Isola di Pasqua un mistero in Cile.

Isola di Pasqua un mistero in Cile.

Cile, isola di Pasqua.

La cartina dell’isola di Pasqua tratta dal web.

Quest’isola si estende su 171 chilometri quadrati, ha una forma triangolare con i lati di 16, 17 e 24 km, sull’isola vi sono dei vulcani ed il più alto è di 500 metri circa. Vi sono circa 3.000 abitanti, la maggior parte di essi vive nella cittadina di Hanga Roa.

I nomi del’isola

  • Isola di Pasqua è il nome dato dall’ammiraglio olandese Jacob Roggeveen all’isola. Egli la scoprì nell’anno 1772 il giorno di Pasqua esplorandola nonostante la presenza di indigeni antropofagi, ovvero cannibali, che la abitavano.
  • Rapa Nui invece è un nome indigeno che indicala grande isola/roccia
  • Te Pito o te Henua è un nome che significa :l’ombelico del mondo

La particolarità dell’isola

Isola di Pasqua un mistero in Cile.

Oltre 600 teste di pietra vulcanica chiamate moai che si sviluppano dai 90 centimetri ai 12 metri di altezza ed un peso di oltre 80 tonnellate l’una si trovano sull’isola di Pasqua. La popolazione primitiva dell’isola è completamente isolata ed ha creato una sua cultura ed una sua scrittura.

Si tratta di un mondo a sè è un popolo che però non è più legato al passato.

Tuttavia questa popolazione dai tratti nordici afferma di aver perduto il ricordo delle sue origini dai moai.Dice di aver dimenticato le antiche scritture che gli indigeni non sono più in grado di tradurre.

Oppure i sacerdoti dell’isola preferiscono tacere di proposito riguardo a ciò che è scritto nelle antiche scritture?

Moai dell’isola di Pasqua Foto di Yerson Retamal da Pixabay

Il mistero dell’Isola

Il mistero che avvolge l’isola inizia dalla spiegazione delle ipotetiche origini degli abitanti del luogo. Sono indigeni con la pelle bianca e la barba, abitanti di un luogo difficile da raggiungere. Questa popolazione indigena venera una divinità chiamata Dio uccello. Questo Dio lo ritroviamo in numerosi miti di popolazioni sparse per il mondo come in nordafrica, nelle popolazioni celtiche e nel mediorente.

L’isola di Pasqua è nota grazie a delle teste di pietra vulcanica che si trovano nel territorio.

La realizzazione di queste teste di pietra vulcanica chiamate moai ha dato origini a numerose teorie e ad altri misteri. Le statue sono posizionate sulla costa con le spalle rivolte al mare e alcune di esse hanno un “cappello rosso” in testa chiamato pukao.

Le teorie sull’ isola di Pasqua un mistero in Cile.

L’origine della razza dei pasquensi:

Thor Heyerdahl ipotizzò che la tipologia degli abitanti dell’isola fosse in realtà una mescolanza di razze:

peruviana, polinesiana e nordica approdate sull’isola probabilmente in seguito ad un naufragio.

Egli ipotizzò che i primi colonizzatori dell’isola fossero stati indios americani emigrati dalle regioni vicine della Bolivia/Perù e dimostrò questa teoria tentando la traversata. Vi riuscì con il Kon Tiki una zattera costruita con sette tronchi di balsa.

La flora e la fauna dell’isola

L’isola era realmente priva di alberi?

Nell’isola non erano presenti alberi per riparare eventuali navi danneggiate e i naufraghi dovettero sopravvivere nell’isola.

In teoria i naufraghi avrebbero potuto costruire le statue agli inizi della loro permanenza forzata sull’isola ma regredirono allo stato primitivo in seguito alle scarse risorse per sopravvivere presenti nell’isola.

Gli alberi potevano essere stati presenti nell’isola in passato ma potrebbero essere stati utilizzati tutti per la costruzione dei moai. Ed anche per la popolazione dell’isola come nutrimento, oltre la patata dolce importata dai coloni sudamericani.

In seguito con una seconda ondata di popolazione insieme alla totora, un particolare tipo di giunco vi fu come  conseguenza un ulteriore disboscamento dell’isola. Con la conseguente regressione allo stato più primitivo dell’sila stessa.

Di cosa si nutrivano gli indigeni?

Ossa di delfino sono state ritrovate in fosse comuni, quindi gli indigeni avevano la possibilità di andare a pescare in mare aperto. Gli alberi erano quindi presenti.

La patata dolce era un altro alimento integrante della dieta insieme alle banane, le piante furono importate in un secondo momento oppure inizialmente erano già presenti nell’isola?

E gli animali?

I resti di topi e uccelli domestici come polli sono stati ritrovati nell’isola ma anche loro arrivarono con l’uomo?

L’isola può essere una parte di Atlantide?

Potrebbe essere una piccola zona emersa dalle acque della famosa città di Atlantide o Mu o Lemuria?

Breve introduzione alle leggenda di atlantide e Mu

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Molte popolazioni nelle loro leggende, che si dice abbiano sempre un fondo di verità.

Narrano che nel sottosuolo abiterebbero gli abitanti del piccolo popolo e sempre secondo una leggenda sud americana si narra di Eldorado. Mentre le popolazioni asiatiche narrano invece di Agarthi e Shamballah. Sarebbero città del sottosuolo irraggiungilbili che facevano parte secondo la leggenda di due continenti: Atlantide e Mu.

Atlantide e Mu.

Atlantide e Mu, per cause sconosciute, furono distrutte da un grande cataclisma. Ed i superstiti furono divisi in più gruppi abitando l’Asia, l’Europa e le Americhe, alcuni invece sarebbero scesi nelle profondità della terra. Gli Eletti, dando vita ad una nuova popolazione composta da due grandi continenti Eldorado ed Agarthi.

Sempre secondo la leggenda, comune a molte popolazioni, Eldorado avrebbe l’ingresso al polo sud mentre Agarthi al polo nord.

La religione

La religione degli isolani è comune alla religione di numerose popolazioni sparse per il mondo.

E’ una religione comune che coinvolge il mondo intero o una semplice coincidenza? 

Extraterrestri?

Isola di Pasqua un mistero in Cile.

Un’altra teoria è che le opere siano di origine extraterrestre.

Oprere create da alieni, non dall’uomo, in quanto non vi è una somiglianza tra i visi scolpiti nella pietra e i tratti tipici degli isolani.

Ma vi è chi afferma il contrario che ad un attenta analisi si possono riscontrare invece numerose somiglianze. Per avvalorare la teoria extraterrestre vi è chi afferma che l’isola non è raggiungibile da uomini primitivi, Thor Heyerdahl ha dimostrato che invece è possibile con la zattera Kon Tiki.

La cultura degli isolani

La cultura e le tradizione degli abitanti di Rapa Nui furono cancellate da un epidemia di malattie che decimò la popolazione priva di anticorpi in seguito all’arrivo dei coloni?

Non permettendo in questo modo il tramandare dei miti e delle leggende locali oralmente?

I coloni avrebbero potuto distruggere le tavolette di legno su cui erano trascritti miti e le tradizioni di questa popolazione?

Hotu-Matua:la leggenda

Il capo tribù Hotu-Matua, portò sull’isola animali e vegetazione provenendo dall’isola Marae-rengo o Hiva. Data la notevole distanza raggiunsero l’isola a bordo di canoe dimorando sull’isola generando figli. Avevano una rigida gerarchia in cui il Re, discendente, era un dio dotato di grandi poteri seguito in ordine di gerarchia dai sacerdoti, dai nobili e dai guerrieri.

I moai erano costruiti dagli artigiani dell’isola, non privi di importanza.

La leggenda narra che la popolazione era divisa in Lunghi Orecchi e Corti Orecchi. I Moai e gli Ahu, che sono delle piattaforme cerimoniali, furono costruite dai Corti Orecchi che sottostavano agli ordini dei Lunghi Orecchi.

Un giorno i Lunghi Orecchi ordinarono ai Corti Orecchi di gettare le pietre, forse i Moai stessi, in mare.Ed in seguito al rifiuto dei Corti Orecchi, molto religiosi e superstiziosi, di gettare in mare le pietre da loro ritenute sacre decisero di ucciderli nutrendosi delle loro carni.

I Corti Orecchi si ribellarono ai Lunghi Orecchi ottenendo il controllo dell’isola ed uccisero e bruciarono tutti i Lunghi Orecchi in una fossa comune. Effettivamente nell’isola fu trovata una fossa di questo genere con numerose ossa umane e resti di carbone.

Isola di Pasqua mistero risolto?

Isola di Pasqua un mistero in Cile.

Nel 1955-56  l’esploratore e antropologo Thor Heyerdahl dimostrò che gli isolani erano in grado di costruire opere del genere senza l’aiuto di tecnologie aliene

Ma utilizzando mezzi semplici e tecniche alquanto primitive come l’ammorbidire la roccia in tufo vulcanica nell’acqua per poterla lavorare e dando essa la forma desiderata.

