Giorgio Bongiovanni il profeta degli extraterrestri

Giorgio Bongiovanni il profeta degli extraterrestri

La storia di Giorgio Bongiovanni

Fonte:giorgiobongiovanni.

Giorgio Bongiovanni nasce in Sicilia, a Floridia (SR), il 5 settembre 1963.

Fin da piccolo, raccontano il padre Carmelo e la madre Giovanna, mostra una particolare attitudine verso gli altri.

La sua vita cambia per la prima volta nel 1976, a soli 13 anni, quando incontra Eugenio Siragusa, il noto contattista catanese, che diviene suo Padre Spirituale.

Eugenio spalanca a Giorgio Bongiovanni la conoscenza universale, lo segue e lo ammaestra con insegnamenti cosmici che in alcuni casi sono conferme e spiegazioni di esperienze che Giorgio ha già vissuto.

Avvistamenti di globi luminosi e incontri con Esseri speciali della cui reale essenza prenderà coscienza nel corso degli anni.

Spinto da quella ardente fiamma che Eugenio Siragusa ha riacceso nel suo Spirito. Giorgio si dedica anima e corpo allo studio dei messaggi che il suo Padre Spirituale riceve da antichi Esseri. Creature venute da altri mondi per assistere all’evento della creazione del nostro sistema solare. E per aiutare la razza umana nel suo percorso evolutivo.

Apprende che il pianeta Terra è una creatura viva- Il cui Spirito può essere identificato con quell’Essere comunemente indicato con il nome di Maria, Myriam o Madre Terra, a seconda delle culture.

Una Madre generosissima che senza nulla chiedere nutre incessantemente i suoi figli in totale simbiosi con il Sole. La sede della Luce Cristica, che come un Padre la feconda dando la Vita per poi illuminarla e riscaldarla.

Allo stesso tempo Giorgio comprende che questa stessa Madre si trova in pericolo. A causa del gravissimo stato di inquinamento e soprattutto per l’altissimo rischio di conflitto atomico.

La sopravvivenza del pianeta.

Danni ambientali nel pianeta Terra. Foto di Pete ???? da Pixabay

Sono tantissimi infatti gli avvertimenti di questi Esseri che, attraverso Eugenio Siragusa, manifestano una viva preoccupazione per la sopravvivenza del pianeta.

E quindi della razza umana progredita in scienza, ma non in coscienza.

Con il passare del tempo la personalità spirituale di Giorgio va delineandosi con sempre maggior chiarezza. Con il fratello Filippo Bongiovanni e alcuni amici fonda il giornale Nonsiamosoli.

Giornale che coniuga i diversi aspetti del messaggio di Eugenio Siragusa: 

la vita nell’universo, la degenerazione dell’uomo affetto dall’Harbar, la peste dei neuroni del cervello causata dall’inquinamento che lo spinge a compiere atti di follia, come uccidere e uccidersi, e la conseguente compromissione dell’equilibrio del pianeta.

L’attività divulgativa lo porta a trasferirsi nelle Marche, a Porto S.Elpidio (AP), dove tuttora vive.

Qui si sposa con Lorella che gli darà un figlio: Giovanni.

Giorgio Bongiovanni mantiene la giovane famiglia grazie alla sua piccola attività imprenditoriale che produce accessori per calzature. Il lavoro lo impegna per moltissime ore. E Giorgio Bongiovanni alterna l’edizione del giornale, l’organizzazione e la partecipazione a conferenze e i contatti con tutte le persone nel mondo che vengono a sapere di Eugenio Siragusa.

Un giorno di aprile, il 5, del 1989, verso mezzogiorno, Giorgio esce dal lavoro per andare a pranzo.

Scorge vicino alla sua auto una Signora che gli pare lo stia aspettando. Lo colpisce la luminosità che proviene da questo Essere poiché il sole primaverile è alto in cielo.

La signora vestita di bianco

Illustrazione di Maria Santa Vergine, la Madonna. Foto di Jo-B da Pixabay

Avvicinandosi si rende conto che la Signora vestita di bianco è sospesa da terra. Lo saluta, gli dice di chiamarsi Myriam e lo invita a prepararsi a successivi incontri. Giorgio Bongiovanni è emozionato, ma sconvolto. Rientra a casa, racconta tutto a Lorella e si precipita al telefono per chiamare Eugenio Siragusa. Che lo tranquillizza spiegandogli che è stato visitato dalla Madonna.

Seguono nuove apparizioni, sempre più intense, fino a quando la Vergine invita Giorgio Bongiovanni a recarsi a Fatima poiché lì gli avrebbe dato un segno per tutta l’umanità.

A settembre, il 2, del 1989, Giorgio, accompagnato da due amici spagnoli, è in ginocchio sotto la grande quercia che domina la piazza del santuario.

Ha portato in dono rose rosse e attende, raccolto in preghiera. Come promesso la Madre Celeste lo chiama.

Giorgio, caduto in estasi, rivede il Sublime Essere che gli domanda se è disponibile a portare una parte della sofferenza di suo Figlio. Giorgio Bongiovanni accoglie l’offerta della Vergine e vede partire dal suo petto, adornato da una rosa bianca, due fasci di luce che vanno a colpire i palmi delle sue mani.

L’uomo cade all’indietro.

Gli amici presenti accorrono in suo aiuto e vedono formarsi sul dorso delle sue mani una sorta di rigonfiamento.

Rigonfiamento che piano piano si lacera. Come se un chiodo spingesse da sotto a sopra, per aprirsi in una profonda ferita che trapassa completamente i palmi.

I dolori sono lancinanti e il trauma spirituale profondo.

La benedizione delle stimmate.

Sono numerosi anche gli incontri con la gente comune che vuole conoscere la sua storia.

Molti gli credono, altri lo contrastano. Sopratutto per la sua posizione sempre più lontana dai dettami della Chiesa Cattolica che lo vorrebbe ubbidiente e sopratutto molto prudente. Prudente nella divulgazione di determinate verità che si discostano dalla dottrina ufficiale.

I messaggi che Giorgio riceve dal Maestro Gesù infatti contengono in sé elementi tanto semplici quanto rivoluzionari.

La reincarnazione, la vita nell’universo, la vera essenza della Chiesa, la legge evolutiva di causa-effetto.

I severi ammonimenti agli uomini violenti ed egoisti, i richiami contro le guerre e le crudeltà inflitte ai più poveri e ai più innocenti. Così come gli attacchi diretti ai dittatori e agli empi rendono il suo parlare piuttosto impopolare.

E’ di nuovo settembre, ancora il 2, del 1991.

Giorgio è a Porto S. Elpidio, nella sua casa.

Sanguina e il Signore Gesù gli mostra “due croci per l’umanità, una che redime, una che castiga”.

Nello stesso momento si formano nei suoi piedi due croci sanguinanti. E’ un nuovo trauma sia per lui che per la sua famiglia. Giorgio pensa si tratti di un segno temporaneo poiché teme di non poter più camminare e quindi assolvere al suo incarico.

Ma passano i giorni e le due croci assumono sempre più la stessa forma delle stimmate nelle mani. Sostenuto da Lorella e da altri amici si alza, con molta fatica riesce a muovere qualche passo, capisce che le ferite saranno permanenti.

Con le mani e i piedi segnati Giorgio Bongiovanni arriva a Mosca.

Forse per la prima volta nella storia un uomo religioso parla in diretta sul primo canale della televisione nazionale ad un pubblico di 150 milioni di persone.

In Russia

E’ aprile, il 2, del 1992.

La Russia è già stata sconvolta dal golpe militare che ha deposto il presidente Gorbaciov. Spazzando via probabilmente l’unica possibilità di una pacifica apertura verso l’Occidente. Giorgio rivolge alle autorità un appello affinché i capi del Cremlino non abbandonino la loro nazione nella corruzione e nel degrado.

Spiega che la Vergine Maria, nella seconda parte del messaggio di Fatima, aveva chiesto che la Russia venisse consacrata al suo Cuore Immacolato. Altrimenti avrebbe sparso i suoi errori per il mondo.

Impossibile non leggere nell’accorato richiamo il riferimento al pericolo nucleare che questa potenza in declino continua a rappresentare anche oggi.

In termini di armamenti in disfacimento e di svendita di materiale contaminante, così come alla diffusa criminalità organizzata che ricicla miliardi di dollari reinserendoli nel circuito mondiale.

In netto contrasto con l’iconografia classica del veggente intento in preghiere e guarigioni. Propagandata del potere ecclesiastico, le stimmate di Giorgio Bongiovanni sono un monito vivente che entra negli eventi della storia contemporanea spesso anticipandoli.

E’ il caso dell’Africa, un continente particolarmente caro a Giorgio. Per la profonda commozione che in lui suscitano la sofferenza e l’aristocrazia di questo popolo martoriato dalla miseria e dagli orrori della guerra e delle malattie.

Anche qui, a Kinshasa (ex Zaire), partecipa ad una trasmissione televisiva.

Il giovane stimmatizzato parla con umiltà, ma con estrema fermezza. Accusa il dittatore di allora, Mobutu, di salvaguardare i suoi soli interessi a scapito della sua gente.

Il fatto è di tale eclatanza che la trasmissione viene interrotta dall’incursione di alcuni soldati dell’esercito di repressione.

Uniti nel nome di Cristo

Durante il suo intervento invita tutti all’unione spirituale e umana al di là delle diversità culturali o religiose.

Religione infatti, dal latino religare, significa unire. Mentre le diverse Chiese hanno diviso gli uomini con le “sante” guerre che continuano a infuocare il mondo. Ed a causa della loro corruzione temporale hanno disgiunto l’essere umano dalla sua essenza spirituale relegandolo nella disperazione materiale.

Coniugare le forze positive in qualsiasi ambito si trovi ad operare è una delle priorità dell’agire di Giorgio Bongiovanni.

Fin dal principio della sua missione infatti cerca di mettersi in contatto con tutti i veggenti mariani. Si tratta di veggenti che hanno ricevuto messaggi di avvertimento così come è accaduto a lui.

Esortandoli a rivelare le profezie che la Vergine ha loro affidato in modo da avvertire i rispettivi popoli degli enormi rischi cui andavano incontro.

Tutti rispondono di essersi rimessi alle decisioni della Santa Madre Chiesa. Ubbidendo quindi alle disposizioni di silenzio imposte loro.

Eppure la Celeste Signora, a Medjugorie, aveva profetizzato la terribile guerra che da lì a non molti anni si sarebbe verificata in terra Jugoslava.

Così come in Africa, ai veggenti ruandesi, aveva predetto le atrocità del genocidio mostrando loro fiumi di sangue e montagne di cadaveri.

Difficile dire ora se tutto quel dolore poteva essere evitato. Semplicemente rispondendo all’appello accorato della Madonna che richiamava alla conversione e al pentimento tutti i suoi figli. Indistintamente, a prescindere dalla loro provenienza o etnia.

La stessa Suor Lucia Dos Santos, l’unica dei tre pastorelli di Fatima ad essere ancora in vita, ha delegato la rivelazione del Terzo Segreto al Vaticano. Che il 13 maggio del 2000 ne ha fornito una versione da molti giudicata parziale.

Lo speciale di Giorgio Bongiovanni

Al proposito Giorgio Bongiovanni pubblicherà uno speciale.  Nello speciale fornirà una spiegazione dettagliata del messaggio così come lo ricevette egli stesso e un’interpretazione più completa della visione.

Proprio all’apparizione di Fatima si lega un altro aspetto fondamentale dell’esperienza di Giorgio Bongiovanni.

La Vergine infatti annuncierà l’imminenza della Terza Guerra mondiale causata dalla perseveranza dell’uomo nella sua condotta violenta, egoistica ed irresponsabile. Ella preannuncerà che “Esseri cosmici giungeranno sulla terra da lontani lidi dell’universo. Nel nome di Dio”.

E’ una rivelazione straordinaria di cui è a conoscenza anche Lucia. Che la scrisse di suo pugno in venticinque righe che ancora sono mantenute nel più assoluto segreto.

Il legame tra le apparizioni mariane e la visita di Esseri provenienti da altri mondi è avvalorata da tantissimi testimoni. Testimoni che raccontano di avere visto globi luminosi in cielo proprio in corrispondenza dello sguardo estatico del veggente.

Sono moltissime anche le prove filmate e fotografiche in questo senso.

Alcune delle quali risalgono a tempi antichissimi come dimostrano anche quadri del ‘500.

Giorgio Bongiovanni stesso, durante le prime esperienze, vede sia la Vergine che Gesù uscire da globi di luce. E tra i suoi messaggi ve ne sono moltissimi provenienti da Esseri Extraterrestri.

Tra i più importanti alcuni che concernono la visita del Cristo su altri pianeti. Dove, invece di essere crocifisso, è stato accolto da queste civiltà che per tanto sono state redente.

Sono, poi, quattro oggetti volanti luminosi a preparare il giovane stimmatizzato ad un ulteriore segno di sofferenza.

E’ luglio, il 26, del 1993. Ad Aurora, Uruguay, si apre sulla sua fronte, all’altezza del terzo occhio, una ferita a forma di croce. E’ la sesta stimmata.

Prima di fare ritorno a casa Giorgio Bongiovanni si ferma a città del Messico.

