Arnold Pointer e Cindy lo squalo, un’amicizia insolita

Arnold Pointer e Cindy lo squalo, un’amicizia insolita

Introduzione:

Tra uomo e animale nascono spesso amicizie insolite, chupacabramania ad esempio vi ha raccontando del coccodrillo Pocho e della bellissima amicizia che lo legava , quando era ancora in vita, al suo amato amico umano.

Leggi nel sito la storia vera di Pocho un coccodrillo per amico.

Costa Rica, un uomo adotta un coccodrillo di sei metri, lo chiama Pocho e nasce una profonda amicizia tra uomo e coccodrillo. Pocho e Gilberto Alli Chito Shedden nuotavano insieme, quasi giocando. Gilberto Alli Chito Shedden aveva salvato Pocho da morte certa in seguito un colpo di arma da fuoco che l’aveva ridotto in fin di vita…

Arnold Pointer e la sua amicizia con lo squalo Cindy

La storia dello squalo Cindy che diventa amica del pescatore Arnold Pointer è insolita. Nel web si nomina spesso Arnold Pointer un pescatore di origine australiane che avrebbe raccontato la sua speciale e commovente amicizia creatasi in mare aperto con uno squalo bianco femmina. Una foto circola nel web e ritrae un uomo che sembra accarezzare uno squalo bianco di notevoli dimensioni e la storia di questa amicizia fuori dagli schemi l’accompagna.

Il pescatore Arnold Pointer racconta che in mare aperto ha liberato da una rete da pescatore un esemplare di squalo bianco femmina. Arnold ha raccontato che dopo la liberazione lo squalo, chiamato Cindy dall’uomo, ha incominciato a seguirlo ovunque quando lo incontrava in mare aperto. Addirittura Cindy si faceva accarezzare da lui, emettendo una sorta di grugnito di soddisfazione.

Durante il momento di “coccole” con l’uomo Cindy si girava su un fianco strizzando gli occhi e agitando le pinne in segno di saluto.

L’amicizia tra lo squalo Cindy e Arnold Pointer verità o bufala?

Immagine illustrativa. Foto di Zdenek Humpal da Pixabay

La storia di Cindy e Arnold è stata resa nota in internet il primo aprile 2006. Purtroppo si tratta di una storia falsa, una cosiddetta “bufala” ovvero una storia inventata, che spesso si ripresenta nel web con la condivisione dello stesso post sui social network. Nel post è ritratto un uomo che non si chiama Arnold Pointer ma Michael Scholl.

Il signor Scholl è fondatore del White Shark Trust in Sud Africa un’associazione nata per difendere i diritti degli squali bianchi. 

L’immagine che lo ritrae è semplicemente un immagine pubblicitaria per la sua associazione. Il post contiene una descrizione di come si comporterebbe lo squalo con l’uomo da oltre due anni inseguendolo e allontanando in questo modo i pesci che Arnold, pescatore professionista, tenta di pescare.

Il post originale risale all’anno 2017 ma sembra che questa storia sia stata raccontata anche in una nota rivista di pesca nell’anno 2006.

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I poteri magici dei gatti nell’immaginario collettivo

I poteri magici dei gatti nell’immaginario collettivo

Gatto e magia. Foto di Darkmoon_Art da Pixabay

I poteri magici dei gatti nell’immaginario collettivo

Il gatto è uno tra gli animali da compagnia tra i più apprezzati per la sua particolare indipendenza ed adattabilità generale. Ai gatti da centinaia di anni sono attribuite caratteristiche mistiche e doti di intelligenza superiori fin dal Medioevo.

Il gatto è considerato un animale molto furbo tanto da saper tenere testa al Diavolo in persona ma allo stesso tempo è visto come una creatura demoniaca. Fin dall’antichità si dice che gli occhi dei gatti siano diabolici ed in grado di leggere nell’anima di chi li osserva.

