CreatureLe creature italiane

Il mostro di Scheggia, Gubbio

17 Min. lettura

Il mostro di Scheggia, cronologia degli eventi

Fonte articolo :thexplan.net

Fine aprile 1997 – un pastore viene attaccato da un essere con “due occhi luminosi” che esce dal bosco. Si salva solo grazie al suo fedele cane maremmano, che attacca la creatura ma resterà ucciso.

Mese di Aprile/maggio 1997 – un cacciatore della zona, nel bosco con i suoi cani, avvista un animale da lontano, che si muoveva con andatura scimmiesca. I cani, terrorizzati, fuggono e si rfugiano nella Jeep del cacciatore.

Aprile/maggio 1997 – quaranta pecore vengono trovate morte, con il cranio schiacciato.

Oddo Brunamonti, il mostro di Scheggia.

7-8 (circa) maggio 1997 – Oddo Brunamonti, mentre tagliava la legna nel bosco, vede un gruppo di cavalli fuggire terrorizzati. In lontananza, l’uomo sente uno strano urlo. Pensando che ci possa essere un lupo in giro, Oddo si ripromette di avvertire le aziende limitrofe.

11 maggio 1997 – Oddo Brunamonti, mentre raccoglie la legna, nota una strana creatura che lo osserva dal bosco. Di lì a poco verrà attaccato e se la vedrà a poca distanza dall’auto, anche se per pochi attimi. Tornato a casa, Oddo avverte Carabinieri e Guardia Forestale, che si mobilitano immediatamente.

12 maggio 1997 – Esperti da Perugia e Firenze giungono sul posto per cercare tracce dell’essere. Viene fatto il calco di un’ impronta, vengono trovati ciuffi di pelo sugli alberi, e alcuni fruscii mettono in allarme l’equipe. Tutti salgono nelle auto e fuggono, lasciando l’attrezzatura sul posto, che in seguito verrà recuperata.

13 (circa) maggio 1997 – un uomo si presenta a Oddo e gli consiglia ufficialmente di dire che, nel bosco, ha visto un orso. Oddo rifiuta di mentire.

14-15 (maggio) 1997 – da questo momento, per un mese, un elicottero della polizia sorvola costantemente i boschi.

[circa nello stesso periodo] maggio 1997 – l’uomo che si era presentato a Oddo paga da bere a tutto il paese, dicendo che i soldi “non sono i suoi”.

15-20 (circa) maggio 1997 – compaiono nei boschi sei orsetti da parco, e si sparge la voce che Oddo ha visto un orso.

Maggio 1997 – un uomo con una busta di cibo in mano viene inseguito da un orsetto. Preso dal panico, getta via la busta e si accorge che l’animale cercava solo un po’ di cibo.

Nei giorni seguenti, testimonianze, il mostro di Scheggia.

[nello stesso periodo e nei giorni seguenti] maggio 1997 – studiosi, ricercatori e altri personaggi interrogano le persone della zona, specialmente i pastori, sulle loro abitudini di pascolo e di lavoro.

Mese maggio/giugno 1997 – un pastore, insospettito per le domande che gli vengono rivolte, finge di andarsene ma si rifugia nel bosco e attende. In una casa colonica attira la sua attenzione l’attività di due dottori, presumibilmente veterinari.

D’un tratto un elicottero si ferma sopra la casa, cala una gabbia e poi la tira su, volando via. Altri testimoni affermano di aver visto l’elicottero che portava qualcosa attaccata alla carlinga.

Maggio/giugno 1997 – due giorni dopo viene smentita la storia degli orsetti, che infatti vengono fatti sparire.

[Da quel momento in avanti, non succede più niente di strano].

La vicenda, il mostro di Scheggia.

Il mostro di Scheggia.E’ una serena domenica di maggio del 1997. Oddo Brunamonti, 60 anni, si reca nei boschi vicino Scheggia (Gubbio) per raccogliere della legna che un suo amico gli aveva preparato sulla strada.

