Gli spettri di Corso Monforte a Milano

Gli spettri di Corso Monforte a Milano

Secondo una leggenda della Lombardia, a Milano, Corso Monforte è spesso visitato da spettri. Si narra che in questa via le anime dei Catari, arsi brutalmente per motivi religiosi, continuino a vagare in questo luogo.

Questa leggenda nasce da un evento storico di persecuzione religiosa, in cui nel 1028 Ariberto da Intimiano, Arcivescovo di Milano, si recò a Monforte nelle Langhe con l’obiettivo di catturare e giustiziare i cosiddetti Catari.

In quell’epoca si era creato un movimento religioso con ispirazione cristiana, in diverse parti d’Europa, noto come comunità dei Catari ed era considerato dalla Chiesa come movimento eretico. L’Arcivescovo Ariberto fece issare una grande croce e appiccare un grande falò ai lati della strada dando la possibilità di scegliere agli appartenenti del movimento dei Catari quale strada accogliere nella loro esistenza.

Immagine illustrativa. Foto di Gerd Altmann da Pixabay

I Catari di fronte alla scelta tra la Chiesa Cattolica oppure la dannazione eterna scelsero quest’ultima e furono arsi vivi. Tuttavia le loro anime vagano ancora in una inquietante processione lungo Corso Monforte.

Approfondimenti:

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La leggenda del Gramo demoniaco cane nero

La leggenda del Gramo demoniaco cane nero

Secondo le numerose leggende il Gramo è uno degli animali che affianca le Streghe ed è un cane nero di origini demoniache. Il Gramo fa parte dei famigli, come il gatto nero, demoni che assumono la forma di animali aiutanti delle Streghe. Probabilmente la nascita di questa creatura ha origini nel Medioevo.

Secondo alcune leggende il Gramo non attacca l’uomo si mostra solo alla vista mentre in altre culture è aggressivo e attacca l’uomo e si mostra sei giorni prima della morte prevista. Chi viene ucciso dal Gramo viene portato nell’aldilà. Il Gramo è definito in alcune leggende come il protettore delle Chiese o Gramo della Chiesa custodendo Chiese e cimiteri da eventuali profanatori notturni. In alcune leggende il Gramo prevede la morte di chi lo incontra.

Il Gramo e i cani.

Il gramo si distingue da un cane normale, oltre che dagli occhi, anche dalla sua forma, talvolta inesistente, simile ad un ombra scura. A volte il gramo è descritto con le dimensioni di un lupo con la schiena ricurva e la bocca chiusa che apre solo per portare via con se il malcapitato nell’oscurità.

Il Gramo in Italia

Si tratta di una creatura funesta riscontrabile nelle leggende in varie parti del mondo nota in Italia come Gramo. Il Gramo ha diversi nomi in base al luogo in cui si narra di lui. In Italia il Gramo è un grande cane nero demoniaco portatore di cattive notizie.

Il Gramo in Inghilterra

In Inghilterra è possibile avvistare il Gramo nei cimiteri e nei boschi con l’aspetto di uno spaventoso cane nero gigante con occhi rossi o gialli luminosi presagio di notizie di morte a chi lo incontra.

Il Gramo in Asia

In Asia prevale il pensiero che il Gramo non attacchi mai l’uomo ma sia solo un portatore di messaggi di morte di imminenti dipartite di parenti o amici. In Giappone il Gramo non è pericoloso se non disturbato. Tuttavia se molestato il Gramo giapponese assorbe il malcapitato dalla sua bocca, simile ad un enorme buco nero, da cui non farà più ritorno. Si narra che il buco nero da cui il malcapitato non farà più ritorno lo condanni a cadere nel vuoto per l’eternità.

El Cadejo in America latina.