Dimostrò che era realmente possibile. Quando in soli tre giorni tre uomini costruirono e lavorarono una statua di oltre 12 tonnellate e 180 uomini la trasportarono utilizzando funi ed un’enorme slitta.

Thor Heyerdahl dimostrò che l’isola era raggiungibile, non senza difficoltà via mare con l’utilizzo di canoe.

Le più grandi teste di oltre 20 metri sono state ritrovate nelle cave del vulcano Rano Kano.

E dei loro scultori non vi è traccia. Sono rimasti solo le statue incompiute e gli attrezzi utilizzati durante la loro realizzazione. Dai vulcani Rano Kau e Rano Raraku erano estratte le rocce per la costruzione dei moai. Dalla “cava” di Puna Pau gli isolani ricavavano le rocce per realizzare gli insoliti cappelli rossi dei moai, i pukao.

La Palinologia

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Grazie alla Palinologia (scienza che si occupa dello studio dei pollini) la vegetazione dell’isola di Pasqua è stata“ricostruita”:

L’isola era ricoperta da una vegetazione sub tropicale, con erba, felci, alberi a basso fusto, l’albero della corda o hau-hau, palme tropicali. Poteva trattarsi di una fonte di alimentazione per gli isolani?

La presenza di piante diminuisce con il passare degli anni, si trovano tracce di alberi bruciati, dal 1400 in poi non vi è più la presenza della palma.

Vi è un calo sensibile dell’albero della corda e e del Toromiro. Ossa di delfino dimostrano che il delfino era una fonte importante di cibo. I pasquensi costruivano imbarcazioni per andare a pesca con i tronchi di palma.

Quando le palme diminuiscono anche la presenza di ossa di delfini recenti diminuiscono. Si tratta di un chiaro segnale che la popolazione di circa 9000 abitanti non poteva più andare a pescare. Forse a causa della mancanza di alberi di palma per costruire le imbarcazioni. Taluni affermano che la popolazione abbia raggiunto i 15.000 abitanti nei momenti di massima prosperità. 

In quanto i topi domestici importati spinti dalla fame si nutrivano dei germogli degli alberi impedendone la ricrescita.

Gli indigeni si nutrirono d’apprima degli uccelli domestici, come i polli. Poi passeranno a nutrirsi della fauna locale come pappagalli. Mentre l’isola subiva una forte desertificazione che sarà l’inizio della fine per i suoi abitanti.I quali e diventeranno antropofagi, cannibali per mancanza di cibo.

Le guerre tra clan

Intorno al 1700 inizeranno le guerre tra clan. Quando Jacob Roggeveen sbarcherà nel 1772 la popolazione sarà già decimata si contavano circa 2000 abitanti nell’isola.

Nel 1774 James Cook sbarcò sull’isola e vi erano statue moai abbattute a causa delle lotte interne della popolazione.

I coloni come già accennato porteranno malattie mortali per gli abitanti dell’isola di Pasqua.

Nel 1805 gli abitanti di Rapa Nui furono deportati come schiavi, nel 1862 oltre 2.000 indigeni furono deportati con la forza in Perù.

Nel 1888 rimanevano circa 100 indigeni malati ed anziani condannati all’estinzione. Ma alcuni di loro portarono avanti la razza incrociandosi con altre popolazioni. Sempre nel 1888, il capitano Policarpo Toro annesse l’isola Pasqua al Cile, dal 1895 al 1953 una società inglese la utilizzò come allevamento di pecore.

L’isola fu dichiarata nel 1935 Parco Nazionale e Monumento Storico.

Nel 1953 la popolazione pasquense riottenne l’isola. Quindi si dedicò alla ricerca archeologica ed alla restaurazione del vasto patrimonio storico ed artistico dell’isola.

Gli studi medico-legali, antropologici e del DNA sugli abitanti dell’isola di Pasqua dimostrano che erano di origine polinesiana. Questi studi mettono al bando la teoria di origine extraterrestre degli abitanti.

Nel 2007

Nel 2007 l’isola di Pasqua è una meta turistica, con clima sub-tropicale .

Ora l’isola è stata denominata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, ed i suoi abitanti parlano spagnolo e per loro il turismo che si è molto sviluppato.

Ed è la fonte di reddito principale, vivono sempre di agricoltura e grazie all’allevamento di animali ed ai raccolti di canna da zucchero, banane, mais, zucche e patate.La religione principale degli isolani è quella cattolica.L’isola ha un aeroporto moderno a Mataveri con la più grande pista del sud America.

Un’avvertimento dall’isola di Pasqua?

Il nome dell”isola Te Pito o te Henua significa :“ombelico del mondo” ed una profezia grava sull’isola:

“Solo un isola sopravviverà agli sconvolgimenti del pianeta. Sconvolgimenti che faranno ricominciare l’uomo da capo. Quando quest’isola, l’unica sopravvissuta, l’ombelico del mondo, sarà inghiottita dalle acque allora sarà la fine del mondo”

Un monito per cercare di impedire all’uomo di distruggere il suo habitat come sta facendo ora?

Con deforestificazioni, guerre, inquinamento e sfruttamento incontrollato delle risorse del pianeta che non sono illimitate?

L’umanità si troverà ad ascoltare realmente l’avvertimento di Rapa Nui? E si ritroverà ad ammettere di aver sbagliato a sfruttare il pianeta terra in maniera incontrollata?

E sarà la fine del mondo?

Curiosità:

Visita la sezione del sito sulle i luoghi misteriosi e le scoperte più strane nel mondo

2012 La profezia Maya ed il calendario

2012 La profezia Maya ed il calendario

 

Messaggi dal Mondo Maya

Fonte: Nexus Italia

Messico

Agli inizi dell’autunno 2002, Carlos Barrios ha viaggiato diretto a nord dalla sua casa in Guatemala sino all’estremo bordo orientale dei Four Corners.

A Santa Fe, in New Mexico, in corrispondenza del fondo della dorsale delle Montagne Rocciose, Barrios ha parlato in modo divulgativo della tradizione e dei leggendari calendari dei Maya.

Calendario Maya Foto di OpenClipart-Vectors da Pixabay

Di questi tempi i calendari riscuotono un forte interesse da parte di migliaia di persone, in quanto evidenziano la data spartiacque del 21 dicembre 2012; si dice che da allora in poi tutto cambierà.

Dotata di un retaggio culturale che comprende migliaia di piramidi e di templi, nonché di un calendario che si è rivelato astronomicamente preciso per un periodo di milioni di anni. La tradizione Maya viene diffusamente considerata una chiave mistica per l’anima dell’lsola della Tartaruga (America Settentrionale).

In discorsi pubblici ed interviste private Barrios, sia come antropologo sia come iniziato, ha esposto il suo resoconto, basato sulla sua interpretazione della storia e del futuro delle Americhe e del mondo in generale. Egli ha inoltre parlato del percorso che intravede da qui al solstizio d’inverno del 2012.

Gli insegnamenti ed intuizioni di Barrios devono essere considerati nel contesto della realpolitik della sua natia America. I Maya del Guatemala, le loro piramidi ed il loro calendario non sono perdurati in una Shambala new-age di amore e luce, bensì in un milieu di tradimenti, percosse, torture, stupri ed omicidi di massa.

2012 La profezia Maya ed il calendario

Decenni oscuri

Per 30 lunghi anni, i governi di destra del Guatemala, appoggiati più o meno apertamente dal governo statunitense, hanno condotto contro la popolazione locale una guerra terroristica. Sterminando 200.000 cittadini, molti dei quali erano indigeni di etnia Maya.

Quando infine negli anni ’90 la guerra è diminuita di intensità, la Truth Commission delle Nazioni Unite condusse un’indagine della durata di 18 mesi. Indagine che rilevò estese violazioni dei diritti umani perpetrate dal governo guatemalteco con la complicità di quello statunitense.

Il rapporto delle Nazioni Unite affermava che atti di violenza “attiva, razzista ed estremamente crudele” sono arrivati al livello di genocidio indirizzato contro le popolazioni indigene Maya del paese.

Quando, in anni recenti, Amnesty International ha analizzato la situazione guatemalteca, è giunta ad un’interessante conclusione, scrivendo che si poteva ottenere una pace effettiva soltanto facendo fronte allo “Stato della Mafia Corporativa” del Guatemala.

Ha descritto questo stato mafioso corporativo come la “scellerata alleanza” di determinati personaggi nazionali ed internazionali del mondo economico, che operano in combutta con settori della polizia, militari e della criminalità comune. Coopeano per controllare le industrie “nere” quali droga, traffico d’armi, riciclaggio di denaro, furti d’auto, adozioni illegali e rapimenti a scopo di riscatto.