L’uomo parcheggia l’auto in retromarcia, così da poter partire subito dopo aver finito il lavoro, e scende. Si guarda intorno: davanti a lui, la strada compie un breve tratto in salita prima di inoltrarsi nel bosco.

In cima al declivio, Oddo nota una sagoma scura tra gli alberi. Pensando si dovesse trattare di un puledro scappato all’azienda vicina, non gli da’ eccessiva importanza, ripromettendosi di avvisare i proprietari non appena tornato a casa.

Dalle 10:00 a circa mezzogiorno Oddo è impegnato a raccogliere la legna e liberare la strada per consentire il transito dei veicoli. A questo punto l’uomo si guarda ancora intorno, per assicurarsi soprattutto di aver liberato la strada.

E’ in quegli istanti che, guardando lo stesso punto in alto, nel declivio al limitare del bosco, si accorge che l’animale che aveva visto due ore prima era sempre lì. Anzi questa volta, quando si accorge di essere osservato, si nasconde velocemente dietro un cespuglio; un gesto che appare quantomeno anomalo a Oddo, che in quei boschi ci è neato e cresciuto, e conosce molto bene il comportamento degli animali selvatici.

Così, spinto dalla curiosità, l’uomo sale in auto e, a retromarcia, si avvicina al bosco nel tentativo di scoprire dove sia finito quell’animale.

La creatura avvistata da Oddo.

Il mostro di Scheggia.

Poco prima di imboccare il sentiero in salita, qualcosa balza fuori dalle piante e si frappone tra l’auto di Oddo e il bosco, sulla strada.

La visione è incredibile: l’animale è una creatura bipede, alta circa 1.70, il cui corpo è ricoperto di un pelo lungo color mogano. La braccia, robuste e muscolose, sono sollevate in aria e la bocca è spalancata.

E’ quest’ultima ad atterrire maggiormente Oddo, in quanto larga e provvista di due fila di denti simili a quelli di un uomo, rossa al suo interno. L’essere sembra infastidito dalla presenza di Oddo, e l’uomo si sente in grave pericolo. Inserisce la marcia e spinge l’acceleratore, ma dimentica di abbassare la frizione.

L’auto si spegne e la creatura avrebbe certamente assalito la macchina se non fosse intervenuto un piccolo diversivo: Oddo tenta freneticamente di riaccendere il motore, e il rumore della chiave e del motorino d’avviamento disorientano la bestia, che resta immobile per un istante, prima di spiccare un nuovo balzo all’interno del bosco.

Il testimone ricorda di come gli alberi, al passaggio di quella creatura sconosciuta, ondeggiassero in maniera vistosa.

Tornato a casa, la figlia nota subito qualcosa che non va: suo padre è pallido e agitatissimo, le chiede di mostrargli alcuni libri di animali, e si mette a sfogliarli ad uno ad uno nel tentativo di individuare una somiglianza, un confronto, ma niente.

Come dirà più volte, i suoi occhi si fermavano sul Gorilla, ma la bestia che lui aveva visto era completamente diversa.

Oddo e la sua esperienza in famiglia

Il mostro di Scheggia.

Dopo il racconto, la famiglia di Oddo spinge l’uomo ad avvertire le autorità. Carabinieri e Guardia Forestale sembrano prendere molto sul serio il racconto del testimone, tanto che organizzano immediatamente una battuta nei boschi.

E’ Oddo a guidarli, e sebbene non vedranno niente di anomalo, sentiranno fruscii e rumori di un grosso animale che sembra spiarli a distanza.

Il giorno dopo arrivano a Scheggia degli esperti da Perugia e Firenze, intenzionati ad effettuare analisi e rilevamenti sul posto. E’ ancora una volta Oddo a guidarli.