L’intervista con Jaime Maussan

Dove viene intervistato per la prima volta dal famoso giornalista messicano Jaime Maussan che sarà l’autore dell’unica videocassetta esistente sulla sua storia.

Giorgio, infatti, avendo piena fiducia del professionista, consente di venire sottoposto ad analisi e perizie ematologiche, psicologiche e psichiatriche.

Il risultato conferma il pieno equilibrio mentale dell’uomo. E diagnostica una sorprendente differenza nella velocità di coagulazione del sangue che fuoriesce dalle stimmate rispetto a quello venoso e nel profumo. Quello delle ferite emana una delicata fragranza di rosa.

Le ferite, nonostante le condizioni igieniche in cui Giorgio si è trovato durante i viaggi nel mondo, non hanno mai presentato alcuna traccia di infezione. E non sono mai state trattate con medicamenti o pomate.

Dopo la sanguinazione, l’unica protezione sono guanti, calzini di cotone e una garza sul costato.

I medici finora hanno ritenuto il suo caso inspiegabile. Da questo momento in poi Jaime Maussan sarà attento osservatore dell’esperienza di Giorgio Bongiovanni. Della cui validità si è fatto garante in tante trasmissioni televisive e radiofoniche da lui stesso condotte nel suo paese.

Nei tantissimi programmi e conferenze pubbliche internazionali in cui è invitato.

Nel settembre del 1993 si tiene a Nicolosi (CT) una riunione con tutti i rappresentanti dei centri Nonsiamosoli.

Centri che si sono andati istituendo nel mondo con il passare degli anni. In quell’occasione, Eugenio Siragusa consegna ufficialmente nelle mani del Figlio Spirituale la responsabilità della diffusione del messaggio universale. Messaggio di cui entrambi sono testimoni. Davanti a centinaia di persone, tra cui alcuni giornalisti, 

E’ presente all’incontro anche Jaime Maussan.

Il quale, in occasione del congresso ufologico di San Marino che si tiene pochi giorni dopo, presenterà a Giorgio Bongiovanni l’antropologo tedesco Michael Hesemann.

L’inizio della nuova missione.

La conoscenza con questi due eminenti ricercatori, divenuti poi due cari amici, segna per lo stimmatizzato l’inizio di una nuova fase della sua missione.

Infatti Hesemann introduce Giorgio Bongiovanni nell’ambito della comunità ufologica internazionale. E per la prima volta, nel novembre 1994, partecipa all’International UFO Congress di Mesquite, Nevada.

Dove si riuniscono i migliori studiosi del fenomeno per presentare i risultati delle loro ricerche.

Il ruolo di Giorgio all’interno dell’ambiente è di spiegare l’implicazione spirituale della visita extraterrestre sulla Terra.L’ambiente per altro lo accoglie con favore e affetto, 

Infatti fino a quel momento gli esperti di tutto il mondo si erano maggiormente concentrati sugli ufo. Nella raccolta e nell’analisi di documenti filmati e fotografici che comprovassero almeno la presenza di oggetti volanti non identificati nei cieli del nostro pianeta. Lo stimmatizzato offre un ulteriore punto di vista:

partendo dalla sua esperienza diretta di contattista. Può cominciare a spiegare chi sono, perché vengono e che cosa vogliono questi Esseri dalla tecnologia così superiore alla nostra.

Ogni anno Giorgio Bongiovanni verrà invitato, come relatore o ospite, all’annuale appuntamento. Appuntamento dove ormai, oltre all’entusiasmo dei partecipanti per la sua straordinaria esperienza, è considerato uno stimato esperto. Gli ottimi rapporti di amicizia con tanti ricercatori permetteranno a Giorgio di creare un archivio immenso di reperti visivi di comprovata validità.

Il 28 ottobre 1994 insieme a Michael Hesemann Giorgio Bongiovanni parla alle Nazioni Unite.

Invitato dalla SEAT (Society for Enlightment and Transformation), e interviene sul tema “Dialogo sull’universo:

l’incidenza del contatto extraterrestre nell’evoluzione umana”. Intanto gli eventi incalzano esattamente nella direzione contraria agli amorevoli richiami della Vergine e di questi Esseri.

Scoppia la guerra in Ruanda e la Francia.

Con gli esperimenti nucleari negli atolli polinesiani, rilancia la corsa agli armamenti letali. Seguiranno infatti i test atomici di Cina, India, Pakistan, Corea del Nord.

Gli anni ’95 e ’96 vedono Giorgio Bongiovanni continuamente impegnato all’estero. Ed anche in Italia comincia ad acquisire una certa notorietà.

Viene invitato in diverse trasmissioni televisive sia sui canali statali che su quelli privati. Il suo messaggio fa scalpore. Anche perché vi sono sia i segni delle stimmate che i numerosi documenti raccolti da Giorgio nei vari viaggi a supportare le sue tesi.

Filmati spettacolari e fotografi e incredibili. Vi sono testimonianze autorevoli di militari, piloti, astronauti e scienziati di fama provata. Vengono diffusi dal giovane stimmatizzato e dal suo gruppo di collaboratori tramite la rivista Nonsiamosoli. Inoltre vi saranno alcuni documentari video.

Proprio in un ciclo di conferenze in Italia gli viene presentata Paola Giovetti,.Si tratta di un nota scrittrice che si occupa da anni di spiritualità. Con Paola nascerà una sincera e produttiva amicizia. Amicizia che sfocerà nella realizzazione dell’unico libro esistente sulla storia di Giorgio. (La straordinaria esperienza di Giorgio Bongiovanni, Ed. Meditterranee 1997).

Giorgio però non ha dimenticato i più indifesi e i più deboli.

Nell’agosto del 1996 organizza a Porto S. Elpidio una riunione con amici e simpatizzanti. Lo scopo della riunione è quello di raccogliere fondi da destinare ad una piccola comunità africana.

Con quanto ricavato prenderà in affitto un piccolo appezzamento di terreno. In modo da consentire a questi fratelli di sfamarsi e di rendersi indipendenti.

In Africa si reca personalmente a portare gli aiuti. Lì incontra, oltre alle centinaia di persone che chiedono la sua benedizione, il leader dell’opposizione congolese Bernard Kolelas A cui offrirà il suo sostegno contro il dittatore del momento.

Arriva ancora una volta settembre

Il 2, del 1996.

Giorgio compie 33 anni. Nella sua città natale, a Floridia, presso la casa di suo fratello Filippo, vive un nuovo miracolo. Sanguina dalla corona di spine e versa lacrime di sangue. L’impatto emotivo per familiari e amici è forte.

Lorella, però, con incredibile presenza di spirito riesce a riprendere l’evento con una videocamera amatoriale. Riavutosi dalla grande sofferenza Giorgio racconterà di avere avuto una visione drammatica degli eventi futuri. Racconta di essere ora giunto ad una più piena consapevolezza della sua missione.

La visione è apocalittica. Il messaggio di Gesù promette Giustizia per i pargoletti della Vita e per la Madre Terra in agonia.

Ben presto Giorgio Bongiovanni riparte alla volta dell‘America sia del Nord che del Sud, Messico, Europa e ancora Russia.

Qui la situazione politico-economica è precipitata.

Il Presidente uscente Eltsin ha ridotto il paese sul lastrico. Per cui la corruzione dilaga incontrollata così come la povertà e il degrado.

Giorgio, memore delle parole della Madonna, non può che constatare la disfatta della Santa Madre Russia. Che tuttavia, proprio per il mistico legame con la sua opera, gli consente di conseguire un risultato straordinario.

Dopo anni di lavoro, infatti, riesce ad ottenere un incontro con una delegazione militare russa. Delegazione capeggiata dal generale a tre stelle G.Rescetnikov e composta da referenti del generale. Include studiosi del fenomeno UFO e da un agente speciale di quello che una volta era il KGB.

Davanti alle telecamere un militare in carriera ammette di essere a conoscenza dell’esistenza di civiltà aliene e di studi militari in merito. Studi che si sono occupati del fenomeno per conto del governo russo. Per la prima volta nella storia accade un evento similie.

L’incredibile proposta a Giorgio Bongiovanni

In seguito fa poi a Giorgio un’incredibile proposta. Gli chiede se è disponibile a diffondere nel mondo alcuni reperti fotografici e filmati custoditi all’interno della base. Proposta che Giorgio accetta immediatamente.

Con la sua équipe infatti realizzerà un filmato. Che, tradotto anche in inglese, sarà mostrato ovunque. La Russia in effetti si rivela essere per lui una fonte inesauribile di documentazione eccellente.

Testimonianze dirette di astronauti come il generale a tre stelle Kovalenok che disegna per Giorgio l’oggetto volante che ha avvistato durante una delle sue missioni spaziali. O il cosmonauta Krikaliov che racconta di essersi sentito osservato come da una presenza femminile durante il suo viaggio in orbita. Ed ancora il generale Aksenov che addirittura, dopo aver visitato il cosmo, ha fondato “La società spirituale russa”.

E così ha spiegato la sua opinione sull’esistenza di esseri extraterrestri:

“Un contatto non solo ci sarà, ma è necessario se vogliamo che l’umanità abbia un futuro”.

E moltissimi altri ancora. Grazie a questa speciale entratura nell’ex Unione Sovietica Giorgio Bongiovanni fornisce alla ricerca ufologica delle prove assolutamente uniche. Prove che gli valgono sempre più notorietà proprio nella potenza storicamente opposta.

Anche negli Stati Uniti infatti viene ospitato da diverse reti televisive tra le più famose.

La gente lo ascolta attentamente. L’incontro con diverse culture è un evento naturale per Giorgio che si rende disponibile a parlare a tutti i popoli.

Viene anche chiamato dalla tribù indiana dei Lakota-Dakota. E’ invitato a partecipare ad un congresso a Sioux-Falls, nel South Dakota. L’intesa tra il giovane stimmatizzato  ed i pochi capi indiani rimasti a custodire l’antica sapienza della razza rossa è immediata.

La rivelazione

Dopo avergli reso gli onori riservati ad un ospite illustre gli fanno una rivelazione. Rivelano che i loro antichi padri tramandarono di generazione in generazione la conoscenza portata loro dai fratelli delle stelle. Fratelli che hanno da sempre accompagnato il cammino dell’uomo.

Un’altra conferma al messaggio di cui Giorgio è ambasciatore. Messaggio che trova radici nelle tradizioni più remote dei popoli che per primi hanno abitato il grande continente.

Popoli come i Maya e gli Aztechi le cui abilità astronomiche e matematiche lasciano esterefatti ancora oggi gli studiosi. Settembre, il 2, del 1997.

Ancora sangue, ancora lacrime per questa umanità che scivola sempre più velocemente verso il punto di non ritorno. Giorgio Bongiovanni sa di non avere molto tempo a disposizione. E lavora instancabilmente e incessantemente.

Vola fino in Australia, ospite di una cara amica Glennys Mackay che si preoccupa di organizzare diversi appuntamenti.

Il proverbiale distacco anglosassone viene superato dall’universalità dei concetti. Concetto che proprio nel corso di quest’anno Giorgio raccoglie in un breve saggio che prende il titolo di Nuova Teologia.

Si tratta della rivisitazione dei dogmi cristia. Dogmi basati sull’interpretazione data dalle chiese del vecchio e del nuovo testamento. E soprattutto del superamento di tali concetti grazie all’introduzione di una filosofia cosmica.

Filosofia che nasce dal principale assunto che non siamo soli nell’universo. Cioè che l’Intelligenza Divina Onnicreante, sia essa chiamata Dio o Spirito Santo, ha generato la vita in tutto l’universo.

E che ci sono razze abitanti su altri pianeti e anche in altre galassie la cui origine risale a molti miliardi di anni prima della nostra creazione. Sono diverse le razze che ci visitano a seconda del grado di evoluzione. E sono coordinate da Esseri purissimi. Il cui corpo è composto interamente di luce pulsante così come i mezzi che utilizzano per viaggiare nel cosmo.

La diffuzione del mondo delle foto del di Carlos Diaz

A riprova di questa strabiliante realtà Giorgio Bongiovanni diffonde nel mondo le fotografie scattate da un contattato messicano.Si tratta di Carlos Diaz, la cui nitidezza delle immagini illustra perfettamente la consistenza luminosa di queste astronavi.

Così come le scoperte galileiane rivoluzionarono la visione dell’uomo sotto tutti i punti di vista. La concezione di fare parte di un progetto creativo immenso di cui non siamo che una minuscola espressione ancora in via di perfezionamento potrebbe stravolgere completamente l’ordine precostituito. Ordine voluto e gestito da pochi, non certamente per il bene e il progresso di tutti.

E’ per questa principale ragione che Governi e grosse Istituzioni religiose negano le prove di questa civiktà. I cui interessi sono ormai identificabili con quelli delle potentissime multinazionali internazionali che determinano l’economia mondiale.

Il loro messaggio di Giustizia, di Equità e di Fratellanza e la netta superiorità tecnologica dei mezzi di cui dispongono che consentono loro di viaggiare nel cosmo. Ma rappresentano agli occhi dei potenti una minaccia.