A proposito della grande ombra oscura che ha avviluppato la parte più meridionale dell’lsola della Tartaruga, Barrios ha osservato: “In tutte le Americhe queste ingiustizie ebbero inizio 500 anni fa e continuano tuttora. Le Guerre Indiane non hanno mai avuto termine. Ritengo che i detentori del potere di tutto il mondo sviluppato considerino necessario sterminare le popolazioni indigene, o quantomeno distruggerne le culture, in quanto tali popoli non sono ‘consumatori’.

L’unico mondo

Il sogno americano poggia sulle spalle del Terzo Mondo, anche se questa è una distinzione erronea, dal momento che non esiste un Terzo Mondo. Esiste solo un Unico Mondo, del quale facciamo tutti parte ed al quale dobbiamo portare rispetto.”

Anche se negli ultimi otto anni il Guatemala ha goduto di un’apparente pace, si tratta comunque di una pace disturbata, poiché la guerra continua ad avere sulla gente un impatto residuo. Le violazioni dei diritti umani accadono ancora con regolarilà e persino gli osservatori internazionali impegnati a controllarle sono stati minacciati.

Tuttavia secondo l’opinione di Barrios, che durante la guerra diventò maggiorenne, ci sono stati dei miglioramenti; egli ha osservato: “Non ci sono guerriglieri armati, mentre polizia ed esercito sono più indulgenti, più rispettosi; dato che ora vige un maggiore rispetto, siamo in grado di perseguire una vita migliore.”

Fra le conseguenze ultime del protratto clima di terrorismo vi sono stati sospetto e biasimo, dai quali ben pochi sono immuni. Spesso vengono rivolte accuse a persone che pretendono di parlare delle tradizioni Maya; Barrios è avviluppato in questa spirale di dubbio.

Critica altri e viene criticato egli stesso.

Il mondo non finirà

Carlos Barrios è nato in una famiglia spagnola su El Altiplano, la regione montuosa del Guatemala, precisamente a Huehuetenango, territorio di insediamento della tribù Maya Mam.

I Mam, come altri Maya ed altri custodi della tradizione indigena, preservano parte dell’antico retaggio dell’Isola della Tartaruga. Essi sono i custodi del tempo, esperti degli straordinari, antichi, eleganti e notevoli calendari.

Barrios è storico, antropologo e ricercatore. Dopo aver studiato per 25 anni con gli anziani, iniziando all’età di 19, è diventato anche un Ajq’ij Maya, sacerdote officiante e guida spirituale del clan dell’Aquila.

Anni fa Carlos iniziò insieme al fratello Gerardo una ricerca sui diversi calendari Maya.

Studiò con molti maestri e dice che, per ampliare l’ambito delle loro conoscenze, Gerardo intervistò più di 600 anziani Maya.

Barrios ha affermato:

“Gli antropologi visitano i templi, leggono steli ed iscrizioni e confezionano storie sui Maya, tuttavia non interpretano i segni in modo corretto, lavorano solo di immaginazione… Altri scrivono delle profezie nel nome dei Maya. Dicono che il mondo finirà nel dicembre del 2012. Gli anziani Maya sono furibondi per questo; il mondo non finirà, sarà trasformato. Sono gli indigeni, non altri, a possedere i calendari ed a sapere come interpretarli correttamente”.

2012 La profezia Maya ed il calendario

I Calendari

La comprensione del tempo, delle stagioni e dei cicli da parte dei Maya si è dimostrata ampia e sofisticata.

I Maya interpretano 17 calendari diversi, alcuni dei quali calcolano con precisione il tempo per un periodo di oltre 10 milioni di anni. Il calendario che dal 1987 ha stabilmente riscosso l’attenzione globale si chiama Tzolk’in o Cholq’ij. Esso, concepito moltissimo tempo fa è basato sul ciclo delle Pleiadi ed è tuttora ritenuto sacro.

Con i calendari indigeni, le popolazioni native hanno conservato il ricordo di importanti momenti storici cruciali.

Foto del calendario Maya. Foto di GGFLO29 da Pixabay

I Custodi del Tempo che studiano i calendari, ad esempio, hanno individuato una data importante nell’anno One Reed (Una Canna, ndt), Ce Acatal, come veniva chiamato dai nativi. Per quella data fu profetizzato il ritorno di un antico avo,”che sarebbe arrivato come una farfalla”.

Nel calendario occidentale la data One Reed corrisponde alla domenica di Pasqua, 21 aprile del 1519.Il giorno in cui Hernando Cortez e la sua flotta di 11 galeoni spagnoli approdò da est in Messico, presso quella che oggi si chiama Vera Cruz.

Mentre le navi spagnole si avvicinavano al litorale, i nativi aspettavano e stavano a guardare come sarebbe andata a finire; certamente le vele spiegate delle navi ricordavano le avanguardie di farfalle che sfioravano la superficie dell’oceano.

Così ebbe inizio una nuova era, che avevano anticipato tramite i loro calendari.

I Maya denominarono questa nuova era i Nove Bolomtikus, o Nove Inferni, di 52 anni ciascuno; man mano che i nove cicli trascorrevano, ai nativi furono sottratte la terra e la libertà, mentre malattie e angherie presero il sopravvento. Quanto ebbe inizio con l’arrivo di Cortez si protrasse sino al 16 agosto 1987, data che molti ricordano come la Convergenza Armonica.

Le preghiere per la transizione

Milioni di persone approfittarono di tale data per tenere cerimonie in luoghi sacri, pregando per una dolce transizione alla nuova era, il Mondo del Quinto Sole.

Dal quel giorno del 1987 sino ad oggi, dice Barrios, ci troviamo in un periodo nel quale il braccio destro del mondo materialista sta scomparendo, lentamente ma inesorabilmente. Siamo all’apice di un’era nella quale inizierà la pace e la gente vivrà in armonia con la Madre Terra; non ci troviamo più nel Mondo del Quarto Sole, ma non siamo ancora nel Mondo del Quinto Sole.

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Questo è il periodo di mezzo, quello della transizione.

In concomitanza con tale transizione si verificherà una colossale e globale convergenza di distruzione ambientale, caos sociale, guerre e cambiamenti terrestri.

Tutto questo, dice Barrios, fu previsto con l’ausilio della semplice matematica spiroidale dei calendari Maya.

Barrios ha osservato: “Cambierà, tutto cambierà.”

Egli ha detto che i Custodi del Tempo Maya considerano la data del 21 dicembre 2012 come una rinascita, l’inizio del Mondo del Quinto Sole. Sarà l’avvio di una nuova era, derivante e contraddistinta dal meridiano solare che intersecherà l’equatore galattico e dalla Terra che si allineerà con il centro della galassia.

All’alba del 21 dicembre 2012, per la prima volta dopo 26.000 anni, il Sole nascente coinciderà con l’intersezione della Via Lattea e del piano dell’eclittica. Questa intersezione cosmica viene considerata l’espressione del Sacro Albero, l’Albero della Vita – un albero presente in tutte le tradizioni spirituali del mondo.

Alcuni osservatori sostengono che nel 2012 questo allineamento con il centro della galassia aprirà un canale che farà fluire energia cosmica attraverso la Terra, purificando il pianeta e tutti i suoi abitanti, portando tutto ad un più elevato livello di vibrazione.

Barrios ha detto che questo processo ha già avuto inizio, ed ha aggiunto:

“Il cambiamento è in fase di accelerazione, e continuerà ad accelerare.”

Se la popolazione terrestre, dice Barrios, riuscirà ad arrivare al 2012 in buona forma, senza aver distrutto troppo la Terra, saliremo ad un nuovo livello superiore ma, per giungervi, dovremo trasformare forze potentissime che cercano di bloccarci la strada.