Le impronte

Il mostro di Scheggia

Vengono montate telecamere, scattate fotografie e viene prelevato un calco dell’impronta lasciata dal “mostro” sul terreno bagnato: l’orma è provvista di tre dita anteriori e uno “sperone” posteriore, all’altezza del tallone.

Dalla pronfondità della stessa, in seguito si calcolerà un peso dell’animale di circa 170-180 Kg. L’altezza stimata, anche secondo le impressioni del testimone, si aggirerebbe intorno ai 170 cm.

Proprio durante i rilevamenti, uno del team presente, di guardia alle Jeep, si accorge della presenza di qualcosa intorno a loro. Spaventato, da’ l’allarme. Tutti salgono nelle auto e fanno ritorno in paese, lasciando le attrezzature sul posto.

Torneranno a recuperarle tempo dopo, facendo esplodere dei petardi nel bosco circostante, nella speranza di scongiurare un attacco. All’altezza di circa 130 cm da terra, sulla corteccia degli alberi, vengono rinvenuti (e prelevati) ciuffi di pelo color mogano.

Il tutto verrà spedito al laboratorio di Firenze per le analisi, dei cui risultati tuttavia non si saprà mai niente.

Due giorni dopo l’incontro con la creatura: una visita inaspettata.

Il mostro di Scheggia

Due giorni dopo l’incontro “ravvicinato” con la creatura, Oddo riceve una visita inaspettata: un uomo, che si identifica come un’autorità militare del capoluogo umbro, chiede a Oddo di raccontare alla stampa e alla gente, di avere visto, quel giorno, un orso. Brunamonti è un uomo integro e assolutamente schietto, risponde che non dirà mai di avere visto un animale che non ha visto.

Il suo interlocutore insiste, arrivando a dire che si tratta di un argomento delicato e segreto.

Oddo, ancora una volta, risponde che piuttosto che mentire, non dirà più niente, visto che il caso che si sta creando intorno alla vicenda lo infastidisce non poco.

In quello stesso periodo un elicottero della polizia sorvola quotidianamente la zona compresa tra Gubbio e Scheggia. Resterà in perlustrazione per un mese circa.

L’uomo misterioso in città nella vicenda de il mostro di Scheggia.

Il mostro di Scheggia

E’ sempre dello stesso periodo un fatto curioso, che colpisce molto Oddo: l’uomo che gli si era presentato come un’autorità, una sera, si trova al bar del paese.

Sembra particolarmente cordiale, stringe amicizia con i ragazzi del posto e paga da bere a tutti.

Fino a tarda notte [fino all’ una circa n.d.r.] continua a pagare, spendendo circa un milione di lire in bevande.

Molti sentono i suoi inviti a brindare, e le parole “i soldi non sono i miei” vengono notate da Oddo, andando a infittire il mistero di quello strano personaggio.

Gli orsetti nel parco.

Non è passata nemmeno una settimana, gli abitanti del piccolo paese umbro si dividono tra l’agitazione e il dubbio (molti di loro, di notte, avevano sentito delle urla acuta provenienti dai boschi vicini): ecco che, allora, cominciano a comparire degli orsetti.

Almeno sei, dislocati nei boschi della zona, in un raggio di 30 chilometri circa. Vengono avvistati da cacciatori, passanti, automobilisti. Sono degli orsi da parco, con tanto di collare.

Questo non impedisce tuttavia il panico tra la gente, come dimostra il caso di un uomo che, di ritorno a casa con una busta di cibo, si vede inseguire per diversi metri dall’orso, fino a quando lo spaventatissimo signore getta via la busta per poter correre più liberamente.

L’orso, che era solo interessato al contenuto della busta, si ferma ad annusarla, e l’uomo capisce che quella “belva” non voleva di certo sbranarlo.

 La “creatura pericolosa e sconosciuta” di Oddo era solo un orso?

Il mostro di Scheggia

La presenza degli orsetti provoca però un ben diverso (e forse voluto) effetto: gli abitanti di Scheggia cominciano a deridere Oddo, convinti che la “creatura pericolosa e sconosciuta” era solo un orso.

