Scheletri giganti rinvenuti nel mondo ed in Italia.

Scheletri giganti rinvenuti nel mondo ed in Italia.

Nel mondo ed anche in Italia spesso si sente nominare l’esistenza di scheletri giganti appartenuti forse a persone del passato di notevoli dimensioni.

USA

Nel maggio del 1912 presso Lago Delavan in Wisconsin degli archeologi del Beloit College hanno rinvenuto nel sito archeologico che stavano esaminando 18 scheletri di notevoli dimensioni, definiti giganti. Il Beloit Colleg è un’ università sita a Beloit in Wisconsin.

Il Winsconsin è molto noto per trovarsi nella regione dei Grandi laghi. Quindi è una meta molto apprezzata a livello turistico perchè molto ricca di bellezze naturali ed anche di misteri legati ai suoi laghi ad esempio il mostro del lago Superior. Ed anche questo strano ritrovamento di 18 scheletri giganti è un mistero.

Di seguito un’articolo sul mostro del lago Superior:

Pressie il mostro del lago Superior in America. Il lago Superior è noto anche per la creatura che potrebbe celarsi nelle sue acque. La creature è stata avvistata nell’isola Presque da cui ha ottenuto il nome Pressie.

Scheletro Foto di Enrique Meseguer da Pixabay

La scoperta ha stupito i ricercatori per le anomali dimensioni di questi scheletri dalle sembianze umane con cranio allungato. La scoperta è stata approfondita dalla nota ed illustre testata giornalistica New York Times dove si supponeva che forse il Wisconsin era stato in passato abitato da uomini gigante con il cranio formato in modo diverso dall’uomo di questa epoca.

Infatti il cranio degli scheletri rinvenuti è allungato e le ossa nasali sporgono al di sopra degli zigomi.

  • Il 21 novembre 1856 sempre il New York Times riporta un ulteriore ritrovamento di scheletri giganti a East Wheeling, Ohio nella vigna dello sceriffo di quel periodo il signor Wickan. Lo scheletro era lungo tre metri e trenta centimetri ed i denti e la mascella erano paragonabili a quella di un cavallo.
  • In data 25 dicembre del 1868 sempre la medesima rivista il New York Times riporta la notizia di alcuni scheletri giganti rinvenuti durante degli scavi in Missisipi lungo il fiume. Scavi necessari per la costruzione di una diga idroelettrica da parte dell’azienda Sank Rapid Water Power.

In una tomba di circa sei metri è stato rivenuto lo scheletro gigante di un uomo pietrificato. La testa era di circa 78 centimetri con cranio allungato stimato in una lunghezza totale di circa tre metri.

Altri ritrovamenti in USA.

  • 8 settembre del 1871 un ritrovamento simile di sceletri delle stesse dimensioni è avvenuto negli scavi nei pressi di una ferrovia in Virginia. La Virginia si trova a Petersburg.
  • Il 25 maggio 1882 un’ ulteriore ritrovamento di questa tipologia di scheletro è a Red River Valley. Avviene in una collina a St. Paul in Minnesota.
  • Il 20 dicembre 1897 sempre nel Winsconsin, nei pressi di Maple Creek, è stato rinvenuto uno scheletro perfettamente conservato di circa tre metri.

Il giornale Harrisburg Telegraph

Il giornale Harrisburg Telegraph Il 10 agosto 1880 riporta una notizia a questo riguardo. In un abitazione privata del signor Neese sono stati rinvenuti due scheltri umanoidi di tre metri e trenta di dimensioni,

Scoperta antica popolazione a Guadalupe, New Mexico?

New Mexico

La signora Luciana Quintana ha deciso di scavare sotto due rocce con strane incisioni nella sua proprietà. Così facendo ha scoperto degli scheletri di persone alte circa tre metri e sessanta centimetri. La signora ha immediatamente pensato ad una razza di uomini giganti estinta facendo riferimento ad un’antica leggenda del posto. La leggenda narra di popolazioni di giganti che abitavano questi luoghi. La stessa credenza è insita nella cultura degli indiani d’America.

Cranio scheletro Foto di Gaby Stein da Pixabay

Sono state numerose le testate giornalistiche che hanno riportato notizie di questo genere.

Di seguito i giornali che hanno riportato negli anni notizie su queste misteriose scoperte:

  • Il giornale Sun nel 1893.
  • Il giornale  Popular Scienze nel 1932.
  • Infine nel 1940 il giornale San Antonio Express.

La popolazione dei Mounds Builders 

Sud America

I Mounds Builders sono una popolazione che costruiva migliaia di tumuli e piramidi circa cinquemila anni fa in Sud America. Si tratta di persone molto alte circa due metri e ottanta vissute in epoca precolombiana. Uno scheletro di queste persone è stato acquistato dal Smithsonian Institution. Lo Smithsonian Institution è il più grande e complesso museo del mondo che afferma che siano persone che rappresentano un involuzione.

Ritrovamenti in Italia:

La maggior parte dei siti con questo tipo di ritrovamento sono in Italia meridionale.

Sardegna.

In Sardegna nel 2015 nel nuraghe Barru al confine tra Guasila e Guamaggiore è stato scoperto uno scheletro di notevoli dimensioni. Il nuraghe Barru è una zona antica archeologica costruita con enormi pietre ed è anche importante meta turistica. Il giornale Unione Sarda riporta la notizia affermando che lo scheletro era seppellito ad ottanta centimetri di profondità con un femore enorme.

Nel 2013 in Sardegna nei pressi di Suelli è trapelata la notizia di un similare ritrovamento ma in seguito la notizia non è più stata divulgata.

Oristano le tombe dei giganti di Goronna.

Oristano.

Nel comuni di Paulilatino in provincia di Oristano vi sono degli antichi sepolcri composti da tombe giganti che hanno una notevole importanza di valore storico. Nelle tombe sono stati rinvenuti scheletri.

Ritrovamento In Calabria:

Nel 1663 a Tiriolo in Calabria è stato scoperto uno scheletro gigante. Giovanni Battista Cappucci, medico di Crotone, ne diede la notizia il 24 giugno 1663 tramite lettera ad un altro medico  Marcello Malpighi di Bologna. Lettera controversa, forse con informazioni non certe di notizie riportate. Purtroppo non vi sono altre prove concrete su questo ritrovamento in Calabria.

Di seguito la lettera che fu inviata:

Sperai nell’aprile prossimo aver materia di scrivere a V.S.E. una lunga lettera sopra il ritrovamento d’un sepolcro antichissimo aperto nella campagna di Tiriolo. Terra di questa Provincia, et in esso d’una ossatura di cadavere gigantesco innatante in una notabile quantità di cerume.

La mostra del quale è stata portata anche fin a Napoli al Sr. Tommaso Cornelio sotto nome di balsamo. Et io ne ho visto qualche minuzia, ch’esaminata al di fuori pareva una pece bruna addensata, et invecchiata. Ma nel fuoco spirava un odor migliore della pece comune. Onde ho preso a sospettare che sia mistura di pece e d’altra raggia di miglior fumo.

Un dente anche mi fu promesso dal medesimo cadavere, che corre voce sia stato di quindici palmi di statura..

Il nostro Sig. Giovanni Battista Abati, che da Catanzaro è più di me vicino a Tiriolo, haverebbe potuto meglio informarsi. Ma egli incaparbito a tener il riporto menzogna et il cerume e l’ossa imposture o favolosi, non ha voluto impicciarsi. Per separare dal falso il vero, se di quello, come è solito in tutte le novità, vi è misura notabile nella storia”.

In seguito la Calabria è stata soggetta a ritrovamenti di bizzarre e gigantesche costruzioni tra cui case e sepolcri. Nel 1725 si narra nei libri scritti all’epoca di giganteschi scheeltri trovati dai contadini dell’epoca. Numerosi autori scrissero testi in merito a questo tema.

Ritrovamento nel deserto arabo.

Nell’aprile 2004 Il team di Aramco Exploration in una zona desertica chiamata  il quarto vuoto, in arabo “Rab-Ul-Khalee“ durante attività di scavo avrebbero rinvenuto scheeltri umani giganti. Il Corano nomina dell’esistenza di un popolo di uomini enormi in grado di abbracciare il tronco di un’albero chiamati popolo di Aad.

Forse si tratta di loro resti? Il popolo degli Ulemi in Arabia Saudita ne è convinta.

La smentita di questa notizia

Questa notizia è stata smentita dal creatore di un’ipotetica foto effettuata da un’ aereo al sito blindato. Al sito a nessuno in teoria era permesso entrare. Un’ utente del Worth1000.com creò la foto per un concorso chiamato “Anomalie archeologiche“. La foto ritoccava, con un programma apposito, una foto reale di uno scheletro di mastodonte ( un mammuth) rinvenuto ad Hyde Park, a New York durante degli scavi.

Nel 2007 sempre lo stesso sito Worth1000.com ha indetto un’ ulteriore identico concorso ed altre foto di tre scheletri giganti hanno creato lo stesso scalpore nel web.

Ipotesi

Forse si trattava di popolazioni affette da una patologia nota come gigantismo o macrosomia?

