Uomo pollo è conservato in formaldeide in Germania.

L’uomo pollo, conservato in formaldeide in Germania.

Preservato in formaldeide, compresso in un bicchiere di 16 pollici( circa 40 centimetri) e, avendo quasi niente in comune con gli altri esemplari della collezione, un’orribile creatura ha passato i suoi anni nel piccolo museo di Waldenburg.

Una piccola città nella regione tedesca della Sassonia. Il cosiddetto “uomo pollo” è il più grande mistero della Germania.

Una foto dell’uomo pollo, tratta dal web.

È solo un aborto straordinario o abbiamo la prova sorprendente di un caso di manipolazione genetica mirata da parte degli extraterrestri? Poi abbandonata quando i risultati non hanno soddisfatto le loro aspettative?

In altre parole: può essere un ibrido tra uomo e una forma di vita extraterrestre?

Nel 1735, la casalinga ventottenne Johanna Sophia Schmied di Taucha, un villaggio vicino a Lipsia, rimase incinta per la quarta volta. Pur avendo partorito tre figli sani precedentemente, quella volta diede alla luce un “mostro” terrificante.

Il Dr. Gottlieb Friederici di Lipsia, che fu testimone dell’intero evento, conservò la creatura in formaldeide per dare ai futuri colleghi la possibilità di risolvere il profondo mistero dello strano essere.

Dopo l’autopsia iniziale, Friederici scrisse un rapporto di 32 pagine in latino che conteneva la storia medica della madre e i risultati meticolosamente riportati delle sue analisi.

Al momento della nascita, Johanna Sophia Schmied era sposata ad un “gobbo”. Era “di statura piccola e massiccia e di temperamento collerico e melanconico”. Senza dubbio questo non può spiegare la nascita di un simile mostro, soprattutto se si considerano i suoi figli più grandi, assolutamente sani.

Anche il corso della sua quarta gravidanza fu piuttosto inusuale:

secondo il dottor Friederici, il feto non aveva gonfiato la pancia in modo normale, se comparata ad altre. La nascita in se occupò più di sette ore.

L’uomo pollo conservato in formaldeide in Germania.

Il dottor Friederici assunse immediatamente un disegnatore a proprie spese per fare disegni per le generazioni a venire. Dopo una breve osservazione esterna, il dottore scelse di non essere esitante né di attendere ulteriormente. E si dedicò soprattutto alla descrizione dell’autopsia dell’essere, cioè “dell’anatomia interna dello sfortunato mostro”.

Durante questa autopsia, il dottore osservò anomalie che lo differenziavano da un normale corpo umano.

La testa sproporzionata non si presentava come idrocefala dal momento che l’escrescenza, simile a quella di un tumore, era completamente riempita dal cervello. Altre anomalie furono riscontrate nei polmoni e nel cuore. Il cuore non aveva un pericardio ma era all’interno di una particolare membrana sottile.

Gli organi interni della mostruosa creatura non erano le uniche anomalie.

La sua struttura ossea deviava in molte caratteristiche da quella di un normale essere umano. Né la parte inferiore delle braccia (normalmente consistenti in ulna e radio), né quella delle gambe (con tibia e perone) avevano due ossa distinte. Anche le rotule delle ginocchia erano assenti.

Fonte:llewellyn.com

Curiosità:

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Il Mistero del lago di Sobolko in Asia

Il Mistero del lago di Sobolko in Asia

Il lago assassino

08.09.2001

Asia:

In Asia il lago ingoia persone e animali durante gite in barca, passeggiate in montagna. Il lago è una meta turistica. Ma cosa succede se una depressione naturale del suolo diventa un’entità torbida della quale avere timore?

Semplice:

nasce il mistero.

Ed è proprio un mistero quello che avvolge il lago di Sobolko. Situato nella repubblica di Buryatia, nella Siberia sud -orientale. Questo specchio d’acqua dolce dalle dimensioni alquanto ridottesi è visto affibbiare appellativi decisamente poco simpatici, quali”killer”, “assassino” e “lago della paura”.

Ma vediamo di addentrarci nel caso, fornendo qualche numero:

centinaia di persone (25 delle quali negli ultimi due anni), 300 cavalli e 500 mucche.

Questi sono gli scomparsi, le presunte vittime di Sobolko. Sì perché il lago, negli ultimi dieci anni, avrebbe letteralmente inghiottito uomini e animali.

I timori degli abitanti dell’omonima cittadina non sono mai stati presi sul serio, forse perché terra di sciamani ricca di leggende.

Ma pare che finalmente da Ulan-Ude, capitale della repubblica, qualcosa si sia mosso.
Una missione composta da medici, biologi e microbiologi, muniti di sofisticate apparecchiature, cercherà di svelare il mistero tinto di giallo.
Ma la scomparsa di persone e bestiame non è l’unico interrogativo di Sobolko:

la notte sulle sue acque compaiono delle luci di natura sconosciuta.

Immagine illustrativa di un lago fonte Pixabay

Si tratta di fenomeni naturali?

Gli scienziati dicono che potrebbero essere fonti termali o fenomeni conseguenti alle spaccature della crosta terrestre.

Le vicende naturalmente hanno costituito terreno fertile per le “leggende metropolitane”, o meglio “lacustri”. C’è chi afferma di aver visto fare capolino un mostro simile a quello di Loch Ness (sarebbe impossibile, date le dimensioni del lago). E dischi volanti che, dopo aver sorvolato lo specchio lacustre, si inabissavano velocissimi e silenziosi.

Nell’attesa che qualche luminare faccia chiarezza sul caso, la gente di Sobolko ha paura e si tiene lontana dal sinistro laghetto:

secondo i locali molte persone sono scomparse sulle sue rive.

Il Mistero del lago di Sobolko in Asia

In Siberia il lago della paura Spedizione per risolvere i suoi misteri

Mosca.

Il “lago della paura” si trova nelle profondità della Siberia, nella misteriosa Buriazia, terra di misticismo pagano e foreste impenetrabili.
Piccolo al punto da non venire segnalato se non nelle mappe più dettagliate, Sobolkho – un nome che viene da una lingua indigena locale e fa pensare ad antiche legende – ora è diventato sinonimo di terrore e pericolo, un luogo di morte e mistero.

Secondo i locali, ogni essere vivente che si avvicina alle acque di Sobolkho è in pericolo.

La leggenda attribuisce al luogo una brutta fama fin da tempi antichi, ma esistono anche dati statistici che sono impressionanti:

25 persone sono affogate nel lago solo negli ultimi due anni, uno al mese. La vox populi poi parla di centinaia di vittime di Sobolkho.

I loro resti, secondo quanto si dice, non sono mai stati rinvenuti:

il lago ingiotte senza lasciare tracce.

Le acque profonde hanno fatto ecatombe anche di animali, in una zona di allevamento tradizionale dove il bestiame viene spesso portato ad abbeverarsi a Sobolko. Trecento cavalli e cinquecento mucche risulterebbero sparite sulle rive del “lago della paura”.

Il panico presso la popolazione ha raggiunto livelli tali che il governo della repubblica autonoma della Buriazia, ai confini con la Mongolia, ha deciso di ordinare un’inchiesta per chiarire quanto sta accadendo.

Una missione di idrologi, biologi e microbiologi ad agosto arriverà sul lago maledetto per cercare di strappargli i suoi segreti. Per ora di concreto esistono solo le testimonianze dei locali che non fanno che accrescere la paura:

la notte sulle acque di Sobolko appare una strana luminescenza rosa, e i pochi che hanno deciso di avventurarsi nel lago dicono che “non ha fondo”.

In attesa di cominciare le ricerche sul campo, gli scienziati cercano di dare a tutti questi fenomeni una spiegazione razionale.

Le luci rosate sul lago

Luci rosate:

Le luci rosate si spiegherebbero con l’esistenza nel lago di una fonte termale, oppure con la frattura della crosta terrestre sul fondo. La profondità enorme del lago potrebbe essere dovuta al fatto che si trova in una cavità carsica e l’acqua erode le rocce parzialmente calcaree del letto del bacino.

Ma tutto questo non basta a soddisfare gli abitanti della Buriazia, paese lontano dalla civiltà dove, accanto a un buddhismo rurale, persistono ancora culti animisti e pagani, dove in ogni villaggio si trova uno sciamanno che pratica le sue danze divinatorie e gli alberi e gli animali vengono considerati incarnazioni di spiriti della natura. Il sopprannaturale in quei luoghi remoti è di casa.

Non lontano da Sobolko si estende un altro lago “senza fondo”, il profondissimo Baikal, maggior bacino di acqua non salata del pianeta, sul quale gli abitanti locali mostrano tuttora una roccia dove venivano portate le fanciulle da sacrificare a una malefica divinità delle acque. E così le ipotesi, sempre più numerose, sul mistero del piccolo lago siberiano sembrano uscite da una puntata di “X-files”. Qualcuno sostiene di aver visto nella notte emergere dalla acque del “lago della paura” una sagoma strana, ed è convinto che si tratti della sorellina del mostro di Lochness.

Altri, con più fede nel progresso tecnologico, giurano di aver visto Ufo che si tuffano nelle acque di Sobolko a grande velocità e senza ilminimo rumore.

Il Mistero del lago di Sobolko in Asia

Siberia:

In Siberia, una missione di scienziati russi composta da idrologi, biologi medici e microbiologi, si appresta a raggiungere il lago Sabolko.

Gli abitanti della regione, nella repubblica dei Buriati, chiama il Sobolko “il lago della paura” perchè negli ultimi anni vi sono scomparse, senza lasciar traccia, centinaia di persone e un migliaio di animali, secondo quanto diffuso dall’agenzia Interfax.

Le autorità hanno promosso una missione scientifica per cercare di capire cosa stia succedendo nel piccolo ma pericolosissimo lago dove, di notte, brillano strane luci rosate.
Un particolare interessante sembrerebbe quello che il lago Sabolko non ha un vero e proprio letto in quanto si troverebbe in una zona “carsica” ovvero dove esiste erosione di rocce prevalentemente calcaree da parte dell’acqua,
Questa, trasforma il carbonato di calcio, insolubile, in bicarbonato, solubile, che viene quindi trascinato via.

Fonte:

Ansa

Curiosità:

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Il santo Graal nella tradizione medioevale.

Il santo Graal nella tradizione medioevale.

Fonte immagine Wikipedia.

Fonte articolo:

Wikipedia

Il termine graal designa in francese antico una coppa o un piatto e probabilmente deriva dal latino medievale gradalis, con il significato di ‘vaso’. In particolare secondo la tradizione medievale il Graal è la coppa contenente il sangue di Gesù Cristo utilizzata nell’Ultima Cena.

Proprio per aver raccolto il sangue di Gesù, tale oggetto sarebbe dotato di misteriosi poteri mistico-magici. In altre culture si identifica il medesimo oggetto con lo stesso nome. Per esempio il Graal è associato al calderone dei Dagda, un antico talismano della civiltà celtica.

Lo sviluppo della leggenda del Graal è stato tracciato in dettaglio dagli storici culturali: sarebbe una leggenda orale gotica, derivata forse da alcuni racconti folcloristici precristiani e trascritta in forma di romanzo tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII secolo. Gli antichi racconti sul Graal sarebbero stati imperniati sulla figura di Percival e si sarebbero poi intrecciati con il ciclo arturiano.

I romanzi del Graal furono originariamente scritti in francese e successivamente tradotti nelle altre lingue europee, senza l’aggiunta di nuovi elementi.

Fu solo dopo che il ciclo dei romanzi del Graal si fu costituito che il Graal venne identificato con la coppa dell’ultima cena di Gesù Cristo, collegando l’etimologia dei termini francesi san greal (“Santo Graal”) e sang real (“sangue reale”).

Origini

Antichità:

Le origini del Graal possono essere ricondotte ad antiche saghe celtiche intorno ad un eroe viaggiatore che si ritrova in un “altro mondo”, su un piano magico parallelo al nostro. In questi racconti il Graal era semplicemente un piatto o coppa, come l’inesauribile cornucopia greco-romana, presentato per significare la natura mistica dell’altro mondo.

Il santo Graal nella tradizione medioevale

La leggenda del Santo Graal come Calice dell’Ultima Cena

Secondo il racconto dei Vangeli sinottici (Matteo 26,26-29; Marco 14,22-25; Luca 22,15-20), durante l’Ultima Cena Gesù prese il pane, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse:

Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi.

Poi prese il calice, rese grazie, lo diede ai suoi discepoli e disse:

Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza versato per tutti in remissione dei peccati.

Il giorno dopo, Venerdì di Passione, Gesù fu crocifisso. Quando venne deposto dalla croce uno dei suoi discepoli, Giuseppe d’Arimatea, lo avvolse in un lenzuolo e lo portò nella tomba di famiglia che si era da poco fatta costruire lì vicino.