La leggenda del Gramo demoniaco cane nero. Illustrazione di un cane nero demoniaco- Foto di Square Frog da Pixabay

In America latina il El Cadejo è un cane nero che si aggira per le cittadine di notte spaventando chi incontra lungo la sua strada. El Cadejo spaventa più volentieri persone che compiono atti illeciti come ubriacarsi o giocatori d’azzardo. Come in Giappone se non disturbato El Cadejo è innocuo, in caso contrario uccide il suo molestatore. Il Cadejo nero è ostacolato dal Cadejo bianco, creatura mite e buona protettore delle sue vittime.

Il Gramo nella saga di Harry Potter

Nella saga di Harry Potter il Gramo oThe Grim appare nel terzo capitolo e viene nominato durante una lezione della professoressa Cooman che crede di vedere un cattivo presagio nella tazza di the di Harry Potter. Harry Potter vedrà spesso una figura simile a un grande cane nero che tuttavia non è realmente presente nella saga. Il Gramo in realtà è Sirius Black nella forma animagus che gli appartiene. Infine si scoprirà che la figura del Gramo nella saga di Harry Potter non è altro che un riferimento alla leggenda.

La leggenda del Gramo demoniaco cane nero

Il Gramo tratto dal film del 2004 Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (Harry Potter and the Prisoner of Azkaban):

Gli occhi dell’insegnante si spalancarono in maniera teatrale. «Mio caro» disse, «è il Gramo».

«Il cosa?» chiese Harry.

Non era l’unico a non aver capito. Dean Thomas alzò le spalle e Lavanda Brown lo guardò perplessa, ma quasi tutti gli altri si portarono le mani alla bocca, orripilati.

«Il Gramo, mio caro, il Gramo!» esclamò la professoressa Cooman, stupita che Harry non avesse capito. «Il cane fantasma gigante che infesta i cimiteri! Caro ragazzo, è un presagio… il peggior presagio di morte!»

Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban. Capitolo 6: Artigli e foglie di tè.

Di seguito lo spezzone del film in inglese su YouTube.

Approfondimenti:

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Il tunnel maledetto Kiyotaki in Giappone

Il tunnel maledetto Kiyotaki in Giappone

Si tratta, secondo una leggenda locale, del tunnel, o galleria, forse il più infestato e maledetto del Giappone che è meglio non attraversare.

Il tunnel maledetto Kiyotaki in Giappone viene spesso evitato di proposito dagli automobilisti in transito per evitare di attraversarlo. Il tunnel attraversa una collina che ha già una storia alle spalle riguardo numerosi samurai deceduti in quel luogo. La collina in passato divenne anche un luogo d’esecuzione e infine un cimitero. Quindi la collina racchiude numerose storie di morte, terreno fertile per la nascita di storie di paura legate ai fantasmi.

Una galleria stradale, immagine illustrativa. Foto di Alex Zibb da Pixabay

Sempre secondo la leggenda molti lavoratori perirono durante la costruzione di questo tunnel, ma probabilmente la loro morte era dovuta alle condizioni insalubri di lavoro. Secondo la leggenda la lunghezza del tunnel era di 444 metri, il 4 in Giappone è un numero che porta sfortuna.

Si dice che la galleria sia infestata dai fantasmi che infastidiscono e spaventano gli automobilisti ad esempio facendo scattare fuori tempo i semafori, materializzandosi nelle auto o lungo la strada urlando. La leggenda afferma che se un automobilista guarda lo specchio all’ingresso della galleria e vede una persona sconosciuta all’interno della macchina morirà. Infine a chi transita nel tunnel accade spesso un fenomeno visivo in cui la galleria sembra molto più lungo della sua reale lunghezza.

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La bambina e la donna triste al centro commerciale

La bambina e la donna triste al centro commerciale

Una creepypasta del terrore racconta di una madre e di sua figlia di sette anni in un centro commerciale noto come Target. Il luogo di origine della storia non è noto. La madre aveva necessità di acquistare degli abiti per la bambina e di fare alcuni acquisti di generi alimentari.

La donna invita la bambina, autonoma ad andare a provare gli abiti che più le piacevano mentre lei proseguiva ad effettuare acquisti. Secondo la storia una volta ritornata dalla madre la bambina racconta a quest’ultima che una strana donna, di aspetto triste, si era avvicinata a lei dicendole qualcosa. La donna triste avrebbe detto alla bimba che desiderava una figlia come lei.