Questa patologia causa uno spropositato accrescimento del corpo umano, icluse le ossa, a causa di una eccessiva produzione di un ormone specifico. Il raggiungimento di altezza tra i 2.50 e 2.80 in età adulta è molto comune in chi è affetto da questa patologia. Nonostante la malattia le dimensioni dello scheletro umano restano proporzionate.

Anche l’alimentazione incideva in passato sulle stature delle persone nelle varie epoche in cui hanno vissuto, chi si nutriva esclusivamente di carne era ad esempio più alto di statura rispetto a chi mangiava più pesce e cereali.

Anche la Bibbia parla nei suoi scritti di persone giganti ed anche il Corano.

Queste popolazioni giganti sono esistite o sono tutte notizie non reali?

Queste scoperte se fossero reali metterebbero in dubbio la scala evolutiva dell’ homo Sapiens. Per cui la comunità scientifica valuta l’ipotesi della reale presenza nel passato di popolazioni giganti. E vi sono studi in merito molto approfonditi.

Ma in realtà i ritrovamenti di questi scheletri giganti sono puntualmente smentiti.

I complottisti:

Secondo i complottisti la Smitsonian Institution avrebbe distrutto migliaia di scheletri giganti umani per insabbiare le scoperte. Anche la Corte Suprema ritiene che questa azienda possegga documenti utili al fine di documentare l’esistenza di questi scheletri con documenti risalenti al 1900. Questo argomento è molto controverso e non è del tutto chiaro se si tratta di ritrovamenti reali oppure no.

Anche l’ipotesi che non si tratti di scheletri umani ma si tratti di scheletri di animali preistorici come grandi cetacei o quadrupedi terrestri spacciati per tali è molto accreditata. Come è reale la modifica di foto per ottenere con programmi appositi moderni foto ritoccate ma estremamente realistiche.

In futuro si avranno sicuramente più certezze in un senso o nell’altro sull’esistenza di scheletri giganti nel mondo.

Curiosità:

Di seguito visita la sezione del sito su i luoghi misteriosi e le scoperte più strane nel mondo

Il mostro di Alvignanello intervista a Vincenzo Tufano

Il mostro di Alvignanello, intervista a Vincenzo Tufano.

Immagini ed intervista in esclusiva della creatura effettuate dal testimone Vincenzo Tufano del mostro di Alvignanello in Campania.

Intervista di Di Cuonzo Erika.

Alvignanello.

A quando risale il suo primo incontro con la strana creatura di Alvignanello?

Una foto del testimone Vincenzo Tufano

Risale al 3 maggio del 2020.

Era all’imbrunire e stavo raccogliendo della legna nel sottobosco di Alvignanello. Quando sentii un rumore sordo per nulla familiare, un boato, provenire da un boschetto sito sulla mia destra.Porto con me una torcia, molto potente, causa la luce bassa e non appena penetro nella boscaglia noto dinnanzi a me una massa enorme”.

La voglia di capire cosa fosse mi spinse ad avvicinarmi e giunto a pochi metri realizzai che erano delle zampe, leggermente rialzate nella parte centrale e due gigantesche gambe.

Puntai la torcia in alto ma ciò che vedevo erano solo due immensi ”tronchi squamosi”, degli arti di un bipede che non seppi identificare.

Lo spessore degli stessi era di almeno 6/7 volte il tronco di una quercia. Notai bene il suo rivestimento non c’erano parti meccaniche visibili ed era un tegumento da rettile, intervallato da grossi aculei che vibravano.

Aculei lunghi circa due metri di un colore verde intenso e che si riducevano di grandezza lungo la zona femorale. Questi aculei vibravano continuamente come una corda di violino.

Le foto scattate dal testimone.

Mi allontanai di scatto di alcuni metri ma ebbi il sangue freddo di afferrare il cellulare, impostare lo zoom e scattare una serie di 4 foto alla parete epidermica della strana creatura.

Riuscii a immortalare una parte squamosa del misterioso animale a metà tra quella di un coccodrillo, una tartaruga e di una lucertola preistorica cioè aveva varie tonalità e caratteristiche di colore.

Un’altra foto esclusiva della parete squamosa della creatura di Vincenzo Tufano

Il mostro di Alvignanello, intervista a Vincenzo Tufano.

Ricostruzione della creatura.

La paura mi fece però desistere dal continuare quando notai a terra il formarsi di un immenso cono d’ombra. E alzando lo sguardo dal basso verso l’alto intravidi la sua gigantesca testa che oscillava a destra e a sinistra insieme a tutto il suo corpo come fanno i draghi di Comodo quando strisciano al suolo.

Anche sulla testa aveva dei giganteschi aculei e delle membrane verdastre che vibravano a intervalli e gli occhi erano rossi ma con contorni giallastri. Il volto era un misto tra un coccodrillo, un cavallo e un vitello.

Gli occhi rossi della creatura di Alvignanello foto di un altro testimone.

Mi voltai e corsi via, ma nella frenetica fuga inciampai e caddi a terra, impattando con il palmo della mano destra a terra. Recuperai la torcia caduta al suolo, percorsi il sentiero correndo, rientrai in auto e mi allontanai. Intanto sentii ancora quel boato.

Nei giorni successivi insieme ai Carabinieri del Comando locale e i Carabinieri Forestali esplorammo la zona, rinvenendo decine di orme giganti appartenenti, a loro dire, a un qualcosa dalle proporzioni colossali.

Orme che allo studio approfondito non seppero classificare. Alcune erano così grandi da poter contenere un uomo disteso all’ interno.

Foto delle impronte giganti rinvenute da Vincenzo Tufano.

Il mostro di Alvignanello, intervista a Vincenzo Tufano.

È vero che la zona è soggetta ad avvistamenti ed urla agghiaccianti non attribuibile per il momento a nessun animale noto da molti anni ed anche di avvistamenti ufo?

Si, o almeno così dicono, che questa sia una zona calda. Io posso accertare solo quello di cui ho verificato e vissuto in prima persona, difficilmente mi interesso alle dicerie.

Cosa crede che sia la creatura in base ai dati in suo possesso?

In base a ciò che ho visto ed al materiale analizzato da veterinari, zoologi e C.C. Forestali, possiamo postulare un’ipotesi sulla possibilità che ci troviamo davanti a un qualcosa di non convenzionale, forse mutato per cause ancora ignote.

Non dimentichiamoci che nel casertano risiede una Centrale Nucleare, nella zona del Garigliano, a Sessa Aurunca, a pochi km da Alvignanello.

Negli anni ’80 fu teatro di una debordazione ( forse involontaria) di materiale radioattivo, verosimilmente plutonio, che causò malformazioni a raffica e centinaia di animali da allevamento. La centrale nucleare ora è inattiva.

Gli strascichi di questo disastro si sono protratti nel tempo e dicono gli esperti, saranno evidenti ancora da qui ad altri 400.000 anni. Non dico che sia questa l’ipotesi per spiegare l’apparizione di Alvignanello ma non è da escludere.

Mutazioni di che tipo?

Molti animali della zona ebbero dei danni in seguito alle radiazioni fuoriuscite dalla centrale nucleare di Garigliano. Alcuni bambini furono colpiti dalle radiazioni e nacquero malformati. I disturbi radioattivi colpirono anche le piante nella zona.

Malformazioni di tipo congenite come ad esempio mucche con due teste, galline con tre zampe, un vitello nacque con due cervelli. Alvignanello si trova a pochi chilometri dalla centrale nucleare.

Le radiazioni colpiscono i feti umani ed animali in quanto sono più soggetti a subire dei danni quindi ipotetiche mutazioni. Questo disastro nuclerare è stata definito “la piccola Chernobyl italiana“. Infine molte persone sono decedute a causa di tumori, ma non vi sono prove per attribuire queste morti ai danni delle radiazioni ma l’ipotesi che siano state la causa dei decessi è molto tangibile in quelle zone.

Ha avuto la possibilità di parlare con altri testimoni e fare un confronto con quello che lei afferma di aver visto e sentito?

Si, ho avuto dei confronti durante le mie indagini e tutti dichiarano di aver udito e visto ciò che anche il sottoscritto ha sperimentato.

Le prove fotografiche ed audiovisive sono state vagliate da enti preposti alla fauna locale? Potrebbero essere dei falsi?

No, assolutamente.

Tutto il materiale sia fotografico e sia audio è stato sottoposto alla revisione di tecnici analisti di grande spessore ed esperienza come Carmine Silvestri, i quali mi hanno rilasciato poi dei referti e che hanno confermato la genuinità del tutto. Inoltre sono stati consegnati da me anche alle autorità preposte, sia classiche che forestali.

Abbiamo avuto molte aggressioni soprattutto a cinghiali, volpi, cani e ad ovini lungo la scia delle apparizioni della creatura e dove puntualmente c’erano le grosse impronte a tre artigli.

Molte di queste le trovammo vicino al greto del Volturno.

I rinvenimenti di carcasse di animali

In alcune occasioni gli sbranamenti furono accertati da gruppi di veterinari e prelevammo anche dei residui di peluria color mogano e grosse squame sui luoghi del delitto, che alle analisi risultarono essere simili a quelle di un camaleonte, ma con caratteristiche bio/artificiali.

La carcassa di un cinghiale, rivenuto privo di cervello con un morso alla testa.

Gli elicotteri militari perlustrarono la zona dopo gli avvistamenti.