Mentre il corpo di Gesù veniva lavato e preparato per essere sepolto, alcune gocce di sangue uscirono dalla ferita infertagli dal centurione. 

Giuseppe la raccolse nella stesse coppa che era servita per la consacrazione dell’Ultima Cena. Giuseppe lasciò la Palestina e si rifugiò in Britannia con il Santo Graal, dove rimase per cinque secoli, affidato ai sacerdoti della chiesa Aquae Sulis.

Nel VI secolo a causa dell’avanzata di eserciti pagani si volle portarlo in un luogo più sicuro. Quindi un sacerdote si incaricò di portarlo a Roma dal Papa. Ma quando arrivò all’Isola Comacina, a causa dell’invasione dei Longobardi fu costretto a fermarsi.

Al Santo Graal venne dato il merito della resistenza riuscita contro i Longobardi, e venne costruita una chiesa (sull’isola) in suo onore. Con la vittoria dei Longobardi si cercò quindi di portare in salvo il Santo Graal, nascondendolo in un posto sperduto in Val Codera, da dove si sono perse le sue tracce.

Il Graal ed il re Pescatore

Il racconto del Re Pescatore riguarda un re zoppo la cui ferita alla gamba rende la terra sterile. L’eroe (Gawain, Percival, o Galahad) incontra il re pescatore ed è invitato ad una festa al castello.

Il Graal è ancora presentato come un vassoio di abbondanza ma è anche parte di una serie di reliquie mistiche, che includono anche una lancia che stilla sangue (da alcuni interpretata come la Lancia di Longino) ed una spada spezzata.

Lo scopo delle reliquie è di incitare l’eroe a porre domande circa la loro natura e quindi rompere l’incantesimo del re infermo e della terra infruttuosa, ma l’eroe invariabilmente fallisce nell’impresa.

Il santo Graal nella tradizione medioevale.

Il Graal e la leggenda arturiana

La storia del Re pescatore ed il Graal fu più tardi incorporata nel ciclo arturiano. In principio il racconto del re pescatore fu un episodio inserito prima dell’arrivo di Percival a Camelot, per poi evolvere in una esplicita ricerca del Graal da parte dei dodici cavalieri della Tavola Rotonda.

Il Canone del Graal

Il Graal appare per la prima volta sotto forma letteraria nel Perceval ou le conte du Graal di Chrétien de Troyes (XII secolo).

Dopo il Parzival of Wolfram von Eschenbach, per il quale il Graal è una pietra magica, fu Robert de Boron, nel suo Joseph d’Arimathie composto tra il 1170 ed il 1212, che aggiunse il dettaglio che il Graal sarebbe la coppa usata nell’Ultima Cena, nella quale Giuseppe di Arimatea avrebbe poi raccolto le gocce di sangue del Cristo sulla croce, come raccontato da alcuni apocrifi come le Gesta Pilati o lo Pseudo-Vangelo di Nicodemo.

Giuseppe avrebbe poi portato la coppa nelle Isole britanniche e lì fondato la prima chiesa cristiana. La cristianizzazione della leggenda del Graal è proseguita dalla Queste del Saint-Graal, romanzo anonimo scritto verso il 1220, probabilmente da un monaco, che fa del Graal la Grazia divina.

I cavalieri alla ricerca del Graal.

Vari… cavalieri intrapresero la ricerca del Graal in racconti annessi al ciclo arturiano.

Alcuni di questi racconti presentano cavalieri che ebbero successo, come Percival o Galahad; altri raccontano di cavalieri che fallirono nell’impresa per la loro impurità, come Lancillotto. Nell’opera di Wolfram, il Graal fu messo in salvo nel castello di Munsalvaesche (mons salvationis) o Montsalvat, affidato a Titurel, il primo re del Graal.

Alcuni hanno identificato il castello con il santuario di Montserrat in Catalogna.

La leggenda del Graal è riportata anche in racconti popolari gallesi, dei quali il Mabinogion è il più vecchio dei manoscritti sopravvissuti (XIII secolo). Esiste anche un poema inglese Sir Percyvelle del XV secolo. In seguito le leggende di re Artù e del Graal furono collegate nel XV secolo da Thomas Malory nel Le Morte d’Arthur (anche chiamato Le Morte Darthur) che diede al corpus della leggenda la sua forma classica.

Il santo Graal nella tradizione medioevale.

I luoghi del Graal

Già nel Medioevo esistono testimonianze relative al luogo dove sarebbe conservato il Graal. Le più importanti sono:

La fonte più antica sulla coppa dell’Ultima Cena parla di un calice argenteo a due manici che era rinchiuso in un reliquiario di una cappella vicino Gerusalemme tra la basilica del Golgotha e il Martirio.

Questo Graal appare solamente nel racconto di Arculfo, un pellegrino anglo-sassone del VII secolo, che l’avrebbe visto ed anche toccato. Questa è la sola testimonianza che il calice fosse conservato in Terra Santa.
Un’altra fonte della fine del XIII secolo parla di una copia del Graal a Costantinopoli.

La testimonianza si trova nel romanzo tedesco del XIII secolo Titurel il giovane. Questo Graal sarebbe stato trafugato dalla chiesa del Boucoleon durante la quarta crociata e portata da Constantinopoli a Troyes da Garnier de Trainel, decimo vescovo di Troyes, nel 1204. Viene ricordato lì ancora nel 1610, ma sarebbe scomparso durante la Rivoluzione francese.

I calici creduti il santo Graal

Dei due calici sopravvissuti fino ad oggi e creduti essere il Graal, uno si trova a Genova, nella cattedrale di san Lorenzo. La coppa esagonale genovese è conosciuta come il sacro catino.

Il calice è di vetro egiziano verde e la tradizione vuole che sia stata intagliata in uno smeraldo. Fu portata a Parigi dopo la conquista napoleonica dell’Italia e tornò rotta. La sua origine è incerta; secondo Guglielmo di Tiro, che scrive verso il 1170, fu trovato nella moschea a Cesarea nel 1101.

Secondo un’altra versione di una cronaca spagnola fu trovato quando Alfonso VII di Castiglia prese Almeria ai Mori nel 1147 con l’aiuto genovese; questi in cambio avrebbero voluto solo questo oggetto dal saccheggio di Almeria.

L’identificazione del sacro catino con il Graal non è comunque tarda, dato che si trova nella cronaca di Genova scritta da Jacopo da Varagine, alla fine del XIII secolo.
L’altro calice identificato col Graal è il santo cáliz, una coppa di agata nella cattedrale di Valencia.

Essa è posta su un supporto medievale e la base è formata da una coppa rovesciata di calcedonio. Sopra c’è una iscrizione araba. Il primo riferimento certo al calice spagnolo è del 1399, quando fu dato dal monastero di San Juan de la Peña al re Martino I di Aragona in cambio di una coppa d’oro.

Secondo la leggenda il calice di Valencia sarebbe stato portato a Roma da San Pietro.

Le ipotesi su dove si trova il santo Graal.

In tempi moderni vi è stata una fiorente speculazione sul luogo dove potrebbe essere custodito il Graal e sono state fatte varie ipotesi:

  • Castel del Monte
  • Castello di Gisors: dove lo avrebbero portato i Cavalieri templari
  • Takht-I-Sulaiman: uno dei principali centri del culto zoroastriano
  • Cattedrale di Bari, sul cui portale si trova un’immagine di Re Artù
  • Cappella di Rosslyn in Scozia
  • Glastonbury, dove sarebbe stato portato da Giuseppe di Arimatea
    Oak Island negli Stati Uniti
  • Castello di Montsegur, dove lo avrebbero custodito i Catari
  • Chiesa di Rennes-le-Château in Francia
  • Disperso in val Codera (Lombardia)
  • Sepolto in un profondo pozzo nei dintorni di Aquileia il Puteum aureo
  • Chiesa della Gran Madre di Torino


    Interpretazioni moderne

Una delle teorie recenti che ha fatto scalpore è quella avanzata da Baigent, Leigh e Lincoln, nel loro The Holy Blood and the Holy Grail (Il mistero del Graal, 1982). Gli scrittori hanno avanzato l’ipotesi che in realtà il Graal non sia un oggetto ma la linea di sangue della stirpe dei discendenti di Gesù Cristo.

Partendo dalla similitudine etimologica di San Graal e di sang real, asseriscono che Gesù avrebbe sposato Maria Maddalena, e con lei avrebbe avuto dei figli, i cui discendenti sarebbero la dinastia dei Merovingi.

Questa tesi è stata posta dallo scrittore americano Dan Brown alla base del suo romanzo best seller Il codice da Vinci, molto criticato per le sue incongruenze storiche.

Il santo Graal nella tradizione medioevale.

Il Graal nella letteratura e nel cinema:

  • Parsifal, opera di Richard Wagner, 1882
  • Monty Python e il Sacro Graal (Monty Python and the Holy Grail), film del 1975
  • Excalibur, film di John Boorman del 1981
  • Indiana Jones e l’ultima crociata (Indiana Jones and the Last Crusade), film di Steven Spielberg, 1989
  • Il codice da Vinci (The Da Vinci Code), romanzo di Dan Brown, 2003, che sostiene l’ipotesi di Baigent, Leigh e Lincoln

Fonti:

  • Walter – Poirion (ed.), Le Livre du Graal.
  • Tome I, Joseph d’Arimathie – Merlin – Les Premiers Faits du roi Arthur, Paris 2001 ISBN 2070113426
  • Chrétien de Troyes, Le Conte de Graal or Perceval, Cambridge, N.J., 1982
  • Wolfram von Eschenbach, “Parzival”, Stuttgart 1999 ISBN 3150074517

Bibliografia:

  • Baigent – Leigh – Lincoln, Il Santo Graal, Milano 1994 ISBN 8804386096
  • Ferrari – Zatterini (ed.), Atlante del Graal, Milano 1997 ISBN 8880730339
  • Norma L. Goodrich, Il Santo Graal, Milano 1996 ISBN 8818880489
  • Graham Hancock, Il mistero del Sacro Graal, Casale Monferrato 1999 ISBN 8838443572
  • Graham Phillips, La ricerca del Santo Graal, Milano 1998 ISBN 8878248908
  • Andrew Sinclair, L’avventura del Graal, Milano 1997 ISBN 880443046X
  • AA.VV., Il Graal, i testi che hanno fondato la leggenda, Milano 2005 ISBN 8804538198

Fonte articolo:

Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Curiosità:

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Il mistero di Rennes le Château in Francia

Il mistero di Rennes le Château in Francia

Francia

Ogni anno Rennes-le-Château, piccola cittadina è meta turistica per numerosi appassionati di misteri e cacciatori di tesori.

Secondo la leggenda nei dintorni della cittadina di Rennes-le-Château, si troverebbe un Tesoro di enorme valore.

La storia di Rennes le Château.

Bérenger Saunière (1852-1917) nel 1885, molto povero, diventa curato di una piccola parrocchia in un piccolo paese con pochi abitanti.

La parrocchia necessita di numerosi lavori di ristrutturazione ed egli cerca il denaro per poter iniziare i lavori. Con i lavori inizia dall’altare che si rivela cavo quindi vengono interrotti immediatamente a causa di un ritrovamento di strani oggetti al suo interno.

Gli oggetti ritrovati sarebbero stati tre cilindri sigilati con all’interno passi del vangelo e parole in una lingua sconosciuta. Saunière in seguito li ha inviati dal nipote, un’ esperto in traduzione di lingue sacre religiose.

Nelle pergamene vi era chiaro riferimento ad un tesoro riferito a tre persone.

Il ritrovamento delle scene dipinte.

Nel frattempo i lavori continuano e sotto ad un lastrone vengono ritrovate due scene dipinte:

  • In una è ritratto un cavallo che si disseta ed un cavaliere che suona il corno.
  • Nell’altra invece è ritratto un bimbo in spalla ad un cavaliere che impugna un bastone da pellegrino.

A quel punto il comportamento di Bérenger Saunière diventa misterioso, egli inizia ad avere comportamenti strani, compie escursioni da solo e si isola sempre di più. L’uomo inizia a viaggiare e ad aprire conti correnti in vari luoghi, a Budapest ad esempio.

Nel 1986 Bérenger Saunière fa sistemare la facciata esterna della parrocchia e fa costruire un acquedotto. Egli acquista un lotto di terreno e fa costruire la torre Magdala. In seguito una villa ammobiliata con oggetti molto costosi.

Bérenger Saunière spese una cifra di circa 3 milioni di euro in quel periodo, una cifra veramente enorme per l’epoca e per il ruolo di quella persona.

Bérenger Saunière trovò effettivamente un tesoro di grande valore?