Di qui le campagne di scredito a base di film che presentano gli extraterrestri come invasori crudeli e di false informazioni. Informazioni infiltrate negli ambienti di ricerca per creare confusione sia tra gli studiosi sia tra coloro che si sono mostrati sensibili a questo tema.

Giorgio Bongiovanni prosegue i suoi viaggi tra la gente. A cui spiega questa intima connessione tra il Cristo, la sua Seconda Venuta promessa e il contatto con civiltà aliene.

Il messaggio di Cristo

Il messaggio Cristico è sempre lo stesso: ama il prossimo tuo come te stesso.

Su altri pianeti questo sacro comandamento è stato compreso e realizzato. Consentendo così l’evoluzione di civiltà pacifiche e progredite in equilibrio tra scienza e spirito.

E per questo in grado di viaggiare attraverso lo spazio e il tempo per raggiungere pianeti ancora arretrati come il nostro e assisterli nel loro travaglio evolutivo.

Il contatto avverrà in ogni caso

Ed è per questo che questo contatto avverrà, sia in tempo di pace che in tempo di guerra. Avverrà sia nell’equilibrio sia nel caos climatico che comunque segnerà il passaggio del Pianeta Terra dalla terza alla quarta dimensione. Ed avverrà a prescindere dall’eventuale assenso dei nostri governanti < precisano questi Esseri nei vari comunicati affidati a Giorgio > 

Sempre nel 1997 Giorgio Bongiovanni fonda la casa editrice Nonsiamosoli Video.

Che si occuperà di produrre documentari e di editare le riviste TERZOMILLENNIO e UFO la visita extraterrestre distribuite nelle edicole italiane.

La strada che ha portato Giorgio a questi risultati non è stata affatto semplice, ma, al contrario, lastricata di mille difficoltà e sofferenze.

La ferita più profonda, che mai troverà sollievo, è la separazione dal suo Padre Spirituale Eugenio Siragusa.

Divergenze di metodologia dovute sostanzialmente alle scelte intraprese da Giorgio . Molti non comprendono il delicato passaggio. Il messaggio non va solo divulgato, deve essere vissuto con forza e coerenza, non importa il prezzo. Per farlo l’impegno richiesto è assoluto e totale.

Questa ferma presa di posizione costa a Giorgio Bongiovanni la perdita di tanti sostenitori in Italia e all’estero. i sostenitori lo accuseranno di avere fallito il suo programma.

Nonostante il fardello sempre più gravoso lo stimmatizzato prosegue il suo cammino.

Nel maggio del 1998 la rivista TERZOMILLENNIO viene pubblicata, Con il sottotitolo “verso l’Antropocrazia”, ovvero il “Governo dell’uomo”.

Il filosofo Nicolò Giuseppe Bellia

A coniare questo termine è Nicolò Giuseppe Bellia.  E’ un filosofo dei tempi moderni che teorizza la messa in pratica di alcune riforme legislative ed economiche tali da consentire l’instaurazione di un governo più equo.

Giorgio accoglie con entusiasmo il progetto antropocratico facendosene promotore. Poiché di fatto rappresenta una possibilità di concretizzare i principi universali di giustizia e uguaglianza cui si ispira il messaggio.

Nemmeno in questa sua apertura verso un’opera in tutto simile a quella da lui servita gli saranno risparmiate aspre critiche.

Settembre, il 2, 1998.

Fonte ed approfondimenti .giorgiobongiovanni.

Approfondimenti:

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Gustavo Rol sensitivo con straordinarie abilità.

Gustavo Rol sensitivo con straordinarie abilità.

 
 

Torino

«Vive a Torino il dott. Gustavo Adolfo Rol.

Un sensitivo capace di imprese che non hanno nulla di normale e che è impossibile interpretare.

È in grado perfino di fare viaggi nel tempo, di conversare con entità che hanno raggiunto l’oltretomba da secoli o di far piombare in un salotto col belato della capra anche il suo campanaccio.

Un busto di marmo pesantissimo, senza che nessuno si muovesse, passò da un caminetto al centro di un desco». Così il giornalista e scrittore Enzo Biagi nel suo libro E tu lo sai? descrive la straordinaria figura di Gustavo Rol.

Chi era veramente?

Lo hanno definito sensitivo, medium, mago, indovino e molto altro ancora. Egli però rifiutava di essere incluso in una qualsiasi di queste categorie. Così rispondeva al giornalista Renzo Allegri, autore della prima monografia su di lui, all’epoca di un inchiesta sul paranormale (1977) svolta per il settimanale Gente:

«Ma è sicuro che io sia importante per la sua inchiesta? Io sono una persona qualsiasi. Non ho niente a che vedere con i medium, i guaritori, gli spiritisti che lei intervista. Quello è un mondo lontano dalla mia mentalità. I miei modesti esperimenti fanno parte della scienza. Sono cose che in un futuro tutti gli uomini potranno realizzare».

La lettera a La stampa

In una lettera inviata al quotidiano La Stampa di Torino e pubblicata il 3 settembre 1978, Rol scrive:

«Ho sempre protestato di non essere un sensitivo, un veggente, medium, taumaturgo o altro del genere.

È tutto un mondo, quello della Parapsicologia, al quale non appartengo anche se vi ho incontrato persone veramente degne ed animate da intenzioni nobilissime.

Troppo si scrive su di me e molti che l’hanno fatto possono dire che mi sono lamentato che si pubblichi una vasta gamma di fenomeni e mai ciò che esprimo nel tentativo di dare una spiegazione a queste cose indagando su come e perché si producono certi meravigliosi eventi».

Così risponde Rol al giornalista Remo Lugli:

«Non credo di essere un medium nel senso letterale della parola e neppure un sensitivo. Forse posseggo doti di una intuizione profonda ed istintiva, e di questo mi sono accorto fin da quando ero ragazzo».

Dino Buzzati, noto giornalista e scrittore italiano del ‘900, ha conosciuto bene Rol, e nel suo libro I misteri d’Italia (1978) racconta diversi episodi e aneddoti. Dice Rol:

«Non sono un mago. Non credo nella magia… Tutto quello che io sono e faccio viene di là [e indicava il cielo], noi tutti siamo una parte di Dio… E a chi mi domanda perché faccio certi esperimenti, rispondo: li faccio proprio a confermare la presenza di Dio… ».

Così Buzzati descrive Rol:

«Colpisce in Rol, che a sessantadue anni ne dimostra almeno dieci di meno, una vitalità straordinaria, e gioiosa. Insisto sulla serenità e l’allegrezza che ne emanano.

Qualcosa di benefico si irraggia sugli altri.

È questa la caratteristica immancabile, almeno secondo la mia esperienza dei rari uomini arrivati, col superamento di se stessi, a un alto livello spirituale, e di conseguenza all’autentica bontà. In quanto alla faccia, descriverla è difficile. Qualcuno l’ha definita da ‘bon vivant’. Non è vero. Potrebbe essere quella di un guru indiano.

Ma potrebbe anche appartenere a un chirurgo, a un vescovo, a un tenero bambino. Ci si aspetta una maschera impressionante e magnetica. Niente di questo. Ciò che sta dietro a quella fronte, almeno a prima vista, non traspare».

Rol Spritualista

Rol si definiva uno spiritualista.

Sosteneva una forma di panteismo di ispirazione cristiana:

asseriva che tra anima e spirito esistesse una distinzione confermata dalla Bibbia (benché le confessioni cristiane non sostengano tale distinzione) e che l’anima fosse una proprietà esclusivamente umana, a differenza dello spirito. Posseduto da ogni elemento vivente o non vivente dell’universo ma in gradi via via più alti fino a quello dell’uomo (spirito intelligente) e a quello di Dio (spirito santo).

Asseriva di aver trovato il modo di attingere dagli spiriti e che i fenomeni da lui prodotti non fossero causati da suoi poteri diretti ma dal “manifestarsi di facoltà che appartengono allo spirito”.

Si definiva “la grondaia” nella quale confluisce energia non sua, ovvero un mezzo nelle mani della “Provvidenza” per realizzare il disegno divino.

Affermava infine che l’origine di questi fenomeni fosse completamente naturale, ma appartenente a una parte della natura non ancora nota alla scienza.

fonte Wikipedia

I poteri di Gustavo Rol

Torino, panoramica della città. Foto di nonmisvegliate da Pixabay

La fenomenologia di Gustavo Rol si divide essenzialmente in due categorie: da un lato quelli che lui chiamava esperimenti, dall’altro una vasta antologia di prodigi di ogni tipo.

Gli esperimenti venivano svolti attorno ad un tavolo, a casa sua o a casa di altre persone. Il numero dei presenti andava, di norma, tra le cinque e le dieci persone.

Gli “strumenti di lavoro” erano generalmente costituiti da fogli bianchi extra strong e da comuni mazzi di carte da gioco. Sia i fogli che le carte spesso erano ancora nuovi, ancora impacchettati nei rispettivi involucri. Talvolta era qualcuno dei presenti (spesso uno scettico) che portava da casa, o comprati nuovi, suoi mazzi o suoi fogli.

Attraverso questi due soli strumenti, di cui si servivano tutti i presenti in modo casuale a seconda degli argomenti di cui si parlava, Rol metteva in atto numerose varianti su di uno schema di fondo prestabilito, così come può fare un jazzista che improvvisa un motivo inedito ma che ha come base l’inconfondibile ritmo jazz.

Maggiore era l’armonia tra i presenti, migliore era la “musica” suonata…

Una tipica serata da esperimenti.

Remo Lugli, autore di Gustavo Rol. Una vita di prodigi, edizioni Mediterranee, è stato testimone di molti incontri e dà una fedele descrizione della tipica serata da esperimenti:

«Le serate si dividevano di solito in due parti: prima una chiacchierata, poi gli esperimenti. Si discorreva almeno per un’ora; ed era soprattutto Rol che impostava la conversazione affrontando un tema o filosofico o di attualità.

Oppure ricordava gli anni della gioventù… (…) Ma c’erano anche serate in cui gli piaceva scherzare, dimenticava i discorsi seri e si metteva a raccontare barzellette.

E sapeva essere molto divertente. A un certo punto, in genere verso le 23, finiva la prima parte della serata. Rol proponeva di lasciare le poltrone e si passava al tavolo, che era sempre coperto da un panno verde, il suo colore preferito, quello che gli aveva dato ispirazione nei suoi primi esperimenti. (…)

Le carte da poker

L’atmosfera, diciamo paranormale, si scaldava con le carte.

Davanti a lui erano allineati non meno di otto mazzi da poker, ognuno con il dorso di colore e disegno diverso, quasi sempre nuovissimi perché l’intenso uso li deteriorava facilmente, oppure erano da conservare perché diventati “testimoni” di un particolare esperimento con una o più scritture apparse tra i semi senza il diretto intervento suo.

Poteva capitare che, di fronte a un mazzo ancora avvolto nel cellophan, avesse l’estro di far partire la serata proprio da quello: stabilita una carta, sulla omologa racchiusa faceva comparire un proprio segno di matita lasciando l’involucro intatto e senza toccarlo. (…) I mazzi li maneggiava poco, li faceva sempre mescolare e alzare ai presenti. (…)

Gli esperimenti di Rol con le carte da gioco – erano esperimenti e non «giochi», questo bisognava ben rammentarlo – venivano fatti a volte in sequenza rapida come una esplosione pirotecnica. Bellissimi, eleganti, a vederli si restava stupiti ma al tempo stesso con la sensazione che fosse una cosa naturale, facile.

Ad esempio: faceva mescolare sette mazzi di carte e da un ottavo mazzo faceva scegliere una carta, poniamo il sette di picche. Passava una mano sul dorso dei sette mazzi allineati e poi scopriva di ognuno la prima carta: erano tutte sette di picche! Oppure: posava sul tavolo un mazzo aperto a ventaglio con il dorso in alto e il suo indice gli scorreva sopra, ad arco, come una lancetta d’orologio. “Datemi l’alt” diceva.

Le carte da Poker

Allo stop, il dito si abbassava sulla carta sottostante che veniva estratta. Era, poniamo, il tre di fiori. Davanti a lui erano allineati sette mazzi tutti preventivamente mischiati, tutti con le figure coperte.

Ne prendeva uno e con un gesto rapido lo lanciava sul piano del tavolo in modo che le carte si distendessero allineate lungo una retta. Risultavano tutte col dorso, eccetto una che presentava la figura: ed era il tre di fiori.

Non si erano ancora spente le esclamazioni di meraviglia dei presenti, che Rol lanciava ad uno ad uno gli altri sei mazzi e tutte le file si allineavano mettendo in mostra ognuna una carta girata: il tre di fiori.»

Gustavo Adolfo Rol è considerato il più grande “sensitivo” del XX secolo.

Il termine però, come abbiamo visto, non è sufficiente a darne una definizione. E questo perchè nell’epoca attuale, perlomeno in occidente, manca completamente la figura del Maestro Spirituale, così come non è dato trovare, anche laddove Maestri Spirituali ve ne siano, qualcuno che tra essi abbia conseguito lo stato di Illuminazione o Risveglio.