Nella stregoneria i gatti neri, definiti demoni e aiutanti delle streghe erano uccisi e perseguitati tanto quanto le persone accusate di stregoneria. Da questi eventi deriva la credenza che il gatto nero porti sfortuna ma limitatamente ad alcune zone geografiche. In alcuni luoghi del mondo il gatto nero porta fortuna ed è considerato uno spirito libero e protettivo.

Il gatto e la casa

Illustrazione di un gatto su un davanzale. Foto di KLAU2018 da Pixabay

Nelle credenze popolari il gatto è considerato un animale opportunista che non si lega mai ai propri padroni o alla casa in cui vive. Tuttavia chi è possessore di un gatto sa bene o si renderà ben presto che il gatto prima o poi deterrà il comando della casa donando affetto a chi lo accudisce e ai membri della famiglia, anche i più piccoli. Poi certamente esistono soggetti felini con comportamenti problematici ma non è assolutamente la regola, anzi si tratta di eccezioni.

Anzi più che diabolico, freddo, scostante il gatto è tra gli animali più empatici in grado di saper reagire in modi diversi in base allo stato d’animo di chi lo avvicina. Secondo alcune leggende i gatti sono in grado di assorbire le energie negative. Addirittura si dice che i gatti si rifiutano di dormire in ambienti in cui soggiorna una persona negativa o che ha paura di loro. Sarà vero?

Spiriti guida in Giappone e Cina

I gatti in Giappone e Cina sono considerati come Spiriti Guida e la tradizione di questi popoli è ricca di riferimenti a Gatti Demoniaci crudeli e incantatori.

Il sesto senso dei gatti

I poteri magici attribuiti ai gatti sono da associare al loro sesto senso che spesso permette a questi animali di prevenire ad esempio catastrofi naturali come i terremoti. Secondo leggende popolari i gatti possono vedere gli spiriti. Questo accade quando i felini si incantano a fissare punti apparentemente senza nulla di particolare per interi minuti.

I gatti sono magici oppure no?

I gatti sono animali con poteri magici oppure sono semplicemente animali dotati di una forte sensibilità nei confronti degli esseri umani. Oppure è vero la credenza opposta che i gatti sono in grado di rubare l’energia alle persone e sono quindi pericolosi e cattivi?

Approfondimenti:

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I gatti di Aoshima, l’isola giapponese dei gatti

I gatti di Aoshima, l’isola giapponese dei gatti

Giappone

In una regione in Giappone, nota come Shikoku, vi è un isola, sita nella prefettura di Ehim, nota come l‘isola dei gatti. Si tratta di una nota meta turistica per appassionati di questi animali e turisti in generale. La presenza massiccia di questi felini è spesso sfondo per fotografie, quadri ed iniziative di ogni genere. L’isola di Aoshima è molto piccola si estende per circa un chilometro.

La storia dell’isola di Aoshima risale alla Seconda Guerra Mondiale quando fu data la vita ad una colonia felina che lentamente è accresciuta in numero di individui fino a rendere l’isola unica come si presenta oggi. Lo scopo dell’introduzione dei gatti sull’isola fu quello di contenere un importante invasione di ratti.

Gatti. Foto di loswl da Pixabay

I gatti in quest’isola hanno potuto prosperare e moltiplicarsi grazie alla facilità della reperibilità del cibo. I gatti devono ringraziare i pescherecci che ormeggiano giornalmente in loco con pesce fresco che è spesso donato agli animali per nutrirli. I felini in totale sono circa centoventi e gli abitanti locali sono veramente un numero esiguo, circa una decina di persone dedite unicamente alla pesca.

L’isola dei pescatori

In passato l’isola è stata una zona molto importante legata alla pesca e gli abitanti erano molto più numerosi, circa 900 persone. Ma ad oggi i residenti attuali dell’isola di Aoshima sono circa una decina e sono persone molto anziane. Gli animali non sono stati abbandonati a loro stessi ma sono soggetti ad interventi di sterilizzazione. Tuttavia le sterilizzazione non hanno ottenuto lo scopo di ridurre il proliferare dei felini come era stato stabilito dagli enti preposti in quanto insufficienti.