Immagine illustrativa di un manichino. Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Ma la mamma non credette a questa strana storia raccontata da sua figlia e scoppiò a ridere, una volta giunte alla cassa, in fila per il conto, di nuovo la figlia si innervosì e segnò alla madre una figura. Secondo la bambina si trattava della donna che l’aveva importunata: ma si trattava di un manichino. Nuovamente la madre scoppiò a ridere e non prese sul serio la figlia. Mentre la donna si accingeva a pagare il conto la bambina chiese di andare in bagno e la madre la fece andare da sola.

La bambina e il bagno

Dopo pochi minuti la figlia inviò un messaggio a sua madre in cui diceva di non essere sola e che nel bagno con lei vi era la donna misteriosa. La madre, questa volta seccata, invitò la figlia a smettere di dire ciò e di velocizzarsi. Dopo diversi minuti la bambina ancora non era tornata e sua madre decise di andare a cercarla nei bagni ma non la trovò, era scomparsa. Solo il cellulare della figlia si trovava per terra con una foto inquietante di una donna che si infilava verso la bambina sotto la porta del bagno.

Si tratta di un mistero o di una storia basata su fatti realmente accaduti?

Conclusioni:

Questa storia dell’orrore o creepypasta non ha alcun riferimento reale documentato ma è probabilmente utile da fare conoscere agli utenti di internet. Si tratta di un monito per i bambini lasciati incustoditi contro la pedofilia e i rapimenti umani. Quindi attenzione a mandare i bambini in giro da soli nei centri commerciali. Questo racconto molto da vicino i racconti riguardanti l’Uomo Nero.

Approfondimenti:

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Torino città misteriosa e magica

Torino città misteriosa e magica

In Piemonte Torino è una città che detiene lo scettro di città magica, la sua storia porta a scoprire numerosi riferimenti alla magia bianca e nera. Nata nel 28 a.C. per volere di Augusto ai tempi la città era suddivisa in due settori est e ovest. Torino è ricca di simbolismi legati all’esoterismo rilevabili in monumenti e portoni.

Il settore est, baciato dal sole era considerato un luogo benigno di nascita e vita mentre il settore ovest al buio, dove tramontava il sole era considerato una zona lugubre adatta a seppellire i morti della città. Questa netta distinzione probabilmente è stata la fonte della nascita della netta distinzione dell’esoterismo della città dove ancora oggi è possibile è possibile vederne i segni. Alcuni esoteristi identificano Torino come la città del Diavolo. Ad oggi diverse zone della città sono considerate direttamente collegate alla magia nera o bianca.

Torino città misteriosa e magica.

Illustrazione rappresentativa di un dipinto esoterico. Foto di Waldkunst da Pixabay

 Fontana del Traforo del Frejus

La  Fontana del Traforo del Frejus è realmente un monumento creato in onore dei caduti durante la costruzione del Traforo o si tratta in realtà di un omaggio a Lucifero? Questa seconda ipotesi nasce dalla credenza dell’appartenenza alla zona al triangolo di magia nera.

Il triangolo di magia nera

Un triangolo di magia nera, secondo antiche leggende, collegherebbe la città di Torino ad altre due città: Londra e San Francisco. Il triangolo è noto come Il Triangolo del Diavolo. Una zona definita negativa è Piazza Statuto al centro di questo vortice di negatività. Inoltre sempre in Piazza Statuto sono presenti le  “cloache” o “bocche dell’inferno” nel loro snodo principale considerate demoniache.

Gli occhi del Diavolo

Via Lascaris è un’altra zona della città considerata esoterica dove vi era una Loggia Massonica e due feritoie che erano utilizzate probabilmente per visionare l’esterno. A queste due feritoie fu dato il nome di Occhi del Diavolo.