Ecco che l’uomo diviene oggetto di derisione e scherno, facendo crescere in lui un senso di delusione e rabbia.

Ma che non si fosse trattato di un orsetto appare chiaro dalla presenza, oltre che dell’elicottero, di numerose persone sparse per la zona, che si fermano per lungo tempo a parlare con i pastori della zona, facendogli domande su domande.

Le bocche rimangono chiuse anche per il senso di diffidenza e ambiguità che gli interrogatori suscitano. Uno dei pastori, dopo l’ennesimo colloquio con uno di questi uomini – che gli chiedeva a che ora avrebbe portato via le sue pecore – si insospettisce e, fingendo di andarsene, si nasconde su una collina coperta di alberi, mettendosi in attesa.

La casa abbandonata nel bosco.

E’ allora che è testimone di un episodio strano:

in una casa abbandonata nel bosco vi sono dei militari e un paio di dottori.

Ad un certo punto giunge un elicottero, che rimane sospeso sopra l’abitazione il tempo necessario per calare una sorta di gabbia, tirarla su e andarsene. Da quel momento non succederà più niente nella zona, e anche quattro orsetti su sei verrano prelevati e portati via.

La notizia della loro presenza viene smentita e tutto sembra tornare normale. Con molti dubbi che rimangono nella mente degli abitanti di Scheggia. E, forse, qualcuno comincia a ricredersi sulla veridicità del racconto di Oddo Brunamonti.

RICOSTRUZIONE TECNICA E FOTOGRAFICA DELL’AVVISTAMENTO

Il mostro di Scheggia

Presentiamo in questo paragrafo la ricostruzione in dettaglio del luogo dell’avvistamento, le coordinate topografiche e una serie di foto e mappe che descrivono la zona e la sequenza dell’incontro tra Oddo e la creatura.

Dal particolare cartografico (sotto) si può notare la zona di Scheggia, che è immersa nel Parco del Monte Cucco, ricco di boschi e molto vasto.

Nella foto satellitare (sotto) è evidenziato in rosso la zona in cui è avvenuto l’avvistamento

Un particolare (sotto) la strada in cui Oddo Brunamonti lavorava e veniva osservato dalla creatura. Si può notare, in fondo alla strada, in basso a destra, la casa abbandonata dalla quale sarebbe stata prelevata la strana creatura dopo l’arrivo di un elicottero.

Il mostro di Scheggia

Veduta della zona sul lato ovest, foto.

Il mostro di Scheggia

Foto 2 – La creatura osservava Oddo Brunamonti al lavoro

Foto 3 – Il luogo dove la creatura,  il mostro di Scheggia, è rimasta, per più di due ore, ad osservare Oddo Brunamonti

Il mostro di Scheggia

La Foto 4 è il punto dove la creatura, il mostro di Scheggia, è scomparsa dopo il tentativo di aggressione

Il mostro di Scheggia

COVER-UP

La vicenda narrata da Oddo Brunamonti offre degli spunti interessanti a riflessioni più ampie, sul metodo utilizzato dai governi (in generale, dai poteri decisionali e di controllo) per gestire determinati “problemi”.

Che la creatura avvistata a Scheggia fosse un “problema” appare chiaro dai successivi, immediati sviluppi che hanno seguito la testimonianza di Oddo.

Le reazioni delle autorità su la storia del mostro di Scheggia:

Se infatti ci si sofferma in dettaglio sul comportamento e sulle reazioni delle autorità (ufficiali e non) di fronte al caso, non si può fare a meno di notare delle curiose indicazioni:

innanzitutto le autorità locali, esse hanno dimostrato di prendere immediatamente sul serio il racconto di Oddo.

Tanto da organizzare una battuta nei boschi quello stesso giorno.