Gustavo Rol faceva parte di questa categoria di Uomini, estremamente rara a trovarsi in tutte le epoche e oggi probabilmente estinta. Forse Rol è stato uno degli ultimi “esemplari” che abbia messo piede sul pianeta terra…

Nel corso della sua lunga vita, durata 91 anni (1903-1994), è venuto in contatto con grandi personaggi della storia del Novecento: Einstein, Fermi, Fellini, De Gaulle, D’Annunzio, Mussolini, Reagan, Pio XII, Cocteau, Dalì, Agnelli, Einaudi, Kennedy e tanti altri.

Dimostrare l’esistenza di “possibilità”

Il suo ruolo è stato quello di mostrare l’esistenza di “possibilità” (come lui chiamava questi “poteri” – che di fatto corrispondono alle siddhi della Tradizione indù- ) che possono essere conseguite da ogni essere umano e di confermare la presenza di Dio fuori e dentro l’uomo.

Oltre ad una vasta antologia di prodigi spontanei, ha codificato una originale serie di esperimenti che si situano nel confine metafisico dove convergono scienza e religione. Ha fatto spesso uso di carte da gioco, il che ha fatto insinuare ad alcuni che facesse della prestidigitazione.

Tuttavia queste carte, che nella maggior parte dei casi non erano da lui nemmeno toccate, costituivano solo il primo e più semplice gradino cui accedevano i neofiti durante le “serate” di esperimenti, oppure erano un mezzo divertente e dinamico per scaldare l’ambiente.

Ciò non significa che ciascuno dei “semplici” esperimenti non fosse di per sè sconvolgente.

Infine, Rol produceva altri due tipi di fenomeni particolari, e cioé la proiezione a distanza di figure o scritte (soprattutto a grafite) su ogni genere di superfice e la pittura a distanza (che potremmo chiamare telepittura) – dove pennelli e spatole si libravano per aria da soli e dipingevano in pochi minuti quadri di pregevola fattura con l’aiuto dello “spirito intelligente” di un pittore scomparso (Ravier, Picasso, Goya, etc.).

Gli Amici di Rol

Dino Buzzati, Federico Fellini ,Einstein, Fermi, Fellini, De Gaulle, D’Annunzio, Mussolini, Reagan, Pio XII, Cocteau, Dalì, Agnelli, Einaudi, Kennedy e tanti altri.

In generale, le possibilità di Rol spaziavano dalla visione a distanza (lettura di libri chiusi, visione di cose che si trovano in un altro luogo o di ciò che accade in un altro luogo) ai viaggi nel tempo (con escursioni nel passato e nel futuro) sperimentati da parte dei presenti all’esperimento.

Dalla veggenza selettiva (osservazione dell’aura energetica che circonda il corpo umano, utile all’identificazione di malattie) all‘endoscopia (la visione dell’interno del corpo umano).

Era in grado di agire dinamicamente sulla materia, cioé poteva spostare a distanza oggetti di qualsiasi genere ( telecinesi ), o materializzarli e smaterializzarli ( apporti / asporti ), sapeva prevedere gli eventi futuri ( chiaroveggenza ), leggeva nel pensiero (telepatia). Ed era in grado di guarire persone ammalate anche molto distanti (tra i sistemi usati anche quello della pranoterapia) o trovarsi in due luoghi differenti nello stesso momento ( bilocazione ).

Poteva attraversare superfici solide (ad es. pareti) o far attraversare superfici solide a qualsiasi oggetto, così come poteva estendere o ridurre il corpo fisico a piacimento.

Le epifanie di spiriti

Durante i suoi esperimenti potevano verificarsi epifanie di spiriti, che contribuivano alla dinamica degli esperimenti. Questi spiriti non erano però quelli dei defunti, anzi Rol sosteneva fermamente che i defunti non fossero tra noi.

Ciò che gli uomini chiamano spiriti, non sono altro che i residui psichici lasciati dai defunti al momento della morte. Infatti, così come viene lasciato un residuo organico alla morte del corpo, viene anche lasciato un residuo psichico.

Questo residuo è stato chiamato da Rol “spirito intelligente”, ed ogni Tradizione Metafisica sa di cosa si tratta. Per Rol ogni cosa ha uno spirito, però quello dell’uomo è uno spirito intelligente, per le superiori possibilità che la sua natura gli ha conferito.

Il rapporto tra Rol e gli spiriti non aveva nulla a che vedere con questioni medianiche, si trattava invece di qualcosa non molto diverso da alcune pratiche egizie e sumero-babilonesi.

Gustavo Rol un prestigiatore?

Durante la sua vita ed i suoi numerosi “esperimenti”come definiva egli stesso le “prove”che praticava nelle abitazioni davanti a testimoni.

Rol ha sempre rifiutato il confronto con il mondo scientifico che lo ha sempre etichettato come un abile prestigiatore, un illusionista facente parte del Mentalismo. Ovvero un illusionista in grado di simulare effetti paranormali come la chiaroveggenza o la telecinesi. Il nome Gustavo è legato alla parapsicologia (argomento affrontato nell’articolo riguardante le entità).

Testimoni affermano di aver assistito all’utilizzo da parte di Rol di tecniche di mentalismo in luoghi pubblici, mentre prestigiatori hanno affermato di non poter ricreare alcuni “effetti”creati da Rol.

Il CICAP

Il CICAP ( Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) ha affermato che le biografie di Rol facessero pensare realmente ad un prestigiatore.

Rol rifiutava categoricamente la presenza di persone scettiche ai suoi esperimenti ma accettava solo persone che credevano nelle sue capacità. E questo comportamento avrebbe potuto indicare il timore dello stesso Rol di vedere rivelati i suoi trucchi e Rol rifiutando il confronto scientifico non fece altro che rafforzare questa teoria. 

I dipinti

Gustavo Rol è noto soprattutto per la sua fama di “uomo dei prodigi”.

Meno nota è la sua attività di pittore, campo artistico da lui prediletto insieme a quello musicale, dove si dilettava suonando il violino e il pianoforte.

Il 22 settembre 2000, in occasione del 6° anniversario dalla sua morte, si è tenuta per la prima volta una mostra di alcuni suoi dipinti ( 55 su una produzione di poco più di un centinaio).

È stato un avvenimento importante, dal momento che i suoi quadri appartengono tutti a collezioni private, e quindi visibili solo in questa occasione. Forse molto tempo passerà perché possa essere organizzata una seconda esposizione.

I libri

Il primo libro dove si parla diffusamente di Gustavo Rol è Gusto per il Mistero, Sonzogno, anno 1954, dello scrittore Dino Segre, in arte Pitigrilli.

Ecco alcuni degli esperimenti da lui visti:

«Intanto avevo promesso ad amici romani di presentare loro il dottor Rol.  La prima reazione di questo stranissimo uomo è rispondere no. Ma poi, per non dispiacere a un amico, rettifica la sua decisione: “Che però non mi chiedano esperimenti”.

“Non ti chiederanno esperimenti”.

Conviene preparare l’ambiente: raccomandazione indispensabile: Non chiedetegli esperimenti.

Linea di condotta da seguire: Dottor Rol, non le chiediamo di presentarci i suoi esperimenti. Ci spieghi di che si tratta.

“Che cosa volete che vi spieghi? Mandate a comperare alcuni mazzi di carte”.

Esperimenti con le carte

[Il fattorino dell’Hotel si precipita ad acquistare i mazzi. Al suo ritorno i presenti assistono ad alcuni esperimenti. Rol dice ad uno di loro:] “Lei si metta in tasca un mazzo; quello che crede.

Si abbottoni la tasca. Apra l’altro, scelga una carta qualunque. La guardi.

E ora, col suo lapis o con la sua penna, disegni nell’aria una parola, o la sua firma, o una cifra. Sulla carta ancora chiusa nel pacco, abbottonata nella tasca, e corrispondente a quella che ha scelto, troverà la parola che lei ha scritto nell’aria con la sua penna o con il suo lapis”.

La persona che si presta scieglie una carta, il quattro di fiori, per esempio, disegna nell’aria una firma. Apre il pacco; cerca il quattro di fiori; la firma, eseguita con quel lapis, attraversa la carta».

Fonte immagine: wikipedia.org

Fonte e approfondimenti :gustavorol.org

Approfondimenti:

Visita la sezione del sito su ufo, contattisti, alieni ed abduction

Eugenio Siragusa contattista catanese, l’intervista

Eugenio Siragusa contattista catanese

Eugenio Siragusa 25 Marzo 2010 – Il 25 marzo 1919

LA VERITÀ NON SI VENDE E NON SI COMPRA

Intervista in esclusiva mondiale a Eugenio Siragusa dall’articolo di Maurizio Baiata

Nicolosi (CT), 8 febbraio 1998.

Inerpicandosi per la “strada vecchia”, con Catania alle nostre spalle in una quindicina di minuti si arriva nell’abitato di Nicolosi, la cittadina alle pendici dell’Etna, dove da anni vive Eugenio Siragusa con la sua famiglia.

Mi accolgono affettuosamente, verso le tredici; incrociamo gli sguardi, ci abbracciamo.

Non ci siamo mai incontrati prima, ma non c’è bisogno di rompere il ghiaccio, vorremmo già tutti far fluire le parole.

Ma è ora di pranzo ed Eli, figlio unico di Eugenio e Miguela, ci accompagna in un ottimo ristorante lì vicino, dove la famiglia è di casa ma dove, stranamente, non hanno mai mangiato.

So che la cucina è ottima, ma noi preferiamo preparare i nostri cibi a casa, con quello che produce la nostra terra…”

Eugenio Siragusa contattista catanese

Verso le 14:30 ci sistemiamo nella saletta ingresso, dove Eugenio raccoglie gli amici. Lo chiamano tutti “Papa”; il suono della parola è dolce, mi fa tornare molto indietro nel tempo, quando anche io la pronunciavo.

Siamo una decina di persone.

Eugenio siede su un divano dove “sono state sedute migliaia di persone”; mi invita a sistemarmi accanto a lui, ma ha già iniziato a parlare, dopo aver aperto un volume dei suoi appunti ed io sto ancora preparando il mio registratore, per cui le prime due letture si perdono.

Quanto segue è la sintesi fedele del nostro colloquio durato quasi quattro ore.

(Siragusa legge da un suo scritto del 1995):

“L’uomo subisce un anomalo processo genetico.

La vostra scienza moderna mirante a manipolare le dinamiche genetiche degli animali e di quanto dovrebbe conservare la naturale evoluzione tridimensionale, mette in serio pericolo gli equilibri enzimatici del pianeta Terra.

L’uomo del pianeta Terra potrebbe perdere la sua reale identità ricevuta a suo tempo per volere di Coloro che lo hanno fatto a Loro immagine e somiglianza.

A causa di queste anomale manipolazioni che la vostra scienza senza coscienza produce, si evidenziano sempre più nella giovane generazione istinti felini animaleschi ed atteggiamenti somiglianti alla razza primitiva da cui provengono i primi esseri umani geneticamente istruiti dagli “Elohim” o Geni Solari Creanti.

State attenti, perché è vero che l’uomo potrà perdere il suo ego-sum, la sua identità spirituale, e ritornare ad essere quello che prima di essere uomo, era.”

Infatti, prima che i Creatori di forma e sostanza, i genisti cosmici, intervenissero per modificare la genetica dell’animale e per adattarla ad ospitare l’intelligenza, l’uomo era un dinosauro acquatico lungo sei metri.

Eugenio Siragusa contattista catanese, l’intervista

Eugenio, la prima domanda che vorrei porti riguarda la possibilità che alcuni tipi di UFO siano macchine biologiche, macchine pensanti.

No, eccetto un tipo di astronave impiegata dai “Serafini“, esseri evoluti che, per viaggiare, possono usufruire di un mezzo mosso da plasma solare.

Sulle bio-macchine c’è l’autorevole, recente testimonianza del Colonnello Philip Corso, il quale però non ne ha parlato nel suo libro…

E secondo me ha fatto male; ha sbagliato ad avere scritto di aver visto un alieno in una scatola di legno, quello non era un alieno, ma un robot biologico creato per svolgere una missione particolare, come quell’essere che abbiamo visto in televisione intervistato nell’Area 51. Gli Extraterrestri possono creare esseri artificiali comandabili a distanza, in grado di sostituirli in determinate circostanze.

Perché accadono i rapimenti, quindi senza il concorso della nostra volontà? Eugenio Siragusa contattista catanese

Hanno le loro buone ragioni, cercano di modificare ciò che abbiamo sconvolto nella nostra genetica.

Vedi quanto accade oggi nel mondo, uccidere ed uccidersi è cosa di tutti i giorni! Con questi “rapimenti” vogliono innestare una genetica che possa evitare il progredire di questa involuzione.

Infatti da anni sono in corso sofisticate manipolazioni nella specie umana per modificare la carica genetica portante il dinamismo distonico e turbolento.

La qualità degenerativa si è sviluppata a causa della destabilizzazione e dell’inquinamento degli elementi che istruiscono il dinamismo vitale bio-fisico-psichico.

Sondano non solo la massa cerebrale, ma anche tutti gli effetti che essa sviluppa, man mano che le frequenze vengono modificate dal tempo e dal processo evolutivo del pianeta e degli elementi che lo strutturano. Perché le vibrazioni positive o negative del dinamismo vitale influenzano l’attività genetica, determinando il comportamento e le attività delle azioni fisiche e psichiche dell’uomo.