Di seguito i video degli elicotteri militari su Alvignanello.

https://www.chupacabramania.com/wp-content/uploads/2021/02/video-elicottero.mkv
Il video dell’elicottero militare che sorvola l’area di Alvignanello. In cerca di cosa?
https://www.chupacabramania.com/wp-content/uploads/2021/02/eli-in-notturna.mkv
Video di elicotteri che sorvolano la zona in notturna.

Conosce altre zone d’Italia in cui sono avvenute aggressioni sullo stesso genere?

Uno dei casi avvenuti in Italia che potrebbe avere delle analogie con quello del Volturno è l‘Homo Saurus del Po, indagato dal professore Sebastiano Di Gennaro.

Tutto avvenne negli anni ’80 e per un lungo periodo di tempo le aree fluviali del Polesine furono interessate dalle continue apparizioni di una creatura sauriforme alta circa 3 metri.

Nel caso di Alvignanello e ciò che anche io ho appurato, l’entità apparsa è però molto più imponente e colossale, di gran lunga. In una occasione un allevatore della zona si spaventò molto, dopo aver visto degli occhi giganteschi muoversi nel buio della notte, seguiti da ruggiti gravi.

Un’ altra signora di cui non posso fare il nome mi disse di averlo visto tra i paesi di Ruviano e San Domenico e lo descrisse come una grossa sagoma similare a quella di un equino.

Sul posto ritrovammo poi le orme, una capra scarnificata e un cinghiale martoriato.

Il mostro di Alvignanello, intervista a Vincenzo Tufano.

Può essere questo strano animale frutto di esperimenti genetici oppure un animale ibrido?

Per l’origine come ho detto in precedenza sono aperte entrambi le ipotesi per spiegare la sua natura. Sia quella della mutazione da fattori radioattivi sia l’atto voluto di una sperimentazione biogenetica o la manomissione da laboratorio, magari partendo da una specie esotica.

Per l’ipotesi extraterrestre di cui tanto se ne parla sulla bestia di Alvignanello, non la escludo ma ho delle riserve.

Crede ci possa essere un collegamento con il chupacabras? La mitologica e sfuggente creatura succhiasangue sud americana?

Secondo la casistica criptozoologica il chupacabra di dimensione sarebbe più piccolo, azzannando alla gola iniettando una sostanza per disciogliere gli organi interni delle vittime ma le carcasse sono intatte.

In questo caso le carcasse sono state rinvenute dilaniate e sbranate e non vi è un’analogia con il chupacabra. A meno che non si tratti di una specie evoluta magari con cambiamenti fisici e comportamentale.

Porgo un ringraziamento a Vincenzo Tufano per la sua importante testimonianza tutta italiana e attendo nuovi sviluppi sul mostro di Alvignanello.

Per eventuali contatti di seguito la mail di Vincenzo Tufano: vincitufi@virgilio.it

In un video sul canale YouTube di ChupaCabraMania parla il testimone Vincenzo Tufano.

Nel video vi sono immagini ed audio sul caso di Alvignanello.

Approfondimenti sul caso del mostro di Alvignanello:

Leggi tutti gli articoli sulla creatura di Alvignanello

Approfondimenti:

Inchiesta su lo strano criptide di Alvignanello Animali sbranati nei campi e orme giganti. Si tratta uno strano animale. Forti ruggiti e sibili nella notte. animali selvatici predati nei boschi, orme giganti. Inchiesta di Vincenzo Tufano

12/06/2020. 

Il Criptosauro di Alvignanello: I resoconti testimoniali sino ad ora raccolti sui fatti di Alvignanello e dintorni. Non si limitano esclusivamente all’osservazione presunta dell’entità vagante, al rinvenimento di impronte o agli animali brutalmente predati.

Il Chupacabra Mito o Realtà? Il Chupacabra è un mito o una realtà? In ogni parte del mondo la mitologia e il folklore popolare fanno parte della quotidianità.

Il mostro del fiume Po.

A partire dall’anno 1986 sulle rive del fiume Po vi sono state numerose segnalazioni della presenza nel fiume di una creatura sconosciuta.

Uomo nutria presente in Italia?

L’uomo nutria presente in Italia?

Italia.

L’uomo nutria o nutria man.

Ho deciso di scrivere un articolo come omaggio alla fantasia di Paolo Losi il cui sogno è sempre stato quello di diventare scrittore horror. Paolo Losi è riuscito nel suo intento con la creazione di una nuova creatura mitologica nella bassa modenese.

Paolo Losi ed altri ragazzi di Luzzara, Reggio Emilia hanno creato la storia dell’uomo nutria. Hanno lavorato in un sito creando un’articolo di giornale sul fenomeno molto realistico e fornendo le prove dell’esistenza della strana creatura.

L’uomo nutria è una creatura con corpo di nutria e testa da uomo.

Una nutria. Foto di Marion Wellmann da Pixabay

La creatura secondo il sito “golena paura” si trova nella bassa reggiana. Sono numerosi i testimoni che si sono imbattuti in questo orribile incrocio uomo-animale.

Nel sito “golena paura” vengono riportate le testimonianze di chi ha incontrato l’uomo nutria. Nel sito viene affrontato il dramma accaduto durante l’operazione “poker d’assi” . Operazione organizzata dai vari sindaci della zona.

L’operazione “poker d’assi”, una battuta di caccia all’uomo nutria fallì. Durante la ricerca della creatura la stessa ha ucciso tutti i cacciatori che la stavano cercando lasciandone in vita solo uno.

L’unico superstite fu quindi l’unico testimone del terribile evento accaduto durante la battuta di caccia. L’uomo è stato ricoverato in un ospedale psichiatrico a causa dello shock subito.

Uomo nutria presente in Italia

A testimonianza dell’esistenza dell’uomo nutria nel sito “golena paura” vi è un video, una registrazione audio ed una fotografia.

Quindi l’uomo nutria esiste davvero?

Il sito è il seguente digilander.iol.it/golenapaura

Curiosità:

Visita la sezione del sito sulle strane creature e criptozoologia.

Leggi l’articolo del sito sui Freak show o fenomeni da baraccone

In ogni parte del mondo nel periodo dell’ Inghilterra vittoriana esistevano i freak show o side show. Spettacoli chiamati in questo modo perché di solito erano posizionati in tendoni di fianco al tradizionale circo.

Testimonianza creatura Alvignanello di Vincenzo Tufano

Testimonianza creatura Alvignanello di Vincenzo Tufano

Testimonianza creatura Alvignanello di Vincenzo Tufano

”Era il tre maggio ( 2020), all’imbrunire, e stavo raccogliendo della legna nel sottobosco. Quando sentii un rumore sordo per nulla familiare, un boato, provenire da un boschetto sito sulla mia destra.

Porto con me una torcia, molto potente, causa la luce bassa, e non appena penetro nella boscaglia noto dinnanzi a me una ” massa enorme”.

La voglia di capire cosa fosse mi spinse ad avvicinarmi e giunto a pochi metri realizzai che erano delle zampe, leggermente rialzate nella parte centrale, e due gigantesche gambe.

Ricostruzione criptide Alvignanello

Puntai la torcia in alto ma ciò che vedevo erano solo due immensi ”tronchi squamosi”, degli arti di un bipede, che non seppi identificare.

Di seguito la foto effettuata dal testimone della pelle squamosa dell’enorme creatura.

Lo spessore degli stessi era di almeno 6/7 volte il tronco di una quercia. Notai bene il suo rivestimento, non c’erano parti meccaniche visibili ed era un tegumento da rettile, intervallato da grossi aculei che vibravano.

Aculei lunghi circa due metri, e che si riducevano di grandezza lungo la zona femorale.

Mi allontanai di scatto di alcuni metri ma ebbi il sangue freddo di afferrare il cellulare, impostare lo zoom e scattare una serie di 4 foto alla parete epidermica della strana creatura.

Testimonianza creatura Alvignanello di Vincenzo Tufano:

Riuscii a immortalare una parte squamosa del misterioso animale a metà tra quella di un coccodrillo, una tartaruga, e di una lucertola preistorica, cioè aveva varie tonalità e caratteristiche di colore.

La paura mi fece però desistere dal continuare quando notai a terra il formarsi di un immenso cono d’ombra. E alzando lo sguardo dal basso verso l’alto, intravidi la sua gigantesca testa che oscillava a destra e a sinistra insieme a tutto il suo corpo come fanno i draghi di Comodo quando strisciano al suolo.

Anche sulla testa aveva dei giganteschi aculei e delle membrane verdastre che vibravano a intervalli e gli occhi erano rossi, ma con contorni giallastri.

Un’altra ricostruzione del criptide di Alvignanello.

Mi voltai e corsi via, ma nella frenetica fuga inciampai e caddi a terra, impattando con il palmo della mano destra a terra. Recuperai la torcia caduta al suolo, percorsi il sentiero correndo, rientrai in auto e mi allontanai.

Intanto sentii ancora quel boato…

Nei giorni successivi insieme ai Carabinieri del Comando locale e i Carabinieri Forestali esplorammo la zona, rinvenendo decine di orme giganti appartenenti, a loro dire, a un qualcosa dalle proporzioni colossali. Orme che allo studio approfondito non seppero classificare. Alcune erano così grandi da poter contenere un uomo disteso all’ interno.