Il dettaglio curioso è che, di fronte al racconto dell’avvistamento di una “strana creatura” nei boschi, almeno un margine di esitazione o dubbio ci si sarebbe dovuto aspettare, specie quando si tratta di autorità, in genere poco propense a credere ad eventi che non siano razionalmente spiegabili.

Al di là dell’ ipotesi (remota, ma da menzionare) di forze dell’ordine particolarmente aperte e sensibili, la spiegazione più naturale sembrerebbe essere quella che le stesse autorità sapessero già della presenza della zona di qualcosa di anomalo, o per esperienza diretta (incontro nei boschi) o per dati indiretti (altre testimonianze, tracce sul terreno,…).

Questo spiegherebbe la prontezza e la serietà con la quale è stato raccolto l’allarme di Oddo.

L’arrivo degli esperti riguardo la storia del mostro di Scheggia .

Altro dato importante, l’arrivo il giorno dopo di “esperti” per lo studio della zona dell’avvistamento.

Anche la velocità con cui queste persone hanno raggiunto il posto, denota un interesse per il fenomeno che parrebbe essere stato acceso prima della testimonianza di Oddo in se stessa, come se, anche in questo caso, si fosse in stato di allerta, pronti a cogliere la prima occasione utile per uno studio sul psoto, di voci che già circolavano nell’ambiente.

A riprova del fatto che, forse, gli unici a non sapere della presenza di una strana creatura nei boschi, erano proprio gli abitanti della zona, ecco apparire pochi giorni dopo, a Scheggia, un personaggio che si presenta a Oddo Brunamonti con tanto di tesserino militare.

L’uomo dimostra subito di conoscere il modus operandi necessario in queste circostanze: atteggiamento cordiale dopo aver mostrato credenziali importanti, “cortese” invito a tacere o a rettificare il racconto.

E, se ciò non dovesse servire, tentativo di responsabilizzare l’interlocutore (sottolinenando la “gravità” e l’importanza del “segreto”) o, in alternativa, aperte minacce.

La stampa ed il racconto di Oddo.

Quest’ultima eventualità sembra non essersi verificata nella circostanza.
Oddo Brunamonti, già infastidito dalla risonanza che il suo racconto sta avendo sugli organi di stampa (sulla cui faziosità o buona fede si potrebbe aprire un capitolo intero), non cede e, piuttosto che modificare il suo racconto, preferisce tacere. Ma la macchina del Cover-up non si può fermare con il silenzio.

E’ qui che si colloca naturalmente l’arrivo degli “orsetti” nelle zone ai piedi del Monte Cucco.

Sei orsi, razionalmente dislocati in una vasta area (così dà amplificare il range di avvistamenti su scala macroscopica), per salvaguardare la versione che era stata già decisa in partenza (con o senza l’aiuto dell’interessato): Oddo ha visto un orso.

Oddo ha visto solo un orso?

La frase passa di bocca in bocca mano a mano che si susseguono gli avvistamenti di questi animali.

E che l’intento della comparsa degli orsi non sia stato quello di tranquillizzare gli abitanti della valle di Scheggia e dintorni, è comprovato dal panico crescente che ha colpito in quel periodo le persone. L’episodio dell’uomo inseguito dall’orso citato in precedenza (par. CRONOLOGIA e VICENDA) è solo uno dei tanti esempi.

Ma perchè la gente era così spaventata? Per il racconto di Oddo?

Evidentemente no, visto che lui “ha visto un orso”. Molto più probabile che le urla notturne provenienti dai boschi siano state udite da numerose persone e che altri abbiano visto qualcosa (oltre a coloro che lo hanno raccontato).

Solo così potrebbe spiegarsi l’aria di estrema tensione che in quel periodo si respirava a Scheggia.

Il video sul canale YouTube di ChupaCabraMania:

E proprio dove c’è il panico, il Cover-Up procede spedito.