Curiosità:

Sono circa 12 le isole in Giappone famose per la presenza numerosa di gatti Ad esempio vi sono le isole di Enoshima, Okishima e Sanagishima ma l’isola di Aoshima è la più gettonata dal turismo in quanto è la più popolata dai gatti.

Approfondimenti:

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Buigh il gatto nero che ha sacrificato la sua anima

Buigh il gatto nero che ha sacrificato la sua anima

Una leggenda di origini celtiche molto antiche racconta come hanno avuto origine i gatti bianchi e neri.

Buigh era un gatto, di colore completamente nero con gli occhi gialli, che viveva con il suo amato padrone in perfetta simbiosi. Ma purtroppo un giorno il suo padrone dovette partire per affrontare un lungo viaggio in mare. L’uomo si trovò costretto ad affidare il suo amato gatto alla madre che lo tenne con sé nel fienile. Per molte settimane la madre dell’uomo non ebbe notizie di suo figlio, fino a quando non le fu detto che la nave su cui viaggiava l’uomo era naufragata.

Il gatto e il mare

Ma l’uomo era vivo oppure no? Il gatto comprese che il suo amato padrone non sarebbe mai più ritornato da lui. Buigh decise di lasciare la sicurezza del fienile e le amorevoli cure della donna e si diresse lungo la costa, al mare. Il gatto con il cuore in mano, secondo la leggenda, chiese al mare di ridargli il suo amato padrone in cambio della sua anima immortale.

Mare e gatto nero. Immagine illustrativa. Foto di Anja-#pray for ukraine# #helping hands# stop the war da Pixabay

Il mare a questa richiesta con una gigantesca onda prese con sé il gatto nero. Buigh però non aveva perso la vita si risvegliò con il suo amato padrone ma il suo aspetto era completamente diverso. Il mare non aveva accettato di impossessarsi dell’anima immortale del gatto e disse al gatto e all’uomo:

“Non potevo sacrificare una creatura dall’animo così nobile e buono e ho quindi deciso di marchiarlo a vita con una macchia bianca sul suo pelo nero. Essa rappresenta la schiuma delle mie onde, ovvero bontà, virtù e saggezza.”

Un gatto bianco e nero. Foto di Digital Photo and Design DigiPD.com da Pixabay

Approfondimenti:

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Il gatto e il Diavolo la leggenda del loro patto.

Il gatto e il Diavolo la leggenda del loro patto.

La leggenda qui narrata è di origini spagnole ed è la storia di un gatto e del suo patto con il Diavolo. La leggenda narra di un gatto che protegge con la sua astuzia la vita di un bambino a lui affidato. Questa leggenda narra di una mamma in difficoltà con il suo bimbo neonato che viveva in una casa isolata nel bosco.

La donna viveva sola in compagnia del suo gatto e di suo figlio neonato. La mamma, sola senza aiuti, un giorno dovette suo malgrado lasciare il neonato da solo e decise di chiedere aiuto al suo gatto.

Un neonato. Foto di Angela Ferguson da Pixabay

“Gatto, ti prego abbi cura del mio bambino mentre sarò fuori casa. Cercherò di fare molto in fretta” chiese, quasi supplicando, questo favore al suo gatto domestico.

Il gatto e il Diavolo la leggenda del loro patto.

Il gatto accettò il compito ma appena la donna varcò la soglia di casa il Diavolo in persona si materializzò nell’abitazione. Secondo le leggende popolari il gatto è un animale in grado di tenere testa al Demonio senza alcun tipo di paura.

“Gatto, sono venuto a prendere questo bambino, lo porterò via con me.” disse il Diavolo al felino di casa.

” Non porterai con te il bambino, è in mia custodia” rispose il gatto sornione senza ombra di timore.

“Non potrai impedirmi di portarlo via con me” gli disse il Demone.

Il gatto lo guardò e disse: ” Ti offro una possibilità, il bambino è sotto la mia custodia ma ti darò la possibilità di portarlo via con te ad una condizione: devi indovinare il numero di peli esatti che ricoprono il mio corpo, hai ben tre possibilità per indovinare. Ma se fallirai il bambino resterà con me.”