La leggenda del Portone del Diavolo

In via XX Settembre il Palazzo Trucchi di Levaldigi mostra un portone noto come “il portone del Diavolo” dove è rappresentato un Demone con due serpenti. Secondo la leggenda il portone è nato in una notte, creato da un uomo che aveva invocato Satana in persona per la sua costruzione, sparendo poi nel nulla, forse imprigionato per sempre dietro il portone. Ad avvalorare questa tetra leggenda il Maggiore Melchiorre Du Perril, scomparso, fu murato vivo nel 1817 nei pressi del portone e rinvenuto nel 1837.

Torino e la magia bianca.

La Mole Antonelliana a Torino. Foto di Luca da Pixabay

Nella città di Torino la nota Mole Antonelliana è simbolo di magia bianca. Secondo le leggende, o teorie esoteriche, la mole agirebbe come una sorta di antenna per gli influssi benefici di magia bianca. Un antica leggenda narra che proprio a Torino nella Mole Antonelliana sia conservato il Santo Graal. Questa teoria trova un enorme rafforzo dal fatto che il costruttore della Mole Antonelliana Alessandro Antonelli era un massone. Anche la Gran Madre è un monumento ricco di magia bianca.

Piazza Castello

Fontana dei Tritoni del Palazzo Reale che sorge in Piazza Castello è un altro luogo ricco di magia bianca e Palazzo Reale segna il confine tra magia bianca e nera a Torino.

Il Museo Egizio

Il Museo Egizio invece è un punto di fusione tra magia bianca e nera dove, secondo gli esperti di esoterismo, sono conservati manufatti che emanano sia forze negative che positive. Logicamente i manufatti più negativi sono il reperto del Faraone Tutankamon e di Seth, il crudele Dio dei morti.

Conclusioni:

In questo estratto sulla città di Torino sono citati solo alcuni dei numerosi monumenti ricchi di interesse storico facenti parte della città.

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La leggenda delle farfalle anime dei defunti

La leggenda delle farfalle anime dei defunti

Secondo antiche leggende in varie zone del mondo tra le farfalle e le anime dei defunti vi è un profondo legame. Nel Medioevo le falene erano portatrici di morte e vi è sempre stata una netta distinzione tra farfalle notturne o diurne. Ad oggi porta sventura uccidere le farfalle è consigliato semplicemente allontanarle. Per gli antichi greci e romani le farfalle rappresentavano le anime dei defunti oppure l’anima del defunto che si trasformava in farfalla abbandonando il corpo.

In Italia, soprattutto al sud, ad esempio in Campania, Puglia, Molise le palummelle” (palombelle), piccole farfalle bianche, sono anime di persone in purgatorio in fase di purificazione e non bisogna disturbarle in alcun modo. La metamorfosi da bruco a farfalla, in molte culture, è vista come una trasformazione paragonabile al passaggio di un anima umana dopo la morte ad un livello superiore.

La leggenda delle farfalle anime dei defunti

Illustrazione di farfalle in un bosco. Foto di ????? ???????? da Pixabay

In Giappone le farfalle sono anime che tornano a visitare luoghi frequentati in vita e sono spesso legate alla credenza che siano spiriti.

In Messico una leggenda suggerisce di disegnare sulla schiena del defunto una farfalla rossa per essere correttamente guidato nell’aldilà.

Vedere una farfalla dorata nei pressi di una tomba indica l’avvenuto passaggio dell’anima del defunto nell’aldilà o in cielo. Quindi le farfalle sono anime reincarnate con la capacità di muoversi tra un mondo e l’altro? Le leggende legate alle farfalle sono numerose ed affascinanti.

La farfalla Acherontia atropos o “Sfinge testa di morto” si dice porti sventura ma non deve essere uccisa solo scacciata. Spesso le persone cercano segni della presenza dei propri cari defunti proprio nelle farfalle.