Egli poteva mantenere un tenore di vita superiore alle sue possibilità ed il vescovo De Beauséjour lo sospese tramite vie legali dal suo compito in quanto si era accorto dell’incongruenza del tenore di vita di Saunière.

Saunière morì nel 1917.

Il mistero di Rennes le Château in Francia

Foto del paesaggio a Rennes le Chàteau Foto Gabriel LE NAOUR da Pixabay

Secondo alcuni studiosi le ricchezze di Saunière derivavano da vendita di Messe per corrispondenza e da finanziamenti occulti da parte di movimenti filomonarchici dell’epoca. Oppure vi erano introiti differenti per il parroco?

Tra il 1972 e il 1981 tre documentari nella serie “Chronicle” furono mandati in onda dalla BBC creando molto scalpore e facendo conoscere al mondo la leggenda di Rennes-le-Château.

Non sono giunte a noi prove sufficenti per affermare con sicurezza che un tesoro possa celarsi nei dintorni del casello di Rennes le Chateàu ma spesso manoscritti e documenti giudicati privi di valore assumono altre caratteristiche in seguito al ritrovamento di altri.

Poteva il Vaticano comprare il silezio del parroco con cospicui compensi in denaro per mantenere segreta questa verità forse sul Santo Graal?

Il tesoro ritrovato era di tipo documentale?

Il tesoro che arricchì Bérenger Saunière, sempre secondo gli autori, non era di natura materiale ma documentale:

Taluni sostennero che il parroco avesse ritrovato documenti che provavano la verità della discendenza di Gesù.

Storicamente troviamo la dinastia del Sang Real, il “Sangue Reale“. E’ un, termine in seguito corrotto in San Greal o più precisamente Santo Graal.

Il santo Graal nella tradizione medioevale.

Secondo gli scrittori il Santo Graal non è un oggetto ma una linea di sangue della stirpe dei dicendenti di Gesù Cristo.

Un organizzazione segreta chiamata Priorato di Sion,fondata da Goffredo di Buglione nel 1099 avrebbe avuto a capo personaggi come Sandro Botticelli, Leonardo da Vinci, Robert Boyle, Isaac Newton, Victor Hugo e Jean Cocteau.

Curiosità:

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Gli X Files italiani, misteri italiani.

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Sulle tracce del King King della padania.

Cremona

1991

Alcuni anni fa le repentine apparizioni di un orango padano, che aggrediva i vitelli nelle stalle e distruggeva la vegetazione sulle sponde dell’Oglio, mise in allarme le autorità di Soncino di Cremona. Le battute di caccia si rivelarono inutili. Ben presto la storia è diventata leggenda. Ma ciò non evitò che gran parte della popolazione si barricasse in casa e non uscisse più da sola, la sera.

Immagine di un gorilla Foto di ????Merry Christmas ???? da Pixabay

Bosco Marisa (CR)

Luglio 1991.

Tre giovani e belle ragazze stanno prendendo il sole sulla spiaggia del fiume Oglio quando, improvvisamente, vedono sbucare dalla boscaglia un essere spaventoso.

“Era alto almeno un metro e venti, era massiccio e ricoperto di folto pelame scuro”, dichiarerà una delle tre bagnanti ai giornalisti. “Assomigliava ad un grosso scimmione”, aggiungerà la seconda testimone.

“Ci siamo prese un grosso spavento. Temevamo volesse aggredirci. In fretta e furia abbiamo afferrato i nostri vestiti e siamo scappate via, raggiungendo in pochi istanti lo stradone che dalla spiaggia porta in paese. Fortunatamente il mostro non ci è venuto dietro”.

L’orango padano

Lombardia.

La vicenda dell’orango padano ha monopolizzato, nel luglio del ’91, l’attenzione della stampa lombarda per diverse settimane, complice anche la mancanza di notizie tipica dei periodi estivi.

E così un evento che solitamente sarebbe stato liquidato con poche righe su un invisibile trafiletto, rimbalzava in pochi giorni da un giornale all’altro del Paese, seminando il panico – ma anche l’incredulità – tra la popolazione di Soncino.

É in questo operoso paese di campagna, circondato da cascine ed allevamenti, che l’orango padano (come è stato prontamente ribattezzato dalla stampa) ha fatto la sua comparsa ufficiale a metà luglio.

Venuto non si sa da dove, né come né perché, questo ‘yeti dell’Oglio’ ha terrorizzato gli allevatori del posto con le sue apparizioni notturne (il caso delle tre bagnanti ha rappresentato l’unica manifestazione diurna) tanto repentine quanto fugaci.

“Si muove la notte. Entra nelle cascine ed aggredisce i vitelli”, ha scritto la stampa locale. “Poi si rifugia nel bosco, ove i cacciatori hanno trovato molte tracce del suo passaggio: alberi scortecciati un po’ dovunque, soprattutto nel tratto di campagna chiamata Bosco dei Guerrini, e due covi notturni distanti tra loro pochi metri”.

“Lo scimmione padano”, ha commentato il prestigioso quotidiano Repubblica, “scorteccia fusti di robinie, querce e noci e ne assaggia il sapore come fanno i ragazzini con i bastoncini di liquirizia; ai piedi degli alberi scorticati si scava delle buche e le fodera di vegetazione, costruendosi una cuccia per qualche ora e via… Dopo questi fatti, in paese c’è chi la sera non vuole più uscire o si sposta solo con la macchina. Nelle cascine dove sono state trovate le impronte i cani sono lasciati liberi per la difesa”.

“Si tratta di cose mai viste prima”, commenta un agricoltore del posto, Ernesto Zuccotti, il primo a dare l’allarme ai carabinieri.

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“Guardate questa pianta di robinia. É stata presa d’assalto da un essere furioso che l’ha scorticata. I graffi arrivano sino in cima alla pianta, saranno due metri d’altezza. Non è il primo caso da me scoperto.

É da maggio che qualcosa distrugge le piante. Chi sia o cosa sia a produrre questi danni non lo so. Sembra un grosso animale. Io non ho mai visto cose del genere in tutta la mia vita; i miei cani abbaiano spesso di notte e forse è per questo che il mostro non si avvicina alla casa”.

“Era un essere orribile”, ha confidato alla stampa un allevatore locale, che ha però preteso l’anonimato.

“Lo visto mentre si aggirava nella mia stalla, digrignando i denti e terrorizzando le mucche. Ho visto i vitelli scattare su quattro zampe, impauriti, e scappar via”.

Anche un gruppo di operai di un vicino stabilimento di prefabbricati sono stati testimoni di una delle fugaci apparizioni del King Kong della Padania.

“Siamo stati messi in allarme da una serie di grugniti e urla che si levavano da dietro una catasta di legna, in uno dei nostri capannoni abbandonati. Terrorizzati, ce la siamo data a gambe“, hanno raccontato i tre in paese (salvo poi negare tutto una volta interrogati dai carabinieri).

E proprio in paese, ove in neanche una settimana sono arrivati oltre un migliaio di curiosi collassando la circolazione, la gente si è dimostrata più scettica.

“Con tutti i coltivatori che ci sono in giro di notte nei campi ad irrigare, se davvero ci fosse una bestia del genere sarebbe stata vista di sicuro da molti, e invece non è così”, ha dichiarato convinto il barista del Boston, un locale del centro di Soncino.

Anche i carabinieri sono scettici.

Scettici anche i carabinieri, che hanno detto di non aver ricevuto segnalazioni attendibili.

“La colpa è del caldo intenso di questi giorni, che ha fatto impazzire qualcuno”, hanno sostenuto i paesani più scettici.

Quanto alle tre bagnanti sull’Oglio, saranno state vittime dello scherzo di qualche buontempone, magari qualche ragazzo del luogo che si è travestito da gorilla per spaventarle…”. Può darsi.

Nonostante l’apparente disinteresse delle autorità e lo scetticismo dei più, in quei giorni molti contadini hanno comunque preferito sciogliere i cani e barricarsi in casa la sera, e oltre

150 cacciatori si sono detti pronti a lanciarsi sulle tracce dell’animale (anche se la zona era stata prontamente dichiarata dal Comune oasi naturale con divieto di caccia), qualora ne fosse stata certificata la reale esistenza

Gli X Files italiani, misteri italiani.

Chi aggredisce gli animali?

L’apparente disinteresse dei cacciatori ha fatto sì che l’orango padano potesse aggirarsi indisturbato per i boschi del Guerrini. É stata la soluzione migliore.

Passata l’estate, del mostro della Padania si sono perse la tracce e la cronaca è diventata leggenda. Così come era repentinamente apparso, l’orango di Soncino era altrettanto misteriosamente scomparso, lasciando insoluto l’enigma delle sue improvvise apparizioni.

Quale fosse la reale natura di questo essere è un mistero senza risposta.

Forse un tipo sconosciuto di sciammia, come quella uccisa nel ’29 da una spedizione venexuelana?

Le autorità di Soncino si sono rivolte ad un entomologo dell’università di Pavia, il professor Riccardo Groppali, che ha dichiarato al quotidiano Il Giorno:

“Ho visto solo le fotografie degli alberi e posso fare solo supposizioni, ma credo proprio si abbia a che fare con un grosso animale, un orso o uno scimmione. Può darsi si tratti di un animale che è stato abbandonato. Forse aveva delle tare mentali, è impazzito e qualcuno ha deciso di disfarsene. Oppure, più semplicemente, è fuggito. Sfortunatamente da queste parti il vizietto dell’animale esotico ce l’hanno in tanti”.

Ciò che ha comunque attirato l’attenzione degli studiosi di criptozoologia è stato il fatto che, già da un anno, la zona era stata messa in allarme dalle aggressioni di una misteriosa creatura (forse lo stesso orango?)che compiva continue stragi di fagiani nella vicina riserva di S.Germiniano. Cinquanta animali uccisi ogni notte, si disse.

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La colpa di queste improvvise e regolari carneficine venne data ad un branco di volpi, presumibilmente scaricate da qualcuno nella riserva. Unica nota stonata, il fatto che i fagiani uccisi non venissero quasi mai divorati, il che è un comportamento anomalo per un predatore

Inoltre, un anno prima, un daino di razza pregiata era scomparso da un allevamento nel giardino della villa Caffi Avogadri a Gallignano. Era stato cercato per tre mesi, ma inutilmente.

Un’altra vittima dell’orango padano?

Nel più recente caso di Soncino un agricoltore che sosteneva di aver avvistato la creatura a pochi passi dall’entrata della cucina di casa propria, aveva poi trovato i propri cani, alcuni setter e pastori tedeschi, uccisi a morsi e graffi.

Ma come spesso avviene nei casi di ritrovamento di mutilazioni animali, una volta compiuto il danno, il colpevole sparisce senza lasciar più traccia.

E’ un Chupacabras?

Gli X Files italiani, misteri italiani.

Le mutilazioni di animali

In America, ove il fenomeno è maggiormente ricorrente, le chiamano ‘cattle mutilations’ o mutilazioni animali.

Si tratta di episodi inspiegabili segnalati sin dal secolo scorso e consistenti nel ritrovamento di carogne di animali uccisi e mutilati in maniera insolita.

Meta preferita dei mutilatori fantasma, mucche e cavalli, ma anche animali domestici o da cortile. I mutilatori – siano essi satanisti in cerca di vittime sacrificali, chupacabras, oranghi americani o predatori extraterrestri – asportano agli animali gli organi interni e le parti molli (naso, mammelle, ano, feti), il tutto senza lasciare tracce del loro passaggio nei pascoli o nelle fattorie.

Curiosamente, quando gli animali vengono mutilati sul posto, l’asportazione degli organi non provoca la classica perdita di sangue, come se il plasma venisse assorbito con dei tubi e le incisioni cauterizzate istantaneamente da qualcosa di molto caldo, tipo un bisturi laser. Gli animali ritrovati mutilati sono ormai migliaia.

Approfondimenti.

Mutilazioni Animali e Chupacabras

Animali fantasma in Lombardia

Lombardia

Ecco i precedenti più noti di animali esotici comparsi dal nulla in Lombardia.

Estate 1988, Stagno Lombardo (CR). Alcuni capi di bestiame vengono aggrediti e morsicati in una stalla. Si dà la colpa ad una pantera, presumibilmente scappata da uno zoo privato. Le ricerche sono infruttuose.

Dicembre 1988, Arsago Seprio (VA). Due leonesse allevate in una casa privata sbranano una vicina che stava dando loro da mangiare, e un giovane che la stava aiutando.

Estate 1989, Oramala (PV). Un felino fantasma mette in agitazione il paese.

Agosto 1990, Bonirola di Gaggiano (MI). Vigili e carabinieri si mettono sulle tracce di una pantera nera. La cercano anche con l’elicottero ma inutilmente.

Fonte:

alfredolissoni.com sito non più raggiungibile.