Sì, ma se venissero presi loro come si sentirebbero?

Loro non possono essere presi.

La nostra quindi è una condizione infelice. Comunque, perché impiegare cinquanta anni a lavorare sulla genetica umana, quando potevano benissimo intervenire come hanno fatto con te, in maniera filosofica?

Bisogna essere preparati interiormente e possedere dei valori spirituali particolari. Io cerco di istruire le persone perché possano capire la loro reale identità. L’uomo terrestre possiede ancora una intelligenza larvale ed ignora che è appena all’inizio della sua ascesa verso la Superiore Coscienza.

La gente comune, ma anche la maggioranza dei ricercatori sono ancora sulla strada, e non è detto che sia quella giusta, della comprensione del perché dei rapimenti alieni, eppure il fenomeno affonda le sue radici indietro nel tempo. C’è qualcosa che non va.

La verità secondo Eugenio Siragusa contattista catanese:

È perché non è mai stata detta la verità; coloro che subiscono i rapimenti, non essendo adeguatamente preparati, non ne comprendono il significato ed evidenziano solamente i traumi fisici e psichici.

Vengono rapite persone che non hanno niente a che vedere con l’ufologia.

Vengono accuratamente scelte!

Dobbiamo chiederci in base a quali criteri sono prelevate.

Anch’io sono stato “rapito” quando mi hanno imprigionato, ma non dagli extraterrestri!

Per quali motivi ti hanno arrestato?

Ero un personaggio scomodo, pestavo i piedi ai potenti. Mi hanno tenuto in carcere ben 72 giorni con l’intenzione di farmi morire. Mi hanno persino dato da bere del cianuro!

In quel periodo si sono moltiplicate le manifestazioni nei cieli del mondo e soprattutto in Sicilia, anche sul carcere!

Una mattina venne a trovarmi un agente di guardia e mi raccontò che, alle quattro, aveva appena finito di giocare a poker, affacciandosi alla finestra, scorse sul cornicione della prigione due personaggi avvolti da una forte luminescenza.

Il loro viso era longilineo, dal mento sviluppato e dagli occhi a mandorla, indossavano un mantello con il colletto alzato, anch’esso luminescente. Alcuni giorni prima, un brigadiere ed altri diciassette detenuti avevano visto un oggetto luminoso che si muoveva a foglia morta e che sostò sopra il carcere per ben due ore.

Ne parlò anche il giornale locale!

Comunque, in seguito sono stato prosciolto perché il fatto non sussisteva.

Quante razze, quante tipologie diverse, quante mentalità…

Come può esistere una federazione galattica che le unisce?

Il cosmo e gli alieni:

Pianeti alieni. Foto di enriquelopezgarre da Pixabay

Immagina un po’ chi è l’uomo della Terra e cos’è la Terra?

La terra è un granello del deserto del Sahara e il cosmo è composto da miliardi di universi in costante espansione.

Per cosmo si intende un’identità cosmica di cui la Terra non è altro che una piccola cellula con i suoi enzimi. Solo che non tutte le cellule e non tutti gli enzimi hanno le stesse funzioni; per esempio, gli enzimi del mio fegato hanno funzioni diverse da quelle del mio cuore. Se gli enzimi non sono evoluti e per enzimi intendo gli uomini e le donne di questo pianeta, frenano l’evoluzione della Terra che, non dimentichiamoci, è una macro cellula vivente.

Conosci il CICAP, Piero Angela, Margherita Hack… Qual’è il loro atteggiamento nel tuoi confronti?

Queste illustri persone ripongono le loro conoscenze in una scienza limitata dal tempo e dallo spazio, nonché agli inizi del suo sapere. Non bisogna dar loro più peso di quanto si meritino.

E se me li trovo davanti e loro si mettono a ridere, io li faccio smettere di ridere. La realtà extraterrestre è un’evidenza che la scienza non può ancora per molto nascondere o spiegare a modo suo.

Ci sono scienziati in contatto con noi che avallano la nostra opera perché si sono resi conto del disastro a cui l’umanità va incontro. Tu sai bene che tutte le vecchie teorie stanno cortocircuitando perché non accettano che, oltre le conoscenze biodinamiche dell’uomo vi siano altre energie sottili che portano verso le conoscenze astrali

. In Russia vi sono professori universitari ed eccelsi ricercatori che riscontrano, scientificamente, le principali realtà di cui io parlo da anni.

Per esempio, il fatto che il sangue emette luce; analizzando la velocità del sangue è possibile valutare la vitalità della persona e rilevare eventuali carenze energetiche.

Gli occupanti degli ufo, gli alieni chi sono e da dove vengono?

Una cosa è certa, la verità renderà l’uomo libero e non può essere diversamente. Io cerco di far capire alla gente che gli UFO sono come le macchine della Fiat e dell’Alfa Romeo, mezzi che trasportano intelligenze.

È degli occupanti di questi meravigliosi mezzi che dobbiamo parlare: chi sono, da dove vengono e cosa vogliono! Il pianeta è in uno stato disastroso e Loro vengono per aiutarci?

Cosa dobbiamo fare? Come dobbiamo comportarci? Ma consideriamo questo punto: appare un UFO in cielo, una persona lo vede. Loro hanno delle radiotrasmittenti psicofisiche.

La persona deve concentrarsi e rivolgere la mente, attentamente, verso la “ricezione”.

Loro trasmettono così, non hanno bisogno di incontri fisici, anche se in un secondo tempo, per dare la certezza della loro presenza, possono farlo fisicamente.

Se interpreto correttamente, si deve lavorare sull’uomo e quindi su noi stessi per capire come sono gli altri. Ma non credo che questi esseri siano tutti positivi…

Possiamo affermare ciò se abbiamo la possibilità di constatarlo, altrimenti potrebbe essere una menzogna.

lo dò retta al mio cuore…

E il tuo cuore ti può ingannare; devi dar retta ai valori visivi della tua intelligenza ed avere la possibilità di discernere il positivo dal negativo, valutando che la nostra logica è tridimensionale.

Dunque se il negativo non ti appare, non hai la possibilità di affermare che esso esiste.

Che cosa è cambiato da quando hai cominciato ad avere la tue esperienze e questi contatti?

Il tuo rapporto con gli UFO, da allora ad oggi, è mutato? Non mi dire che sono cambiati gli uomini perché non è vero!

Io non sono più quello che ero prima; dopo oltre quarant’anni di contatti, ho assimilato la Loro volumetrica coscienza.

Per quanto riguarda il mutamento dell’uomo, purtroppo questo non è avvenuto e sono sempre più evidenti i segni del suo regresso e della sua possibile autodistruzione.

Ci sono però uomini che hanno acquisito una genetica non terrestre e che vivono in sintonia con la Legge Cosmica; questi dovrebbero creare i presupposti ideali per la nascita di un Nuovo Cielo e di una Nuova Terra.

Erano 144.000 esseri provenienti da Sirio, che hanno accompagnato la venuta di Gesù sulla Terra 2.000 anni fa.

Avevano il compito di trasmettere questa genetica che, col tempo, avrebbe dovuto risvegliarsi e portare l’umanità verso l’evoluzione materiale e spirituale.

Parliamo di una manipolazione o di una inseminazione genetica eseguita più di 2.000 anni fa?

L’una e l’altra. È avvenuta una inseminazione quando le quattro razze madri, la gialla, la bianca, la rossa e la nera, hanno innestato i loro valori genetici nell’uomo preistorico, e una manipolazione, molto più recente, da parte di questi Esseri provenienti da Sirio.

L’uomo di 2.000 anni fa era così diverso da quello di oggi?

Eugenio Siragusa contattista catanese

Alcuni erano diversi e lo dimostravano. Gli avvenimenti storici tramandano di uomini dotati di una intelligenza “diversa” superiore, come Leonardo da Vinci…

Come vedi l’attuale situazione mondiale?

Guarda come il Presidente Clinton abusa del suo potere andando contro il parere delle altre superpotenze. Come ridurrà l’umanità se farà sì che scoppi una guerra? L’ho detto e scritto in mille modi che un conflitto del genere provocherebbe la fine dell’umanità! Anche la Madonna a Fatima ha annunciato nel Suo Terzo Messaggio che “nella seconda metà del XX° secolo si sarebbe scatenata una grande guerra dove milioni e milioni di persone sarebbero morte di ora in ora”.

Ma se gli alieni controllano tutto, perché rimangono indifferenti a questa situazione?

A Loro interessa preservare la qualità; il resto può diventare concime per la terra. Non è crudeltà, è ciò che l’uomo vuole; non si può creare un nuovo mondo con i delinquenti e gli assassini che oggi lo popolano.

In quanto tempo, ammettendo che l’umanità viva nel bene, si sviluppano valori negativi?

Dalla vita positiva, dai valori positivi, non si può manifestare il negativo. La parte positiva dell’umanità che sopravviverà possederà una genetica incorruttibile, non più il DNA. ma GNA, cioè acido genionucleico.

I tuoi rapporti con Giorgio Bongiovanni si sono interrotti ormai ufficialmente?

Sì, perché non condivido la commercializzazione della Verità, in quanto mi è stato insegnato che la Verità non si vende e non si compra.

Potranno riprendere un giorno?

Non dipende da noi, ma da Chi ha il comando supremo della Giustizia; quando si esce da questo ordine, interviene il Padre con i Suoi mezzi che, in certi casi, possono essere anche i “Grigi”.

Questi sono gli esecutori della Giustizia divina del Padre, quindi non fanno parte dei robot biologici a cui facevamo riferimento prima; sono pilotati da entità superiori, che non appartengono alla loro categoria come erroneamente credono gli ufologi.

I “Grigi” dominano le forze elementari della natura e possono coordinare senza difficoltà alcuna il fuoco, l’aria, l’acqua e la terra. Guarda, per esempio, i disastri che si moltiplicano oggi in America e nel mondo.

Quello dell’autopsia del Santilli Footage, che tipo di alieno era?

Era un essere appartenente ad uno stadio evolutivo intermedio, infatti aveva un fisico simile al nostro, con particolarità, come le mai e i piedi a sei dita, che non escludono affatto i valori della quarta dimensione.

Loro sono molto preoccupati per la nostra situazione, anch’io lo sono molto e a suo tempo lo era anche il Presidente americano Eisenhower, quando era comandante delle Forze Armate USA in Europa. Concordava con me, in particolare sul futuro dei giovani di allora e per il disagio che in seguito avrebbero affrontato.

Infatti, per anni, siamo stati in contatto epistolare; mi avrebbe voluto al suo fianco come assistente e consigliere ma non ho potuto accettare per poter continuare a svolgere la mia missione.

Lui ha incontrato gli extraterrestri!

Come accennato, la nostra intervista ad Eugenio Siragusa qui è presentata in sintesi. In particolare abbiamo omesso gran parte delle sue considerazioni su Giorgio Bongiovanni e l’organizzazione “Nonsiamosoli”, dai quali oggi Siragusa prende le distanze.

Noi, intervistandolo, volevamo conoscere innanzitutto l’uomo-Siragusa, senza alcuna “mediazione” e cercando di superare molti ostacoli, ideologici e non, che in passato si erano frapposti.

Nel corso dell’incontro una frase di Eugenio Siragusa ci ha particolarmente colpito:

“Bisogna interessarsi più della giustizia che dell’amore, perché senza giustizia non ci può essere amore. È questa l’educazione spirituale”.

Fonte: Dossier ALIENI – n. 11 (Febbraio – Marzo 1998)

Di seguito il sito di Eugenio Siracusa contattista catanese : Eugenio Siracusa la Biografia 

Approfondimenti:

Visita nel sito la sezione con i contattisti, gli addotti e le persone legate al tema paranormale, ufo ed alieni, oltre Eugenio Siragusa contattista catanese .

Il caso Valerio Lonzi, presunto rapimento alieno

Il caso Valerio Lonzi

Gli ufo nella mente: Ipnosi e considerazioni di metodo

Il caso di Valerio Lonzi: considerazioni di Nico Conti e Alessandro Zabini

Il caso Valerio Lonzi

Premessa: questo articolo è stato pubblicato su UFOFORUM Nr.11 Ottobre 1998, e fa parte di uno studio più ampio non pubblicato sul Caso Valerio Lonzi (sintesi di Alessandro Zabini).

Il presunto rapimento di Valerio Lonzi da parte di esseri extraterrestri, raccontato da Corrado Malanga nel libro “Gli UFO nella mente” [1], costituisce una vicenda complessa che meriterebbe di essere esaminata lungamente e dettagliatamente, ciò che ci proponiamo di fare altrove.

Qui, poiché disponiamo soltanto dello spazio di un articolo, scegliamo di esaminarne un solo aspetto, sia perché a nostro avviso si tratta di un aspetto fondamentale, sia perché lo stesso Malanga vi attribuisce notevole importanza.

Sia perché riteniamo che la validità delle conclusioni di una ricerca dipenda dal metodo con cui esse sono ottenute.
Non ci proponiamo, dunque, di criticare le conclusioni di Malanga in quanto tali, bensì di esaminare il metodo con cui, tramite l’indagine sul caso Lonzi, egli intende dimostrare alcune tesi.