La razionalità mi fece pensare alle riprese di un film di fantascienza, ma questa ipotesi non trovò fondamento.

Pensai così a una esercitazione di tipo militare, dato che furono avvistati elicotteri dell’esercito la sera stessa atterrare nelle campagne.

Come ultima analisi a qualche specie animale, frutto di un esperimento da laboratorio mal riuscito”…

Le numerose testimonianze sulla creatura Alvignanello

La testimonianza di Vincenzo Tufano è stata corroborata da tanti altri resoconti.

Monia Quaglieri e Brunio Foria dichiararono che alcuni mesi prima, a Gennaio, salendo sulle colline di Alvignanello, di aver udito dei ruggiti e di aver visto gli alberi conformarsi al passaggio di un qualcosa di enorme.

Il tutto in presenza di altre 5 persone che ritroveranno tre orme la mattina successiva.

Curiosità:

Potrebbe trattarsi di un Chupacabra? Di seguito l’articolo:

Il Chupacabra è un mito o una realtà? In ogni parte del mondo la mitologia e il folklore popolare fanno parte della quotidianità.

In un video sul canale YouTube di ChupaCabraMania parla il testimone Vincenzo Tufano. Nel video vi sono immagini ed audio sul caso di Alvignanello.

Il criptosauro di Alvignanello:

Di seguito gli altri articoli su il criptosauro di Alvignanello, e l’inchiesta in corso

Inchiesta di Carmine Silvestri e Vincenzo Tufano

Inchiesta su lo strano criptide di Alvignanello Animali sbranati nei campi e orme giganti. Si tratta uno strano animale. Forti ruggiti e sibili nella notte. animali selvatici predati nei boschi, orme giganti. Inchiesta di Vincenzo Tufano

12/06/2020. Il Criptosauro di Alvignanello:

I resoconti testimoniali sino ad ora raccolti sui fatti di Alvignanello e dintorni. Non si limitano esclusivamente all’osservazione presunta dell’entità vagante, al rinvenimento di impronte o agli animali brutalmente predati.

Leggi l’articolo esclusivo con la foto della creatura di Alvignanello:

Esclusiva: la foto della creatura di Alvignanello.

Nell’anno 2020 un sistema di fototrappole è stato piazzato tra il fiume Volturno e i boschi di Alvignanello. Le fototrappole erano state situate ad un’altezza di circa cinque metri e la loro impostazione era stata attivata su foto e registratore audio. La fototrappola ha immortalato una creatura oresumibilmente alta 5 metri..

Approfondimenti:

Visita la sezione del sito sulle Strane creature in italia e nel mondo.

Scopri il libro “Le strane creature e i misteri in Italia e nel mondo” di Erika Di Cuonzo

Di seguito il BookTrailer sul canale YouTube di ChupaCabraMania.com. Il libro è disponibile su Amazon.

Le strane creature e i misteri in Italia e nel mondo (I misteri e le strane creature nel mondo e tanto altro) eBook : Di Cuonzo, Erika : Amazon.it: Libri

I lupunari o lupi mannari siciliani

I lupunari o lupi mannari siciliani

I lupunari o lupi mannari siciliani sono figure sospese tra mito o realtà nella terra di Sicilia.Testimoni affermano di aver visto i lupunari di persona oppure attaccare il loro bestiame.

Illustrazione di un lupo mannaro Foto di Pablo Elices da Pixabay

La Sicilia è una terra ricca di leggende e racconti legati a questa figura poco conosciuta in Italia: il luponaro o lupo mannaro siciliano.

I lupunari sono spesso considerati gli autori di attacchi al bestiame da allevamento e talvolta alle persone stesse.

Nel 1983 il 2 Novembre un’uomo Giacomo Cuccia di ventritre anni afferma di essere stato attaccato e morso violentemente al viso da qualcosa di non identificato. L’attacco è avvenuto mentre l’uomo attendeva la fermata dell’autobus nei pressi del Teatro Politeama a Palermo.

Giacomo Guccia ricorda un particolare molto strano di quell’attacco, l’odore di alcool che emanava l’aggressore. Il morso al volto subito dal ragazzo fu molto grave tanto da dover subire l’asportazione di una parte del mento.

Quest’ipotetica creatura che ha aggredito Giacomo è stata battezzata con un nome:

“u lupunaru del Politeama” ovvero il “lupo mannaro di Politeama”.

I lupunari o lupi mannari siciliani

La descrizione del lupunaro ancorato nella mitologia siciliana ricorda pienamente il classico lupo mannaro. Della figura del lupo mannaro o licantropo vi sono riferimenti nei film, nei libri e nelle leggende popolari.

A Messina chi è concepito nelle notti di luna piena, nella notte di Natale e di San Giovanni sono destinati a diventare luponari.

Queste persone di venerdì con la luna piena sono destinate a subire una trasformazione in luponaro durante il periodo della pubertà.

La descrizione dei luponari siciliani è quella di una creatura con lunghe zampe e zanne ricoperta di peli.

Il luponaro è in preda al dolore per la trasformazione fisica in atto. I lupunari ululano alla luna alla ricerca di vittime di cui nutrirsi e di acqua fredda come sorgenti o laghi per placare i dolori agli arti.

La luna piena è una figura chiave nella credenza siciliana legata ai lupunari. Gli anziani dicono che non bisogna fissare la luna quando è piena per non trasformarsi in seguito in una bestia.

La leggenda vuole che per sfuggire ad un luponaro sia sufficente salire su delle scale, i luponari non possono salire più di tre scalini.

Senza dubbio la leggenda dei luponari ha origini molto antiche e ben radicate che, come per il fenomeno più classico del lupo mannaro, può trovare spiegazione in ambito psicologico.

All’origine del mito potrebbero esserci malattie legate alla psiche oppure potrebbe trattarsi di una forma di differenziazione sessuale dell’epoca, l’uomo era più forte della donna. Infatti i luponari hanno fattezze maschili.

Il mito di origine greca:

Le origini del mito sono di derivazione greca in cui Zeus in seguito ad un inganno ai suoi danni avuto dal re Licaone lo maledisse condannandolo a vagare in solitaria sotto forma di lupo.

Zeus ingannato da Licaone, obbligato a mangiare carne umana, perchè il re voleva testare se fosse veramente Zeus, uccise i 50 figli di Licaone dando fuoco al palazzo.

Approfondimenti:

Leggi l’articolo sui lupi mannari o licantropi nel sito:

Dal latino tardo lupus hominarius deriva in Italia la parola Lupo mannaro.

L’uomo lupo o licantropo secondo la leggenda è un essere umano (uomo, donna o bambino) che nei momenti di luna piena incontrollabilmente si trasforma in un lupo mannaro.

U Sugghiu mostro siciliano spaventoso

U Sugghiu mostro siciliano

Un’iguana Foto di Edward Kirkby da Pixabay

U Sugghiu è una creatura mitologica o reale delle terre della Sicilia?

La descrizione della creatura è spaventosa.

U Sugghiu era facile incontrarlo nei pressi delle abitazioni nei laghi, paludi, acquitrini, fossati e lungo la costa tra Palermo e Messina. Anche a Brolo nella Valle dell’Alcantara sono stati segnalati avvistamenti.

Si tratta di una creatura lunga circa due metri ed è definita ibrida perchè ha la faccia umana o da topo inoltre ha occhi spiritati, una criniera ed il corpo è di rettile coperto di squame di colore verde oliva.

Le testimonianze riguardo una strana creatura che abitava acquitrini, coste e zone paludose risalgono ai primi dell’ottocento.

Un’avvistamento risale ai primi del 1800 in primavera dove nei pressi di Catania un mostro con un orribile urlo disumano è emerso dalle acque per divorare un vitello.

Il verso terrificante del U Sigghiu è un incrocio tra il verso dell’asino e del maiale e la creatura con il suo verso richiama a sè gli animali che divora tutti insieme.

U Sugghiu mostro siciliano

U sugghiu è ritenuto colpevole, nella radicata leggenda popolare, della sparizione di frutta, verdura e animali da bestiame. Soprattutto nelle zone in cui vi sono stati avvistamenti.

Infatti alcuni detti popolari della Sicilia fanno riferimento alla misteriosa creatura.

Per esempio:

“Assumigghi a nu sugghiu da Turri!”: “Assomigli ad un suglio di torre Archirafi!”. Ovvero non sei di bell’aspetto.

“Nun jiri ‘dda ca venu ‘u sugghiu e ti pigghia!” : “non andare lì perché arriva il suglio e ti rapisce!”

Di seguito le conclusioni:

U Sugghiu potrebbe essere un antica iguana che abitava questi territori forse sopravvissuta nel tempo? Oppure un iguana abbandonata da qualcuno che non poteva più tenerla a casa con sè?

Potrebbe essere il U Sugghiu un serpente gigante? Ma si tratta di un’ ipotesi poco in linea con la descrizione della creatura che talvolta è stata avvistata in posizione eretta.

Forse l’U Sugghio è un folletto?

Approfondimenti:

In conclusione visita la sezione Strane Creature nel sito.