L’uomo che spende più di un milione di lire (“soldi non miei”) in bevande offerte agli avventori del bar – con gli scopi di dare credibilità alla propria immagine, di mostrarsi generoso e di indurre le persone ad appoggiare la versione dei fatti da lui sostenuta, ma anche tutti gli altri “inquisitori”, che per giorni furono visti nelle campagne parlare con i pastori e i contadini, domandar loro di abitudini, orari, particolari sulla zona e su quello che eventualmente avessero visto.

L’elicottero che per un mese sorvolò la zona poteva essere posto si a protezione dei cittadini e per individuare la creatura selvaggia. Ma le sensazione, ripetiamo, è che gli “esperti” abbiano sempe avuto il controllo della situazione e, quindi, sapessero sempre dove trovare quell’essere bipede.

La spedizione di recupero.

Non a caso il presunto prelevamento dell’animale è avvenuto in pochissimo tempo, alla presenza di militari, uomini in borghese e dottori. Spedizione di recupero in piena regola, con tanto di elicottero che, sospeso sopra la casa nel bosco, cala una gabbia metallica e poi si alza in volo con la sua “preda”.

A questo punto il Cover-Up, l’insabbiamento delle prove e l’occultamento della verità, non ha più ragion d’essere. Dopo pochi giorni, infatti, gli orsi scompaiono e ogni notizia relativa alla loro presenza viene meno o, addirittura, smentita.

Tutto finito? Quasi, visto che Oddo continua a ricevere, ogni tanto, la visita di quell’uomo che, tanto cortesemente, lo aveva invitato a dire di aver visto un orso.

Oddo ha visto un chupacabra?

E, in una delle sue visite, consegna al simpatico pensionato un fascicolo riguardante la vicenda del “mostro di Scheggia”, con allegato un resoconto dei Chupacabras sudamericani e un disegno, ingrandito e di bassa qualità, del presunto animale “sconosciuto”.

La bestia vista da Oddo è completamente diversa, ma a loro non importa. La missione è finita, un finale sarcastico fa parte del gioco. Del loro gioco.

Di seguito le IPOTESI:

Tra le tante ipotesi e supposizioni che si possono elaborare sulla base dei fatti oggettivi e delle proiezioni di logica dinamica, le principali sono:

Ipotesi aliena 

La creatura avvistata da Oddo sarebbe un E.B.E. (Extraterrestrial Biological Entity), un essere esterno al nostro pianeta. Sui motivi delle visite aliene sulla Terra si dovrebbe aprire un capitolo a parte.

Qui ci limitiano a dare per certe tanto le visite di esseri alieni, quanto i contatti ravvicinati (in questo caso si tratterebbe di un incontro del III tipo secondo la classificazione Hynek) tra questi e testimoni oculari.

L’alieno avrebbe potuto avere un compito da portare a termine (raccolta di materiale, osservazione degli abitanti della valle o degli animali dei boschi), o essere un “esploratore” per la verifica della fattibilità di un’eventuale base da predisporre all’interno della zona (presumibilmente sottoterra).

L’Ipotesi Chupacabras 

L’animale bipede avvistato potrebbe essere la versione nostrana del temibile e inafferrabile Chupacabras latinoamericano.

Le somiglianze sembrerebbero essere piuttosto remote, limitandosi agli “occhi luminosi” e all’uccisione delle pecore.

In questo caso, peraltro, non sono stati rilevati (sui cadaveri degli ovini) fori circolari nè asportazione di organi interni nè, tantomeno, mancanza assoluta di sangue.

Ipotesi di laboratorio

La creatura sarebbe in questo caso il risultato di un incrocio di laboratorio, presumibilmente tra l’uomo e la scimmia.

Esperimento di laboratorio che, avendo bisogno di un collaudo sul territorio, viene lasciato per un certo periodo di tempo in un ambiente determinato, così da poter studiare e controllare il comportamento della creatura e le sue reazioni.

Il controllo potrebbe avvenire tramite microchip ipodermico o collare (come è in uso tra gli zoologi) con collegamento diretto via satellite, in modo da avere sempre l’esatta posizione dell’oggetto.