Il caso Valerio Lonzi, presunto rapimento alieno:

Tesi che si possono riassumere nella validità dell’ipnosi e nella realtà dei rapimenti alieni:

1) verificare se il metodo dell’ ipnosi regressiva poteva essere affidabile
in una inchiesta di abduction;

2) mettere in evidenza i limiti della tecnica;

3) verificare quanto i casi americani riportati in letteratura fossero stati affrontati con tutti i crismi della scientificità;

4) stabilire quanto di vero ci fosse nel racconto dei testimoni. A livello di missing time non ricordavano nulla della loro esperienzama se interrogati sotto ipnosi raccontavano di strane macchine volanti e di piccoli omini grigi» [1, p. 34].

Il caso Valerio Lonzi, presunto rapimento alieno

Nel condurre l’indagine, Malanga si fonda su alcune premesse.

La principale è che Lonzi sia stato vittima di un rapimento da parte di esseri extraterrestri.
Le circostanze che inducono a sospettare un rapimento alieno possono essere valutate secondo i criteri stabiliti da Budd Hopkins e da David Jacobs, ricercatori che interpretano il fenomeno dal punto di vista dell’ipotesi extraterrestre.

Un tipo di analisi che tende ad estendere il fenomeno.

Il questionario di Hopkins e Jacobs.

Nel 1991, Hopkins e Jacobs idearono un questionario per individuare potenziali esperienze di rapimento (non ci interessa qui dare un valore di merito a questo questionario) nel caso Valerio Lonzi.

Agli intervistati si chiedeva quali fra le esperienze elencate di seguito avessero mai vissuto [2, p. 44]:

a. Vedere un fantasma.

b. Avere la sensazione di abbandonare il proprio corpo.

c. Vedere un UFO. d. destarsi paralizzati , con la sensazione che nella stanza vi sia un estrameno, o una presenza o qualcos’altro e avere la sensazione di volare, anche se non si sa perchè nè come.

f. Sentire o vedere la parola TRONDANT, e intuire che ha un significato segreto (si tratta soltanto di una domanda di controllo, poiché “trondant” non ha alcun significato).

g.Non riuscire a ricordare dove si è stati, nè perchè, per un periodo di un’ora o più, in cui, a quanto pare, ci si è smarriti.

h. Vedere luci insolite o sfere luminose in una stanza, senza saoere che cosa le provoca, nè da dove provengono.

i. Accorgersi di avere sul corpo cicatrici di cui non si conosce l’origine, di cui non ci si ricorda ( e nessun altro, parente o amico si ricorda) come o dove le si è riportate.

j. Avere visto, da fanciullo o da adulto, una figura terrificante (un mostro, una strega, un demonio, o qualche altro personaggio malvagio) nella propria camera da letto, o nell’ armadio, o altrove.

k. Avere sogni vividi sugli UFO [2, pp. 44/45].

Le domande che sono indicatori:

Ebbene, il caso di Valerio Lonzi si presenta assai diverso.

«Ancora oggi», si legge in un articolo pubblicato prima che Malanga iniziasse la propria indagine, «Valerio porta con sé i “ricordi” di quella strana avventura.

Ipotizza che, quella notte, possa essere successo qualcosa che lui non ricorda. Forse, ipotizza, é stato prelevato per essere “analizzato” e quindi riportato sulla Terra senza che ne possa avere il ricordo.
“In quei quarantacinque minuti di “vuoto” che ho nella memoria”, spiega, “puó essere successo di tutto. E non sono il solo ad aver vissuto quell’avventura”.
«”Non ricordo di aver mai visto alieni in carne ed ossa, dice Valerio, “a parte le ‘palle di luce‘, che probabilmente erano strumenti (qui si riferisce al duplice avvistamento di un fenomeno non identificato, che sarebbe stato la causa del suo missing-time N.d.A.). Ma, da quel giorno, continuo a sognarli”.

Il caso Valerio Lonzi, presunto rapimento alieno

Ma allora come sono fatti gli alieni?

“Nelle mie immagini notturne sono bipedi, un po’ più bassi di noi, ma di forma quasi umana”, conclude.

“La loro carnagione é pallida, tendente al grigiastro. Il mio più grande desiderio? Quello di poterli incontrare di nuovo.

Si dice che, prima o poi, chi ha avuto contatti con gli extraterrestri, venga ‘prelevato’ dalla Terra definitivamente. E io non aspetto altro» [5].

A differenza dei rapiti di cui riferiscono i ricercatori americani, Lonzi non appare angosciato, né traumatizzato, né terrorizzato dall’esperienza di rapimento, e neppure dalla sua possibilità.

Anzi, spera che gli alieni lo rapiscano di nuovo, e definitivamente.
Nel suo libro, Malanga non riferisce che Lonzi aveva pubblicamente dichiarato di sospettare che il missing time accompagnato all’avvistamento fosse connesso a un suo possibile rapimento da parte dei Grigi (com’era accaduto a Travis Walton nel film “Bagliori nel buio”, da Lonzi visto pochi mesi prima) [1, pp. 54, 55; 5; 6; 7].

Racconta invece che, in occasione del loro primo incontro, Lonzi dichiara di voler scoprire che cosa gli sia accaduto durante i quarantacinque minuti di cui non ha ricordo [1, p. 38].

La tecnica della regressione ipnotica:

Dopo avere risposto che è possibile mediante la regressione ipnotica, Malanga gli descrive succintamente la tecnica.
Quindi precisa:

«Era la prima volta che lavoravamo a un caso di sospetta abduction con l’impiego delle tecniche di ipnosi e io [?] non volevo rifare gli errori che i miei colleghi [?] avevano fatto; volevo poi lavorare al miglioramento delle tecniche ipnotiche [?]» [1, p. 43].

Evidentemente, nonostante le differenze fra il caso di Lonzi e quelli raccontati dai ricercatori americani a cui pure fa riferimento, Malanga ritiene di avere raccolto elementi sufficienti per sospettare un rapimento.
Non prende neppure in considerazione ipotesi diverse [1, pp. 43, 47, 54].

Poi, lasciandosi guidare dal proprio punto di vista, compie quelli che nostro giudizio sono gravi errori metodologici.

I gravi errori metodologici:

Decide di ricorrere all’ipnosi regressiva già in occasione del suo primo colloquio con Lonzi, senza avere verificato in alcun modo il suo racconto.

Senza svolgere indagini preliminari accurate su di lui e sulla sua famiglia:

per giunta, non raccoglie personalmente le informazioni di cui dispone, ma si serve di Maura Di Meo, un’amica di Lonzi [1, pp. 43, 47, 51,74/75, 77/80, 133].
A giudicare dal libro, non intervista personalmente i genitori di Valerio, non compie alcun sopralluogo a Reppia, non tenta neppure di rintracciare gli altri testimoni dell’avvistamento, né i medici che avrebbero valutato la natura delle cicatrici.

Né tenta in alcun modo di trovare riscontri a ciò che Valerio racconta durante le regressioni ipnotiche (se questo è stato fatto non si capisce perchè non venga riportato).

Il profilo psicologico nel caso Lonzi:

Il profilo psicologico di Lonzi viene tracciato soltanto nel 1996, quando Valerio è sottoposto a regressioni ipnotiche da oltre un anno, su richiesta dello stesso Lonzi, per uno scopo specifico, e sulla base di un solo colloquio[1, pp. 42, 47, 51/52, 75/80, 133, 252/256].

Prima di iniziare le sedute ipnotiche, Malanga decide di procedere all’analisi dei sogni di Lonzi, perché «per me che sono abituato a schematizzare tutti i comportamenti umani in semplici schemi operativi» l’ipotesi era che «il cervello di Lonzi si divideva in tre parti che funzionavano nel seguente modo».

Quindi espone la sua teoria della memoria, secondo cui i ricordi, dopo essere stati filtrati dal subconscio, dove perdono gli «orpelli», si depositano in forma semplificata nell’inconscio.

All’occorrenza possono essere richiamati dall’incoscio, ripassano attraverso il filtro del subconscio, riacquistando gli «orpelli», e si ripresentano completi alla coscienza.

L’inconscio.

Di conseguenza, precisa Malanga, «per me le informazioni stavano solo nell’inconscio del soggetto» [1, pp. 47, 48].
I sogni attingono all’inconscio, quindi, secondo Malanga, attraverso l’analisi dei sogni è possibile recuperare quei ricordi che sono depositati nell’inconscio, ma che, «non si sa bene per quale ragione», non riescono a superare il filtro dell’inconscio per ritornare alla coscienza [1, p. 48].

Molto più utile sarebbe approfondire la teoria della memoria come “ricostituzione” dei ricordi, e comprendere come agiscono le false memorie e la confobulazione sotto ipnosi, di fronte a domande direttive e/o suggestive.

Dunque, Malanga chiede a Lonzi se abbia sogni ricorrenti, e Valerio gliene racconta uno che «non ha nessuno spunto apparentemente ufologico ma scopriremo che rappresenta il punto di partenza della nostra indagine».

Le supposizioni di Malanga

Quando Lonzi dice avere incontrato in sogno «due amici», Malanga lo interrompe e gli chiede di descriverli.

«Perché ritenevo che se questo sogno aveva a che fare con la sua abduction, delle informazioni preziose potevano scaturire dalla descrizione degli esseri che lui vedeva nel sogno» [1, p. 49].

A questo punto, Malanga presuppone senza alcun motivo che il sogno  possa avere attinenza con un rapimento, e gli «amici» diventano per lui «esseri» [1, p. 50].

Gli amici onirici di Lonzi sono di bassa statura, calvi, con «gli occhi all’orientale e uno aveva le unghie lunghe e completamente nere».
Malanga pensa immediatamente a una vaga somiglianza con i Grigi di Hopkins.

«Intendiamoci bene» precisa, «non è che si volesse qui interpretare un sogno a usum del fini»; tuttavia ritiene che la vaghezza e il particolare discordante delle unghie si possano attribuire alla «censura onirica» o alla «visione distorta» di Valerio [1, pp 49/51].

L’avvio dell’indagine.

La mente, illustrazione. Foto di Pete ???? da Pixabay

Riassumendo, Malanga avvia l’indagine sul caso Valerio Lonzi sulla base di alcune premesse [1, pp. 43, 47, 48, 50, 101]:

1) che l’incoscio sia una sorta di deposito di ricordi rimossi e che sia possibile attingervi per ricostruire esperienze oggettive in una maniera che sia valida ai fini della ricerca scientifica;

2) che nei sogni riemergano le esperienze traumatiche, e che sia possibile ricostruire queste ultime (sempre in maniera valida ai fini della ricerca scientifica) tramite l’analisi dei sogni;

3) che i sogni ricorrenti rimandino necessariamente a esperienze oggettive;

4) che la regressione ipnotica sia uno strumento affidabile per ricostruire un’esperienza oggettiva traendone il ricordo dall’ inconscio.

Ci si chiede dunque se tali premesse si accordino con le attuali teorie scientifiche sul funzionamento dell’inconscio e della memoria, nonché sul ricorso all’ipnosi per il recupero dei ricordi.

La risposta purtroppo per Malanga è no.

Di recente, come ha documentato nel 1997 il Royal College of Psychiatrists, numerosi studi hanno dimostrato che gli eventi psicologicamente traumatici comportano spesso l’incapacità di dimenticare, anziché una rimozione completa dalla sfera della coscienza [8].
Non esiste prova che i ricordi possano essere rimossi o bloccati mediante la repressione o la dissociazione. Chi soffre di amnesia ne è ben consapevole.

Non è stato possibile dimostrare che i traumi influiscano sulla memoria [8].
La ricerca suggerisce che la memoria è un processo di ricostruzione fallibile e suscettibile alla suggestione [9]:

più gli eventi sono lontani nel tempo, più la memoria viene modificata dalla suggestione e dalla confabulazione quando si cerca di ricordare.

Capita spesso che sia impossibile ricordare parti considerevoli del passato, per cui la mente tende a colmare le lacune con l’immaginazione [8].

La memoria ed i ricordi:

La memoria autobiografica individuale è inaffidabile, quindi non si può confidare in essa senza verifiche oggettive (che però in alcuni casi, come l’abuso sessuale sui bambini e il presunto rapimento alieno) sono difficili da ottenere.

Esistono elevate probabilità che i “ricordi” recuperati dopo lunghi periodi di amnesia siano falsi, soprattutto se per recuperarli vengono utilizzate tecniche poco affidabili [8].
Anche le tecniche che vengono applicate normalmente in terapia non sono affidabili se utilizzate per il recupero della memoria, in quanto, più che stimolare la memoria, sono mezzi potenti e pericolosi di suggestione e di persuasione.

Di conseguenza, a quanto risulta dalle prove raccolte, tali tecniche possono creare ricordi interamente nuovi, e falsi [8].