Immagine di copertina: Sicilia, un isola Foto di hirisflower da Pixabay

Il Criptosauro di Alvignanello, ascolta il suo verso

Il Criptosauro di Alvignanello: Gli inquietanti sibili sonori della creatura.
Il Criptosauro di Alvignanello

Inchiesta di Carmine Silvestri e Vincenzo Tufano

12/06/2020.

 Il Criptosauro di Alvignanello:

I resoconti testimoniali sino ad ora raccolti sui fatti di Alvignanello e dintorni:

Non si limitano esclusivamente all’osservazione presunta dell’entità vagante, al rinvenimento di impronte o agli animali brutalmente predati.

La casistica si allarga.

Lo spettro è più ampio sino a gettare una luce più vasta su questo fenomeno verosimilmente a carattere criptozoologico.

Spesso in concomitanza delle sue presunte apparizioni si accompagna un gemito penetrante e rauco nella notte.

Il suono a volte è metallico, in altre occasioni sotto forma di un lamento perdurante.

Come se questo ”animale” fosse in grado di variare le tonalità sonore e vibratorie.

Crea le tonalità in base forse al suo oscillante stato emotivo.

E questo testimonia che si ha a che fare con un qualcosa di camaleontico e camuffante.

I testimoni del Criptosauro di Alvignanello.

I testimoni che si sono fatti avanti hanno asserito di aver udito tali suoni provenire dai rovi boschivi dell’entroterra collinare.

Definendoli ”vasti e ampi”.

Il Criptosauro di Alvignanello 

Tutto il materiale concernente questa parte della casistica è stato consegnato al tecnico analista esperto Carmine Silvestri.

Egli ha provveduto ad analizzare minuziosamente 3 file sonori.

Comprovando al di là di ogni dubbio che i vocalizzi sono stati emessi da un O.T.N.I, Organismo Terrestre Non Identificato.

Il referto sul caso del criptosauro di Alvignanello.

Ecco parte del Referto:

”Dopo l’incontro con il Sig. Vincenzo Tufano per un accurato confronto sul presunto essere misterioso del Volturno.

Mi sono soffermato su tre file audio.

Essi racchiudono il cosiddetto verso di questa creatura misteriosa.

– Il primo file audio analizzato ha una durata breve di 21 sec.

Si ascolta un verso anomalo di bassa intensità sonora simile ad un respiro molto forte.

In sottofondo si ascolta l’abbaiare dei cani ,essi sono insospettiti dal suono circostante del tutto anomalo.

Utilizzando un programma di editing audio ho ricavato alcune forme d’onda:

In questa prima figura sovrastante ho sottoposto il suono ad un oscilloscopio ed ho ricavato questa forma d’onda.

Le caratteristiche sonore sono poco intense.

Infatti sulla riga verticale abbiamo la scala dei decibel dove notasi un livello di volume sonoro all’incirca di +/- 3 db

Si tratta di un fattore poco importante poiché dipende dal dispositivo utilizzato per la registrazione.

Dipende anche dalla distanza che si interpone fra fonte sonora e registratore.

Caratteristiche del suono.

La caratteristica del suono è di tipo oscillante con valori variabili sia nel tempo che come intensità.

Ciò denota la forma dell’onda del tutto tremolante.

Si deduce da ciò che il suono emesso è un suono generato da una sorta di essere vivente .

Suono prodotto da oscillazioni di corde vocali e non da un rumore generato avente sempre la stessa frequenza e la stessa intensità.

In conclusione:

Posso dire che da questa mia sintetica analisi sui versi emessi da questo o questi presunti esseri anomali, si notano caratteristiche sonore alquanto strane.

Non sono riuscito ad attribuirli ad animali noti.

Il Criptosauro di Alvignanello

Ho voluto considerare animali noti come la volpe e il barbagianni, perché al primo ascolto sembravano simili.

Dall’analisi tecnica le caratteristiche audio risultano alquanto diverse”. (CARMINE SILVESTRI)

Ricordiamo che le stesse sequenze sonore sono state sottoposte anche al vaglio di zoologi, naturalisti e ornitologi.

I quali non sono riusciti a trovare somiglianze evidenti con esemplari appartenenti alla fauna conosciuta.

Nella maggior parte dei casi il materiale audio deriva da registrazioni effettuate con dispositivi o cellulari.

In ultima analisi anche i Carabinieri Forestali di Formicola ( CASERTA).

Le autorità locali hanno acquisito parte del materiale d’inchiesta.

Approfondiranno questa vicenda che nasconde ancora molti punti oscuri.

( NOTA: All’interno dell’articolo uno stralcio dal Giornale ”Polis Caserta” .

Ha dedicato al caso due ampi pezzi scritti da Bruno Foria)

Di seguito il video su YouTube.

Gli inquietanti sibili sonori della creatura:

In un video sul canale YouTube di ChupaCabraMania parla il testimone Vincenzo Tufano.

Nel video vi sono immagini ed audio sul caso di Alvignanello.

APPROFONDIMENTI:

Lo strano criptide sauromorfo di Alvignanello

Animali sbranati nei campi e orme giganti. Si tratta uno strano animale. Forti ruggiti e sibili nella notte. animali selvatici predati nei boschi, orme giganti. Inchiesta di Vincenzo Tufano[ continua]

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Inchiesta su lo strano criptide di Alvignanello, in corso

Animali sbranati nei campi e orme giganti: lo strano criptide sauromorfo di Alvignanello

Dall’inchiesta su lo strano criptide sauromorfo di Alvignanello di Vincenzo Tufano e dei suoi collaboratori. Forti ruggiti e sibili nella notte, rinvenimento di animali selvatici predati nei boschi, orme giganti a tre artigli non identificate. Vi sono testimonianze di incontri ravvicinati con una strana creatura lucertiforme. Questo è ciò che sta accadendo da circa 9 mesi in un piccolo paese collinare del Casertano, Alvignanello, il tutto avvolto nel più assoluto mistero.

Gli eventi nell’inchiesta su lo strano criptide sauromorfo di Alvignanello

I primi eventi videro la loro genesi lo scorso anno, Gennaio 2019. Alcuni pescatori del posto hanno testimoniato di aver rinvenuto, lungo il greto sabbioso del Fiume Volturno, delle orme di un animale vagante sconosciuto. Le orme erano di circa 70 cm provviste di tre artigli possenti, di cui ne furono anche recuperati diversi calchi.
Inchiesta su lo strano criptide di Alvignanello, le impronte.
La seconda ondata di segnalazioni documenteranno le apparizioni di un criptide sauromorfo, di stazza possente e muso allungato. Fu avvistato da un pescatore e ”percepito” poi dalla signora Agata Cusano un pomeriggio di Febbraio dietro ad alcuni rovi. Nel luogo segnalato dalla sig.ra Cusano furono poi rinvenute le tracce ungulate. Una terza testimonianza parlò di due grandi occhi luminescenti color rosso fuoco, che spiccavano nel buio di una notte d’estate dello scorso anno. Nei luoghi degli avvistamenti, tra gli arbusti, spiccavano poi dei residui di squame. Questi residui sottoposti alle analisi di due Zoologi risultò essere un mix combinante tra la pelle di una lucertola e quella di un camaleonte. Le analisi avevano corroborato anche la sua proprietà di cambiare colore in determinate condizioni di temperatura. La situazione nelle campagne di Alvignanello tendeva a complicarsi quando anche nel vicino paese di Ruviano alcuni contadini segnalarono strane orme nei campi. Le segnalazioni erano accompagnate da sibili sonori che si estendevano nei boschi circostanti.
Inchiesta su lo strano criptide di Alvignanello. Foto del fiume Volturno.
Numerose apparecchiature di ricezione sonora poste nei boschi e dislocate in vari punti, hanno potuto ”immortalare” gli impressionanti vocalizzi di questa creatura. Gli stessi Zoologi e Naturalisti chiamati in causa non hanno esitato a definire i suoni” inquietanti”. I fatti saranno poi documentati anche da altri Zoologi, Veterinari e dal Gruppo di Ricerche C.I.S.P., di Benevento.

Ascolta il suo verso nel video sul canale YouTube del sito:

Le vittime rinvenute nell’inchiesta su lo strano criptide di Alvignanello

Ma gli accadimenti raggiungeranno il loro picco massimo quando una seconda ”componente” spiccava tra i numerosi indizi: decine di carcasse di cinghiali recanti unghiate sul corpo, mentre alla gola si evidenziavano due fori di circa 4 cm- A circa un metro dai medesimi le solite orme tre ungulate.
Inchiesta su lo strano criptide di Alvignanello
Le vittime predilette di questo presunto animale di grossa taglia risultano essere anche nutrie e cani. I corpi, parzialmente dilaniati e sbranati dei cinghiali, erano stati oggetto di una feroce aggressione. Un predatore classificato come ignoto anche dagli stessi Carabineri Forestali, giunti sul posto era stato il probabile colpevole. Un altro testimone poi racconterà che: “La mattina del 7 Maggio stavamo camminando io e mio cugino lungo un tratto ricco di pietre del Fiume Volturno tra Alvignanello e Ruviano” ( Caserta). Quando abbiamo notato a terra due carcasse di cinghiale, e quella di un cane, pesantemente predato. Un cinghiale era sbranato, e l’altro semi intatto, tutti però dissanguati e con chiari segni di “dentate” alla gola,. In quel punto nel quale presentavano due fori a circa 10 cm di distanza l’uno dell’altro, del diametro ognuno di alcuni cm. Eera come se fossero stati azzannati da un branco di cani affamati. Abbiamo notato anche delle orme molto grandi somiglianti a quelle di un gigantesco pollo, a circa 20 metri da lì sul terriccio- Le impronte avevano tre dita molto lunghe. Fatto visionare il materiale anche a un esperto ha potuto confermare i segni tipici di predazione sui corpi delle carcasse.