Naturalmente il Diavolo, che adora ogni tipo di sfida, accettò anche questa ritenendola molto semplice da vincere e incominciò a contare i peli nel corpo del gatto. Ma ogni volta che contava qualcosa lo interrompeva.

Il primo fallimento fu dato dal canto di un uccellino che lo interruppe, in seguito il vento dalla finestra distrasse il maligno dalla conta dei peli. Infine il gatto stesso fece starnutire il Diavolo muovendo la sua coda nel naso del Demone facendogli perdere l’ultima occasione di vincere e di contare correttamente i suoi peli.

Infuriato il Diavolo andò via giurando che un giorno avrebbe indovinato il numero di peli del gatto.

Quando la donna rientrò trovo tutto in ordine, il suo bambino era tranquillo e ringraziò il gatto con una grattata dietro le orecchie.

Approfondimenti:

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Il nobile sangue blu del Limulo

Il nobile sangue blu del Limulo il granchio a ferro di cavallo.

Il Limulo nome scientifico Limulus polyphemus ha una caratteristica: il suo sangue è prezioso ed è blu. Questo animale marino fa parte degli Xifosuri che includono un numero esiguo di specie.

Limulo. Foto di Yinan Chen da Pixabay

Il sangue blu del Limulo ( più correttamente noto come emolinfa), che evoca l’idea del sangue blu della nobiltà, è molto importante nell’ambito della medicina. Tuttavia l’animale è sottoposto a salassi per ottenerlo. In realtà il suo sangue è incolore ma assume una colorazione blu a contatto con l’ossigeno a causa del rame in esso contenuto. Dal sangue di questo animale, che generalmente vive nelle coste dell’America del Nord, Messico e Florida si ottiene un importante enzima utile in medicina.

I Limuli sono creature molto particolari, definiti fossili viventi in modo errato, non appartengono alla famiglia dei granchi ma nemmeno a quelle di zecche e scorpioni. Il loro aspetto fisico è unico i Limuli hanno una caratteristica testa a ferro di cavallo in cui sono contenuti occhi, bocca, cuore, cervello e zampe. Una corazza ricopre il loro corpo e una coda a pungiglione sporge dalla stessa. La lunga coda è necessaria all’animale per riuscire ad assumere la posizione corretta di deambulazione in caso di capovolgimento. il nome comune per il Limulo è horseshoe crab ( granchio a ferro di cavallo.)

Limulo capovolto. Foto di Chris Engel da Pixabay

Il sistema immunitario di questi animali è utilizzato per effettuare un importante Test in medicina noto come LAL ( lisato di amebociti di limulus). Il sangue del Limulo ad esempio è utilizzato per individuare la presenza di determinate forme batteriche in molti campi.

Per approfondire il tema del LAL, con corrette informazioni, invito a leggere questo articolo su Wikipedia.

Il nobile sangue blu del Limulo il granchio a ferro di cavallo.

Come si ottiene il sangue dei Limuli?

La tecnica con cui è ottenuto il sangue da questi animali è il salasso. Gli esemplari vengono catturati dal mare aperto e vengono sottoposti ad un salasso, ovvero all’estrazione del sangue senza causarne la morte. Il sangue viene estratto dai Limuli tramite il pericardio, una membrana che ricopre il cuore. Nel momento in cui il salasso è concluso gli animali vengono rilasciati nuovamente in mare. Purtroppo dopo il salasso circa io 30% dei Limuli non sopravvive.

Per coloro che sono definiti animalisti, che difendono i diritti degli animali il Limulo è un animale maltrattato a tutti gli effetti. I Limuli sono una specie in via d’estinzione anche a causa di questa pratica.

Approfondimenti:

Visita la sezione nel sito Tutto sul mondo animale.

Animali più costosi del mondo

Animali più costosi del mondo

Quali sono gli animali più costosi del mondo? Ci sono animali che hanno un valore inestimabile, non solo a livello affettivo ma anche monetario. Vi riporto alcuni esempi di questi animali con un valore multi milionario.