Un quadro di ciò che ci aspetta

In base alla sua comprensione della tradizione e dei calendari Maya, Barrios ci ha presentato un quadro del punto in cui ci troviamo e di quello che potremmo trovare lungo il percorso che ci attende:

  • La data specificata dai calendari – il solstizio d’inverno dl 2012 – non indica la fine del mondo. Molti stranieri che si occupano dei calendari Maya fanno un gran baccano su questa data, ma ne sanno poco o nulla; quelli che sanno sono gli anziani indigeni cui è affidato il compito di preservare la tradizione.
  •  “L’umanità andrà avanti, controbatte, ma in un modo diverso. Le strutture materiali cambieranno e da questo avremo l’opportunità di essere più umani.”
  •  Viviamo nell’era più importante delle profezie e dei calendari Maya. Tutte le profezie del mondo e tutte le tradizioni stanno convergendo. Non c’è tempo per i giochi, I’ideale spirituale di questa era è l’azione.
  •  In quest’epoca molte anime potenti si sono reincarnate e dispongono di molto potere; questo vale per entrambe le parti, la luce e le tenebre; I’alta magia è all’opera su entrambi i fronti.
  • Le cose cambieranno, ma la difficoltà o la facilità di tali cambiamenti dipenderà dalle persone.
  • L’attuale economia è una farsa. Il primo quinquennio della transizione – dall’agosto del 1987 all’agosto del 1992 – ha segnato l’inizio della distruzione del mondo materiale. Ora ci troviamo nella fase da più di un decennio, e molte delle fonti della cosiddetta stabilità finanziaria sono di fatto senza valore

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Le banche

  •  Le banche sono in affanno, e si trovano in un frangente molto delicato; se non stiamo attenti potrebbero fallire a livello globale. Fra i periodi critici vi sono i mesi di ottobre e novembre del 2002; se il sistema bancario farà bancarotta in questi mesi saremo costretti ad affidarci alla terra ed alle nostre capacità pratiche. Il sistema monetario si troverà nel caos e, di conseguenza, per il cibo ed il riparo dovremo affidarci al nostro rapporto diretto con la Terra [Sino al gennaio del 2003 le banche non hanno fallito, ma ciò non significa che ciò non possa accadere in futuro… Ed.].
  •  I poli sud e nord si stanno sfaldando, il livello delle acque oceaniche salirà ma, al contempo, lo faranno anche delle terre oceaniche, in particolare nella zona di Cuba.

Un appello alla fusione

In occasione degli incontri pubblici di Santa Fe, Barrios ha raccontato una storia relativa alle più recenti cerimonie Maya per il Nuovo Anno, tenutesi in Guatemala, ed ha affermato che un anziano Mam, che gode di un’alta reputazione e vive tutto l’anno in un’isolata caverna di montagna, si è recato a Chichicastenango per parlare con la gente durante la cerimonia.

L’anziano ha comunicato un messaggio semplice e diretto: ha auspicato che gli esseri umani si uniscano a sostegno della vita e della luce; attualmente ogni singolo individuo o gruppo percorre la propria strada. L’anziano delle montagne ha detto che esiste la speranza che in qualche modo il popolo della luce si raggruppi e torni unito.

Riflettendo su questo, Barrios ha spiegato: “Viviamo in un mondo di polarità: giorno e notte, uomo e donna, positivo e negativo. Luce ed oscurità hanno bisogno l’una dell’altra, rappresentano un equilibrio. In questo specifico periodo, il lato oscuro è assai forte ed è evidente quello che vogliono i suoi rappresentanti, i quali mantengono saldamente la propria visione, priorità e gerarchia, e stanno operando in vari modi affinché nel 2012 noi non riusciamo a collegarci alla spirale del Quinto Mondo. Dal lato della luce tutti pensano di essere i più importanti e che le loro visuali, o quelle dei loro gruppi, siano la chiave; esiste una diversità di culture ed opinioni e, quindi, competizione, dispersione ed assenza di un unico obiettivo.”

Per come la vede Barrios, il lato oscuro opera al fine di impedire la fusione avvalendosi della negazione e del materialismo, ed anche per distruggere coloro che stanno lavorando dalla parte della luce per portare la Terra ad un livello superiore.

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Il quarto mondo

I suoi rappresentanti amano l’energia del vecchio e decadente Quarto mondo, il materialismo, e non vogliono che cambi, non vogliono la fusione; vogliono rimanere al presente livello e temono quello successivo.

Il potere oscuro del decadente Quarto Mondo non può essere distrutto o sconfitto.

E’ troppo forte ed integro per esserlo, e quella è la strategia errata; il lato oscuro può soltanto essere trasformato quando messo a confronto con la semplicità e la sincerità. Questo è quello che condurrà alla fusione – concetto chiave per il Mondo del Quinto Sole.

Barrios ha affermato che l’emergente era del Quinto Sole richiamerà l’attenzione verso un elemento fin troppo trascurato. Mentre i quattro elementi tradizionali, terra, aria, fuoco ed acqua, hanno dominato le varie epoche del passato, nell’epoca del Quinto Sole vi sarà un quinto elemento da considerare: I’etere.

Il vocabolario definisce etere l’elemento rarefatto dei cieli.

L’etere è un medium, permea tutto lo spazio e trasmette onde di energia in un’ampia gamma di frequenze, da quelle dei cellulari a quelle delle aure umane.

iò che è “etereo” è correlato alle regioni aldilà della Terra: i cieli. L’etere – I’elemento del Quinto Sole – è celestiale e privo di sostanza materiale, ma non meno reale del legno, della roccia o della carne.

Secondo le parole di Barrios:

“Nel contesto dell’etere vi può essere una fusione delle polarità; non più luce ed oscurità nelle persone, bensì una fusione elevata. Attualmente, tuttavia, il regno dell’oscurità non persegue questo scopo, ed i suoi rappresentanti si sono organizzati per impedirlo, cercano di determinare uno squilibrio della Terra e del suo ambiente cosicché non ci troviamo pronti all’allineamento del 2012. Dobbiamo lavorare assieme per conseguire l’equilibrio e la pace con l’altro lato, dobbiamo prenderci cura della Terra che ci nutre e ci ospita, dobbiamo impegnare le nostre menti ed i nostri cuori per raggiungere l’unità e la fusione adesso, per affrontare la controparte e preservare la vita.”

2012 La profezia Maya ed il calendario

Preparatevi a questo momento epocale

Barrios ha detto al suo pubblico di Santa Fe che ci troviamo in un periodo critico della storia del mondo:

“Siamo turbati, non possiamo più permetterci di scherzare.

Il nostro pianeta può essere rinnovato oppure devastato, ed è giunto il momento del risveglio e dell’azione. Tutti sono necessari, nessuno si trova qui per caso ed ognuno ha uno scopo importante. Questi sono tempi duri ma speciali. Abbiamo l’opportunità di crescere ma dobbiamo essere preparati a questo momento epocale.”

Barrios ha offerto una serie di indicazioni per aiutare la gente a percorrere con equilibrio il cammino degli anni a venire. “I cambiamenti profetizzati stanno per verificarsi, ma il nostro atteggiamento e le nostre iniziative ne determineranno l’asprezza o la dolcezza.”

Dobbiamo agire, onde determinare cambiamenti ed eleggere come nostri rappresentanti persone che comprendano la situazione ed intraprendano iniziative politiche volte al rispetto della Terra. La meditazione e le attività spirituali sono valide, ma lo è altrettanto l’azione.

È assai importante essere sinceri su chi siamo e sul nostro rapporto con il pianeta.

Sviluppatevi secondo la vostra tradizione e date ascolto al cuore, ma ricordate di rispettare le diversità e di perseguire l’unità.

Nutritevi con accortezza. Molti alimenti sono contaminati, sia in modo palese sia in modo meno evidente; fate attenzione a quello che introducete nell’organismo.

Imparate a conservare il cibo e l’energia.

Imparate qualche valida tecnica di respirazione, in modo da riuscire a padroneggiarla.

Siate onesti. Seguite una tradizione che abbia nobili radici; non importa quale, il vostro cuore ve la indicherà, ma deve avere nobili radici.

2012 La profezia Maya ed il calendario

Viviamo in un mondo di energia.

A questo punto un importante compito è quello di apprendere a percepire ed individuare l’energia di ogni individuo e di ogni cosa: persone, piante animali.

Questo diviene sempre più importante man mano che ci avviciniamo al Mondo del Quinto Sole. In quanto esso è associato all’elemento etere – il regno in cui l’energia vive e si dipana.

Recatevi nei luoghi sacri della Terra a pregare per la pace, e abbiate rispetto per colei che ci nutre, ci veste e ci ospita Dobbiamo riattivare l’energia di questi luoghi sacri: ecco il nostro compito.

Secondo l’interpretazione del calendario Maya da parte di Barrios, se avremo una guerra nel novembre 2002 o dopo sarà male, ma non una catastrofe.

Se però si  verificherà fra aprile e novembre del 2003, allora sarà davvero disastrosa, e potrebbe avere come esito la morte di due terzi dell’umanità.” Quindi diamoci da fare” – dice Barrios – “se agiamo possiamo trasformare il pianeta. Gli anziani vigilano per vedere quello che accadrà.”

Nei prossimi anni molti anziani e custodi della conoscenza Maya potrebbero venire eliminati.

Per la prima metà dell’attuale Katun (periodo di 20 anni), il lato oscuro dispone di molto potere, che però decrescerà nell’arco dei prossimi tre o quattro anni. Il corso delle cose può cambiare, stanno per verificarsi eventi straordinari.

Una semplice ma efficace tecnica di preghiera è quella di accendere una candela bianca o azzurra, pensare un momento alla pace. Comunicare il proprio intento alla fiamma ed inviarne la luce verso quei leader che dispongono del potere di fare la guerra o mantenere la pace.

Abbiamo del lavoro spirituale da fare

Secondo Barrios, quello attuale è un momento di cruciale importanza per l’umanità e per il pianeta.