Conclusioni:

Ad una parziale conclusione sono giunte le Autorità Forestali Domenica 17 Maggio 2020. Dopo l’ultimo sopralluogo per il rinvenimento di 10 orme, della peluria e una zampa di un cinghiale, recita che: ”I massimi esperti di orme di grossa taglia, dopo uno studio accurato delle tracce, hanno tendenzialmente escluso che si tratti di una specie di razza felide o canide nota.” Non solo per le enormi dimensioni delle impronte e per il numero di artigli ma anche per le sue caratteristiche anatomiche. L'”imprinting” delle impronte esula dalla casistica zoologica del regno animale conosciuto. E’ stata rilanciata la possibilità di un criptide. La distanza che separa le tre dita artigliate varia in base alle orme rinvenute sul terreno. E ciò denota una grande mobilità e dinamicità di movimento interdigitale delle stesse. Gli esperti inoltre non hanno escluso però che possa trattarsi anche di un animale noto che ha subito un’alterazione congenita agli arti inferiori, costringendolo al bipedismo’. Tutto ciò sembrerebbe ricondurci alle strane presenze criptozoologiche che la Scienza cerca da tempo di individuare e mappare. Chi è questo animale? Un ibrido? Una specie esotica poco conosciuta? O un esemplare inselvatichito che ha subito una mutazione genetica? Tutte le ipotesi sono aperte, per ora…

In un video sul canale YouTube di ChupaCabraMania parla il testimone Vincenzo Tufano.

Nel video vi sono immagini ed audio sul caso di Alvignanello.

Curiosità:

Potrebbe trattarsi del mitologico chupacabra di cui trattiamo in questo sito? Articolo introduttivo “Chupacabra mito o realta?”

Il primo avvistamento del Chupacabra conosciuto anche come EBA (entità biologica anomala) risale al 1975 a Puerto Rico. [continua]

Approfondimenti: Visita la sezione con tutti gli articoli e ultimi aggiornamenti sulla creatura di Alvignanello.

Scopri il libro “Le strane creature e i misteri in Italia e nel mondo” di Erika Di Cuonzo

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Oddo Brunamonti il testimone oculare del mostro di Scheggia, l’intervista.

Oddo Brunamonti il testimone del mostro di Scheggia: l’intervista al testimone oculare Oddo Brunamonti.

 
Foto di Scheggia, fonte www.thexplan.net

Intervista di Luca Fazi

– Prima di riportare l’intervista fatta al testimone dell’avvistamento riguardante il “Mostro di Scheggia“, mi preme scrivere due righe per ricordare proprio la persona con la quale ho conversato, ascoltandola con estremo piacere: Oddo Brunamonti.

Nato nel 1937 a Costa San Savino, frazione di Costacciaro (PG), l’uomo mi ha accolto nel ristorante-pizzeria di sua figlia Ines (Sole e Luna) e con gentilezza ha raccontato l’accaduto di quel maggio 1997, dal quale ha ricevuto più noie che vantaggi.

Ci siamo incontrati a fine marzo di quest’anno e, malgrado le sue condizioni fisiche non fossero affatto ottimali (aveva passato da poco pure dei giorni in ospedale), non ha rimandato né tantomeno rinunciato all’intervista.

Il bastone come appoggio e un respiro affannoso eppure, con estrema forza d’animo, mi ha concesso una mattinata intera per rispolverare questa storia. Una storia a dir poco incredibile e soprattutto con ancora tanti punti oscuri.

Allora ci siamo seduti al tavolino e con la compagnia del suo fedelissimo e dolcissimo cagnolino. Abbiamo iniziato la tanto desiderata (dal sottoscritto) chiacchierata.

Purtroppo Oddo è venuto a mancare il 22 aprile, circa un mese dopo il nostro colloquio, e di lui, inevitabilmente, mi porterò dietro diversi ricordi. No signori, l’avverbio non è eccessivo perché, pur avendolo conosciuto per poche ore appena, queste sono risultate ampiamente eloquenti e umanamente preziose.

Se è vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima beh? Con Oddo è risultato semplice captare la sua bontà interiore mista ad una speciale e confortevole genuinità. Niente giri di parole e nessun muro con lui.

Avviene così quando si ha davanti una persona limpida e trasparente.

La scomparsa di Oddo Brunamonti.

Oddo non continua a vivere solo nel cuore delle persone che gli hanno voluto bene (e sono molte) ma, grazie alla donazione della cornea. Ora pure una parte dei suoi occhi può tornare a risplendere di luce purissima? Pura come l’esistenza di un bambino.

Chissà se lo sguardo donato ad un futuro adulto verrà nuovamente focalizzato su panorami naturali e bellezze del creato, ovvero le stesse che Brunamonti adorava osservare in vita: come il suo Monte Cucco ad esempio.

Gli occhi di Oddo continuano ad esserci? Gli occhi di una persona buona. Buon viaggio e arrivederci amico mio.

L’intervista fatta è figlia di un mio infinito amore verso l’ignoto e i fenomeni paranormali ma anche per dar spazio e in parte giustizia a chi è stato ingiustamente deriso per lungo e troppo tempo.

Buona lettura!

Il video introduttivo sul canale YouTube di ChupaCabraMania:

 

Oddo Brunamonti il testimone oculare del mostro di Scheggia, l’intervista.

Di seguito una fotografia di Oddo Brunamonti

Caro Oddo, cosa successe esattamente in quella mattina dell’11 maggio del 1997?

“All’epoca gestivo il ristorante “El Paso” a Scheggia e un mio amico mi aveva telefonato per chiedermi di ripulirgli dalla legna una strada in località Villamagna (Gubbio, ndr).

Ne fui felice perché quel materiale mi avrebbe fatto comodo per il forno della mia attività e così salii a bordo dell’Opel Astra, la macchina che avevo in quel periodo, e mi diressi verso il luogo, imboccando la strada del Bottaccione (ex SS 298, ndr). Presi la deviazione a sinistra all’altezza del Valico della Cima e proseguii fino al punto indicatomi”

E poi?

“Apparentemente nulla. Ero solo e i suoni della natura erano l’unica melodia presente in quella mattinata. Eppure qualcosa non mi tornava”.

In che senso?

“Beh, ero appoggiato alla mia vettura, riflettendo su come caricare tutta quella legna, e all’improvviso mi sentii osservato, o per meglio dire spiato: alzai gli occhi da terra e vidi muoversi goffamente qualcosa fra i cespugli di ginepro.

Pensai che fosse un cavallo, uno di quelli scappati due giorni prima ad un proprietario della zona, pur notando un atteggiamento “umano”; sì insomma, come chi si accorge di esser visto e prova a coprirsi.

Però, fra il lavoro da fare e la mia convinzione che si trattasse di un animale, iniziai a sgomberare la strada e a riempire la macchina. Erano le dieci della mattina?”

Hai avuto altri segnali oppure hai lavorato in tranquillità?

“In realtà quella cosa strana era rimasta nascosta per un paio d’ore, senza dar fastidio ma senza neanche partire.

Si era fatto mezzogiorno e dovevo tornare a casa ma spinto dalla curiosità decisi di salire in macchina e inoltrarmi fino all’inizio del bosco, dove avevo appunto notato quegli strani movimenti.

Usai la retromarcia perché avevo già sistemato l’Opel in modo tale da poter ripartire con più facilità, pronta per ritornare a Costacciaro”.

E cosa accadde in quel momento? Che cosa hai visto?

“Quel che mai avrei pensato di vedere. Mi piomba davanti alla macchina un mostro alto 1,80 m circa e in particolar modo robusto; aveva delle fauci larghe, denti decisamente aguzzi e una folta peluria color mogano, oltre a due occhi rossi come iniettati di sangue? quelli non li dimenticherò mai.

Godeva di una muscolatura possente e teneva alzate le massicce braccia, pronte ad attaccarmi. In quel momento andai in panico e mi si spense il motore: per assurdo è stata la mia salvezza.

Girando le chiavi per riaccenderlo, quella bestia fu come infastidita dal rumore dei portachiavi e dai suoni meccanici dell’avviamento; fuggì in un baleno nonostante la mole e ricordo che gli alberi al suo passaggio ondularono similmente alle margheritine in preda al vento.

Presi immediatamente la strada del ritorno, guidando in uno stato quasi totalmente confusionale.”

Oddo, hai mai associato ciò che hai visto ad un animale ben preciso? Non hai pensato di esserti sbagliato?

“Caro Luca, non prendermi per presuntuoso ma amo la natura e i suoi “abitanti”: Non dico di conoscere tutto ma quasi sì.

Sono un cacciatore e diciamo che anni ed anni di esperienza sul campo mi hanno portato ad avere una vasta cultura e dimestichezza a riguardo.