Il cavallo più costoso del mondo:

Demi O’Byrne, esperto di equitazione, ha acquistato il cavallo Green Monkey ancora puledro, due anni di età, per la cifra di 16 milioni di dollari. Il valore del cavallo non era dovuto ai suoi trascorsi agonistici ma alla sua discendenza da esemplari che hanno vinto negli Usa la prestigiosa gara nota come Kentucky Derby.

Un puledro. Foto di CANDICE CANDICE Pixabay

Il cane tibetano Hong Dong

I cani tibetani sono cani appartenenti ad una razza molto costosa. Ma Hong Dong è l’esemplare con più valore economico in assoluto. Un milionario cinese ha acquistato Hong Dong all’asta nel 2011 per la cifra di 1.1 milioni di euro. Il cane possedeva una particolare pelliccia color rosso. Hong Dong, al momento dell’acquisto, pesava 81 kg ed era alto quasi un metro ad appena 11 mesi di vita.

La mucca Miss Missy

Di razza Holstein Cow Miss Missy nell’anno 2013 è stata acquistata da alcuni investitori provenienti dal Canada per un valore di oltre un milione di euro. Miss Missy ha vinto nell’anno 2009 un prestigioso premio negli Stati uniti noto come «Western Fall National Show North America’s Grand Champion». La manifestazione è una importante fiera di animali a livello mondiale.

Il pesce di maggior valore mai pescato.

Un tonno. Foto di WikiImages da Pixabay

Nella baia di Tokyo, nel 2013 a Tsukiji ,è stato pescato un tonno in seguito venduto all’asta. Il tonno pesava 222 kg. Una nota azienda di ristorazione nota come Kiyomura ha vinto l’asta pagando il tonno 1,3 milioni di euro.

Il gatto più costoso del mondo

Ashera è una razza di gatto adatto alle persone allergiche al pelo di questi animali, non scatena allergie. Si tratta di un incrocio tra gatto del Bengala e il Serval. Il valore di un gatto di razza Ashera si aggira tra i 12.000 euro e i 60.000 euro. A seguire il gatto di razza Savannah, incrocio tra servalo e gattopardo, può valere dai 15.000 mila euro a 30.000 mila euro.

La pecora più costosa del mondo:

Deveronvale Perfection è una pecora scozzese che nel 2009 è stata acquistata all’asta, come animale da riproduzione, per il valore di 260.000 mila euro. L’asta si è svolta in Scozia nella città di Lanark.

Curiosità:

Gli esempi appena riportati sono solo alcuni degli animali più costosi al mondo.

Approfondimenti:

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I giorni della merla, la leggenda sui giorni più freddi

I giorni della merla, perchè si chiamano così?

Nel mese di gennaio i giorni 29/30/31 sono comunementi noti come i giorni della merla. In alcune regioni italiane anche il 2 febbraio fa parte dei giorni più freddi dell’anno.

Ma quale origine ha questo insolito nome attribuito a dei giorni dell’anno?

Merlo in inverno. Foto di Astrid Zellmann da Pixabay

Secondo la tradizione e il folclore popolare gli ultimi tre giorni del mese di gennaio sarebbero i giorni più freddi dell’anno. Secondo la tradizione popolare di molte regioni italiane se negli ultimi giorni di gennaio farà freddo la primavera sarà una stagione bella mentre se nei giorno della merla farà caldo la primavera tarderà ad arrivare. I giorni della merla sono una sorta di almanacco popolare su cui veniva stimato l’evolversi dellle stagioni dell’anno entrante. Tradizione che è ancora viva ai giorni nostri.

Si tratta di una credenza popolare fondata su una base di origine scientifica oppure no?