Ognuno di noi è importante. Se vi siete incarnati in quest’epoca, avete del lavoro spirituale da fare per dare equilibrio al pianeta. Egli ha detto che gli anziani hanno aperto le porte in modo che altre razze possano giungere nel mondo Maya ed assorbime la tradizione. I Maya da lungo tempo apprezzano e rispettano il fatto che esistono molti altri colori, razze e sistemi spirituali.

“Sanno” ha detto Barrios”che il destino del mondo dei Maya è legato al destino del mondo intero.”

“La più grande saggezza nsiede nella semplicità. Amore, rispetto, tolleranza, condivisione, gratitudine, indulgenza. Non è complesso né elaborato. La vera conoscenza è a disposizione di tutti, è codificata nel DNA. Tutto ciò di cui avete bisogno è dentro di voi. I grandi maestri lo hanno affermato sin dagli albori; trovate il vostro cuore e troverete la vostra strada.”

2012 La profezia Maya ed il calendario.

Note dell’editore:

Carlos Barrios è l’autore del libro in spagnolo Kam Wuj: El Libro Del Destino, che sta per essere tradotto e pubblicato in inglese.
Carlos può essere contattato tramite Saq’ Be’, Organization for Mayan and Indigenous Spiritual Studies presso: PO Box 31111, Santa Fe, NM 87594, USA.
Tel (505) 466 4044, E-mail SaqBe@SacredRoad.org, sito web: www.sacredroad.org.
Saq’ Be’ è un’organizzazione no-profit con sede negli Stati Uniti gestita da giovani allo scopo di ricongiungere altre persone (giovani e non) alle antiche tradizioni della conservazione culturale e di promuovere una consapevolezza spirituale, ecologica e comunitaria più profonda. In modo da piantare i semi di un futuro più armonioso.

Steven McFadden è uno scrittore, insegnante, guaritore ed astrologo di Santa Fe, New Mexico. È autore di molti libri, fra cui Profiles in Wisdom: Native Elders Speak about the Earth.

ll presente articolo è stato pubblicato per la prima volta nel numero di ottobre del 2002 del suo bollettino informativo, Chiron Comuniqué (vol.7, nr. l0). ll testo con le note può essere consultato presso www.chiron-communications.com/communique%207-10.html.
Steven McFadden può essere contattato presso Chiron Communications, 7 Avenida Vista Grande #l95, Santa Fe, NM 87508-9l99, USA.
E-mail presso Chiron@chiron-communications.com, oppure presso il suo sito web www.chiron-communications.com

Articolo pubblicato su NEXUS, New Time Magazine, Edizione Italiana, N. 43.
Tel. 049-9115516, E-Mail: info@nexusitalia.com, Sito: www.nexusitalia.com
Copyright 2002, di Steven McFadden.

2012 La profezia Maya ed il calendario

Curiosità sulla fine del mondo

Secondo l’opinione di molti, la fine del mondo del 2012 non è altro che un espediente pubblicitario per incrementare la vendita di libri, aumentare la notorietà di siti che si interessano di argomenti di questi tipo, catastrofici, perchè l’uomo è attratto da ciò che lo spaventa e non conosce.

In questo periodo siamo entrati nell’anno 2012 e la fine del mondo dovrebbe essere davvero molto vicina, ci sono state diverse catastrofi climatiche gravi, viste come “segni” imminenti della fine imminente del mondo, ma gli esperti rassicurano sulla improbabile fine del mondo.

Perchè?

Durante degli scavi archeologici nella regione di Peten in Guatemala, a Xultun,  sono state rinvenute delle registrazioni astronomiche del IX secolo d.c le cui annotazioni astronomiche sembrano andare molto oltre il 2012 per la fine del mondo.

Durante gli scavi gli operatori della Boston University, hanno rinvenuto affresch,i cifre e glifi molto antichi la cui interpretazione ha fatto cadere il mito del famoso calendario maya che indica la fine nel mondo nel 2012.

2012 La profezia Maya ed il calendario

Conoscere il calendario Maya

Ne trovi una descrizione nei seguenti siti:

nwo.it/calendario.html
Lingua inglese e spagnola mayacalendar.com

Approfondimenti:

Le profezie di Nostradamus

Viista la sezione del sito su i misteri

 

 

 

 

 

Machu Picchu la città perduta degli Inca

Machu Picchu la città perduta degli Inca

Machu Picchu (che significa vetta antica in spagnolo) si trova in Perù, nel Parco Archeologico di Machupicchu (noto come Santuario Storico). Si trova nella foresta amazzonica ed è detta la città perduta degli Inca.

E’ situata a 112.5 km a nord-est della città Cusco (o Cuzco o Qosqo fu la capitale dell’impero inca), a oltre 2.350 metri di altitudine, la sua estensione raggiunge quasi un chilometro.

La città è di origine Inca, la valle sacra è chiamata valle di Urubamba, in cui scorre il fiume Wilkamay o Willka Mayu ( Fiume del Sole o fiume sacro. Il fiume deve le sue origini al nevaio Willkan Uta (Casa del Sole o casa sacra)).

La valle è composta da una fitta vegetazione che ricopre dirupi e da alte montagne la circondano, spesso avvolta dalla nebbia, la città è invisibile all’occhio di chi guarda dal fondovalle. Una strada lastricata all’epoca conduceva alla città perduta.

La città è tutt’ora ricoperta da una fitta vegetazione, animali selvatici, pericolosi e velenosi che si trovano nella zona e le sue rovine mostrano una città intatta, con fini rifiniture e circondata da mura di oltre 5 metri. Profondi dirupi circondano la città che è una vera e propria città-fortezza pertanto inespugnabile.

Machu Picchu, la città perduta degli Inca

Machu Picchu è la città perduta degli Inca in quanto è rimasta celata agli occhi della stragrande maggioranza dell’umanità per centinaia di anni per oltre quattro secoli. E’ stata scoperta agli inizi del ‘900. Più precisamente il 24 luglio del 1911 Hiram Bingham lo scoprì la città ed è un’ esploratore appassionato del campo archeologico.

Bingham stava effettuando delle ricerche su un altra mitologica città Vilcabamba forse un probabile rifugio di inca ribelli. La popolazione lo informò riguardo a delle rovine in zona, sulla cima del monte Machupicchu.

Un bambino forse rivelò a Bingham l’esistenza delle rovine e condusse Bingham  sul posto.

Bingham era convinto che “La città perduta degli Incas” fosse Vilcabamba però si sbagliava aveva scoperto un’altra città che chiamò Machu Picchu. Il 31 ottobre 1912 Bingham ottenne il permesso di effettuare scavi dalle autorità peruviane da cui poteva prelevare del materiale per portalo in America. Dopo 5 anni di lavoro la struttura fu completamente deforestificata e Bingham assegnò il nome ai quartieri della città.

Le cronache del XVI secolo e dei conquistadores non hanno mai testimoniato la presenza di questa città.

Machu Picchu la città perduta degli Inca

La città è un’opera di altissimo valore architettonico ed è stata costruita in zone impervie e non è chiaro con quale mezzi.

Numerose strutture sono a carattere religioso, altari in pietra si trovano al suo interno, oltre a lunghe scalinate, acquedotti, case, osservatori, piazze, templi, torri di avvistamento e un orologio solare, la rendono una città unica.

Una particolarità è ritrovabile nella cura con cui sono state effettuate determinate opere architettoniche, probabilmente più erano importanti più erano ben rifinite.

Non è una città convenzionale è costruita su di uno sperone di roccia e la città è composta da diverse unità abitative anche a diverse latitudini.

La città è suddivisa in due zone pricipali: la zona agricola e la zona urbana.

Intiwatana, “la pietra a cui si lega il Sole” è legata a culti astronomici ed è il monumento più noto della città.

Intiwatana è collocato su di una specie di piramide a gradoni, i suoi quattro angoli sono rivolti a quattro montagne:

  • nord: Huayna Picchu
  • sud: Salcantay (6.271 m),
  • ovest: picco del Pumasillo
  • est: la Veronica

Un altro importante monumento è un lastrone orizzontale lavorato a forma di puma e si trova nei pressi dell’ Intiwatana.

Il Torreon è un altro importante edificio semicircolare sacro costruito con particolari singolari. Questa è la costruzione realizzata con maggior eleganza, cura e maestosità di tutta la città.

I miti di Machu Picchu la città perduta degli Inca

Le mura di Machu Picchu sono state costruite unendo le pietre l’una all’altra senza l’utilizzo di cemento o altro materiale.

Sono nati dei miti al riguardo:

  • Il mito di Kak`aqllu, un uccello che era in grado di ammorbidire le pietre, ma che forse per un ordine superiore si strappò la lingua.
  • “Il pito” era un altro uccello che utlizzava un erba rossa, un erba “magica”, in grado di dissolvere la pietra, erba che questo piccolo uccello utilizzava strofinandola con il becco sulle rocce ammorbidendole per crearsi il nido. Di questa erba rossa divenuta un mito in grado di dissolvere la pietra Peter Tompinks, un ricercatore, sta cercando di dimostrare la sua esistenza.