Ipotesi mutante

Questa ipotesi tratta dell’eventualità che la creatura possa essere uno dei famosi “anelli mancanti” tra l’uomo e la scimmia, che di tanto in tanto vengono avvistati in varie parti del mondo. Big Foot, Sasquatch, Wild Man, Yeti, e così via.

La mutazione sarebbe pertanto naturale e frutto di un diverso percorso evolutivo, o paraevolutivo, rispetto a quello dell’uomo.

Ipotesi criptozoologica

Collegata all’ipotesi precedente, la creatura potrebbe essere un animale semplicemente sconosciuto alla Zoologia ufficiale. Si entra allora nel campo della Criptozoologia, o della scienza che studia la specie di animali sconosciute alla scienza accademica

Dopo esserci recati sul posto e aver ricostruito interamente, con la collaborazione di Oddo Brunamonti, l’avvistamento, il contatto e gli spostamenti del testimone e della creatura; dopo aver ascoltato Oddo stesso sulla vicenda.

Infine, ascoltato il parere di studiosi e ricercatori, abbiamo maturato la quasi assoluta certezza che la creatura fosse il frutto di un esperimento di criptogenetica.

Come sempre, tuttavia, lasciamo al lettore la possibilità di farsi un’idea propria della vicenda, confidando di aver presentato i fatti nel modo più preciso possibile, e soprattutto sotto i più diversi punti di vista.

INTERVISTA A ODDO BRUNAMONTI

1) E’ LA PRIMA VOLTA CHE ASSISTE ALL’AVVISTAMENTO DI UNA STRANA CREATURA?

Io l’ho visto un attimo quella volta sola si, ma qualche giorno prima tagliavo le legne e mangiavo un panino, a un certo momento vedo i cavalli di un’azienda lì vicino che correvano, fuggivano. Ho pensato allora che doveva esserci qualche lupo nella zona, ne ho parlato anche con mio cognato. E poi sentii un urlo, simile a quello che la creatura lanciò quel giorno. Ma questo veniva da lontano, era più leggero.

2) AVEVA SOGNATO DI QUESTA CREATURA, O SI E’ RITROVATO A FARLO SUCCESSIVAMENTE?

Prima, mai. Però dopo il fatto, per un mese intero mi svegliavo, la notte, con quell’urlo tremendo che mi echeggiava in testa, e mi vedevo l’immagine della bestia con la bocca spalancata davanti. E’ stato un mese di tensione terribile.

3) E’ L’UNICO IN PAESE AD AVERE AVUTO QUESTA ESPERIENZA?

Almeno altre due persone prima di me avevano visto la creatura, e poi ho saputo di altri avvistamenti nei dintorni. Quindici giorni prima di me, quaranta pecore sono state trovate morte con il cranio schiacciato.

Un pastore è stato assalito da quella creatura e si è salvato solo grazie a uno dei suoi cani, che è tornato indietro e ha ingaggiato una lotta furibonda, sacrificandosi per il suo padrone.

Il pastore ha ammesso di aver visto solo due occhi luminosi che lo caricavano, dal bosco.
Un uomo, passando per un sentiero nel bosco con la sua moto, ha intravisto qualcosa delle dimensioni di un uomo appoggiato ad una quercia. Quando è tornato indietro, non c’era niente.

E’ stato visto il mostro di Scheggia?

Un cacciatore con i suoi cani ha invece visto la creatura camminare con andatura scimmiesca tra gli alberi. I cani, terrorizzati, sono scappati rifugiandosi in auto.
E, ne sono sicuro, anche la Guardia Forestale qualcosa ha visto.
Per non parlare, poi, di tutti quelli che, nella zona, sentivano quegli urli acuti provenienti dai boschi.

4) SI SONO VERIFICATI ALTRI FENOMENI ANOMALI COLLEGATI ALL’AVVISTAMENTO?