Fra le tecniche giudicate inaffidabili usate per il recupero della memoria, ve ne sono alcune che vengono comunemente usate con i presunti rapiti:

1. le liste di controllo (non esiste prova che determinate serie di sindromi, di sintomi, o di altri indizi, abbiano alcun grado di
affidabilità nello stabilire se nel remoto passato il paziente abbia subìto un evento traumatico) [8];
2. l’ipnosi (non è affidabile nel riportare alla memoria il ricordo degli eventi passati ) [8; 9];
3. l’interpretazione dei sogni (non esiste prova di una correlazione fra i sogni e l’accuratezza storica; di solito l’interpretazione riflette la cultura e le convinzioni del terapista) [8];
4. i gruppi di supporto (coloro che ne fanno parte tendono a influenzarsi a vicenda) [8].

Da tutto ciò consegue che le tecniche utilizzate da Malanga per ricostruire l’esperienza nel caso di Valerio Lonzi, ossia le liste di controllo, l’ipnosi e l’interpretazione dei sogni, sono inaffidabili.

Sempre lasciandosi guidare dal proprio punto di vista, Malanga compie altri errori metodologici prima che abbiano inizio le sedute ipnotiche.

Innanzitutto, condiziona Moretti (se mai ce ne fosse stato bisogno).

Le interrogazioni durante le sedute:

Dopo avergli procurato «articoli e libri stranieri» sui rapimenti affinché impari a conoscere gli elementi ricorrenti nelle testimonianze, Malanga si accorda con lui su come interrogare Lonzi durante le sedute, e ottiene di potervi partecipare  attivamente ponendo domande [1, p. 57].

«Ci voleva un ufologo dunque capace di sollecitare la psiche di Valerio nel tentativo di farlo ricordare e quello era il mio compito quel giorno. Del resto io avevo studiato le tecniche di ipnosi regressiva sui libri ma farla realmente vi assicuro che è tutt’altra cosa» [1, p. 57].
Manca la spiegazione esatta riguardo quali tecniche venga indotta l’ipnosi (mentre è risaputo che la tecnica adottata influisce sui risultati).

Non riferisce quanto siano profonde le trance, né quante siano state le sedute, né lungo quale arco di tempo si siano protratte e con quale frequenza, né quanto durassero le singole sedute, né precisa quando siano avvenute [1, pp. 59, 81, 97, 109, 125, 133, 147, 149, 164, 180, 196, 208].

Non chiarisce in base a quali criteri vengano analizzati i materiali emersi dalle regressioni ipnotiche: per esempio, come si riesca a distinguere fra sogni, fantasticherie, falsi ricordi, e ricordi autentici recuperati [1, pp. 85, 87, 88, 93, 94, 95, 97, 99, 103, 125, 171, 194, 196, 209].

Tacendo tutte queste informazioni preclude qualsiasi verifica, e non ci spiega in cosa consista il suo metodo scientifico.

La regressione tentata da Moretti.

La regressione ipnotica, tentata da Moretti in assenza di Malanga fallisce.

Lonzi vede «solo una nuvola bianca che lo avvolgeva» [1, pp. 57, 58].

All’inizio della prima seduta riuscita, dopo averlo ipnotizzato con una tecnica che non viene descritta, Moretti chiede a Lonzi di ricordare «la prima volta in cui tu sei entrato in contatto con quegli esseri».

Malanga riconosce di avere concordato con Moretti questo approccio «anche se Valerio in stato cosciente non parla di nessuna creatura».

Lo scopo è quello di «sbloccare» Lonzi, nonostante il rischio d’indurlo a fantasticare [1, pp. 59, 60].

Dopo qualche insistenza, Lonzi rivela quando fu «la prima volta», ossia «la notte del trenta e del primo giorno di agosto del 1982» [1, p. 60].

Senza che Malanga lo sappia, Lonzi mente, perché durante le successive regressioni emergerà che il suo il primo presunto incontro con gli alieni avvenne “in realtà” quando aveva sette anni e mezzo [1, p. 228].
Incurante del trascurabile particolare che il mese di luglio ha trentuno giorni, Moretti inaugura una tecnica d’interrogatorio.

La “tecnica di palo in frasca”: 

La tecnica verrà sistematicamente utilizzata nel corso di tutte le regressioni, e che si potrebbe definire “tecnica di palo in frasca”: 

«V: sono al campo scout a Reppia

M: ti hanno fatto paura?

V: un po’ non molto

M: hai sofferto molto per i tagli sulla schiena?

V: neanche un po’

M: e non eri spaventato per la situazione?

V: sì ma anche incuriosito, e penso che la curiosità e il desiderio di contatto e di conoscenza di queste cose fosse più importante della paura per loro (questa è la prima volta che Valerio parla di LORO, ma loro chi?) non penso che…

M: certo (pausa, faccio cenno a Moretti che va tutto bene e che può continuare ma tu lo sai perché ti fanno queste cose sulla schiena?

V: parlano nella mente parlano e sembrano uomini e donne che parlano insieme » [1, pp. 60, 61].

Non è possibile, nello spazio di un articolo, seguire lo svolgimento di tutta l'”indagine”.

Già dall’esempio che precede, tipico della procedura adottata in tutte le sedute, risultano evidenti gli altri errori metodologici commessi da Malanga.

Malanga conduce le regressioni in maniera incoerente e confusa, talché il racconto di Lonzi si sviluppa con altrettanta incoerenza e confusione [1, pp. 57/220]; pone domande che suggestionano Lonzi [1, pp. 100, 103, 107, 109, 110, 115, 118, 119, 134, etc.].

Incoraggia Lonzi a continuare il racconto anche quando è consapevole che sta fantasticando [1, pp. 70, 99, 114, etc.]; trae deduzioni forzate dalle testimonianze, oppure ne forza le interpretazioni [1, pp. 100, 102, 104, 114/115, 118, 120, 125, etc.].

Le tesi di Malanga sul caso di Valerio:

La tesi di Malanga, secondo cui le esperienze di rapimento sono reali e possono essere ricostruite validamente per mezzo dell’ipnosi, potrebbe trovare sostegno.

Il sostegno lo si potrebbe trovare nelle ricerche in base alle quali alcuni studiosi hanno concluso che non vi sono abbastanza elementi per dimostrare che i ricordi spuri e l’elaborazione ipnotica si verifichino nel contesto dei rapimenti.

Mentre ve ne sono a dimostrazione del contrario [10; 11]; e che l’esperienza di rapimento non può essere spiegata soltanto come prodotto della commistione di elementi eterogenei, dell’ ipnosi, del masochismo e della tendenza a fantasticare.

Le caratteristiche sono tali da far ritenere che derivi da eventi traumatici straordinari [12; 10].

Tuttavia, il metodo con cui Malanga ha condotto le regressioni ipnotiche a cui Lonzi è stato sottoposto tendono a confermare le ricerche degli studiosi.

Essi sostengono che il contenuto dell’ esperienza di rapimento deriva dalla combinazione e dalla riorganizzazione di elementi eterogenei tratti dalle allucinazioni, dai sogni, dagli incubi, dalle fantasie, dalla memoria, dai mass media.

Elementi ristrutturati e successivamente confermati dai gruppi di supporto [13; 14; 15].

A nostro avviso, lo scopo della ricerca dovrebbe essere quello di accertare il più correttamente possibile ciò che il testimone ha vissuto (anche se ciò non dovesse corrispondere alle aspettative del ricercatore), e di presentare una testimonianza che possaessere considerata valida.

Ciò si può ottenere con la corretta applicazione del metodo d’indagine, che deve restare separato dal punto di vista del ricercatore (il ricercatore vaglia tutte le ipotesi, non solo una, non solamente la sua).

Invece, Malanga non riesce a tenere il primo distinto dal secondo.

La credibilità storica del caso.

Il caso si basa esclusivamente sulla testimonianza di Valerio, e una testimonianza, per avere valore di prova, ossia per essere valida, deve avere quella che è stata definita “credibilità storica”.

La credibilità si valuta sia in base all’attendibilità soggettiva della testimonianza, fondata sulla sincerità e sulla competenza del testimone.

Sia in base alla probabilità oggettiva del fatto, che dipende dalla possibilità assoluta e relativa del fatto stesso [16, p. 875].
Dal punto di vista personale non abbiamo motivo di dubitare della sincerità e della competenza del testimone.

Ma dal punto di vista del metodo resta il fatto che Malanga non ha provveduto ad accertarle preliminarmente in maniera sufficiente.

Quanto alla probabilità oggettiva, ci si può limitare ad osservare che persino un ricercatore persuaso della realtà dei
rapimenti alieni, come il professor Jacobs, ritiene che si tratti di eventi altamente improbabili [3, p. 25].

Criteri di valutazione di una testimonianza

Inoltre, una testimonianza può essere valutata in base ad altri criteri: 

1) il numero dei testimoni;

2) la loro integrità;

3) la loro capacità;

4) l’intento dell’autore (se la testimonianza è tratta da un libro);

5) la coerenza tra le parti e le circostanze della relazione;

6) le teorie contrarie [16, p. 875]. 

Ebbene, l’unico testimone di cui si possegga il resoconto è Lonzi; la sua integrità e la sua capacità non sono in dubbio ma, dal punto di vista del metodo, non sono state sufficientemente verificate.

L’intento di Malanga è tanto strettamente connesso con le sue convinzioni, da indurlo sia a condizionare la testimonianza in maniera che confermi le sue aspettative, sia a non considerare le teorie contrarie.

Non ha considerato nemmeno la coerenza interna della testimonianza stessa, né le circostanze in cui essa è stata resa.

Di conseguenza, ci sembra inevitabile concludere che Malanga, con Gli UFO nella mente, non ha dimostrato le proprie tesi:

non è riuscito a presentare una testimonianza che possegga i requisiti necessari a renderla valida.

Quindi anche le conclusioni a cui giunge non possono, sulla base del metodo con cui sono state ottenute, essere considerate valide.

FONTI:

1. Corrado Malanga, Gli UFO nella mente: interferenze aliene, Milano,
Bompiani, 1998.

2. C.D.B. Bryan, “Close Encounters of the Fourth Kind”, Penguin Arkana,1996.

3. David M. Jacobs, Secret Life: Firsthand Accounts of UFO Abductions, New York, Simon & Schuster, 1992.

4. David M. Jacobs, The Threat, New York, Simon & Schuster, 1998.

5. Monica Di Carlo, Incontro con gli UFO, «Gazzetta del Lunedì» (Genova),13 Settembre 1993.

6. “Sono stato ferito dagli UFO”, «Il Secolo XIX» (Genova), 2 Ottobre 1993.

7. Edoardo Russo, Bagliori nel buio: il caso Travis Walton al cinema e nella realtà, in “UFO” (Rivista di informazione ufologica), n. 13, Dicembre 1993, pp. 19/36.

8. “Doubts Cast on Validity of Recovered Memory Therapy”, The Royal College of Psychiatrists (17 Belgrave Square, London), Press Release (Wednesday 1st April 1998) relative to a comprehensive review of the literature on recovered memories of childhood sexual abuse, published in the April 1998 issue of the British Journal of Psychiatry, by Professor Sydney Brandon.

9. Record 8 of 19 – PsycLIT Journal Articles 1991-12/97 TI: Toward an explanation of the UFO abduction phenomenon: Hypnotic elaboration, extraterrestrial sadomasochism, and spurious memories.

Altre fonti:

AU: Newman,-Leonard-S.; Baumeister,-Roy-F.

IN: U Illinois, Dept of Psychology, Chicago, IL, US JN: Psychological-Inquiry; 1996 Vol 7(2) 99-126

AN: 83-34092 PsycLIT Database 10. Record 10 of 19 – PsycLIT Journal Articles 1991-12/97

TI: Alleged alien abductions: False memories, hypnosis, and fantasy proneness.

AU: Lynn,-Steven-Jay; Kirsch,-Irving-I.

IN: Ohio U, Dept of Psychology, Athens, OH, US

JN: Psychological-Inquiry; 1996 Vol 7(2) 151-155

AN: 83-34079 PsycLIT Database 11. Record 12 of 19 – PsycLIT Journal Articles 1991-12/97

TI: Escaping the self or escaping the anomaly?

AU: Hall,-Robert-L.

JN: Psychological-Inquiry; 1996 Vol 7(2) 143-148

AN: 83-34060 PsycLIT Database 12. Record 9 of 19 – PsycLIT Journal Articles 1991-12/97

TI: A more parsimonious explanation for UFO abduction.

Fonti:

AU: McLeod,-Caroline-C.; Corbisier,-Barbara; Mack,-John-E.

IN: Cambridge Hosp, Ctr for Psychology & Social Change, Program for Extraordinary Experience Research (PEER), Cambridge, MA, US

JN: Psychological-Inquiry; 1996 Vol 7(2) 156-168

AN: 83-34086 PsycLIT Database 13. Record 6 of 19 – PsycLIT Journal Articles 1991-12/97

TI: “Memories” of anomalous and traumatic autobiographical experiences. Validation and consolidation of fantasy through hypnosis.

AU: Orne,-Martin-T.; Whitehouse,-Wayne-G.; Orne,-Emily-Carota; Dinges,-David-F.

IN: Inst of Pennsylvania Hosp, PA, US

JN: Psychological-Inquiry; 1996 Vol 7(2) 168-172

AN: 83-34095 PsycLIT Database 14. Record 13 of 19 – PsycLIT Journal Articles 1991-12/97

Ulteriori Fonti:

TI: The construction of space alien abduction memories.

AU: Clark,-Steven-E.; Loftus,-Elizabeth-F.