La leggenda della merla nascosta nel camino:

Una leggenda narra che un giorno una merla con il piumaggio di colore nero cercò riparo dal freddo per lei e i suo piccoli anch’essi completamente neri all’interno di un camino su un tetto. Il freddo l’aveva sorpresa. Quando la famiglia di merli uscì dal suo riparo di fortuna erano completamente ricoperti di cenere e avevano assunto tutti un colore tendente al grigio. Il colore dei merli non cambiò più. I merli non ritornarono più di colore nero come in origine, per questo motivo i merli femmina sono di colore grigio mentre i piccoli merli sono grigi alla nascita e in seguito diventano neri.

I Santi dalla barba bianca.

 

Neve in motagna. Foto di Koczot da Pixabay

 I Santi Mercanti della Neve del mese di gennaio con la barba bianca;

  • L’8 gennaio è San Severino, santo dalla barba bianca che di neve ne porta una gamba.
  • Il 15 gennaio è San Mauro, il mercante della neve, che porta con se un “freddo del Diavolo” . Egli è protettore delle persone malate e in pericolo.
  • Sant’Antonio, se non piove la neve non manca, è un santo dalla barba bianca che porta con sè una fredda giornata invernale il 17 gennaio. Sant’Antonio è anche il santo protettore degli animali.
  • San Sebastiano è un martire trafitto da frecce e legato, anch’egli è un santo dalla barba bianca, festeggiato il 20 gennaio.

Curiosità del mese di Gennaio:

Sempre a gennaio vi è il famoso detto: L’Epifania tutte le feste porta via.

Di seguito leggi l’articolo del sito: la Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte.

 La Candelora 

Il 2 febbraio è il giorno della Candelora noto come l’ultimo giorno d’inverno. Tuttavia se quel giorno fa freddo e il tempo non è bello l’inverno non è giunto alla fine.

Di seguito il video sui giorni della merla su YouTube sul canale di ChupaCabraMania, iscrivetevi!

Approfondimenti:

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La leggenda del cane eroe Rigel salvato dal Titanic

La leggenda del cane eroe Rigel salvato dal Titanic

Titanic.

Mentre la nave Carpathia cercava tra i numerosi corpi vittime della tragedia che aveva poco prima colpito il Titanic, nelle gelide acque dell’ oceano atlantico, un altro sopravvissuto a quattro zampe segnalò la sua presenza vicino ad una scialuppa.

Dalla nave dei soccorsi udirono un abbaiare di un cane e trovarono Rigel un Terranova di circa 70 kg di peso nuotare in acqua, con temperature sotto lo zero nei pressi di una scialuppa di salvataggio. Il cane non fu caricato su alcuna scialuppa date le sue notevoli dimensioni.

Wiliam McMaster Murdoch sotto tenente nel Titanic, deceduto nell’incidente forse aveva imbarcato Rigel sul Titanic ed era il suo proprietario.

Una scialuppa di salvataggio rischiò di essere travolta dalla Carpathia in quanto supertiti erano troppo debilitati per poter chiamare aiuto. La scialuppa, forse la numero 4 conteneva solo bambini e donne, La nebbia non agevolava l’avvistamento delle scialuppe ma Rigel segnalò la presenza della scialuppa numero 4 abbaiando e diventando in questo modo un eroe.

Jonas Briggs secondo la leggenda ha adottato Rigel chiamandolo Briggs e lo estrasse dall’acqua tramite un imbracatura. Rigel/Briggs andò prima in Inghilterra e poi invecchiò a fianco dell’uomo in Scozia.

La storia di Rigel è reale o un invenzione?

La leggenda del cane eroe Rigel salvato dal Titanic

Cane di razza Terranova. Foto di u_ckzzrkur da Pixabay

Rigel.

Non è chiaro se la storia di Rigel sia reale o un’invenzione come i racconti scritti su di lui. La veridicità dell’esistenza di Rigel è messa in dubbio da molti particolari. Ad esempio resta un mistero come abbia potuto un cane sopravvivere per circa tre ore nelle acque gelide dell’Oceano.