Un fatto strano mi è capitato circa due-tre anni fa [quindi circa sei anni dopo l’avvistamento n.d.r.]: una luce rossa è scesa sulla montagna dietro la mia casa, siamo stati in due a vederla, e poi è scomparsa tra i boschi.

Il tutto è durato pochi secondi, l’oggetto scendeva velocissimo e, poi, arrivato alla base del monte, è sparito. Non so se c’è un collegamento con la creatura.

5) QUALI SONO I PARTICOLARI CHE PIù L’HANNO COLPITA, DELL’ESSERE CHE HA VISTO?

Il lungo pelo color mogano, l bocca enorme con una fila di denti piatti, e l’urlo.

Un urlo acuto come quello che si lanciano i babbuini del deserto quando sono in pericolo.

Però questo era più forte, più penetrante. E poi, quando è fuggito, ho visto gli alberi del bosco che si piegavano al suo passaggio. Quella bestia doveva avere una forza enorme.

Ed era anche intelligente. Quando ha capito che l’uomo si interessava a lui, ha smesso di lanciare quelle grida. Evitava di camminare sul terreno bagnato, per non lasciare impronte.

Gli animali selvatici non attaccano l’uomo, a meno che non vengano feriti o debbano difendere la prole. Di solito fuggono. Il comportamento della creatura che ho visto io non era naturale.

6) DOPO L’AVVISTAMENTO, HA CAMBIATO QUALCHE SUA ABITUDINE?

No. Anche se la paura è stata tanta, io l’anno dopo sono tornato sulla stessa zona per tagliare la legna. Ci sono nato nei boschi, e conosco tutti i suoni degli uccelli e i versi degli animali. Nei boschi, la paura non l’ho mai conosciuta.

7) SONO STATE AVVERTITE LE AUTORITA’ COMPETENTI? COSA HANNO FATTO?

Le ho avvertite il giorno stesso e sin sono recate immediatamente sul posto.

Nei giorni seguenti c’è stato un via vai di persone che riprendevano con le telecamere, prendevano il calco delle impronte, facevano domande ai pastori. E c’è stato un elicottero della polizia che, per circa un mese, sorvolava continuamente la zona.

8) SI E’ FATTO UN’IDEA DI CHE GENERE LA CREATURA POTESSE ESSERE?

Parlando anche con un professore universitario mio amico, penso si sia trattato di un esperimento di laboratorio, qualcosa creato in laboratorio e poi lasciato libero.

9) COSA NE PENSA DEL FENOMENO UFO?

Prima non ci credevo. Credevo che l’uomo era il solo essere intelligente nell’Universo. Dopo l’esperienza che ho avuto ho cambiato opinione. Credo negli Ufo, credo che non siamo soli.

10) PENSA CHE UNA COSA DEL GENERE SI RIPETERA’ IN FUTURO?

Si. Non credo si fermeranno, perché c’è un grande interesse per questo genere di cose. Spendono miliardi per questo, io credo che può benissimo succedere ancora.

Fonte: thexplan.net

Aggiornamento maggio 2019

Il video sul canale YouTube di ChupaCabraMania:

Approfondimenti:

Articolo con una dettagliata, completa ed interessante intervista di Luca Fazi ad Oddo Brunamonti:

Intervista ad Oddo Brunamonti testimone oculare degli avvistamenti del mostro di Scheggia.

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Il sito web che gestisce Di Cuonzo Erika si chiama ChupaCabraMania è un sito in cui ella raccoglie informazioni principalmente sul mostro sudamericano Chupacabra ed è stato creato per gioco nel 2006. Data la sua passione per il gli animali, tra cui le strane creature del mondo, l'interesse per il mondo del paranormale, ufo, alieni e varie curiosità Erika ha arricchito il sito con questi temi. Erika ha scritto un ebook nel 2005 sul chupacabra: chupacabra creatura mitologica o reale? La mia email è erikadik@tiscali.it
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