IN: U California, Dept of Psychology, Riverside, CA, US

JN: Psychological-Inquiry; 1996 Vol 7(2) 140-143

AN: 83-34040 PsycLIT Database 15. Record 17 of 19 – PsycLIT Journal Articles 1991-12/97

TI: Past-life identities, UFO abductions, and satanic ritual abuse: The social construction of memories. Special Issue: Hypnosis and delayed recall: I.

AU: Spanos,-Nicholas-P.; Burgess,-Cheryl-A.; Burgess,-Melissa-Faith

IN: Carleton U, Ottawa, ON, Canada

JN: International-Journal-of-Clinical-and-Experimental-Hypnosis; 1994 ; Oct Vol 42(4) 433-446

AN: 82-13771 PsycLIT Database 16. Nicola Abbagnano, Dizionario di filosofia, Milano, TEA, 1993.

Fonte articolo sul caso Valerio Lonzi:

village.flashnet.it il sito non è più attivo.

Approfondimenti:

Visita la sezione del sito su ufo, alieni ed abduction

Il caso Caponi in Italia l’alieno più volte fotografato.

Il caso Caponi in Italia l’alieno più volte fotografato.

Anno 1993

Pretare d’Arquata, provincia di Ascoli Piceno.

Marche

Filiberto Caponi è colui che avrebbe vissuto il caso italiano più controverso. Il caso ormai è ritenuto chiuso, con cinque incontri ravvicinati del terzo tipo con un essere umanoide extraterrestre.

Filiberto Caponi artigiano ceramista, all’epoca vetitreenne ha documentato questi incontri. Caponi ha documentato gli incontri tramite fotografie scattate tramite una Polaroid 660 alla creatura aliena.

Le riviste e la trasmissione televisiva “I fatti vostri”

Il n.43 della rivista Visto del 28 Ottobre 1993 e Venerdì, 5 Novembre 1993 mostrano le foto della creatura.

Giancarlo Magalli nella trasmissione “I Fatti vostri” mostrò al pubblico le foto di questa strana e piccola creatura. La creatura era in svariate posizioni ed in condizioni fisiche pessime. In alcune foto la creatura sembra sanguinante e ferita.

La creatura di un’altezza di circa 70 cm, presentava una testa sferica e la bocca umida con un intensa salivazione.

Sembrava boccheggiare, priva di orecchie, gli occhi piccoli, obliqui e scuri. La creatura presentava la pelle ruvida e spessa di colore scuro, un arancione scuro. Solo nel capo la pelle era più chiara e liscia ma con alcune cicatrici.

Inoltre presentava piccole braccia ma del tutto inerti e due piccole narici per respirare. Le gambe erano muscolose con sole due dita dei piedi. Sembravano gambe “fatte per correre”, due tubi uscivano e rientravano nel torace della creatura.(Tubi messi per respirare?)

Il caso fu studiato dal CUN e dal CETI e Filiberto Caponi mantenne sempre la stessa linea nello descrivere gli avvenimenti. Il suo caso fu seriamente studiato dal mondo dell’ufologia.

Gli Incontri

Immagine illustrativa. Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay

Di seguito gli incontri narrati dalla voce dello stesso Caponi:

9 maggio 1993:

Filiberto Caponi notò nei pressi della sua abitazione qualcosa di bianco appoggiato sul terreno, dietro ad un muretto. Un qualcosa che si lamentava. A lui ricordò immediatamente un comune gatto o un cane.

Egli si avvicinò e provò a muovere il presunto animale con il piede. Ed immediatamente la “cosa” si alzò con un salto. Mostrando di avere i piedi, due piccole braccia che sembravano inerti e le gambe saltando un muretto e correndo a velocità sostenuta.

Le gambe della creatura parevano fasciate e sembrava avesse con se una sacca appoggiata sulla schiena. La pelle era visibile sulla testa e sulle braccia non funzionali ed il resto del corpo era fasciato con una specie di garza bianca.

In seguito a questo strano incontro Caponi si recò sul posto dell’incontro con il padre per un sopralluogo. I due uomini trovarono solo una garza imbrattata di sangue.

La garza non fu gettata nell’immondizia ma tenuta con l’intento di farla analizzare ad Ascoli Piceno.In seguito la garza sparirà nella notte.

Circa alle tre del mattino di quella notte Caponi avvertì il lamento della creatura sotto la sua finestra e con il padre la scorge chiaramente passare a velocità, sempre sostenuta, sotto un lampione.

24 maggio 1993:

Alle due di notte Caponi, ormai convinto di non rivedere più la creatura, ode di notte di nuovo i lamenti della creatura. E decide di scattare alcune foto con una Polaroid 660 imprestatagli dal cognato. Scatta due foto quella notte, uscendo nel cortile, dove la creatura pare non udire alcun rumore emesso dal ragazzo.

Caponi dice che “la creatura lo ha guardato” voltando leggermente il capo.

Come inseguendo la luce del flash o quella dei lampioni. Una foto appare in lontananza e non vi si distingue nulla, solo una macchia indistinta. La seconda invece nitida e più ravvicinata si vedono le braccia inerti della creatura e la fasciatura con cui è ricoperta. Caponi con i famigliari decide di nascondere le foto in un luogo sicuro, in una cassetta di legno.

Il giorno dopo le foto appaiono come bruciate e rigonfie nel punto in cui vi è l’immagine della creatura.

Poteva essere stata utilizzata una pellicola scaduta?

Si domandano i rappresentanti del CUN?

Oppure era una reazione con una vecchia batteria conservata contemporaneamente alle foto nella scatola?

Un giornalista di ‘Stop‘ intervista Caponi senza acquistare le foto bruciate. Quando in paese odono il verso della creatura e si spaventano credendo seriamente che qualcosa di insolito stia realmente succedendo in paese.

L’8 agosto molte galline vengono ritrovate misteriosamente morte, dissanguate, con gli arti o la testa amputati senza mostrare morsi di alcun genere.

Una volpe o una faina il colpevole?

Oppure si tratta di un chupacabras? Talvolta i chupacabras agiscono in seguito ad avvistamenti di ufo o alieni.

11 agosto 1993:

Alle 5 di mattina Caponi incontra di nuovo la creatura al di fuori del suo laboratorio. E Caponi scatta una foto con la Polaroid che decide di custodire con cura in un cassetto. Questa foto riamarrà intatta.

20 agosto 1993:

Caponi scatta altre due foto all’essere seduto di nuovo nel cortile.

Questa volta la creatura si presenta senza garze, nudo con due tubi che si muovevano ritmicamente sotto la pelle. i tubi erano come mossi da un liquido o aria, tubi per la respirazione?

Che entravano ed uscivano dal corpo della creatura.

Si è supposto che l’essere poteva essere ricoperto da una tuta protettiva, come una seconda pelle. La creatura era bagnata con dell’acqua. In seguito Caponi afferma di aver visto uno di due secchi dell’acqua vuoto per metà, forse la creatura aveva fatto un bagno.

20 settembre 1993:

Alle 3 di mattina Caponi decide di chiamare qualcuno a testimoniare la presenza della creatura. E chiama sua nonna che quando vede la creatura incappa nel panico e inizia ad urlare. Ma caponi scatta altre fotografie, questo sarà l’ultimo incontro.

Conclusioni:

Filiberto Caponi subì un processo penale per “diffusione di notizie false o esagerate tendenti a turbare l’ordine pubblico”. E nel maggio 1994 fu scagionato dal GIP. Questa fu la causa principale dell’archiviamento del caso Caponi. Ma permangono ancora molti dubbiriguardo il caso Caponi.

Caponi ha dichiarato di essere stato obbligato da persone influenti a dimostrare che egli stesso aveva creato la creatura.Dal momento che egli era un ceramista ed avrebbe potuto in modo molto semplice creare una creatura con creta da se.

Caponi fu fotografato con il modellino e questa fu considerata una prova della falsità delle sue foto.

Ma se relamente non fosse così?

Un caso di Cover Up?

Le foto di Filiberto Caponi sono state ritirate in gran parte da internet e non se ne trovano molte online. 

Approfondimenti:

Visita la sezione del sito su ufo, alieni ed abduction.

Jorge Martin ufologo di Puerto Rico

Jorge Martin ufologo di Puerto Rico

Puerto Rico

Jorge Martin è un ufologo ricercatore di Puerto Rico che si occupa di studiare vari fenomeni legati al mondo dell’ufologia. Tra cui enigmi, Ufo, criptozoologia, fenomeni paranormali. Jorge Martin si interessa dello studio della fenomenologia della creatura sud americana chiamata Chupacabras.

Breve Biografia

Jorge Martin.

Il giornalista Jorge Martín, ha studiato Scienze Politiche all’università di Puerto Rico. Egli ha iniziato la sue ricerche giornalistiche specializzate su Ufo ed Enigmi durante l’anno 1975.

Ha studiato centinaia di avvenimenti relativi a questa materia. Sia a Puerto Rico che all’estero e questo lo ha fatto diventare un esperto in questo campo di fama internazionale.

Gli articoli.

I suoi articoli i sono stati pubblicati a Puerto Rico, così come in altri paesi. Si tratta di paesi come U.S.A., Inghilterra, Germania, Francia, Spagna, Italia, Giappone, Cina, Romania, Russia, Brasile, Argentina, Ecuador, México, Guatemala, Costa Rica ed altri paesi.

Martin ha rappresentato Puerto Rico nei congressi internazionali e nei congresso sugli UFO celebrati negli U.S.A.

In Europa ed in America latina ed è stato collaboratore nella produzione di molti documentari sugli UFO anche per Discovery Channel, The Learning Channel e per altri programmi televisivi. programmi noti come National Geographic, Unsolved Mysteries (NBC), Strano Universo, FOX Network.

Infine  ha partecipato in programmi televisi messicani, vanezuelani, giapponesi, tedeschi e portoricani sempre sul tema UFO.

Inoltre ha lavorato per molti programmi radiofonici a Puerto Rico. Ha collaborato nelle stazioni radiofoniche di Notiuno (WUNO) e di Supercadena (WSKN). E’ stato redattore di “ENIGMAS del Millenio”.

Martin è l’autore dei libri “Il rapporto di Lazar”, “E.B.A. Progetto “,” Vieques: UFO caraibico cover_up del terzo re”e” Preso nella luce “.

Martín fu intervistato in televisione ad Acapulco, Messico, insieme al Dott. Roger Leir.

Jorge Martin ufologo di Puerto Rico

Isola Porto Rico. Foto di Amy Irizarry da Pixabay

Note da parte dello stesso Jorge Martín:

Puerto Rico.

Studiando per 30 anni la materia di UFO ed alieni ho realizzato che dalla società reale in cui viviamo ci vengono imposti schemi e verità. Sia dal sistema scolastico e le università che sono ben lontani dalla verità e dalla realtà giornaliera.

Ho scritto i miei libri per far capire che esiste un’altra realtà e che una serie di eventi ci insegna che :

NON SIAMO SOLI NELL’UNIVERSO e che altre intelligenze interagiscono con noi ogni giorno anche tramite l’esercito americano.

Questa realtà è evidente specialmente a Puerto Rico. E’ un paese caraibico che è stato territorio coloniale USA dall’anno 1989. Quando la Spagna lo cedette agli USA dopo aver perso la guerra spagnolo_americana.

In seguito a questo avvenimento Puerto Rico fu trasformato in base militare. E numerosi eventi sbalorditivi ed inspiegabili hanno iniziato a verificarsi. Come oggetti non identificati Ufo che si avvistavano in mare o in cielo. E esseri umanoidi venivano avvistati all’interno dell’arcipelago.

Questi fenomeni furono insabbiati tenendo le persone LONTANE DALLA VERITA’

I miei risultati dopo trent’anni di studi e ricerche nell’arcipelago di Puerto Rico e nelle regioni di Puerto Rico mi hanno fatto capire che Puerto Rico potrebbe essere una delle più grandi basi aliene. jorge Martin ha effettuato ricerche anche a Cabo Rojo e Lajas, nel sud-ovest dell’ isola, nel comune di Vieques e nella foresta caraibica nazionale (foresta di pioggia di EL Yunque)

Secondo l’uomo il governo degli Stati Uniti interagisce con questi alieni presenti nell’isola in punti precisi lungo la costa e in altre zone interne.

Il libro di Jorge Martin

Il libro.

Questi ultimi fatti sono discussi nel libro :

‘Vieques: Caribbean UFO Cover-Up of the Third Kind’ and ‘Taken in the Light’ (in spagnolo.)

Il sito ufficiale di Jorge Martin purtroppo non funziona più e non è più consultabile.

Un video su youtube del giornalista dove in un programma televisivo spiega i suoi studi sugli ufo:

Video

Di seguito il video “Ufo ed i chupacabra a Puerto Rico”:

Approfondimenti:

Il Chupacabra è un mito o una realtà?

In ogni parte del mondo la mitologia e il folklore popolare fanno parte della quotidianità.

Per cui ogni luogo ha la sua leggenda vi sono quelle più popolari e note. Infatti ogni nazione, ogni paese, ogni luogo ha una sua leggenda.

Visita nel sito la sezione Ufo, alieni ed abduction.