Ad esempio il salvatore di Rigel “Jonas Briggs” sembra non risulti come marinaio a bordo della Carpathia. Tuttavia una donna con cognome Briggs era presente sul Titanic. Quel giorno come confermano le chiare fotografie effettuate del disastro non vi era nebbia. Forse una verità di fondo è presente. In ogni caso molti cani e altri animali come gatti, uccelli, polli sono deceduti sul Titanic. Chi era il vero padrone di Rigel? John Brown, membro dell’equipaggio della Carpathia potrebbe essere colui che ha adotatto Rigel. L’uomo risiedeva realmente in Scozia. Secondo delle tesimonianze dei parenti del signor Murdoch egli non possedeva cani.

In teoria la leggenda potrebbe basarsi su fatti reali ma distorti o imprecisi.

I cani sul Titanic

I cani imbarcati sul Titanic sono di un numero imprecisato da 12 a 30.

Questi animali da compagnia sul Titanic erano trattati molto bene dormivano in cabina con i proprietari o in apposite aree attrezzate con gabbie. Questi animali erano tutti di razza con pedigree e pagavano il prezzo di navigazione di un bambino. Incluso nel biglietto dei cani vi era lo sgambamento da parte del personale del transatlantico ogni mattina.

Secondo alcuni racconti alcuni proprietari dei cani morirono con loro per non separarsene mentre altri furono abbandonati al loro destino.
Ann Elizabeth Isham ad esempio è stata trovata morta vicino al suo alano non acccettato su alcuna scialuppa. La donna non lo abbandonò ma restò con il cane fino alla loro morte che li accolse l’uno vicino all’altra.
John Jacob Astor invece dopo aver messo in salvo moglie e figlia liberò il suo cane e altri cuccioli rinchiusi nelle apposite gabbie trovando però la morte.
I coniugi Walton Bishop invece abbandonarono il loro cane in cabina.
I cani di piccola taglia furono salvati perché non occupavano troppo posto nelle scialuppe in braccio ai proprietari. Solo tre cani sopravviserro alla tragedia del Titanic.

Curiosità:

I cani di razza Terranova, possiedono una dote innata al nuoto, grazie al loro pelo, che crea un cappotto impermeabile ha garantita la sopravvivenza anche in acque gelide e alle temperature più rigide. Esattamente come un orso polare il suo metabolismo gli permette di termoregolare il proprio corpo in condizioni avverse. Le origini di questi cani sono proprio a Terranova, Canada e sono utilizzati per il salvataggio di persone nei ghiacci, neve e in acqua.

Approfondimenti:

Leggi l’articolo completo sul Titanic nel sito:

La drammatica storia del Titanic transatlantico affondato nel 1912

I gatti hanno 7 o 9 vite? Un viaggio tra mistero e mito.

I gatti hanno 7 o 9 vite? Un viaggio tra mistero e mito.

Gatto su albero.. Immagine soggetta a Pixabay License Libera per usi commerciali
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I gatti domestici o Felis catus o Felis silvestris catus sono animali da compagnia tra i più apprezzati. Sono animali carnivori e predatori notturni e prediligono cacciare roditori. I gatti sono animali molto puliti e fisicamente sono molto agili. Riguardo i gatti vi è una sorta di leggenda secondo la quale hanno o sette o nove vite. Questi animali hanno un udito, una vista e un olfatto molto sviluppato.

L’udito dei gatti è molto sviluppato e utilizzano le orecchie per captare le origini dei suoni.

La vista dei gatti è come quella dell’uomo, binoculare ma la differenza è che ciò che un uomo vede a 60 metri il gatto lo vede a circa 6 metri e la visione dei gatti è notevolmente migliore al buio. Con la luce diurna i gatti non riescono a mettere bene a fuoco i contorni degli oggetti e sono lievemente daltonici secondo gli ultimi studi in merito.

L’olfatto dei gatti è notevolmente sviluppato rispetto al cane e all’uomo e può percepire odori anche a centinaia di metri di distanza. Per questo motivo si dice che i gatti siano anche delicati nel mangiare, annusano il cibo prima di nutrirsi e se qualcosa non gli aggrada non consumano i pasti.

