Scienza e amore un mistero di intense sensazioni.

Scienza e amore un mistero di intense sensazioni.

Scienza e amore.

Al giorno d’oggi con un’enorme esperienza medico-scientifica accumulata, per tacere dei progressi della genetica sulla fisiologia del corpo e sulla biologia del comportamento, il sentimento amoroso ci affascina ancora col suo mistero ricco di intense sensazioni e non riuscire ad avvolgere col pensiero che cosa esso sia realmente. Resta un campo da esplorare senza tregua.

In breve la parola amore nella civiltà occidentale risulta talmente gravata di concetti e di sensazioni a volte sconvolgenti. Che sebbene l’osservazione e l’esperimento negli ultimi decenni abbiano svelato in gran parte la natura del sesso e della copula, restano numerosi i ripensamenti e i dubbi nel XXI sec.

(A. Comfort, 1991-2008, I. Consoli 2017, E. Nagoski 2015-2017).

Affronterò la questione con linguaggio semplice, ma non semplicistico. Sempre con la raccomandazione di consultare la bibliografia consigliata in caso di incertezza e chissà che magari amore non si possa sostituire con un altro termine meno antiquato.

Una coppia romantica, immagine illustrativa Foto di Yatheesh Gowda da Pixabay

Gli eventi visibili ed invisibili:

Noi viviamo in un universo pieno di eventi visibili e invisibili che ci provocano sensazioni particolari e queste, mediate dai nostri 5 (e più) sensi, sono registrate e archiviate nel cervello.

Gli eventi che percepiamo variano nel tempo e il cervello di volta in volta li confronta con l’archivio acquisito e li riclassifica usando scale innate di valori che includono un’amplissima gradualità di interazioni con l’ambiente.

Ogni scala inizia con l’eventuale pericolo letale per il corpo e culmina probabilmente col massimo piacere fisico godibile. Il sistema serve a soddisfare i bisogni corporali evitando danni con adeguate reazioni fisiche di difesa/accoglienza. Ossia con complessi automatismi fisiologici che in buona parte possono essere calibrati dalla cultura.

Recentemente è stato messo in evidenza che gli odori che ognuno di noi emana hanno un ruolo preponderante nell’attrarre o nel respingere l’eventuale partner per farsi toccare e manipolare.

Scienza e amore un mistero di intense sensazioni.

Per il comportamento sessuale è quasi accertato che, se il bouquet di fragranze (feromoni) emanato da un individuo risulta in alto nella scala dei valori dell’altro individuo che lo sta percependo e se questo grado è più o meno raggiunto in entrambi, ecco che nascerebbe la disponibilità alla manipolazione sessuale reciproca.

Effettivamente odorandosi l’un l’altro in maniera automatica e quasi inconscia si sceglie con chi far lega non escludendo dal contatto fisico neppure il cieco o il disabile.

Immediatamente dopo e solo se la sensazione odorifera percepita è stata accettata, ci si abbraccia, ci si bacia sulle labbra o sulle guance, ci si palpa accostandoci fino al contatto estremo coi corpi nudi da cui può nascere ogni ulteriore attività.

Negli ultimissimi tempi si è pure scoperto che quando scoppia un amore il segnale è un aumento della secrezione di numerosi ormoni fra cui l’ossitocina nella femmina e la vasopressina nel maschio con meccanismi fisiologici quasi paralleli.

È davvero così semplice?

Certamente no e c’è ancora moltissimo da indagare.

Ma è provato che occorre imparare a fare all’amore e con chi. In altre parole la penetrazione, le carezze, i baci etc. sono oggetto di apprendimento e di tirocinio e non azioni genetiche innate. Mentre la scelta di un partner è in gran parte definita dall’ambiente culturale poiché il piacere sessuale è eminentemente individuale.

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Anzi, dalle ricerche sul campo della sociologa E. Grosz (2009) fra i casi di ragazzi vissuti in ambiente selvaggio a contatto con animali per tutta l’infanzia e per parte della pubertà è stato accertato che l’amplesso con penetrazione vaginale deve essere insegnato e provato e riprovato individualmente.

In più l’orgasmo, maschile o femminile, non è sentito da questi ragazzi selvaggi come il massimo del piacere in confronto con altri piaceri di tipo non eminentemente sessuali.

E che succede se soltanto uno dei due partner è investito di desiderio amoroso? O se i partner sono più di uno o se è incluso il caso omosessuale?

Il sessuologo S. Wunsch conclude fra l’altro (Manuel de Sexologie, 2014, pag. 45 v. bibl.):

«In sintesi, quanto alla motivazione [al coito], le diverse attività sessuali (a parte i movimenti ritmici del bacino maschile) non dipendono più dall’esecuzione in risposta a riflessi copulatori innati. Ma probabilmente da motivazioni erotiche apprese

In conclusione i processi sono complessi.