Di seguito in questo sito una breve descrizione di Alfredo Lissoni

Di seguito approfondimenti:

Gli X Files italiani, misteri italiani.

Importante testimonianza ed avvistamento in Campania, Italia.

Anno 2020.

Campania.

Inchiesta su lo strano criptide di Alvignanello.

Nel 2020 ad Alvignanello in Campania lo strano criptide sauromorfo. Animali sbranati nei campi e orme giganti: lo strano criptide sauromorfo di Alvignanello. Forti ruggiti e sibili nella notte, rinvenimento di animali selvatici predati nei boschi, orme giganti a tre artigli non identificate.

Vi sono testimonianze di incontri ravvicinati con una strana creatura lucertiforme. Questo è ciò che sta accadendo da circa 9 mesi in un piccolo paese collinare del Casertano, Alvignanello, il tutto avvolto nel più assoluto mistero.

Dall’inchiesta su lo strano criptide sauromorfo di Alvignanello di Vincenzo Tufano e dei suoi collaboratori.

Segui il caso sul sito con foto e testimonianze.

Il mostro di Alvignanello intervista a Vincenzo Tufano

Il mostro del fiume Po:

Italia:

L’ Homo Saurus

Testimonianze, a partire dal 1986, riguardavano una strana creatura sconosciuta nel fiume Po. Descritta come rettiloide con mani palmate ed artigliate.

Approfondimenti:

Gli ipotetici chupacabra italiani

Di seguito visita la sezione del sito le strane creature italiane.

Leggi l’articolo sui fantasmi ed entità

In conclusione:

Alien Big Cat, detti ABC o grandi gatti alieni

Il Necronomicon il libro dei morti

Il Necronomicon il libro dei morti.

Necronomicon, immagine tratta dal web.

Sanaa

Yemen

Abdul Alhazred viveva nell’ VIII secolo dopo Cristo nel periodo dei Califfi Ommaiadi, a Damasco e si ritiene che sia l’autore del libro denominanto “Al Azif”. “Azif” è il termine utilizzato dalla popolazione araba per indicare “gli ululati dei demoni”, che in realtà sono i suoni notturni emessi da degli insetti.

Abdul Alhazred, scrisse la sua opera a Damasco, dove morì nel 738 D.C. di una morte misteriosa con numerosi descrizioni, tra cui la sua distruzione avvenuta per mezzo di forze invisibili all’occhio umano davanti a numerosi testimoni.

Il poeta Abdul Alhazred praticava una vita da pellegrino narrando storie incredibili, nel libro di trovavano formule e rituali di magia nera che non dovevano assolutamente essere letti ad alta voce. In quanto la loro lettura avrebbe portato a morte certa lo sventurato, narrava di avventure terribili e meravigliose avvenute durante i suoi pellegrinaggi in zone come la Babilonia o il deserto del sud dell’Arabia, conociuta come la dimora degli spiriti maligni, non era musulmano ed adorava delle divinità chiamate Yog e Cthulhu.

Nel 950 “Al Azif” fu distribuito ed il titolo fu modificato con “Necronomicon” il cui significato si traduce in “il libro delle leggi che governano i morti.” Un certo Olaus Wormius lo tardusse in inglese e si narra che fu arso vivo.

L’opera in originaria lingua araba, fu tradotta in latino ed in greco.Tra il 1560 ed il 1570 la versione greca fu stampata in Italia. Una copia in latino è conservata presso il British Museum e un altra si trova nella Bibliothèque Nationale a Parigi, altre copie sono conservate in altri musei e presso privati, un’ altra copia dovrebbe essere conservata presso la biblioteca del Vaticano.

Howard Phillips Lovercraft ed il NECRONOMICON.

Il libro denominato Necronomicon in reatà non è mai stato scritto. Ma è citato tra i libri realmente realizzati, è quindi uno pseudolibro. E’ un falso libro.

Howard Phillips Lovercraft (nato 1890 a Providence nel Rhode Island, morto nel 1936 all’età di 46 anni ) ha creato il mito del Necronomic il cui titolo è Al Azif in lingua araba.E’ inteso come libro di magia nera realizzato da Abdul Alhazred, uno stregone, in quanto il libro era un espediente letterario per dare maggiore enfasi alle sue opere fantastiche.

Il libro divenne molto famoso al punto che Lovercraft dovette ammettere la sua insesistenza. Numerose persone credevano nell’esistenza del libro e vi sono persone che vi credono tutt’ora. Taluni affermarono che lo stesso Lovercraft mentiva dichiarando l’inesistenza del Necronomicon.

Il primo riferimento al Necronomicon vi fu nel 1941 quando a New York, un antiquario, Philip Duchesne mise in vendita nel suo listino il libro a 900 dollari, con relativa descrizione.

Un giornalista nel 1953 Arthur Scott, in un articolo sul mensile americano Sir!, affermava che il libro era composto da pagine formate da pelle umana sottratta a persone uccise con rituali di stregoneria. A partire dalle prime ipotetiche segnalazioni numerose persone cercarono di spacciare per il reale Necronomicon manoscritti ritrovati nelle zone arabe o libri antichi.

Lovercraft scrisse una prefazione (riportata qui di seguito) del Necronomicon per degli amici intimi, senza intenti pubblicitari. Ma per scopo personale, la quale fu resa ugualmente pubblica, una prefazione molto allettante per coloro che adoravano il Necronomicon definendolo” il più grande libro di magia nera mai esistito”.

La prefazione di Lovercraft:

Ascolta ciò che ti dice Abdul Alhazred:
gli Antichi Dèi han posto i Maledetti
in sonno. E chi manipola i sigilli
e i dormienti ridesta, è maledetto anch’egli.
dico ancora: qui chiuse son le càbale
in cui s’asconde il torbido potere
d’infrangere i sigilli millenari
che serrarono Cthulhu e la sua orda.
Ho perso
tutta la vita per delucidarle.

La notte s’apre sull’orlo dell’abisso.
Le porte dell’inferno sono chiuse:
a tuo rischio le tenti. Al tuo richiamo
si desterà qualcosa per risponderti.
Questo regalo lascio all’umanità:
ecco le chiavi.
Cerca le serrature: sii soddisfatto.
Ma ascolta ciò che dice Abdul Alhazred:
per primo io le ho trovate: e sono matto.

Abdul Alhazre

Il Necronomicon il libro dei morti.

Le tavolette di Kutu

Torino.

Nel 1987 una spedizione del Centro Scavi di Torino per il Medio Oriente e l’Asia iniziò degli scavi presso Kut-al-Amara, nell’Iraq sud orientale e nel 1990 gli scavi in questa città, completamente distrutta, portarono alla luce un tempio perfettamente conservato di grande interesse archeologi co con al suo interno numerose tavolette di argilla con scritte in lingua sumera, furono denominate“Tavolette di Kutu”.

Le “Tavolette di Kutu” furono traotte dal professore Venustiano Carranza docente di paleografia semitica all’Università di Città del Messico e fu portata alla luce un’ipotesi, che collega i Miti di Chtulhu alla religione e mitologia sumero-babilonese. In queste tavolette vi è riferimento a delle divinità adorate con il nome di :Azatoth, Yogsothoth, Hastur, Nyarlathotep, Shub-Niggurath, i “Grandi antichi”.

Il contenuto delle tavolette si era diffuso ben prima dell’VIII secolo, in cui Lovercraft avrebbe datato il suo libro Necronomicon. Una coincidenza?

In conclusione:

Quindi il Necronomicon esiste?

Si tratta di un libro esoterico reale?

Oppure è stato creato realmente dalla fervida immaginazione dello scrittore Howard Phillips Lovercraft ?

Approfondimenti:

Di seguito visita la sezione del sito su i misteri.

Stonehenge e i grandi misteri delle pietre in Italia

Stonehenge e i grandi misteri delle pietre in Italia

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Inghilterra

Stonehenge (pietra sospesa, da stone, pietra, ed henge, che deriva da hanging, sospendere: in riferimento agli architravi) è un sito neolitico che si trova vicino ad Amesbury nello Wiltshire, Inghilterra.

E’ sito a circa 13 chilometri a nord-ovest di Salisbury sulla piana omonima. È composto da un insieme circolare di grosse pietre erette, conosciute come megaliti. C’è dibattito circa l’età della costruzione, ma la maggior parte degli archeologi ritiene sia stato costruito tra il 2500 a.C. e il 2000 a.C.. L’edificazione del terrapieno circolare e del fossato sono state datate al 3100 a.C..

Dall’inizio dell’Ottocento molte pietre caddero e furono rimesse nella loro posizione attuale dagli ingegneri vittoriani.

Il sito è stato aggiunto alla lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO nel 1986. Le pietre di Stonehenge sono allineate con un significato particolare ai punti di solstizio ed equinozio. Di conseguenza alcuni sostengono che Stonehenge rappresenti un “antico osservatorio”, anche se l’importanza del suo uso per tale scopo è dibattuta.

Stonehenge è associato con la leggenda di Re Artù. Goffredo di Monmouth disse che il mago Merlino diresse la sua rimozione dall’Irlanda, dove era stato costruito sul Monte Killaraus, da Giganti che portarono le pietre dall’Africa.

Dopo essere stato ricostruito vicino ad Amesbury, Goffredo narra come, prima Uther Pendragon, e poi Costantino III, vennero seppelliti all’interno dell’anello di pietre. In molti punti della sua Historia Regum Britanniae Goffredo mischia la leggenda britannica con la sua immaginazione.

E’ intrigante il fatto che colleghi Ambrosio Aureliano con questo monumento preistorico, portando come prova la connessione tra “Ambrosius” e la vicina “Amesbury”.

Stonehenge e i grandi misteri delle pietre in Italia

Di seguito un’ immagine di Stonehenge all’alba del Solstizio d’estate (21 giugno 2005). Una folla di 19.000 persone ha aspettato l’alba tutta la notte il momento del Soltistizio.

Stonehenge Foto di Walkerssk da Pixabay

Oltre che meta del turismo di massa, Stonehenge è attualmente luogo di pellegrinaggio per molti neo-druidi e seguaci di credenze neopagane, e fu teatro di un festival musicale libero tra il 1972 e il 1984; nel 1985 tale festival fu bandito dal governo britannico a causa del violento confronto tra la polizia e alcuni partecipanti che divenne noto come la Battaglia di Beanfield.

In anni più recenti, il sito di Stonehenge, sulla Piana di Salisbury è stato influenzato dalla prossimità della strada A303, tra Amesbury e Stoke, e dalla A344. Nel passato un gran numero di progetti, compresi dei tunnel interrati, sono stati proposti per il sito, e l’English Heritage e il National Trust hanno fatto lunghe campagne per allontanare il percorso delle strade.

All’inizio del 2003 il Dipartimento per i Trasporti ha presentato un certo numero di progetti per l’allargamento di strade, compresa la A303. Per cui il 5 giugno la Highways Agency ha pubblicato un piano di massima per il cambiamento di 13 chilometri di strada a Stonehenge, compreso un tunnel di due chilometri che porterebbe la A303 sotto l’attuale tracciato.

Il 4 settembre 2003 la Highways Agency ha annunciato una inchiesta pubblica, apertasi il 17 settembre, per valutare se i piani sono adeguati. Tuttavia molte organizzazioni chiedono un tunnel più lungo che protegga maggiormente il sito archeologico e la campagna circostante. Ma i progetti per il sito comprendono un nuovo centro visitatori che dovrebbe aprire nel 2006.

Per il 2008 il nuovo schema di strade dovrebbe essere completato e le vecchie vie chiuse.

Stonehenge e i grandi misteri delle pietre in Italia

Il villaggio del 2600 a.c.

Un villaggio risalente al 2600 a.C., composto da circa venticinque piccole case, è stato ritrovato a tre chilometri di distanza da Stonehenge. E’ stato ritrovato da ricercatori della National Geographic Society. Si ritiene che fossero utilizzate per ospitare i costruttori del complesso o i visitatori di qualche cerimonia.

Stonehenge e i grandi misteri delle pietre in Italia

La mappa di Stonehenge

Di seguito la legenda:

1) La pietra dell’altare (vedi sotto)
2) Tumulo senza sepoltura
3) Tumulo senza sepoltura
4) La pietra del Sacrificio, lunga 4,9 m
5) La pietra del tallone (vedi sotto)
6) Due delle quattro originarie Pietre della Stazione
7) Sponda interna
8) Fossato
9) Sponda esterna
10) Il viale, una coppia di fossati e sponde paralleli che portano al fiume Avon a 3km
11) Anello di 30 fosse chiamato i buchi Y
12) Anello di 30 fosse chiamato i buchi Z
13) Cerchio di 56 fosse, conosciuto come i buchi di Aubrey
14) Piccola entrata meridionale

Una cartina di Stonehenge tratta dal web.