Approfondimenti:

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La leggenda del salice piangente e i gattini in Polonia

La leggenda del salice piangente e i gattini in Polonia

Secondo una leggenda in Polonia un uomo decise di liberarsi di alcuni gattini gettandoli in un fiume. L’uomo aveva una gatta e non desiderava tenere i cuccioli che l’animale aveva avuto da poco, per nulla impietosito dalla situazione decise di liberarsene affogandoli. La gatta di quest’uomo, impotente, miagolava disperata chiamando i suoi cuccioli che non riusciva e non poteva raggiungere nel fiume.

Il pianto della gatta era talmente straziante che i salici piangenti lungo l’argine del fiume decisero di aiutarla salvando da morte certa i suoi gattini.

I salici piangenti protesero i loro lunghi rami nell’acqua per permettere ai gattini di uscire dal fiume e grazie a loro, ad uno ad uno, i gattini fuoriuscirono dal corso d’acqua per ricongiungersi con la madre aggrappandosi ai rami.

La leggenda del salice piangente e i gattini in Polonia

Salice piangente. Foto di ???? Mabel Amber, who will one day da Pixabay

Secondo la leggenda i fiori che ricoprono i salici piangenti in Primavera sono un omaggio che ogni anno le piante hanno per i gattini salvati dalla morte. Questi fiori raggruppati tra di loro ricordano il pelo di un gattino per la loro morbidezza e non a caso sono chiamati gattini. Solo i fiori femminili del salice piangente sono ricoperti da questa morbida peluria.

Il salice piangente è considerato una pianta ornamentale importata dalla Cina in Europa ma sono numerose le leggende e i simbolismi che lo riguardano sia in ambito religioso che culturale in varie zone del mondo.

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Wampus Cat il gatto degli indiani Cherokee, Usa

Wampus Cat il gatto degli indiani Cherokee, leggenda americana.

Usa

Nella catena montuosa degli Appalachi, in America del nord, una leggenda narra che una bizzarra creatura felina umanoide si aggiri per i boschi.

Questi monti erano abitati dagli indiani appartenenti alla tribù dei Cherokee. Gli indiani Cherokee possedevano nella loro cultura molte credenze legate alla presenza di spiriti, entità demoniache. Molti loro modi di essere di questi popoli erano strettamente legati al mondo spirituale.

Le tradizioni di questo popolo comprendevano spesso la distinzione tra le forze del Bene e del Male. Il popolo dei nativi Cherokee visse sulla Terra circa 250.000 anni fa. Oggi vi sono discendenti del popolo indiano che hanno assorbito in gran parte la cultura moderna. Tuttavia sono numerose le leggende che nei secoli sono state tramandate, fino ai giorni nostri, dal popolo degli indiani del passato.

Illustrazione di una donna-gatto. Foto di freeillustrated da Pixabay

La leggenda della donna coguaro. Wampus Cat

Secondo un antica leggenda Cherokee una donna molto curiosa sposata ad un uomo cacciatore fu sorpresa ad assistere ad una cerimonia prettamente riservata agli uomini cacciatori. I cacciatori prima di partire allontanandosi dalla loro consorti, anche per diversi giorni, compivano una cerimonia rituale. Nella cerimonia i cacciatori chiedevano perdono agli animali a cui avrebbero tolto la vita per sfamare il popolo chiedendo la benedizione da parte del Grande Spirito.

La consorte del cacciatore aveva più volte espresso il desiderio di assistere alla cerimonia ma il marito le aveva sempre spiegato che era una cerimonia solo per uomini. L’uomo spiegò più volte alla moglie che, se avesse commesso un atto di questo tipo, il Grande Spirito lo avrebbe duramente punito.

La legge infranta

Tuttavia una sera, attanagliata dalla curiosità, la donna si recò sul luogo della cerimonia nascosta sotto una pelle di coguaro. Però un rumore attirò su di lei l’attenzione dello Stregone che, con gli uomini al seguito, stava svolgendo la mistica cerimonia e le lanciò un incantesimo malefico.

Lo Stregone fece in modo che la pelle del coguaro si fondesse con il suo corpo rendendola un ibrido tra un essere umano e un coguaro privandola anche della voce.

