeuropei più antichi nella Pianura Russa in parziale meticciato con i finno-ugri nella zona più meridionale, i ricordi di una serie di sconfitte femminili rimasero nei riti orgiastici dei loro paganesimi. E siccome la questione è come agisse il potere patriarcale nella lotta donna-uomo, proprio presso queste etnie per il periodo medievale ho trovato la mia ricca miniera dove scavare.

Non credo peraltro di dare eccessivo peso all’oralità. Poiché in un mondo rimasto senza scrittura tanto a lungo la cultura si registra bene anche nella tradizione orale. E se si combina la parola con i reperti archeologici accuratamente interpretati, ecco che la favolistica popolare può essere una fonte storica da consultare con affidabile profitto.

Sono partito logicamente dai primi secoli del passato millennio dagli scritti di costantinopolitana memoria.

Il cristianesimo ortodosso

Giacché è il cristianesimo ortodosso di Roma sul Bosforo che si movimenta e ne scrive nella cornice della politica imperiale di porre sotto controllo con la sua fitta rete di spionaggio i popoli che si affacciano sui confini.

L’impero si scontrerà in primis con il patriarcato politeista delle steppe e dei Carpazi dove mostra le ferite di essersi misurato con i resti di un matriarcato ben radicato.

Quando poi i tempi saranno maturi, i cristiani si riorganizzano e sopravvengono tentando di cambiare il sistema del potere ben oltre i Carpazi lungo il bacino dell’Elba e della Vistola affannandosi a riformare le diverse socialità pagane.

Anche qui le etnie sono numerose e, se i dominandi non rientrano nei canoni standard di sudditanza in auge in gran parte d’Europa (IX-X sec.). E’ l’Impero Romano a dettar legge che ha ricevuto la missione ecumenica da Cristo a dominare il pianeta con la croce e con la spada e con questa fama affronta i barbari pagani.

Questi ultimi, una volta entrati in contatto coi missionari, sono alimentati con l’illusione di poter accedere a una vita molto migliore battezzandosi.

È chiaro che con Cristo si dovranno accettare nuovi miti nella quotidianità poiché i vecchi sono persino proibiti.

I bisogni fondamentali fisici del tipo fame e sete, sia chiaro, non saranno toccati troppo dal cristianesimo… purché non interferiscano col decalogo di Mosè!

Se ad esempio s’impongono due digiuni settimanali più quelli della quaresima etc. o si porrà il veto – questo sì con cautela! – di bere bevande inebrianti, un numero eccessivo di proibizioni sul cibo si evita. Perché c’è il timore di voler condurre alla morte per forzata inedia.

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E l’attività sessuale?

Dal punto di vista ergonomico è la più dispendiosa fra le attività umane spontanee (senza strumenti!) sia in forze fisiche sia in tempo. Ma non è letale – non si muore d’amore – se la si limita o la si vieta in certi giorni e in certe circostanze.

Se nelle regole è incluso l’assoggettamento femminile al maschio, il successo per il vivere da cristiani si può considerare realizzato in pieno.

E alla fine non è questo l’esito che più attrae ogni maschio, pagano o cristiano che sia, ma che aspiri a un potere, qual che sia?

Dal processo suaccennato mancano le donne tuttavia.

Ci sono allora differenze discriminanti fra i comportamenti femminili della donna del nordest e le donne del centro Europa?

A questo proposito l’educazione papale conferma l’inferiorità femminile rispetto al maschio e la sancisce ufficialmente nel 1234. Mettendo in vigore il famigerato Decretum Gratiani del 1140 emesso quando la definitiva rottura fra Chiesa d’Oriente e Chiesa d’Occidente è irriconciliabile dopo lo scisma del 1054.

In questi testi alla donna cattolica è interdetto battezzare, insegnare e tanto altro.

Essa non deve che sottomettersi al marito che il dio cristiano le ha concesso giacché essa è debole di mente e soprattutto… non è stata creata a immagine e somiglianza divina!

© 2021 di Aldo C. Marturano

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