La pietra dell’altare: un blocco di cinque metri di arenaria verde.

Le pietre principali sono tutte fatte da una forma estremamente dura di arenaria silicea, che si trova naturalmente circa trenta chilometri più a nord, sulle Marlborough Downs. La struttura interna, conosciuta come “Bluestone Horseshoe” è costituita di pietre molto più piccole, che pesano in media quattro tonnellate.

Queste sono pietre che sono state estratte dalle Montagne Preseli, nel Galles sud-occidentale. E sono principalmente di dolorite ma comprendono esempi di riolite, arenaria e ceneri calcaree vulcaniche.

La pietra del tallone un tempo era conosciuta come Tallone del Frate (in inglese “Friar’s Heel” è un’ anglicizzazione del gallese “Ffreya sul”, da Ffreya, dea celtica della fertilità e sul giorno del sole).

Stonehenge e i grandi misteri delle pietre in Italia

Il racconto del frate e del diavolo:

Un racconto popolare, che non può essere datato a prima del XVII secolo, spiega così le origini del nome di questa pietra.

Il diavolo comprò le pietre da una donna in Irlanda. In seguito le avvolse e le portò sulla piana di Salisbury. Però una delle pietre cadde nel fiume Avon e le altre vennero portate sulla piana.

Il diavolo allora gridò:

“Nessuno scoprirà mai come queste pietre sono arrivate fin qui”.

Un frate rispose “Questo è ciò che credi!” Allora il diavolo lanciò una delle pietre contro il frate e lo colpì su di un tallone. Però la pietra si incastrò nel terreno, ed è ancora li. Infatti una nota pietra sembra un’enorme tallone piantato fermamente nel terreno.

Repliche

Esiste una replica a grandezza naturale di Stonehenge come sarebbe stato in origine. Si trova a Maryhill nello Stato di Washington, costruita da Sam Hill come memoriale di guerra. È persino allineata con l’alba di mezza estate, ma con la vera posizione del Sole sull’orizzonte virtuale, piuttosto che con la posizione apparente del sole sull’orizzonte reale.

Un’ altra memorabile replica di Stonehenge appare nel film Spinal Tap.

Una Car-Henge è stata costruita esclusivamente con automobili vicino ad Alliance, Nebraska dall’artista Jim Reynolds nel 2000.

Curiosità:

Stonehenge e i grandi misteri delle pietre in Italia

Anello di Brodgar

Stonehenge è simile al cerchio di pietre della Scozia settentrionale. Il quale è conosciuto come Anello di Brodgar. Si tratta di un sito circolare, posto in cima ad una collina nella Sassonia-Anhalt in Germania. Questo fu il luogo di ritrovamento del Disco di Nebra, attualmente datato attorno al 1600 a.C.

Fonte:

Wikipedia, l’enciclopedia libera

Stonehenge nel cinema

Nel film,  Stonehenge Apocalypse, dell’anno 2011 i misteriosi megaliti sono in realtà delle sofisticate macchine che verranno riattivate da un gruppo di studiosi. Le macchine scateneranno una catasfrofe.

Curiosità 

A Glasgow, in concomintanza del Festival internazionale di Arte visuale, l’ artista concettuale inglese Jeremy Deller di 46 anni, ha allestito al  Glasgow Green. un grande ed importante parco della città,  una Stonehenge gonfiabile. Denominata da lui stesso “Sarcilege”, in italiano sacrilegio.

“Sarcilege” è utilizzata con gioia dai bambini che probabilmente non badano alla poca ortossidità della costruzione gonfiabile.

Le Pietre di Ale o Stenar

Svezia

Le Pietre di Ale in Svezia denominate Ale’s Stones in inglese e Ales Stenar in lingua originale,  è la Stonehenge svedese.

Un sito archeologico situato a Kaseberga,  si credeva che la sua età risalesse a circa 1000 anni fa. Fino a quando ad aprile del 2012 Nils-Axel Morner, geologo dell’Universita’ di Stoccolma, tramite uno studio ha asserito in una conferenza che l’età delle Pietre di Ale risale a 2500  anni fa, E’ stata collocata nell’eta’ del bronzo scandinava.

Stonehenge e i grandi misteri delle pietre in Italia. 

Le Stonehenge italiane:

Italia

Di seguito alcune Stonehenge site in Italia.

Marzo 2012

Sette misteriosi cerchi sono stati individuati, tramite un programma che rileva immagini satellitari. La scoperta è stata fatta dal fotografo Antonio Nardelli, sulle pendici del Monte Sambucaro a poca distanza dal centro abitato di Radicosa.

Il ricercatore Giancarlo Pavat, segue la vicenda dai primi scatti anomali effettuati da Antonio Nardelli sui monti tra Lazio, Campania e Molise, verificato a terra l’avvistamento dal cielo, sono stati rinvenuti con non poche difficolta sette cerchi concentrici.

Le figure sono state create con massi e pietre, ammassati senza l’utilizzo di alcun collante. Forse questo è un luogo di culto degli antichi sanniti, molto antico, a circa 800 metri di altezza.

La Stonehenge di Poggio Rota

2005

Anche a  Poggio Rota, nel 2005 vennero rinvenuti dei megaliti. Erano 11 massi di tufo molto grandi posizionati in modo tale da essere probabilmente un osservatorio astronomico del passato come Stonehenge.

Il sito è stato scoperto da Giovanni Feo, esperto di civiltà etrusca e potrebbe risalire tra il 2500 ed il 2300 a.C.

La Stonehenge sarda

Sardegna.

A Sorgono (NU) è possibile individuare un sito archeologico che per latitudine e longitudine si trova proprio al centro della Sardegna.

Si tratta di un osservatorio  astronomico in cui gruppi fino a 20 menhir o megaliti, alcuni intatti, altri capovolti a causa di vandalismi o intemperie. I monoliti sono disposti in gruppi o singoli elementi, creando una Stonehenge sarda. Anche la Sardegna è una terra ricca di reperti archeologici.

Sicilia.

Argimusco Stonehenge siciliana

L’Argimusco e i megaliti più grandi d’Europa.

Un esempio è la famosa Stonehenge inglese anche l’altopiano dell’Argimusco è un complesso monolitico, di rocce. Il sito delle rocce rupestri dell’Agrimusco è stato chiamato ” Stonehenge siciliana”.

Questi monoliti sono siti nella Riserva Naturale del Bosco di Malabotta più precisamente poco a nord del vulcano Etna.

Approfondimenti:

Infine visita la sezione nel sito su i misteri.

 

 

 

Le Piramidi ed il mistero della loro costruzione.

Le Piramidi ed il mistero della loro costruzione.

Egitto

Le piramidi di Giza, Egitto, sono famose per la loro imponenza dovuta alle loro dimensioni ed all’ambiente desertico che le circonda. Da sempre le piramidi hanno affascinato l’uomo. In special modo è riguardo il “mistero” della loro costruzione su cui ruotano numerose teorie di diverso tipo. Erano necessari circa 8.400 giorni per costruire una piramide.

Le piramidi di Giza. Egitto. Foto di Pete Linforth da Pixabay

Giza.

La piana di Giza su cui sorgono le tre piramidi Cheope alta 146 metri, Chefren alta 144 e Micerino alta 65 metri, è una realizzazione dell’uomo. Non è una distesa naturale.

La piramide di Cheope costruita nel 2500 a.C.è la più grande delle tre piramidi. E’ formata da blocchi di pietra dal peso di circa due tonnellate e mezzo. I suoi lati sono allineati ( come del resto sono allineate le tre piramidi) in direzione nord-sud e est-ovest. Il piano d’appoggio della piramide di Cheope è orizzontale con un minimo errore di 12 millimetri nel lato sud orientale.

Le teorie sulla costruzione delle piramidi.

Erodoto

Erodoto affermava che le piramidi furono costruite da centinaia di schiavi frustati sotto il sole cocente spostando questi enormi blocchi di pietre per costruire le piramidi.

Forse una classe superiore di persone colte costruì le piramidi?

Un’altra teoria che surclassa quella di Erodoto fu che le piramidi non furono costruite da schiavi. Le piramidi secondo questa teoria furono costruite da una classe superiore di architetti e costruttori artigiani pagati per il loro operato. Artigiani che lavoravano senza tirannia od oppressione.

Un lavoro minuzioso era effettuato da parte di geometri per calcolare al millimetro gli assi delle piramidi per evitare il cedimento della stessa. Inoltre dovevano permettere a queste imponenti costruzioni di rispondere a ciò che veniva loro richiesto.

Charles Piazzi Smyth

E’ un astronomo britannico nell’800 effettuò studi e calcoli sulle piramidi. L’uomo affermò di aver trovato una correlazione tra le dimensioni della stessa. Egli affermò di essere in grado di ottenere date storiche e misure astronomiche dai suoi calcoli. 

Opera di una civiltà superiore?

Altra teoria affascinante è quella che gli egiziani non avrebbero potuto costruire le piramidi. Ma solo una popolazione con intelligenza superiore avrebbe potuto farlo. Ad esempio il popolo di Atlantide oppure gli alieni o extraterrestri avrebbero potuto avere gli srtumenti per procedere con questo tipo di costruzione.

Si tratta di popolazioni teoricamente dotate di una tecnologia superiore rispetto al popolo egiziano.

Jean-Pierre Houdin

L’architetto Jean-Pierre Houdin ha creato in 3-D (tridimensionale) la realizzazione di una piramide costruita dall’interno.

Dall’anno 1999 quindi per oltre 8 anni egli ha cercato di dimostrare la fondatezza della sua teoria. Ovvero che le piramidi furono costruite dall’interno. Infine l’uomo ha creato una simulazione in 3-D grazie al programma Real-time 3D di Dassault Systèmes della piramide di Khufu.

La teoria di Houdin è basata su tre principi:

  • Forse una scala esterna era utilizzata per costruire i primi 43 metri della piramide
  • Una scala interna a spirale si snodava dietro alle facce della piramide, per completare la costruzione
  • Una Grande Galleria accoglieva un ingegnoso sistema di contrappesi. Il sistema era utilizzato per sollevare le travi di granito che pesavano fino a 63 tonnellate. Poiché le travi erano utilizzate per la costruzione del soffitto della Camera Mortuaria del Faraone nella piramide serviva un contrappeso per sollevarle.

Piramidi ed astrologia:

Egitto.

Le tre piramidi della piana di Giza sono perfettamente allineate con la costellazione di Orione. Gli egiziani sostenevano che Osiride, il Dio della morte e dell’oltretomba dimorasse nella costellazione di Orione.

Di seguito le conclusioni riguardo le piramidi ed il mistero della loro costruzione.

Una popolazione come gli egizi era in grado di costruire le piramidi con una tecnologia rudimentale ma efficace.

Perchè con l’utilizzo di slitte gigantesche trainate da uomini erano in grado di trasportare questi enormi blocchi di pietra intagliati. Per cui il trasporto era possibile tramite cunei in legno che erano in precedenza bagnati. In seguito alla naturale dilatazione i cunei permettevano la sezionatura della roccia a piacimento.

Nella piramide di Saqqara, incompleta, sono state rinvenute rampe utilizzate probabilmente per il sollevamento dei blocchi.

In un dipinto tombale vi è la rappresentazione della costruzione di una piramide. Nell’ opera sono raffigurati oltre 170 schiavi che trainano blocchi di pietra. Nell’opera li trainano su un’enorme slitta bagnata con latte per permettere il più facile scorrimento del blocco.

In conclusione le piramidi sono tutt’ora un mistero. Per cui talvolta nascono nuove teorie sulla loro creazione.

Curiosità:

Di seguito visita nel sito la sezione su i Misteri e i strani luoghi nel mondo

 

Isola di Pasqua un mistero in Cile.

Isola di Pasqua un mistero in Cile.

Cile, isola di Pasqua.

La cartina dell’isola di Pasqua tratta dal web.

Quest’isola si estende su 171 chilometri quadrati, ha una forma triangolare con i lati di 16, 17 e 24 km, sull’isola vi sono dei vulcani ed il più alto è di 500 metri circa. Vi sono circa 3.000 abitanti, la maggior parte di essi vive nella cittadina di Hanga Roa.

I nomi del’isola

  • Isola di Pasqua è il nome dato dall’ammiraglio olandese Jacob Roggeveen all’isola. Egli la scoprì nell’anno 1772 il giorno di Pasqua esplorandola nonostante la presenza di indigeni antropofagi, ovvero cannibali, che la abitavano.
  • Rapa Nui invece è un nome indigeno che indicala grande isola/roccia
  • Te Pito o te Henua è un nome che significa :l’ombelico del mondo

La particolarità dell’isola

Isola di Pasqua un mistero in Cile.