Le origini della città Machu Picchu, la città perduta:

  • Si tratta di un santuario nascosto?

Era un Aclla Huasi? L’ Aclla Huasi è un santuario dedicato alle Sacre Vergini Del sole ovvero giovani donne votate agli dei.

La popolazione di Machu Picchu, di circa mille abitanti, in base ai resti umani ritrovati, era composta dall’80% da donne.

Poteva essere quindi una città amministrativo-religiosa?

  • Una fortezza utlizzata per controllare l’arrivo dei nemici? 

Le costruzioni all’interno della città non avvalorano questa ipotesi. La città è troppo ben rifinita. Ma d’altro canto poteva essere un “segreto militare” ben custodito ed inaccessibile.

  • Una residenza personale del nono inca Pachacuti (1438-1471)?

Poteva essere una sorta di residenza stagionale di questo re. Pachacuti fu il primo re ad estendere i suoi domini oltre questa valle. Oppure poteva essere dimora occasionale del sacerdote di Cuzco ed il suo seguito? Le rifinuture della città sono molto precise nei particolari, in special modo nei monumenti religiosie  potrebbe essere avvalorata quest’ ipotesi.

  • E’ Machu Picchu una città osservatorio?

Poteva essere una città in cui si effettuavano studi astronomici?

Nella città vi erano vere e proprie scuole, con aule adibite allo studio degli astri.

A Machu Picchu si praticavano riti, effettuati anche dagli Amautas sacertodi con elevate conoscenze dei meccanismi celesti come equinozi e solstizi.

Gli inca non erano a conoscenza della scrittura e si basavano sulla loro conoscenza. Vi era un forte legame tra la vita terrestre e gli astri. Tutta la vita ruotava intorno a questo legame mistico.

  • Costruita così in alto per avere un contatto ravvicinato con le divinità non terrestri?

Un contatto, forse ricercato dal sacerdote, dalle vergini sacre dette Aqqla, più vicino al cielo quindi più vicino alle divinità del cielo?

Una base aliena?

Machu Picchu era una base aliena?

Vi sono teorie di ufologi che sostengono che la costruzione della città sia antecedente la popolazione degli incas.

Potrebbe essere opera di extraterrestri? Il punto in cui è stata costruita la città è raggiungibile solo per via aerea e difficoltosa da raggiungere con altri mezzi.

Il trasporto delle pesanti e voluminose pietre necessarie alla costruzione dei locali della città è sicuramente stato molto difficoltoso per una popolazione che non conosceva ancora l’utilizo della ruota. Le pietre erano levigate con tecniche che non potevano essere conosciute all’epoca.

Peter Kolosimo afferma che gli enormi trapezi che si intravedono nella città potevano essere piste di atterraggio per astronavi aliene. Kolosimo ha spesso affermato che la popolazione locale della città  ha avuto in passato contatti con gli extraterrestri.

Questa è la teoria meno accreditata sulle origini della città.

Perchè fu abbandonata?

Perchè Machu Picchu fu abbandonata a se stessa? Numerose teorie si accavallano sul perchè dell’abbandono di questa città.

  • Fu abbandonata in seguito ad una catastrofe naturale? Non vi sono segni che alcuna catastrofe naturale possa aver indotto gli abitanti di Machu Picchu ad abbandonare la città.
  • Sacrilegio di tipo religioso? Potrebbe essersi svolto un sacrilegio nella città da parte di sacerdoti. Garcilaso de la Vega, un cronisca dell’epoca afferma che secondo la tradizione inca, chiunque avesse avuto rapporti carnali con le Sacre Vergini Del sole ( giovani donne votate agli dei) avrebbe pagato il crimine con la morte di se stesso e di tutta la sua famiglia, della sua comunità del suo bestiame. Inoltre il luogo in cui risiedeva sarebbe stato soggetto ad una maledizione con conseguente abbandono del posto.

I rituali

Inti, il dio del sole era venerato dalla popolazione inca locale. Il culto del sole era una tradizione radicata nella popolazione locale, che aspettava il sorgere del sole tra Intipunku detto anche antisuyu e “la porta del Sole” un varco di roccia granitica in linea perfetta con il sorgere del sole. I sacerdoti erano  pronti per celebrare un rituale in suo onore. Il compito dei sacerdoti era quello di bilanciare le forze negative create dall’uomo stesso nella vita terrena con forze di origine soprannaturale e legate agli astri.

Willka è il termine con cui si indica il Sole degli aymará.

Nella tradizione inca l’universo è suddiviso in cielo, terra ed inferi.

Il tesoro della città perduta:

La città di Machu Picchu non mostra segni di saccheggiamento da parte di ignoti, ma non è stato ritrovato nulla in oro o in altri metalli. questo è un segno che la città non è stata abbondata in fretta.

Secondo le credenze inca l’oro nasceva dalle lacrime e dal sudore dell’astro. Gli inca davano molto valore a questo metallo. Non è stato ritrovato nulla che dimostrasse la presenza di oggetti in oro nella città anche se spesso questo materiale era utilizzato nei rituali.

Teorie affermano che si potrebbero celare le mummie dei sacerdoti dette anche I’llapa, che significa lampo, sul monte Huayna. Picchu è spesso colpito da fulmini, con l’oro e i loro ricchi tesori.

Il sito archeologico fa parte del Patrimonio dell’umanità stilato dall’Unesco. La città Machu Picchu è stata proposta come una delle sette meraviglie moderne.

Curiosità:

Il poema di Pablo Neruda, Le altezze di Macchu Picchu è ispirata alla città di Machu Picchu.

La città Vilcabamba

Hiram Bingham nel 1911 si è imbattuto nella foresta di Espíritu Pampa nelle rovine della città di Vilcabamba. Non diede importanza al ritrovamento in quanto nello stesso periodo egli aveva portato alla luce le rovine della città di Machu Picchu credendo erroneamente che Machu Picchu fosse la stessa Vilcabamba. Negli anni 60 Vilcabamba fu riconosciuta dagli esploratori Antonio Santander e Gene Savoy.

Vilcabamba è situata a 130 km ad ovest della città di Cuzco, mentre Machu Picchu è situata a circa 112.5 km da Cuzco.

Vilcabamba è stata fondata nel 1539 da Manco Inca ed è stata l’ultimo rifugio dell’Impero Incas fino all’anno 1572. Cadde per mano degli spagnoli, bruciata dagli stessi.

Conclusioni:

La città è visitabile da chi si reca in loco con appositi tour informativi previo acquisto di un biglietto e Macchu Picchu è una delle mete turistiche più famose al mondo.

All’interno di una grotta vi è un tempio ma non è raggiungibile dai visitatori. Quando un turista si trova nella città è improbabile non si chieda se ci può essere altro da scoprire nascosto nella folta vegetazione che circonda la città crescendo in fretta.

Gli archeologi hanno dimostrato che la maggior parte di Macchu Picchu è costruita sotto terra.

E’ impossibile emulare la costruzione della città ai nostri tempi ed è un mistero capire come fu possibile all’epoca costruire la città.

Dall’alto da maggio a luglio è possibile scorgere un volto umano composto dalle montagne: è il famoso volto di Macchu Picchu.

Il volto di Machu Picchu

Curiosità:

Visita la sezione del sito sui misteri nel mondo.

Il Triangolo delle Bermuda, il mistero

Il Triangolo delle Bermuda, il mistero

Rappresentazione del triangolo delle Bremuda tratta dal web.

Oceano Atlantico.

Il Triangolo delle Bermuda è una zona di mare di forma per l’appunto triangolare, i cui vertici sono:

  • Il vertice nord – il punto più meridionale della costa dell’arcipelago delle Bermuda
  • Il vertice est – il punto più orientale dell’isola di Porto Rico
  • Ed il vertice ovest – il punto più a sud della penisola della Florida.

In questa zona di mare si sarebbero verificati dal 1800 in poi numerosi episodi di “inspiegabili” sparizioni di navi ed aeromobili. Per questo motivo il triangolo delle Bermuda è anche soprannominato Triangolo maledetto o Triangolo del diavolo.

Nonostante la reputazione “maledetta”, derivante soprattutto da opere di divulgazione misteriologica il numero di incidenti nel Triangolo non è affatto superiore a quello di una qualsiasi altra regione ad alta densità di traffico aeronavale.

Come confermato dalla United States Coast Guard l’incidentalità è nella norma per la quantità di traffico, Per cui gli incidenti avvenuti sono derivanti da normali cause fisiche e meccaniche.

Il Triangolo delle Bermuda, il mistero

Cristoforo Colombo.