Le razze di felini sono oltre cinquanta e quella che è più diffusa nelle abitazioni è il gatto soriano, il classico gatto definito “bastardo“.

I gatti hanno 7 o 9 vite? Un viaggio tra mistero e mito.

Questi felini hanno sette o nove vite?

Si dice che i gatti abbiano sette vite in Italia e nei paesi con religione cattolico-cristiana. Mentre nei paesi anglossasoni secono le usanze e credenze di questi luoghi ne hanno nove. Questa credenza popolare dei gatti con più vite deriva dall’abilità dei gatti nel mantenere l’equilibrio egregiamente e cadere sempre sulle quattro zampe anche se è l’animale è caduto di schiena.

Questa abilità nel cadere si dice che spesso salvi la vita all’animale in special modo quando cade da altezze elevate, ed è una verità. I gatti sono dotati di una notevole velocità nel riprendersi da malattie anche da condizioni molto gravi, quindi è come se avessero la capacità di rinascere.

I numeri 7 e 9 hanno anche dei ben definiti significati nell’esoterismo. I gatti sono ritenuti animali magici con poteri soprannaturali. Nel Medioevo erano ritenuti animali malvagi ad esempio erano considerati i gatti delle streghe e spesso erano torturati, soprattutto i gatti neri. Però anche i gatti neri in alcune zone del mondo secondo la mitologia portano sfortuna mentre in altre zone portano fortuna.

Si dice che questi animali potessero “risorgere” da torture indicibili per un animale ma in realtà si tratta della capacità di ripresa naturale di questi felini.

Il numero 7

Il numero 7 è un numero sacro, fortunato in molte culture e religioni è il simbolo della perfezione, della fortuna ed è collegato ai cicli della Luna. Il sette è un numero legato a molte situazioni.

Di seguito alcuni esempi.

  • Sette sono ad esempio i giorni della settimana.
  • In Egitto il numero sette è il simbolo della Vita mentre in Babilonia i multipli di 7 erano giorni festivi, quindi il numero porta positività.
  • Il numero 7 nella Bibbia rappresenta i giorni impiegati da Dio nella creazione del mondo.
  • 7 sono le note musicali
  • 7 sono le vite dei gatti
  • Un anno di vita di un gatto si dica corrisponda a 7 anni delle persone.

Il numero 9

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Secondo la religione Buddista Il numero 9 simboleggia la reincarnazione e la rinascita.

La leggenda dell’albero di Sura

Una leggenda buddista narra che Buddah possedeva un albero di Sura a cui mise di guardia alcuni gatti. I gatti però non adempirono al loro dovere e bevvero il succo della pianta cadendo in una sorta di coma. Una volta risvegliati i gatti divennero un simbolo della rinascita in Oriente.

Curiosità:

Il livello intellettuale di crescita dei gatti è paragonabile ad un bambino dell’età di due anni e la loro memoria ha una durata all’incirca di dieci anni. Però gli anni di vita del gatto sono molto differenti da quelli degli esseri umani. Anche in questo caso si dice che un anno di vita di un gatto corrisponda a 7 anni di noi umani. E’ un calcolo molto approssimativo ma è sempre presente il numero 7. Una coincidenza?

Di seguito alcuni esempi:

A 3 mesi di vita un gatto ha 5 anni di vita di un essere umano, a 10 anni avrebbe 56 anni umani mentre a 21 anni la sua età paragonata a quella delle persone si aggira tra i 96 o 106 anni.

In conclusione quante vite hanno i gatti 7 o 9? Dipende da dove ci troviamo geograficamente. Entrambi i numeri 7 e 9 rappresentano i gatti in tutti i loro aspetti: agilità, magia, fortuna, lunga vita e perfezione.

Il video su questo curioso mistero sul canale YouTube di ChupaCabraMania:

Di seguito il video su il mistero dei gatti grandi alieni o ABC sul canale YouTube di ChupaCabraMania.

Approfondimenti:

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Scopri il libro “Le strane creature e i misteri in Italia e nel mondo” di Erika Di Cuonzo

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