Oltre 600 teste di pietra vulcanica chiamate moai che si sviluppano dai 90 centimetri ai 12 metri di altezza ed un peso di oltre 80 tonnellate l’una si trovano sull’isola di Pasqua. La popolazione primitiva dell’isola è completamente isolata ed ha creato una sua cultura ed una sua scrittura.

Si tratta di un mondo a sè è un popolo che però non è più legato al passato.

Tuttavia questa popolazione dai tratti nordici afferma di aver perduto il ricordo delle sue origini dai moai.Dice di aver dimenticato le antiche scritture che gli indigeni non sono più in grado di tradurre.

Oppure i sacerdoti dell’isola preferiscono tacere di proposito riguardo a ciò che è scritto nelle antiche scritture?

Moai dell’isola di Pasqua Foto di Yerson Retamal da Pixabay

Il mistero dell’Isola

Il mistero che avvolge l’isola inizia dalla spiegazione delle ipotetiche origini degli abitanti del luogo. Sono indigeni con la pelle bianca e la barba, abitanti di un luogo difficile da raggiungere. Questa popolazione indigena venera una divinità chiamata Dio uccello. Questo Dio lo ritroviamo in numerosi miti di popolazioni sparse per il mondo come in nordafrica, nelle popolazioni celtiche e nel mediorente.

L’isola di Pasqua è nota grazie a delle teste di pietra vulcanica che si trovano nel territorio.

La realizzazione di queste teste di pietra vulcanica chiamate moai ha dato origini a numerose teorie e ad altri misteri. Le statue sono posizionate sulla costa con le spalle rivolte al mare e alcune di esse hanno un “cappello rosso” in testa chiamato pukao.

Le teorie sull’ isola di Pasqua un mistero in Cile.

L’origine della razza dei pasquensi:

Thor Heyerdahl ipotizzò che la tipologia degli abitanti dell’isola fosse in realtà una mescolanza di razze:

peruviana, polinesiana e nordica approdate sull’isola probabilmente in seguito ad un naufragio.

Egli ipotizzò che i primi colonizzatori dell’isola fossero stati indios americani emigrati dalle regioni vicine della Bolivia/Perù e dimostrò questa teoria tentando la traversata. Vi riuscì con il Kon Tiki una zattera costruita con sette tronchi di balsa.

La flora e la fauna dell’isola

L’isola era realmente priva di alberi?

Nell’isola non erano presenti alberi per riparare eventuali navi danneggiate e i naufraghi dovettero sopravvivere nell’isola.

In teoria i naufraghi avrebbero potuto costruire le statue agli inizi della loro permanenza forzata sull’isola ma regredirono allo stato primitivo in seguito alle scarse risorse per sopravvivere presenti nell’isola.

Gli alberi potevano essere stati presenti nell’isola in passato ma potrebbero essere stati utilizzati tutti per la costruzione dei moai. Ed anche per la popolazione dell’isola come nutrimento, oltre la patata dolce importata dai coloni sudamericani.

In seguito con una seconda ondata di popolazione insieme alla totora, un particolare tipo di giunco vi fu come  conseguenza un ulteriore disboscamento dell’isola. Con la conseguente regressione allo stato più primitivo dell’sila stessa.

Di cosa si nutrivano gli indigeni?

Ossa di delfino sono state ritrovate in fosse comuni, quindi gli indigeni avevano la possibilità di andare a pescare in mare aperto. Gli alberi erano quindi presenti.

La patata dolce era un altro alimento integrante della dieta insieme alle banane, le piante furono importate in un secondo momento oppure inizialmente erano già presenti nell’isola?

E gli animali?

I resti di topi e uccelli domestici come polli sono stati ritrovati nell’isola ma anche loro arrivarono con l’uomo?

L’isola può essere una parte di Atlantide?

Potrebbe essere una piccola zona emersa dalle acque della famosa città di Atlantide o Mu o Lemuria?

Breve introduzione alle leggenda di atlantide e Mu

Isola di Pasqua un mistero in Cile.

Molte popolazioni nelle loro leggende, che si dice abbiano sempre un fondo di verità.

Narrano che nel sottosuolo abiterebbero gli abitanti del piccolo popolo e sempre secondo una leggenda sud americana si narra di Eldorado. Mentre le popolazioni asiatiche narrano invece di Agarthi e Shamballah. Sarebbero città del sottosuolo irraggiungilbili che facevano parte secondo la leggenda di due continenti: Atlantide e Mu.

Atlantide e Mu.

Atlantide e Mu, per cause sconosciute, furono distrutte da un grande cataclisma. Ed i superstiti furono divisi in più gruppi abitando l’Asia, l’Europa e le Americhe, alcuni invece sarebbero scesi nelle profondità della terra. Gli Eletti, dando vita ad una nuova popolazione composta da due grandi continenti Eldorado ed Agarthi.

Sempre secondo la leggenda, comune a molte popolazioni, Eldorado avrebbe l’ingresso al polo sud mentre Agarthi al polo nord.

La religione

La religione degli isolani è comune alla religione di numerose popolazioni sparse per il mondo.

E’ una religione comune che coinvolge il mondo intero o una semplice coincidenza? 

Extraterrestri?

Isola di Pasqua un mistero in Cile.

Un’altra teoria è che le opere siano di origine extraterrestre.

Oprere create da alieni, non dall’uomo, in quanto non vi è una somiglianza tra i visi scolpiti nella pietra e i tratti tipici degli isolani.

Ma vi è chi afferma il contrario che ad un attenta analisi si possono riscontrare invece numerose somiglianze. Per avvalorare la teoria extraterrestre vi è chi afferma che l’isola non è raggiungibile da uomini primitivi, Thor Heyerdahl ha dimostrato che invece è possibile con la zattera Kon Tiki.

La cultura degli isolani

La cultura e le tradizione degli abitanti di Rapa Nui furono cancellate da un epidemia di malattie che decimò la popolazione priva di anticorpi in seguito all’arrivo dei coloni?

Non permettendo in questo modo il tramandare dei miti e delle leggende locali oralmente?

I coloni avrebbero potuto distruggere le tavolette di legno su cui erano trascritti miti e le tradizioni di questa popolazione?

Hotu-Matua:la leggenda

Il capo tribù Hotu-Matua, portò sull’isola animali e vegetazione provenendo dall’isola Marae-rengo o Hiva. Data la notevole distanza raggiunsero l’isola a bordo di canoe dimorando sull’isola generando figli. Avevano una rigida gerarchia in cui il Re, discendente, era un dio dotato di grandi poteri seguito in ordine di gerarchia dai sacerdoti, dai nobili e dai guerrieri.

I moai erano costruiti dagli artigiani dell’isola, non privi di importanza.

La leggenda narra che la popolazione era divisa in Lunghi Orecchi e Corti Orecchi. I Moai e gli Ahu, che sono delle piattaforme cerimoniali, furono costruite dai Corti Orecchi che sottostavano agli ordini dei Lunghi Orecchi.

Un giorno i Lunghi Orecchi ordinarono ai Corti Orecchi di gettare le pietre, forse i Moai stessi, in mare.Ed in seguito al rifiuto dei Corti Orecchi, molto religiosi e superstiziosi, di gettare in mare le pietre da loro ritenute sacre decisero di ucciderli nutrendosi delle loro carni.

I Corti Orecchi si ribellarono ai Lunghi Orecchi ottenendo il controllo dell’isola ed uccisero e bruciarono tutti i Lunghi Orecchi in una fossa comune. Effettivamente nell’isola fu trovata una fossa di questo genere con numerose ossa umane e resti di carbone.

Isola di Pasqua mistero risolto?

Isola di Pasqua un mistero in Cile.

Nel 1955-56  l’esploratore e antropologo Thor Heyerdahl dimostrò che gli isolani erano in grado di costruire opere del genere senza l’aiuto di tecnologie aliene

Ma utilizzando mezzi semplici e tecniche alquanto primitive come l’ammorbidire la roccia in tufo vulcanica nell’acqua per poterla lavorare e dando essa la forma desiderata.

Dimostrò che era realmente possibile. Quando in soli tre giorni tre uomini costruirono e lavorarono una statua di oltre 12 tonnellate e 180 uomini la trasportarono utilizzando funi ed un’enorme slitta.

Thor Heyerdahl dimostrò che l’isola era raggiungibile, non senza difficoltà via mare con l’utilizzo di canoe.

Le più grandi teste di oltre 20 metri sono state ritrovate nelle cave del vulcano Rano Kano.

E dei loro scultori non vi è traccia. Sono rimasti solo le statue incompiute e gli attrezzi utilizzati durante la loro realizzazione. Dai vulcani Rano Kau e Rano Raraku erano estratte le rocce per la costruzione dei moai. Dalla “cava” di Puna Pau gli isolani ricavavano le rocce per realizzare gli insoliti cappelli rossi dei moai, i pukao.

La Palinologia

Isola di Pasqua un mistero in Cile.

Grazie alla Palinologia (scienza che si occupa dello studio dei pollini) la vegetazione dell’isola di Pasqua è stata“ricostruita”:

L’isola era ricoperta da una vegetazione sub tropicale, con erba, felci, alberi a basso fusto, l’albero della corda o hau-hau, palme tropicali. Poteva trattarsi di una fonte di alimentazione per gli isolani?

La presenza di piante diminuisce con il passare degli anni, si trovano tracce di alberi bruciati, dal 1400 in poi non vi è più la presenza della palma.

Vi è un calo sensibile dell’albero della corda e e del Toromiro. Ossa di delfino dimostrano che il delfino era una fonte importante di cibo. I pasquensi costruivano imbarcazioni per andare a pesca con i tronchi di palma.

Quando le palme diminuiscono anche la presenza di ossa di delfini recenti diminuiscono. Si tratta di un chiaro segnale che la popolazione di circa 9000 abitanti non poteva più andare a pescare. Forse a causa della mancanza di alberi di palma per costruire le imbarcazioni. Taluni affermano che la popolazione abbia raggiunto i 15.000 abitanti nei momenti di massima prosperità. 

In quanto i topi domestici importati spinti dalla fame si nutrivano dei germogli degli alberi impedendone la ricrescita.

Gli indigeni si nutrirono d’apprima degli uccelli domestici, come i polli. Poi passeranno a nutrirsi della fauna locale come pappagalli. Mentre l’isola subiva una forte desertificazione che sarà l’inizio della fine per i suoi abitanti.I quali e diventeranno antropofagi, cannibali per mancanza di cibo.

Le guerre tra clan

Intorno al 1700 inizeranno le guerre tra clan. Quando Jacob Roggeveen sbarcherà nel 1772 la popolazione sarà già decimata si contavano circa 2000 abitanti nell’isola.

Nel 1774 James Cook sbarcò sull’isola e vi erano statue moai abbattute a causa delle lotte interne della popolazione.

I coloni come già accennato porteranno malattie mortali per gli abitanti dell’isola di Pasqua.

Nel 1805 gli abitanti di Rapa Nui furono deportati come schiavi, nel 1862 oltre 2.000 indigeni furono deportati con la forza in Perù.

Nel 1888 rimanevano circa 100 indigeni malati ed anziani condannati all’estinzione. Ma alcuni di loro portarono avanti la razza incrociandosi con altre popolazioni. Sempre nel 1888, il capitano Policarpo Toro annesse l’isola Pasqua al Cile, dal 1895 al 1953 una società inglese la utilizzò come allevamento di pecore.

L’isola fu dichiarata nel 1935 Parco Nazionale e Monumento Storico.

Nel 1953 la popolazione pasquense riottenne l’isola. Quindi si dedicò alla ricerca archeologica ed alla restaurazione del vasto patrimonio storico ed artistico dell’isola.

Gli studi medico-legali, antropologici e del DNA sugli abitanti dell’isola di Pasqua dimostrano che erano di origine polinesiana. Questi studi mettono al bando la teoria di origine extraterrestre degli abitanti.

Nel 2007

Nel 2007 l’isola di Pasqua è una meta turistica, con clima sub-tropicale .

Ora l’isola è stata denominata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, ed i suoi abitanti parlano spagnolo e per loro il turismo che si è molto sviluppato.

Ed è la fonte di reddito principale, vivono sempre di agricoltura e grazie all’allevamento di animali ed ai raccolti di canna da zucchero, banane, mais, zucche e patate.La religione principale degli isolani è quella cattolica.L’isola ha un aeroporto moderno a Mataveri con la più grande pista del sud America.

Un’avvertimento dall’isola di Pasqua?

Il nome dell”isola Te Pito o te Henua significa :“ombelico del mondo” ed una profezia grava sull’isola:

“Solo un isola sopravviverà agli sconvolgimenti del pianeta. Sconvolgimenti che faranno ricominciare l’uomo da capo. Quando quest’isola, l’unica sopravvissuta, l’ombelico del mondo, sarà inghiottita dalle acque allora sarà la fine del mondo”

Un monito per cercare di impedire all’uomo di distruggere il suo habitat come sta facendo ora?