Già Cristoforo Colombo in uno dei suoi viaggi cita alcuni avvistamenti di animali sconosciuti in un’area approssimativamente vicina al triangolo.

Alcuni marinai avrebbero osservato anche alcune luci danzanti all’orizzonte e registrato malfunzionamenti della bussola. Ma la spiegazione per entrambe le anomalie potrebbe essere la caduta di una meteora nei dintorni della zona.

La prima citazione documentata di sparizioni risale al 1951, quando E.V.W. Jones della Associated Press telegrafò un articolo in merito alla perdita di alcune navi.

L’articolo parlava di misteriose scomparse di navi, aerei e piccole barche nella regione del “Triangolo del diavolo”. Le sparizioni vennero poi menzionate nel 1952 in un articolo su Fate Magazine a firma George X. Sand. Il quale raccontò di strane sparizioni marine. Quindi nel 1964, Vincent Gaddis definì l’area “Il triangolo mortale delle Bermuda” in un numero di Argosy, dando fama al nome.

Nel 1974 Charles Berlitz riprese l’idea, e raccolse in un volume (The Bermuda Triangle) dove era trascritto l’elenco delle sparizioni, romanzandone i dettagli e inserendo diverse spiegazioni:

traffico eccessivo, tempeste naturali, “buchi temporali”, l’impero di Atlantide, interventi extraterrestri, tecnologie aliene, o altre cause soprannaturali.

Il libro

Il libro ebbe grande diffusione. Per cui ne venne tratto un film.

Ma in verità, qualcosa è stato ritrovato al largo di Paradise Point, la punta occidentale dell’ isola di Bimini.

Il professor J. Manson Valentine, zoologo ed archeologo dell’Istituto Oceanografico della stessa Bimini, in collaborazione con altri studiosi e con sommozzatori scientificamente preparati (tra cui Jacques Mayol) scoprirono verso la fine degli anni sessanta nella zona indicata dal medium Edgar Cayce, una formazione rocciosa sommersa.

La formazione era simile ad una scalinata e ad una strada lunga 100 metri. Era composta da enormi blocchi di pietra disposti ordinatamente uno in fila all’altro. Blocchi ritenuti una formazione naturale dagli scienziati e vestigia di strade ed edifici collegati con il leggendario “continente sommerso” dagli esoteristi. [2]

Ma il triangolo è pericoloso?

Nonostante la fama dell’area, le statistiche dei Lloyd’s di Londra affermano con certezza che il “triangolo” non è né più né meno pericolosa di ogni altra zona dell’oceano.

Per cui valutando il numero di incidenti e perdite per la quantità di traffico sostenuto:

l’area è una delle vie commerciali più affollate al mondo e le percentuali di sparizione sono insignificanti se esaminate nel complesso.

In seguito il ricercatore e istruttore di volo Larry Kusche pubblicò nel 1975 The Bermuda Triangle Mystery – Solved fece una ricerca.

La ricerca metteva in luce gravi imprecisioni e alterazioni nell’opera di Berlitz.

Dove spesso il resoconto non coincideva con i racconti di testimoni o di persone coinvolte negli incidenti e sopravvissuti.

In molti casi informazioni importanti erano omesse.

Come ad esempio nella scomparsa di Donald Crowhurst, riportata come mistero nonostante già allora fosse chiaro che Crowhurst aveva inventato i racconti delle sue imprese ed aveva commesso suicidio.

Oppure come nel caso del cargo che Berlitz colloca come disperso nei pressi di un porto nell’Atlantico. Quando in realtà era andato perso nei pressi di un porto dallo stesso nome ma nel Pacifico.

Inoltre, Kusche dimostrò tramite documentazione come numerosi incidenti indicati come “vittime del triangolo” si erano in realtà verificati a moltissima distanza. Per cui furono inclusi in malafede.

Il Triangolo delle Bermuda, il mistero

In seguito la ricerca di Kusche portò ad alcune conclusioni:

  • Il numero di navi disperse è paragonabile, percentualmente, a quello di ogni altra zona dell’oceano.
  • Si tratta di una zona di tempeste tropicali. Per cui molte delle scomparse sono facilmente spiegabili, oltre che per nulla misteriose.
  • Infine il numero di perdite è stato enormemente esagerato da una ricerca falsata.
  • Le circostanze delle scomparse sono state riportate in modo falsato da Berlitz:
  • Ad esempio il caso più comune riguarda navi che sono date per disperse con mare calmo e assenza di vento. Quando in realtà le registrazione dell’epoca mostrano tempeste o peggio.

La leggenda del Triangolo delle Bermuda è un mistero fatto ad arte… mantenuto in vita da scrittori. Che volontariamente o meno fanno uso di dati errati, argomentazioni falsate, ragionamenti svianti e sensazionalismo” (Epilogo, p. 277).In seguito alcuni autori, tra cui Gian J. Quasar, hanno sollevato obiezioni al lavoro di Kusche.

Egli cita spesso come prove affondamenti che erano già ben noti prima della pubblicazione del libro, non dati nuovi.

Per cui davanti agli errori di identificazione o posizionamento di Berlitz, in alcuni casi si spinge a dire che alcune navi non siano mai esistite. Nonostante vi siano registrazioni in merito ammette in alcuni casi (come quello dello Star Tiger e del DC-3) di non essere in grado di fornire una spiegazione nonostante dichiari che sia tutto nell’ordinario.

Inoltre una spiegazione per alcune delle sparizioni riguarda la presenza di vaste sacche di metano all’interno della crosta continentale.

In un documento del 1981 del United State Geological Survey si parla di emissioni di metano naturali e periodiche che possono diventare una minaccia per la galleggiabilità delle navi. Perchè alterano la saturazione di gas nell’acqua abbassandone la densità o creando bolle di metano in superficie.

Di seguito la lista delle scomparse:

Questa lista individua le principali scomparse (o ritenute tali) di aerei e navi avvenute nell’area del Triangolo delle Bermuda o nelle sue vicinanze.

Aerei

  • 5 Grumman TBM Avenger della Marina degli Stati Uniti, squadriglia di bombardieri in volo di addestramento (conosciuta come Squadriglia 19), partiti da Fort Lauderdale (Florida), complessivamente 14 persone di equipaggio. Scomparsi dopo due ore di volo, a circa 363 chilometri a nord est della base, il 5 dicembre 1945.
  • Martin PBM Martin, bombardiere inviato in soccorso della Squadriglia 19; 13 persone di equipaggio, scomparso il 5 dicembre 1945.
  • Douglas C-54 Skymaster dell’Esercito degli Stati Uniti’scomparso a 160 chilometri al largo di Bermuda, nel 1947.
  • Avro Tudor Star Tiger, 31 persone fra equipaggio e passeggeri; scomparso a 611 a nord est di Bermuda, il 29 gennaio 1948
  • Douglas DC-3, partito da San Juan (Portorico) e diretto a Miami, 32 persone fra equipaggio e passeggeri; scomparso il 28 dicembre 1948.
  • Avro Tudor Star Ariel (aereo gemello dello Star Tiger), partito da Londra e diretto a Santiago del Cile; scomparso a 611 chilometri a sud-ovest di Bermuda, in direzione di Kingston (Giamaica), il 17 gennaio 1949.
  • Globemaster, quadrimotore USA; scomparso nel vertice settentrionale del Triangolo, sulla rotta verso l’Irlanda, nel marzo 1950.
  • Curtiss C-46 Commando York Transport, dell’aviazione britannica, 33 persone a bordo; scomparso nella regione settentrionale del Triangolo, sulla rotta per la Giamaica, il 2 febbraio 1952.
  • Lockheed Super Constellation della Marina degli Stati Uniti, 42 persone a bordo; scomparso nella regione settentrionale del Triangolo, il 30 ottobre 1954.
  • Martin P5M Marlin, idrovolante da pattuglia della Marina degli Stati Uniti, 10 persone di equipaggio; scomparso presso Bermuda, il 9 novembre 1956.
  • Boeing KB-50 aerocisterna dell’Aviazione degli Stati Uniti, partito da Langley Field (Virginia) e diretto alle Azzorre; scomparso l’8 gennaio 1962 con 9 persone di equipaggio.

Di seguito altri aerei scomparsi:

  • 2 Boeing KC-135 Stratotanker, quadrimotori dell’Aviazione degli Stati Uniti, partiti dalla base di Homestead (Florida) e diretti ad un’area di rifornimento convenuta nell’Atlantico; scomparsi a 480 chilometri a sud ovest di Bermuda, il 28 agosto 1963.
  • Douglas C-132 Cargomaster, scomparso sulla rotta per le Azzorre, il 22 settembre 1963.
  • Fairchild C-119 Flying Boxcar dell’Aviazione degli Stati Uniti, con 10 persone a bordo; scomparso nelle Bahamas sudorientali, il 5 giugno 1965.
  • North American B-25 Mitchell, convertito in trasporto merci civile, equipaggio di tre persone; scomparso a sud est della Tongue of the Ocean (un’area di mare molto profonda lungo la costa orientale dell’isola di Andros, nelle Bahamas), il 5 aprile 1966.
  • Chase YC-122 Avitruc, aereo da trasporto militare, convertito in trasporto civile, equipaggio di quattro persone; scomparso nell’area della Corrente del Golfo, tra Palm Beach (Florida) e Grand Bahama, l’11 gennaio 1967.