Così la donna, ormai divenuta un orribile creatura con artigli, coda e zanne fu condannata a girovagare ogni notte nella foresta accecata dall’odio nei confronti di chi le aveva fatto tutto ciò.

La leggenda narra che questa creatura si aggiri di notte aggredendo gli umani con rabbia le persone che incrocia nel suo cammino.

Wampus Cat il gatto degli indiani Cherokee, Usa

Usa

Le origini del nome attuale della creatura risiedono in Nord Carolina dove la creatura inizialmente fu nominata Catawampus. Catamount è il nome attribuito al puma di montagna. La parola fu storpiata in seguito in Wampus Cat, il nome attuale della creatura.

Wampus Cat è una creatura leggendaria o una realtà?

In Carolina del nord a Johnston County nel 1964 nei boschi, lungo il fiume Neuse, vi furono 34 segnalazioni di aggressioni da parte di una creatura felina umanoide molto aggressiva. Infatti furono molti i testimoni ad aver riportato la loro testimonianza in merito all’avvistamento di una donna alta e ricoperta di pelo che deambulava in posizione eretta o a quattro zampe in quella zona. Furono denunciate un numero importante di tentate aggressioni tanto che furono organizzate battute di caccia ma risultate infruttuose.

Approfondimenti:

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I gatti proteggono le anime dei defunti?

I gatti proteggono le anime dei defunti?

Nei territori di Siam e Birmania, nel sud est asiatico, una leggenda narra che i gatti fossero i protettori delle anime dei defunti. Secondo la leggenda le anime dei defunti, che avevano raggiunto il maggior grado di spiritualità, si stabilivano nel corpo di un gatto ottenendo la liberazione verso il Paradiso alla morte dell’animale. Secondo la leggenda il popolo tailandese al momento della sepoltura inseriva nella cripta un gatto vivo. Il gatto poteva però uscire dalla tomba tramite una feritoia o fessura, nel momento in cui il gatto abbandonava la cripta la famiglia aveva raggiunto il Paradiso e le anime dei defunti erano sicuramente reincarnate nel gatto.

Questa leggenda è scritta ne  “Il libro delle poesie dei gatti” o Tamra Maew  conservato in Thailandia all’interno della biblioteca nazionale di Bangkok.

Illustrazione di un gatto. Foto di Pete Linforth da Pixabay

In queste zone del mondo il gatto è un simbolo della religione buddista spesso ritratto nei pressi di statue e dipinti di Buddha. Alcune cerimonie religiose prevedono il dono di un gatto.

In Asia vi è una credenza molto radicata riguardo la capacità dei gatti di “vedere” l’aurea delle persone e gli spiriti,. Secondo il folclore asiatico i gatti sarebbero in grado di comunicare con i defunti. I gatti spesso fissano punti indefiniti negli ambienti come se osservassero qualcosa a noi invisibile: fantasmi? L’udito dei gatti è altamente sviluppato quindi non è da escludere che siano intenti ad “ascoltare qualcosa”.

I gatti proteggono le anime dei defunti?

Il gatto in Egitto

In Egitto i gatti, secondo le leggende locali, erano in grado di vedere le anime dei defunti ed erano venerati al pari di un Dio. I gatti erano i guardiani del Regno dei morti e un effige posizionata nei pressi di tombe aveva lo scopo di impedire ai morti di ritornare nel regno tra i vivi. In Egitto il gatto era considerato uno ‘scudo protettivo’ verso il male.

Approfondimenti:

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I gatti e le streghe, binomio demoniaco?

I gatti e le streghe, binomio demoniaco?

Fin dal medioevo i gatti sono associati nelle numerose leggende popolari europee alla figura delle Streghe. Il gatto di colore nero purtroppo ha sempre avuto un posto d’onore in queste leggende.