Con deforestificazioni, guerre, inquinamento e sfruttamento incontrollato delle risorse del pianeta che non sono illimitate?

L’umanità si troverà ad ascoltare realmente l’avvertimento di Rapa Nui? E si ritroverà ad ammettere di aver sbagliato a sfruttare il pianeta terra in maniera incontrollata?

E sarà la fine del mondo?

Curiosità:

Visita la sezione del sito sulle i luoghi misteriosi e le scoperte più strane nel mondo

2012 La profezia Maya ed il calendario

2012 La profezia Maya ed il calendario

 

Messaggi dal Mondo Maya

Fonte: Nexus Italia

Messico

Agli inizi dell’autunno 2002, Carlos Barrios ha viaggiato diretto a nord dalla sua casa in Guatemala sino all’estremo bordo orientale dei Four Corners.

A Santa Fe, in New Mexico, in corrispondenza del fondo della dorsale delle Montagne Rocciose, Barrios ha parlato in modo divulgativo della tradizione e dei leggendari calendari dei Maya.

Calendario Maya Foto di OpenClipart-Vectors da Pixabay

Di questi tempi i calendari riscuotono un forte interesse da parte di migliaia di persone, in quanto evidenziano la data spartiacque del 21 dicembre 2012; si dice che da allora in poi tutto cambierà.

Dotata di un retaggio culturale che comprende migliaia di piramidi e di templi, nonché di un calendario che si è rivelato astronomicamente preciso per un periodo di milioni di anni. La tradizione Maya viene diffusamente considerata una chiave mistica per l’anima dell’lsola della Tartaruga (America Settentrionale).

In discorsi pubblici ed interviste private Barrios, sia come antropologo sia come iniziato, ha esposto il suo resoconto, basato sulla sua interpretazione della storia e del futuro delle Americhe e del mondo in generale. Egli ha inoltre parlato del percorso che intravede da qui al solstizio d’inverno del 2012.

Gli insegnamenti ed intuizioni di Barrios devono essere considerati nel contesto della realpolitik della sua natia America. I Maya del Guatemala, le loro piramidi ed il loro calendario non sono perdurati in una Shambala new-age di amore e luce, bensì in un milieu di tradimenti, percosse, torture, stupri ed omicidi di massa.

2012 La profezia Maya ed il calendario

Decenni oscuri

Per 30 lunghi anni, i governi di destra del Guatemala, appoggiati più o meno apertamente dal governo statunitense, hanno condotto contro la popolazione locale una guerra terroristica. Sterminando 200.000 cittadini, molti dei quali erano indigeni di etnia Maya.

Quando infine negli anni ’90 la guerra è diminuita di intensità, la Truth Commission delle Nazioni Unite condusse un’indagine della durata di 18 mesi. Indagine che rilevò estese violazioni dei diritti umani perpetrate dal governo guatemalteco con la complicità di quello statunitense.

Il rapporto delle Nazioni Unite affermava che atti di violenza “attiva, razzista ed estremamente crudele” sono arrivati al livello di genocidio indirizzato contro le popolazioni indigene Maya del paese.

Quando, in anni recenti, Amnesty International ha analizzato la situazione guatemalteca, è giunta ad un’interessante conclusione, scrivendo che si poteva ottenere una pace effettiva soltanto facendo fronte allo “Stato della Mafia Corporativa” del Guatemala.

Ha descritto questo stato mafioso corporativo come la “scellerata alleanza” di determinati personaggi nazionali ed internazionali del mondo economico, che operano in combutta con settori della polizia, militari e della criminalità comune. Coopeano per controllare le industrie “nere” quali droga, traffico d’armi, riciclaggio di denaro, furti d’auto, adozioni illegali e rapimenti a scopo di riscatto.

A proposito della grande ombra oscura che ha avviluppato la parte più meridionale dell’lsola della Tartaruga, Barrios ha osservato: “In tutte le Americhe queste ingiustizie ebbero inizio 500 anni fa e continuano tuttora. Le Guerre Indiane non hanno mai avuto termine. Ritengo che i detentori del potere di tutto il mondo sviluppato considerino necessario sterminare le popolazioni indigene, o quantomeno distruggerne le culture, in quanto tali popoli non sono ‘consumatori’.

L’unico mondo

Il sogno americano poggia sulle spalle del Terzo Mondo, anche se questa è una distinzione erronea, dal momento che non esiste un Terzo Mondo. Esiste solo un Unico Mondo, del quale facciamo tutti parte ed al quale dobbiamo portare rispetto.”

Anche se negli ultimi otto anni il Guatemala ha goduto di un’apparente pace, si tratta comunque di una pace disturbata, poiché la guerra continua ad avere sulla gente un impatto residuo. Le violazioni dei diritti umani accadono ancora con regolarilà e persino gli osservatori internazionali impegnati a controllarle sono stati minacciati.

Tuttavia secondo l’opinione di Barrios, che durante la guerra diventò maggiorenne, ci sono stati dei miglioramenti; egli ha osservato: “Non ci sono guerriglieri armati, mentre polizia ed esercito sono più indulgenti, più rispettosi; dato che ora vige un maggiore rispetto, siamo in grado di perseguire una vita migliore.”

Fra le conseguenze ultime del protratto clima di terrorismo vi sono stati sospetto e biasimo, dai quali ben pochi sono immuni. Spesso vengono rivolte accuse a persone che pretendono di parlare delle tradizioni Maya; Barrios è avviluppato in questa spirale di dubbio.

Critica altri e viene criticato egli stesso.

Il mondo non finirà

Carlos Barrios è nato in una famiglia spagnola su El Altiplano, la regione montuosa del Guatemala, precisamente a Huehuetenango, territorio di insediamento della tribù Maya Mam.

I Mam, come altri Maya ed altri custodi della tradizione indigena, preservano parte dell’antico retaggio dell’Isola della Tartaruga. Essi sono i custodi del tempo, esperti degli straordinari, antichi, eleganti e notevoli calendari.

Barrios è storico, antropologo e ricercatore. Dopo aver studiato per 25 anni con gli anziani, iniziando all’età di 19, è diventato anche un Ajq’ij Maya, sacerdote officiante e guida spirituale del clan dell’Aquila.

Anni fa Carlos iniziò insieme al fratello Gerardo una ricerca sui diversi calendari Maya.

Studiò con molti maestri e dice che, per ampliare l’ambito delle loro conoscenze, Gerardo intervistò più di 600 anziani Maya.

Barrios ha affermato:

“Gli antropologi visitano i templi, leggono steli ed iscrizioni e confezionano storie sui Maya, tuttavia non interpretano i segni in modo corretto, lavorano solo di immaginazione… Altri scrivono delle profezie nel nome dei Maya. Dicono che il mondo finirà nel dicembre del 2012. Gli anziani Maya sono furibondi per questo; il mondo non finirà, sarà trasformato. Sono gli indigeni, non altri, a possedere i calendari ed a sapere come interpretarli correttamente”.

2012 La profezia Maya ed il calendario

I Calendari

La comprensione del tempo, delle stagioni e dei cicli da parte dei Maya si è dimostrata ampia e sofisticata.

I Maya interpretano 17 calendari diversi, alcuni dei quali calcolano con precisione il tempo per un periodo di oltre 10 milioni di anni. Il calendario che dal 1987 ha stabilmente riscosso l’attenzione globale si chiama Tzolk’in o Cholq’ij. Esso, concepito moltissimo tempo fa è basato sul ciclo delle Pleiadi ed è tuttora ritenuto sacro.

Con i calendari indigeni, le popolazioni native hanno conservato il ricordo di importanti momenti storici cruciali.

Foto del calendario Maya. Foto di GGFLO29 da Pixabay

I Custodi del Tempo che studiano i calendari, ad esempio, hanno individuato una data importante nell’anno One Reed (Una Canna, ndt), Ce Acatal, come veniva chiamato dai nativi. Per quella data fu profetizzato il ritorno di un antico avo,”che sarebbe arrivato come una farfalla”.

Nel calendario occidentale la data One Reed corrisponde alla domenica di Pasqua, 21 aprile del 1519.Il giorno in cui Hernando Cortez e la sua flotta di 11 galeoni spagnoli approdò da est in Messico, presso quella che oggi si chiama Vera Cruz.

Mentre le navi spagnole si avvicinavano al litorale, i nativi aspettavano e stavano a guardare come sarebbe andata a finire; certamente le vele spiegate delle navi ricordavano le avanguardie di farfalle che sfioravano la superficie dell’oceano.

Così ebbe inizio una nuova era, che avevano anticipato tramite i loro calendari.

I Maya denominarono questa nuova era i Nove Bolomtikus, o Nove Inferni, di 52 anni ciascuno; man mano che i nove cicli trascorrevano, ai nativi furono sottratte la terra e la libertà, mentre malattie e angherie presero il sopravvento. Quanto ebbe inizio con l’arrivo di Cortez si protrasse sino al 16 agosto 1987, data che molti ricordano come la Convergenza Armonica.

Le preghiere per la transizione

Milioni di persone approfittarono di tale data per tenere cerimonie in luoghi sacri, pregando per una dolce transizione alla nuova era, il Mondo del Quinto Sole.

Dal quel giorno del 1987 sino ad oggi, dice Barrios, ci troviamo in un periodo nel quale il braccio destro del mondo materialista sta scomparendo, lentamente ma inesorabilmente. Siamo all’apice di un’era nella quale inizierà la pace e la gente vivrà in armonia con la Madre Terra; non ci troviamo più nel Mondo del Quarto Sole, ma non siamo ancora nel Mondo del Quinto Sole.

2012 La profezia Maya ed il calendario

Questo è il periodo di mezzo, quello della transizione.

In concomitanza con tale transizione si verificherà una colossale e globale convergenza di distruzione ambientale, caos sociale, guerre e cambiamenti terrestri.

Tutto questo, dice Barrios, fu previsto con l’ausilio della semplice matematica spiroidale dei calendari Maya.

Barrios ha osservato: “Cambierà, tutto cambierà.”

Egli ha detto che i Custodi del Tempo Maya considerano la data del 21 dicembre 2012 come una rinascita, l’inizio del Mondo del Quinto Sole. Sarà l’avvio di una nuova era, derivante e contraddistinta dal meridiano solare che intersecherà l’equatore galattico e dalla Terra che si allineerà con il centro della galassia.

All’alba del 21 dicembre 2012, per la prima volta dopo 26.000 anni, il Sole nascente coinciderà con l’intersezione della Via Lattea e del piano dell’eclittica. Questa intersezione cosmica viene considerata l’espressione del Sacro Albero, l’Albero della Vita – un albero presente in tutte le tradizioni spirituali del mondo.

Alcuni osservatori sostengono che nel 2012 questo allineamento con il centro della galassia aprirà un canale che farà fluire energia cosmica attraverso la Terra, purificando il pianeta e tutti i suoi abitanti, portando tutto ad un più elevato livello di vibrazione.

Barrios ha detto che questo processo ha già avuto inizio, ed ha aggiunto:

“Il cambiamento è in fase di accelerazione, e continuerà ad accelerare.”

Se la popolazione terrestre, dice Barrios, riuscirà ad arrivare al 2012 in buona forma, senza aver distrutto troppo la Terra, saliremo ad un nuovo livello superiore ma, per giungervi, dovremo trasformare forze potentissime che cercano di bloccarci la strada.

Un quadro di ciò che ci aspetta

In base alla sua comprensione della tradizione e dei calendari Maya, Barrios ci ha presentato un quadro del punto in cui ci troviamo e di quello che potremmo trovare lungo il percorso che ci attende:

  • La data specificata dai calendari – il solstizio d’inverno dl 2012 – non indica la fine del mondo. Molti stranieri che si occupano dei calendari Maya fanno un gran baccano su questa data, ma ne sanno poco o nulla; quelli che sanno sono gli anziani indigeni cui è affidato il compito di preservare la tradizione.
  •  “L’umanità andrà avanti, controbatte, ma in un modo diverso. Le strutture materiali cambieranno e da questo avremo l’opportunità di essere più umani.”
  •  Viviamo nell’era più importante delle profezie e dei calendari Maya. Tutte le profezie del mondo e tutte le tradizioni stanno convergendo. Non c’è tempo per i giochi, I’ideale spirituale di questa era è l’azione.
  •  In quest’epoca molte anime potenti si sono reincarnate e dispongono di molto potere; questo vale per entrambe le parti, la luce e le tenebre; I’alta magia è all’opera su entrambi i fronti.
  • Le cose cambieranno, ma la difficoltà o la facilità di tali cambiamenti dipenderà dalle persone.
  • L’attuale economia è una farsa. Il primo quinquennio della transizione – dall’agosto del 1987 all’agosto del 1992 – ha segnato l’inizio della distruzione del mondo materiale. Ora ci troviamo nella fase da più di un decennio, e molte delle fonti della cosiddetta stabilità finanziaria sono di fatto senza valore

2012 La profezia Maya ed il calendario

Le banche

  •  Le banche sono in affanno, e si trovano in un frangente molto delicato; se non stiamo attenti potrebbero fallire a livello globale. Fra i periodi critici vi sono i mesi di ottobre e novembre del 2002; se il sistema bancario farà bancarotta in questi mesi saremo costretti ad affidarci alla terra ed alle nostre capacità pratiche. Il sistema monetario si troverà nel caos e, di conseguenza, per il cibo ed il riparo dovremo affidarci al nostro rapporto diretto con la Terra [Sino al gennaio del 2003 le banche non hanno fallito, ma ciò non significa che ciò non possa accadere in futuro… Ed.].
  •  I poli sud e nord si stanno sfaldando, il livello delle acque oceaniche salirà ma, al contempo, lo faranno anche delle terre oceaniche, in particolare nella zona di Cuba.