Di seguito altre navi:

  • Rosalie, nave da carico francese in rotta dall’Europa a L’Avana; trovata in navigazione a vele spiegate con il carico intatto, apparentemente abbandonata dall’equipaggio all’interno del Triangolo, nel 1840.
  • HMS Atalanta, fregata britannica con 290 persone a bordo; scomparsa al largo di Bermuda sulla rotta per l’Inghilterra, nel gennaio 1880.
  • Freya, brigantino tedesco, trovato abbandonato dall’equipaggio, inclinato e parzialmente disalberato, alla deriva al largo di Manzanillo (Cuba), nell’ottobre 1902.
  • USS Cyclops, nave da rifornimento della Marina degli Stati Uniti, in rotta dalle Barbados a Norfolk (Virginia), equipaggio di 309 persone; scomparsa dopo la partenza il 4 marzo 1918.
  • Raifuku Maru, nave da carico giapponese, scomparsa tra le Bahamas e Cuba, nel 1924.
  • SS Cotopaxi, scomparsa sulla rotta fra Charleston (South Carolina) e L’Avana, nel 1925.
  • Stavenger, nave da carico, equipaggio di 43 persone; scomparsa presso Cat Island, nel 1931.
  • John and Mary, un due alberi registrato a New York; trovato abbandonato dall’equipaggio a 80 chilometri a sud di Bermuda, nell’aprile 1932.
  • Anglo-Australian, nave da carico britannica, equipaggio di 39 persone, salpata da Cardiff e diretta nella Columbia Britannica; scomparsa ad ovest delle Azzorre, nel marzo 1938.
  • Gloria Colite, yacht salpato da Saint Vincent e trovato abbandonato dall’equipaggio a 320 chilometri a sud di Mobile (Alabama), nel febbraio 1940.
  • Proteus, nave da rifornimento, gemella della USS Cyclops scomparsa sulla rotta St.Thomas-Norfolk, Virginia 1941.
  • Rubicon, nave da carico cubana trovata abbandonata dall’equipaggio al largo della costa della Florida, il 22 ottobre 1944.
  • SS Sandra, nave da carico in rotta da Savannah (Georgia) a Puerto Cabello (Venezuela), scomparsa dopo aver superato Saint Augustine (Florida) nel giugno 1950, trasportava 340 tonnellate di insetticida.
  • Connemara IV, yacht trovato abbandonato a 640 chilometri a sud ovest di Bermuda, nel settembre 1955.

Di seguito altre navi scomparse.

  • Marine Sulphur Queen, nave da carico, sulla rotta da Beaumont (Texas) a Norfolk (Virginia); scomparsa nei pressi di Dry Tortuga, il 2 febbraio 1963.
  • Sno’ Boy, peschereccio con equipaggio di 40 persone; scomparso sulla rotta da Kingston a Northeast Cay (isolotto a 130 chilometri a sud della Giamaica), il 1 luglio 1963.
  • Revonoc, yacht da gara; scomparso vicino alla costa, nel dicembre 1967.
  • Witchcraft, motoscafo da crociera; trovato ancorato al largo di Miami, senza il proprietario e il passeggero, il 24 dicembre 1967.
  • Milton Iatrides, nave da carico, scomparsa sulla rotta da New Orleans a Città del Capo, nell’aprile 1970.
  • Anita, nave da carico, equipaggio di 32 persone; scomparsa sulla rotta da Newport News (Virginia) alla Germania, nel marzo 1973.

Fonte articolo:

wikipedia.org

Approfondimenti:

Di seguito visita la sezione del sito i misteri.

I Rods, il fenomeno dei bastoncini volanti

I Rods o “bastoncini volanti” o “barrette volanti” sono un fenomeno ancora privo di spiegazione scientifica legata al mondo degli UFO e dei Misteri. In inglese sono denominati Sky Fish e Flyng Rods.

I Rods furono “scoperti” grazie ad una casualità in New Messico nel 1994 da un produttore televisivo José Escamilla. L’uomo analizzando il filmato che aveva appena realizzato notò questi “strani esseri” sfilare velocemente nelle immagini. Era possibile vederli solo rallentando notevolmente la velocità delle immagini. Il loro primo nome fu quello di ” Serpenti volanti “, in inglese Seraphims.

Si suppone che i Rods siano creature intelligenti e che possano raggiungere velocità che va dai 300 ai 10.000 km orari grazie alla loro forma affusolata. Ed è a causa di questa velocità elevata che non sono visibili ad occhio nudo.

Videocamera. Foto di Photo Mix da Pixabay

Ma per l’appunto possono essere focalizzati solo grazie ad apparecchiature come videocamere molto sensibili. Si suppone che le “barrette volanti” siano dotati di piccole zampe. Zampe che aumentano di numero maggiori sono le loro dimensioni e che siano in grado di evitare agevolmente gli ostacoli che si presentano loro davanti. Sono anche in grado di effettuare rapidi cambi di direzione.

In seguito ad analisi di video in cui apparivano i Rods singolarmente o a coppie le zampe ricordano una membrana che si muove come ali. La membrana permette loro di volare. Sempre dai video sembrerebbe che  le “barrette volanti” siano in grado di passare attraverso gli oggetti. I Rods non emettono suoni o spostamenti d’aria, difficilmente si possono individuare. I corpi dei Rods sono introvabili.

I Rods sono anche creature che abitano nell’acqua?

In un filmato del National Geographic è stato ripreso in Yucatan, Messico per sei secondi un rods sott’acqua.

Alcune segnalazioni in merito sono avvenute anche in Italia.

“Bastoncini volanti” in una fotografia. Fonte immagini:
opendb.com

 

“Bastocini volanti” in una fotografia.Fonte immagini:
opendb.com 

Fonte immagini: opendb.com sito non più raggiungibile.

Cosa sono?

Varie teorie cercano di dare una spiegazione al fenomeno dei “bastoncini volanti”. Teorie che spaziano dall’ipotesi che siano animali od insetti sconosciuti all’uomo. 

Oppure potrebbero esseri alieni perchè avvistati anche nei filmati inerenti gli ufo? 

Approfondimenti:

Il sito di José Escamilla con numerose immagini di “barrette volanti” nel mondo tratte da video.

Visita la sezione del sito su i misteri.

Gli Orbs e le BOL, le strane sfere luminose

Gli Orbs e le BOL, le strane sfere luminose

Gli Orbs (Orbital Reduction Ball Shine) In italiano “Ridotta Palla Luminescente Orbitale “ovvero “piccoli globi” sono strane sfere luminose che appaiono in numerose foto.

La spiegazione per la presenza di queste sfere luminose va dal pulviscolo o al vapore acqueo presente nell’aria immortalato dal flash delle fotocamere, in maggior modo da quelle digitali. Fenomeno non inusuale segnalato anche dalle case costruttrici delle fotocamere stesse come eventuale problema nell’effettuare foto con l’utilizzo del flash.

Le teorie:

  • Gli Orbs potrebbero essere sonde inviate aliene sulla terra con il compito di monitorare le attività umane?
  • Gli Orbs potrebbero essere entità come gli angeli, spiriti o i fantasmi o sono semplice energia?

La forma sferica degli orbs potrebbe indicare che essi sono sfere o globi di energia.

Gli orbs potrebbero essere una proiezione dell’energia delle persone che provengono per l’appunto dalle persone stesse e si manifestano sotto forma di “globi di energia“o Orbs che sono immortalate nelle fotografie. Questa è la teoria che accompagna anche il fenomeno dei fantasmi nelle fotografie affermando che sarebbero proiezioni della nostra energia.

Gli Orbs e le BOL, le strane sfere luminose

BOL: Ball Of Light

Immagine puramente illustrativa. Foto di Sandra Wagner da Pixabay

Simile ai fulmini globulari ed agli Orbs vi sono le BOL che indica Ball Of Light, il significato in italiano è palla di luce.

Questa palla di luce priva di scia mostra colori sempre diversi ma i più frequenti sono l’arancione, il giallo e il verde, il suo diametro spazia dai 20 cm ai 20 metri. La si può vedere mentre giace al suolo oppure si muove a zig zag sia di giorno che di notte in numerosi luoghi all’aperto come campagna, laghi, foreste talvolta all’interno delle abitazioni appare spesso in concomitanza con i Crop Circle o Cerchi nel grano.

Approfondimenti:

I Rods o “bastoncini volanti” o “barrete volanti”

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