Appena tornato a casa, mia figlia mi ha visto pallido e ha chiesto cosa fosse successo; così sfogliammo insieme dei libri sugli animali nella speranza di dare un nome a quel che si era manifestato davanti ai miei occhi?

Ma la ricerca è stata vana.

L’orangotango forse era quello più vicino ad un possibile identikit ma l’accostamento risultava forzato e completamente errato per diversi aspetti.

Decisi di avvisare immediatamente i Carabinieri e la Forestale.”

Brunamonti il testimone del mostro di Scheggia afferma che la creatura assomigliava ad un orangotango.

Immagine di un orangotango.

Come fu il loro comportamento?

“Si attivarono subito senza mettere in dubbio nulla.

Vuoi perché quella presenza avrebbe potuto minacciare la serenità e l’incolumità della gente ma anche perché la mia segnalazione fu l’apice di una catena di strani avvenimenti riscontrati qualche mese prima.”

Cioè?

“Nel mese di marzo circa, sempre in zona, un cane da gregge aveva perso la vita per salvare quella del suo padrone.

Era stata avvistata una bestia enorme aggirarsi vicino alla stalla e il pastore maremmano instaurò un’accesa lotta con l’animale sconosciuto; quest’ultimo ebbe la meglio mentre il primo venne ritrovato con il cranio spappolato dopo esser stato sollevato e lanciato cinque metri da terra.

Direi abbastanza insolito, no?! Il pastore maremmano non mi sembra così leggerino, sbaglio?”

Già? ma torniamo sul fatto principale: come si sono svolte le ricerche? Che aria si respirava a Scheggia e zone limitrofe?

Continuo de l’intervista ad Oddo Brunamonti il testimone mostro di Scheggia.

Cartina vista dall’alto.

L’intervista ad Oddo Brunamonti il testimone oculare del mostro di Scheggia

Sicuramente, una volta dato l’allarme, furono giorni di tensione per gli abitanti della zona anche perché da tempo (specialmente di notte, ndr) si sentivano degli urli provenire dalle parti più boscose; simili a dei lamenti che non permettevano di certo la tranquillità delle persone.

Questo che ti sto raccontando fu etichettato come “mostro di Scheggia” perché le varie anomalie furono rilevate nello scheggino ma, ripeto, ciò che vidi con i miei occhi avvenne a Villamagna, quindi per la precisione nel comune di Gubbio.

Per quanto concerne le ricerche, arrivarono sia da Firenze che da Perugia delle squadre di esperti pronti a controllare l’intera area. Vennero messe termocamere all’interno del bosco e tutto il necessario per analizzare al dettaglio.”

Cosa venne fuori dalle varie analisi?

“Furono rinvenute delle impronte vicino al luogo dell’avvistamento che mostravano tre dita con dietro una specie di sperone, oltre al ritrovamento di ciuffi di pelo rimasti impigliati nei tronchi (a 1,30 m di altezza, ndr) degli alberi: color mogano come quelli visti da me. Il tutto venne raccolto e analizzato ma degli esiti degli esami, guarda caso, non si saprà più nulla.

Le varie impronte, insieme ad altri fattori, indicavano una bestia alta 1,80 m (come asseriva Oddo, ndr) e un peso oscillante dai 170 ai 180 kg.

Un giorno gli stessi investigatori furono sorpresi da rumori inquietanti all’interno del bosco e furono presi dalla paura si rifugiarono nelle loro macchine; partirono per poi ritornare qualche ora dopo, facendo esplodere dei petardi per scongiurare un attacco? Ma del mostro neanche l’ombra”.

Diverse situazioni particolari che fanno riflettere?

 

“Certo ma nulla in confronto a ciò che sto per raccontarti. In quei giorni si presentò a casa mia con tanto di distintivo un uomo venuto da Firenze, dicendo di far parte della Polizia Scientifica.

Nulla di strano se non per le parole che poco gentilmente mi rivolse: “Dica alla stampa e alle varie autorità di aver visto un orso, di essersi confuso e finisce qui”.

Gli risposi che sapevo riconoscere benissimo un orso e non avevo nessuna intenzione di affermare il falso. Continuò specificando che si trattava di una vicenda segreta e tale doveva rimanere? Ma ho rifiutato il suo non gradito “consiglio” e lo salutai indispettito”.

Hai più rivisto quell’uomo?

“Sì, qualche settimana dopo in un bar della zona. Era allegro e ben distante dalla figura losca e seriosa vista in precedenza.

Ricordo perfettamente quella sera perché offrì da bere a tutti per un importo totale di circa un milione delle vecchie lire. Ciò che mi sorprese di più però fu la frase che pronunciò, magari stimolato dall’alcol, qualche attimo più tardi:

“Bevete che tanto non sono soldi miei!”.

Perché ti colpì quella frase in particolar modo?

“Perché nel frattempo l’estate era già avanzata e le ricerche si conclusero con nulla di tangibile, malgrado le varie prove sparse. L’individuo aveva intenzione di farmi dire una menzogna ma una volta risolto il problema, senza più indagini di nessuno, aveva evidentemente da festeggiare? Chissà grazie a chi e come”.

Che vuoi dire con “risolto il problema”?

“Considera Luca che tutta Scheggia per giorni era stata battuta al centimetro, con elicotteri pronti ad individuare qualsiasi cosa sospetta e a terra c’erano diversi uomini che controllavano minuziosamente la zona.

Ad un certo punto aumentarono i “ricercatori” che facevano ai pastori del posto domande sempre più copiose? domande però strane.

Non volevano sapere più di tanto del “mostro” e se qualcuno avesse visto qualcosa ma quesiti diversi e poco inerenti”.

Spiegati meglio?

“Nello specifico chiedevano ai pastori quali fossero i loro programmi, i loro orari e quando e come sarebbero partiti con il proprio gregge.

Sembravano bisognosi di aver campo “libero” per fare chissà quali faccende e lo stesso dubbio deve esser passato pure per la mente di uno degli “intervistati” che un giorno decise di nascondersi dietro una collina per osservare tutti i movimenti.

Da un casa abbandonata vide uscire dei militari e due persone con il camice (come fossero dei dottori, ndr) e nel giro di pochi secondi arrivò un elicottero dal quale venne calata una gabbia abbastanza voluminosa; qualche istante dopo il mezzo ripartì con un telo bianco che copriva perfettamente l’intero telaio.

Mi sarebbe piaciuto sapere che cosa contenesse. Cosa trasportavano?”.

E come finì la vicenda?

“Come si concluse? Dopo il passaggio dell’elicottero, altra stranezza, non si sentirono più voci né lamenti.

Ma in compenso vennero messi in circolazione sei orsetti, sparsi fra i monti di Scheggia, Sigillo e Gualdo Tadino, di modeste dimensioni e dotati di microchip.

Non ho idea di chi potrebbe averli lasciati liberi ma non ho dubbi sul perché: a seguito della mia segnalazione era il perfetto depistaggio per mostrarmi alla comunità come uno zimbello.

Sì insomma, come quello che confonde un piccolo orso per un mostro.

Come già detto, sono stato cacciatore per anni e non faccio di certo tali errori. Quelle sei bestiole comparse “magicamente” molto dopo l’11 maggio erano tutto meno che animali selvatici? si facevano pure avvicinare senza tanti problemi.

Anche loro poi vennero catturati, chissà da chi, dopo qualche giorno e la storia finì così”.

Ma non per te? ti rimasero delle cicatrici morali.

“A dire il vero per quasi un anno ho sognato quella bestia inquietante di notte mi svegliavo di colpo con la visione delle sue fauci, immagini che prendevano sempre più spazio nei miei incubi.

Poi tornai ad una vita normale.

Riguardo al discorso morale sono stato etichettato e deriso per la mia storia.

Anche da chi magari mi domandava inizialmente come fossero andate le cose per poi invece canzonarmi davanti alla faccia.

In ogni caso non mi pento di nulla e preferisco aver detto la verità che essermi piegato al voler di quell’uomo misterioso”.

La tua vicenda è stata richiesta pure da emittenti televisive importanti, vero?

“Sì, fui richiesto per un servizio su Rai3: andai e me ne pentii.

Il motivo è presto detto visto che venni trattato già in partenza come un visionario pronto a farsi pubblicità o, peggio ancora, annebbiato da qualche bicchiere di troppo.

Lasciai gli studi alquanto scocciato e quando anche l’entourage del “Maurizio Costanzo Show” mi propose di intervenire nel suo programma rifiutai: mi bruciava ancora la vecchia ferita”.

Ti sei fatto un’idea su tutta questa storia?

“Posso dirti per certo che prima non credevo né agli extraterrestri né ai fenomeni paranormali ma da quel 1997 ho cominciato ad avere invece forti dubbi a riguardo.

Mi sono messo a leggere, ad informarmi su certe tematiche e il mio orizzonte si è allargato in tal senso.

Una volta, non ricordo se stessi insieme a mia moglie o ad altri parenti, mi accorsi di una forte luce rossa ferma e immobile nel cielo; in un batter di ciglia scomparve dietro il Monte Cucco.

Un tempo mi sarei dato delle spiegazioni logiche e una volta non trovate avrei lasciato perdere: ora guardo tutto con un diverso approccio, anche perché di fenomeni strani ne sono capitati diversi.