Un appello alla fusione

In occasione degli incontri pubblici di Santa Fe, Barrios ha raccontato una storia relativa alle più recenti cerimonie Maya per il Nuovo Anno, tenutesi in Guatemala, ed ha affermato che un anziano Mam, che gode di un’alta reputazione e vive tutto l’anno in un’isolata caverna di montagna, si è recato a Chichicastenango per parlare con la gente durante la cerimonia.

L’anziano ha comunicato un messaggio semplice e diretto: ha auspicato che gli esseri umani si uniscano a sostegno della vita e della luce; attualmente ogni singolo individuo o gruppo percorre la propria strada. L’anziano delle montagne ha detto che esiste la speranza che in qualche modo il popolo della luce si raggruppi e torni unito.

Riflettendo su questo, Barrios ha spiegato: “Viviamo in un mondo di polarità: giorno e notte, uomo e donna, positivo e negativo. Luce ed oscurità hanno bisogno l’una dell’altra, rappresentano un equilibrio. In questo specifico periodo, il lato oscuro è assai forte ed è evidente quello che vogliono i suoi rappresentanti, i quali mantengono saldamente la propria visione, priorità e gerarchia, e stanno operando in vari modi affinché nel 2012 noi non riusciamo a collegarci alla spirale del Quinto Mondo. Dal lato della luce tutti pensano di essere i più importanti e che le loro visuali, o quelle dei loro gruppi, siano la chiave; esiste una diversità di culture ed opinioni e, quindi, competizione, dispersione ed assenza di un unico obiettivo.”

Per come la vede Barrios, il lato oscuro opera al fine di impedire la fusione avvalendosi della negazione e del materialismo, ed anche per distruggere coloro che stanno lavorando dalla parte della luce per portare la Terra ad un livello superiore.

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Il quarto mondo

I suoi rappresentanti amano l’energia del vecchio e decadente Quarto mondo, il materialismo, e non vogliono che cambi, non vogliono la fusione; vogliono rimanere al presente livello e temono quello successivo.

Il potere oscuro del decadente Quarto Mondo non può essere distrutto o sconfitto.

E’ troppo forte ed integro per esserlo, e quella è la strategia errata; il lato oscuro può soltanto essere trasformato quando messo a confronto con la semplicità e la sincerità. Questo è quello che condurrà alla fusione – concetto chiave per il Mondo del Quinto Sole.

Barrios ha affermato che l’emergente era del Quinto Sole richiamerà l’attenzione verso un elemento fin troppo trascurato. Mentre i quattro elementi tradizionali, terra, aria, fuoco ed acqua, hanno dominato le varie epoche del passato, nell’epoca del Quinto Sole vi sarà un quinto elemento da considerare: I’etere.

Il vocabolario definisce etere l’elemento rarefatto dei cieli.

L’etere è un medium, permea tutto lo spazio e trasmette onde di energia in un’ampia gamma di frequenze, da quelle dei cellulari a quelle delle aure umane.

iò che è “etereo” è correlato alle regioni aldilà della Terra: i cieli. L’etere – I’elemento del Quinto Sole – è celestiale e privo di sostanza materiale, ma non meno reale del legno, della roccia o della carne.

Secondo le parole di Barrios:

“Nel contesto dell’etere vi può essere una fusione delle polarità; non più luce ed oscurità nelle persone, bensì una fusione elevata. Attualmente, tuttavia, il regno dell’oscurità non persegue questo scopo, ed i suoi rappresentanti si sono organizzati per impedirlo, cercano di determinare uno squilibrio della Terra e del suo ambiente cosicché non ci troviamo pronti all’allineamento del 2012. Dobbiamo lavorare assieme per conseguire l’equilibrio e la pace con l’altro lato, dobbiamo prenderci cura della Terra che ci nutre e ci ospita, dobbiamo impegnare le nostre menti ed i nostri cuori per raggiungere l’unità e la fusione adesso, per affrontare la controparte e preservare la vita.”

2012 La profezia Maya ed il calendario

Preparatevi a questo momento epocale

Barrios ha detto al suo pubblico di Santa Fe che ci troviamo in un periodo critico della storia del mondo:

“Siamo turbati, non possiamo più permetterci di scherzare.

Il nostro pianeta può essere rinnovato oppure devastato, ed è giunto il momento del risveglio e dell’azione. Tutti sono necessari, nessuno si trova qui per caso ed ognuno ha uno scopo importante. Questi sono tempi duri ma speciali. Abbiamo l’opportunità di crescere ma dobbiamo essere preparati a questo momento epocale.”

Barrios ha offerto una serie di indicazioni per aiutare la gente a percorrere con equilibrio il cammino degli anni a venire. “I cambiamenti profetizzati stanno per verificarsi, ma il nostro atteggiamento e le nostre iniziative ne determineranno l’asprezza o la dolcezza.”

Dobbiamo agire, onde determinare cambiamenti ed eleggere come nostri rappresentanti persone che comprendano la situazione ed intraprendano iniziative politiche volte al rispetto della Terra. La meditazione e le attività spirituali sono valide, ma lo è altrettanto l’azione.

È assai importante essere sinceri su chi siamo e sul nostro rapporto con il pianeta.

Sviluppatevi secondo la vostra tradizione e date ascolto al cuore, ma ricordate di rispettare le diversità e di perseguire l’unità.

Nutritevi con accortezza. Molti alimenti sono contaminati, sia in modo palese sia in modo meno evidente; fate attenzione a quello che introducete nell’organismo.

Imparate a conservare il cibo e l’energia.

Imparate qualche valida tecnica di respirazione, in modo da riuscire a padroneggiarla.

Siate onesti. Seguite una tradizione che abbia nobili radici; non importa quale, il vostro cuore ve la indicherà, ma deve avere nobili radici.

2012 La profezia Maya ed il calendario

Viviamo in un mondo di energia.

A questo punto un importante compito è quello di apprendere a percepire ed individuare l’energia di ogni individuo e di ogni cosa: persone, piante animali.

Questo diviene sempre più importante man mano che ci avviciniamo al Mondo del Quinto Sole. In quanto esso è associato all’elemento etere – il regno in cui l’energia vive e si dipana.

Recatevi nei luoghi sacri della Terra a pregare per la pace, e abbiate rispetto per colei che ci nutre, ci veste e ci ospita Dobbiamo riattivare l’energia di questi luoghi sacri: ecco il nostro compito.

Secondo l’interpretazione del calendario Maya da parte di Barrios, se avremo una guerra nel novembre 2002 o dopo sarà male, ma non una catastrofe.

Se però si  verificherà fra aprile e novembre del 2003, allora sarà davvero disastrosa, e potrebbe avere come esito la morte di due terzi dell’umanità.” Quindi diamoci da fare” – dice Barrios – “se agiamo possiamo trasformare il pianeta. Gli anziani vigilano per vedere quello che accadrà.”

Nei prossimi anni molti anziani e custodi della conoscenza Maya potrebbero venire eliminati.

Per la prima metà dell’attuale Katun (periodo di 20 anni), il lato oscuro dispone di molto potere, che però decrescerà nell’arco dei prossimi tre o quattro anni. Il corso delle cose può cambiare, stanno per verificarsi eventi straordinari.

Una semplice ma efficace tecnica di preghiera è quella di accendere una candela bianca o azzurra, pensare un momento alla pace. Comunicare il proprio intento alla fiamma ed inviarne la luce verso quei leader che dispongono del potere di fare la guerra o mantenere la pace.

Abbiamo del lavoro spirituale da fare

Secondo Barrios, quello attuale è un momento di cruciale importanza per l’umanità e per il pianeta.

Ognuno di noi è importante. Se vi siete incarnati in quest’epoca, avete del lavoro spirituale da fare per dare equilibrio al pianeta. Egli ha detto che gli anziani hanno aperto le porte in modo che altre razze possano giungere nel mondo Maya ed assorbime la tradizione. I Maya da lungo tempo apprezzano e rispettano il fatto che esistono molti altri colori, razze e sistemi spirituali.

“Sanno” ha detto Barrios”che il destino del mondo dei Maya è legato al destino del mondo intero.”

“La più grande saggezza nsiede nella semplicità. Amore, rispetto, tolleranza, condivisione, gratitudine, indulgenza. Non è complesso né elaborato. La vera conoscenza è a disposizione di tutti, è codificata nel DNA. Tutto ciò di cui avete bisogno è dentro di voi. I grandi maestri lo hanno affermato sin dagli albori; trovate il vostro cuore e troverete la vostra strada.”

2012 La profezia Maya ed il calendario.

Note dell’editore:

Carlos Barrios è l’autore del libro in spagnolo Kam Wuj: El Libro Del Destino, che sta per essere tradotto e pubblicato in inglese.
Carlos può essere contattato tramite Saq’ Be’, Organization for Mayan and Indigenous Spiritual Studies presso: PO Box 31111, Santa Fe, NM 87594, USA.
Tel (505) 466 4044, E-mail SaqBe@SacredRoad.org, sito web: www.sacredroad.org.
Saq’ Be’ è un’organizzazione no-profit con sede negli Stati Uniti gestita da giovani allo scopo di ricongiungere altre persone (giovani e non) alle antiche tradizioni della conservazione culturale e di promuovere una consapevolezza spirituale, ecologica e comunitaria più profonda. In modo da piantare i semi di un futuro più armonioso.

Steven McFadden è uno scrittore, insegnante, guaritore ed astrologo di Santa Fe, New Mexico. È autore di molti libri, fra cui Profiles in Wisdom: Native Elders Speak about the Earth.

ll presente articolo è stato pubblicato per la prima volta nel numero di ottobre del 2002 del suo bollettino informativo, Chiron Comuniqué (vol.7, nr. l0). ll testo con le note può essere consultato presso www.chiron-communications.com/communique%207-10.html.
Steven McFadden può essere contattato presso Chiron Communications, 7 Avenida Vista Grande #l95, Santa Fe, NM 87508-9l99, USA.
E-mail presso Chiron@chiron-communications.com, oppure presso il suo sito web www.chiron-communications.com

Articolo pubblicato su NEXUS, New Time Magazine, Edizione Italiana, N. 43.
Tel. 049-9115516, E-Mail: info@nexusitalia.com, Sito: www.nexusitalia.com
Copyright 2002, di Steven McFadden.

2012 La profezia Maya ed il calendario

Curiosità sulla fine del mondo

Secondo l’opinione di molti, la fine del mondo del 2012 non è altro che un espediente pubblicitario per incrementare la vendita di libri, aumentare la notorietà di siti che si interessano di argomenti di questi tipo, catastrofici, perchè l’uomo è attratto da ciò che lo spaventa e non conosce.

In questo periodo siamo entrati nell’anno 2012 e la fine del mondo dovrebbe essere davvero molto vicina, ci sono state diverse catastrofi climatiche gravi, viste come “segni” imminenti della fine imminente del mondo, ma gli esperti rassicurano sulla improbabile fine del mondo.

Perchè?

Durante degli scavi archeologici nella regione di Peten in Guatemala, a Xultun,  sono state rinvenute delle registrazioni astronomiche del IX secolo d.c le cui annotazioni astronomiche sembrano andare molto oltre il 2012 per la fine del mondo.

Durante gli scavi gli operatori della Boston University, hanno rinvenuto affresch,i cifre e glifi molto antichi la cui interpretazione ha fatto cadere il mito del famoso calendario maya che indica la fine nel mondo nel 2012.

2012 La profezia Maya ed il calendario

Conoscere il calendario Maya

Ne trovi una descrizione nei seguenti siti:

nwo.it/calendario.html
Lingua inglese e spagnola mayacalendar.com

Approfondimenti:

Le profezie di Nostradamus

Viista la sezione del sito su i misteri