Le streghe erano “individuate, cacciate ed uccise” insieme ai loro gatti considerati i loro aiutanti o famigli. La caccia ai gatti e streghe si svolse dal 1000 al 1700 in Europa. Con il termine famiglio derivante dal latino famulus si intendevano le persone al servizio dei feudatari. Questa crudele caccia alle streghe cessò con l’avvento dell’illuminismo e probabilmente i gatti hanno rischiato l’estinzione. I gatti furono sterminati in quanto si credeva che erroneamente fossero portatori di malattie come la peste. In realtà si scoprì in un secondo momento che i portatori di malattie non erano i gatti ma i topi.

Ma il gatto, come altre creature legate alle streghe come ad esempio gufi, furetti, cornacchie, rospi fu in seguito definito famiglio inteso come demone minore con a capo una Strega. Secondo una leggenda dell’epoca le donne anziane si trasformavano in donne gatto vampire per nutrirsi di sangue umano.

Papa Gregorio IX, Italia

La Chiesa cristiana guidata da Papa Gregorio IX nel 1233 acconsentì ad uno sterminio di gatti di ogni colore in quanto erano classificati come animali demoniaci, diabolici e malvagi. Il Papa emanò la bolla Vox in Rama in nome di Dio. I gatti erano giustiziati arsi o scorticati vivi, crocifissi, gettati da grandi altezze come campanili oppure bastonati fino alla morte.

Illustrazione di un gatto nero e una strega. Foto di Angeline 1 da Pixabay

Papa Innocenzo VII in Germania

Papa Innocenzo VIII (1484-1492) tramite la bolla papale Summis desiderantes, emanata nel 1484 condannò streghe e stregoni dando inizio alla caccia alle streghe in Germania sterminando e torturando orribilmente molte persone innocenti. Anche in Germania avere contatti con dei gatti era segno di stregoneria. Ma anche utilizzare e possedere una scopa era un atto di stregoneria, pulire non era consono per l’epoca. Fu vietato alla popolazione di utilizzare bagni e lavarsi. I gatti erano considerati creature malefiche perchè si pulivano troppo bene e troppo spesso.

In Europa la notte di San Giovanni i gatti, rinchiusi in ceste di vimini, venivano bruciati nelle piazze delle città. Le ceneri dei gatti erano sparse per la città in quanto portavano fortuna.

I gatti e le streghe in Francia

In Francia era molto radicata l’usanza di incidere una croce sul dorso dei gattini appena nati, per evitare la loro trasformazione in streghe in età adulta.

Le origini della leggenda:

Probabilmente le origini del binomio demoniaco strega e gatto nero deriva dalle abili capacità di sopravvivenza dei gatti. I gatti sono in grado di cadere sulle quattro zampe senza ferirsi da grandi altezze e si mormorava che i gatti avessero poteri paranormali e fossero in grado di parlare con le Streghe. I gatti neri si mimetizzavano bene al buio lasciando intraveder solo occhi luminosi, vedevano al buio e il colore nero, della notte, era definito il colore del Male.

Nel periodo storico tristemente noto per la caccia alle streghe le persone, soprattutto le donne, che possedevano come animale domestico un gatto nero oppure nutrivano i gatti randagi erano, senza troppi giri di parole, condannate per stregoneria. Interagire in qualsiasi modo con i gatti era una prova che la persona compisse atti di stregoneria. Invece gli uomini erano considerati pagati, quindi era necessario sterminarli, nel momento in cui di essere omosessuali oppure se diversamente abili e se la loro linea di pensiero discostava da quello della Chiesa.

Il gatto è il Diavolo?

Sempre secondo le leggende del folclore europeo e la Chiesa il gatto nero era proprio il Diavolo. Si dice anche il Diavolo utilizzasse il mantello di un gatto nero per mimetizzarsi nella notte.

Infine sempre secondo il folclore popolare un gatto murato o sepolto vivo sotto le mura di un’abitazione ne garantiva la solidità. Inoltre un gatto ucciso dopo il raccolto portava prosperità al contadino. Un gatto arso vivo e il fumo emesso dal fuoco proteggeva il bestiame dalle malattie.

Approfondimenti:

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