Un esperimento da laboratorio?

Se mi chiedi invece limitatamente all’11 maggio ti risponderei con tutta probabilità che si trattava di un esperimento da laboratorio. Un esperimento “finito male” e uscito dal controllo di chi doveva tener nascosto il tutto.

Magari un tentativo di testare la bestia in relazione ad un ambiente reale e abbastanza immerso nella natura, come si presenta la zona di Villamagna.

Alcuni appassionati e ricercatori hanno collegato il mostro che ho visto al Chupacabras, o almeno avanzato ipotesi simili, ma onestamente non trovo nessun punto in comune”.

Vuoi aggiungere qualcosa alla fine di questa intervista?

“Devo ammettere che mi ha fatto effetto riparlare di un qualcosa che nessuno mi domandava da almeno dieci anni? Però l’ho fatto con piacere e spero di non essermi dimenticato qualcosa.

Puoi scrivere ciò che vuoi di quel che ti ho detto, basta che non riporti cavolate, per non dire altro, come hanno fatto molti in passato; chi per mitizzare eccessivamente la cosa, chi per tornaconto personale e chi semplicemente per schernirmi.

Buon lavoro Luca e mi raccomando? Poi fammi leggere il tutto!”.

L’intervista ad Oddo Brunamonti il testimone oculare del mostro di Scheggia

* Purtroppo caro Oddo non c’è stato il tempo per mostrarti queste righe ma mi piace pensare che avrai già letto ogni singola parola da un punto di vista privilegiato. Grazie per averci messo, un’altra volta, la faccia e grazie per avermi insegnato e mostrato che la verità non va raccontata solamente quando fa comodo ma anche se si ha tutto da rimetterci? come nel tuo caso.

A Oddo Brunamonti

Testo integrativo all’articolo uscito ne “Il Nuovo Serrasanta” (numero di Maggio 2019)

Fonte articolo QUI

L’intervista ad Oddo Brunamonti, il testimone oculare del mostro di Scheggia gentilmente concessa da Luca Fazi.

Approfondimenti:

Sul sito vi è  l’articolo sul Mostro di Scheggia  lo trovate QUi

 

 

Il mostro del lago di Garda

A quanto pare Nessie, il mostro del lago di Loch Ness ha numerosi parenti sparpagliati nel globo tra cui il mostro del lago di Garda che si chiama Bennie.

In Italia fin dal 1965 pescatori narrano storie riguardanti una creatura di notevoli dimensioni. Ogni tanto questa creatura fa la sua apparizione nel lago di Garda. E’ stato avvistato nei pressi di imbarcazioni o mentre si cibava dei pesci incagliati nelle reti da pesca.

L’origine del nome Bennie.

Il mostro italiano è chiamato Bennie. Il nome Bennie è stato dato in onore dell’antico nome di origine del Lago, Benaco. Benaco è un nome di origine celtica in Scozia infatti vi sono laghi chiamati Bennach.

Il nome Bennie è stato dato alla creatura del lago di Garda in un articolo per il giornale il corriere del Garda nell’anno 2012 dal signor Armando M.Bellelli.

Armando M.Bellelli è il fondatore di Xplora-Oltre i confini che è un gruppo di libera ricerca a 360 gradi. Armando M.Bellelli è ricercatore, scrittore, esploratore, attore, storico ed avventuriero italiano che risiede a Desenzano del Garda.

Però il nome della creatura del lago di garda di recente è stato cambiato in Gardie.

Chi è Il mostro del lago di Garda?

Le dimensioni di Bennie si aggirano dai 4 ai 6 metri e le testimonianze sono aumentate con il passare del tempo.

Si tratta di un’opera di marketing? Oppure è un modo come un altro per far parlare del lago italiano?

Oppure realmente una creatura di notevoli dimensioni vive nel lago di Garda? Le differenze tra il lago di Loch Ness in Scozia ed il lago di Garda sono notevoli. Nel lago italiano non sono rari gli avvistamenti di grossi pesci siluro. Pertanto vi potrebbe essere la presenza di altre razze di pesci che potrebbero raggiungere dimensioni notevoli.

Il pesce siluro

Nel 1988 nel Golfo di Peschiera è stato catturato il primo esemplare di un pesce Siluro.

La caratteristiche del pesce Siluro sono le sue dimensioni e la sua voracità. Questo pesce si nutre degli altri pesci che popolano il fondale. L’ habitat naturale di questo animale sono i freddi fiumi del nord, il lago italiano potrebbe essere comunque un buon habitat. Nonostante la temperatura dell’acqua più mite è ricco di cibo e nel lago di Garda questo pesce potrebbe crescere notevolmente di dimensioni. In inglese “giant catfish” o pesce siluro si nutre di altri pesci ma anche di uccelli e piccoli mammiferi.

La ricerca

La tv tedesca Zdf ha soggiornato con una troupe televisiva per tre giorni sul lago di Garda. Lo scopo della troupe era quello di tentare di risolvere il mistero del mostro del lago italiano.

Furono accompagnati da un gruppo di subaquei esperti facenti parte della Deep Explorers che effettua ricerche subacquee profonde. La pagina facebook di Deep Explorers.

Fu catturata un immagine di una sagoma serpentiforme della lunghezza di circa 8 metri a 200 metri di profondità tramite un sistema chiamato Side Scan Sonar. In seguito è stato fatto scendere un Rov, un veicolo a guida remota ad immersione ma della creatura non vi era alcuna traccia .

Si è trattato forse di un pesce Siluro o forse un pesce Storione?

Di seguito l’immagine catturata con il sonar dalla Deep Explorers:

Lo Storione

Illustrazione di un pesce storione tratta dal web.

Lo Storione è un altro pesce in grado di raggiungere nelle sue zone di origine come i fiumi del Canada fino ai 5 metri di lunghezza anche il peso dello storione può arrivare anche fino a tre quintali. Potrebbe essere un pesce di razza storione il mostro Benni?

Il pesce storione più grande mai catturato in Europa misurava 7 metri e 20 centimetri, pescato nell’estuario del fiume Volga, Russia

Pesce Gatto Africano Gigante è il mostro del lago di Garda?

Immagine tratta dal Web.

Un’altra teoria sul mostro del lago di Garda è quella del Pesce Gatto Africano Gigante Clarias Gariepinus. Sempre nel suo habitat questo tipo di pesce gatto potrebbe raggiungere dimensioni notevoli. La massima dimensione attestata di questo animale è di 1.70 metri di lunghezza e 60 kg di peso.

Il pesce gatto del Mekong.

Il pesce gatto del Mekong o Pangasianodon gigas si trova nel bacino fluviale del Mekong. Il fiume è uno dei più lunghi del mondo del sud est asiatico. Questo fiume nasce nell’altopiano del Tibet per concludere il suo percorso nel mare cinese. Per cui attraversa la Cambogia, il Laos, la Tailandia ed il suo delta è in Vietnam.

Il Pesce gatto del Mekong è una specie in via di estinzione a causa dell’intensa pesca. Anche la costruzione di dighe che ne impediscono gli spostamenti è causa di estinzione. Sono stimati pochi esemplari di questi pesci erbivori. I caratteristici baffi del pesce gatto scompaiono col progredire dell’età. 

Le dimensioni di questi animali sono notevoli, può raggiungere una lunghezza di 3 metri con un peso di 350 kg.

Alcune teorie propongono come mostro del lago di Garda uno di questi pesci giganti. Ma è altamente improbabile che si possa trovare nel lago di Garda uno di questi esemplari.

Immagine illustrativa di un pesce silurus glanis. Tratta dal web.
Immagine tratta dal web di un pesce gigante.

Gardie esiste o è semplicemente un pesce troppo cresciuto?

Nel 2015 nel lago di Garda tra Bardolino e Sirmione è stato pescato un pesce siluro di 80 kg. Era il mostro del Lago di Garda? Molte persone ne erano convinte.

Nel 2019 tramite il programma “River Monsters” Jeremy Wade il conduttore televisivo di questo programma è venuto a pesca nel lago di Garda. Egli è alla ricerca dei pesci più mostruosi del pianeta ed è riuscito a pescare nel lago italiano un pesce siluro di ben 120 kg.

Il video è stato pubblicato sulla pagina di Facebook di River Monsters in modo molto eclatante. Nel video vi è Wade impegnato a pescare il presunto mostro del lago di Garda, Bennie.

Il video di Deep Explorers su Youtube.

Nel video i componenti del team di Deep Explorers accompagnano la troupe di River Monster e Jeremy Wade nella tana di Bennie.

In conclusione:

Il mostro del lago di Garda esiste oppure è solo un pesce di grosse dimensioni? Aspettiamo altri video e testimonianze su questa strana creatura italiana d’altra parte la pesca continua.

Il sito ufficiale di Bennie, il mostro del lago di Garda.

Visita il sito ufficiale del mostro del lago di Garda:

Benniefanclub

Approfondimenti:

Il lariosaurio altro mostro italiano

Il mostro italiano chiamato Lariosauro o più confidenzialmente Larrie abita le acque del lago di Como. Ma in realtà Larrie è molto diverso dal mostro del lago di Garda. Per esempio ricorda di più un dinosauro.

Curiosità:

Di seguito visita la sezione del sito sulle strane creature.