Ma mi preme sottolineare che le circostanze che fanno nascere l’amore sono in buonissima parte di natura culturale. E risultano inculcate nell’educazione di casa. Educazione che i genitori – la madre in primo luogo – passano ai figli in base alle esperienze personali precedenti.

(Aggiungo: risalenti almeno a una decina di anni prima rispetto alla propria prole per una genitrice di ca. 18-20 anni!).

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La risposta pratica agli stimoli ormonali e alle pulsioni perciò non è la stessa sia nel tempo sia nella geografia né è scontata. Perché le tradizioni da popolo a popolo sono differenti e, seppure lentissimamente, fluttuano e evolvono.

Per cause ambientali e storiche la costellazione ormonale e la gamma delle reazioni corporali e psicologiche che ne seguono non è quantitativamente ben riconoscibile nella gestualità amorosa e nel linguaggio affettivo dell’oralità. Per cui riconoscere l’idea amorosa di 1000 anni fa è complicato.

Una rappresentazione di una coppia nel passato. Foto di FOTORC da Pixabay

Affiora in me però un altro dubbio:

Perché i nostri antenati nella cornice di un’educazione di un/a adulto/a si sono preoccupati di intervenire sui comportamenti sessuali passando in secondo grado altre esigenze educative?

Premesso che in quasi tutte le società umane prevale attualmente il patriarcato. E’ possibile che il primo sistema organizzativo delle comunità antropiche, specie nel nostro continente, sia stato il matriarcato. E J. J. Bachofen (1815-1887) aveva cercato di immaginare di descriverlo con le sue ricerche ormai desuete.

Sicuramente alla donna risale l’invenzione della lingua articolata per comunicare con i figli infanti (lat. infans = chi non parla, ma obbedisce). E sicuramente la sedentarizzazione realizzata con lo sfruttamento agricolo offriva maggior tempo libero per le relazioni interpersonali, compreso l’approccio amoroso.

Dubito che in quei secoli di dominanza culturale femminile in cui la donna non era soggetta ad altro potere umano, ci fosse una passiva intenzione del maschio di alterare/abbattere l’importante ruolo femminile nella vita sociale di una qualsiasi comunità.

Né con l’invasione degli indoeuropei il potere culturale delle donne in Europa fu del tutto obliterato.

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Certamente la donna, pur cedendo all’ordine fallocratico degli invasori, perse la gestione della vita dei maschi. Ma non quella della prole impubere e senza padri putativi.

Se pertanto i balto-slavi sono gli indoeuropei più antichi nella Pianura Russa in parziale meticciato con i finno-ugri nella zona più meridionale, i ricordi di una serie di sconfitte femminili rimasero nei riti orgiastici dei loro paganesimi. E siccome la questione è come agisse il potere patriarcale nella lotta donna-uomo, proprio presso queste etnie per il periodo medievale ho trovato la mia ricca miniera dove scavare.

Non credo peraltro di dare eccessivo peso all’oralità. Poiché in un mondo rimasto senza scrittura tanto a lungo la cultura si registra bene anche nella tradizione orale. E se si combina la parola con i reperti archeologici accuratamente interpretati, ecco che la favolistica popolare può essere una fonte storica da consultare con affidabile profitto.

Sono partito logicamente dai primi secoli del passato millennio dagli scritti di costantinopolitana memoria.

Il cristianesimo ortodosso

Giacché è il cristianesimo ortodosso di Roma sul Bosforo che si movimenta e ne scrive nella cornice della politica imperiale di porre sotto controllo con la sua fitta rete di spionaggio i popoli che si affacciano sui confini.

L’impero si scontrerà in primis con il patriarcato politeista delle steppe e dei Carpazi dove mostra le ferite di essersi misurato con i resti di un matriarcato ben radicato.

Quando poi i tempi saranno maturi, i cristiani si riorganizzano e sopravvengono tentando di cambiare il sistema del potere ben oltre i Carpazi lungo il bacino dell’Elba e della Vistola affannandosi a riformare le diverse socialità pagane.

Anche qui le etnie sono numerose e, se i dominandi non rientrano nei canoni standard di sudditanza in auge in gran parte d’Europa (IX-X sec.). E’ l’Impero Romano a dettar legge che ha ricevuto la missione ecumenica da Cristo a dominare il pianeta con la croce e con la spada e con questa fama affronta i barbari pagani.

Questi ultimi, una volta entrati in contatto coi missionari, sono alimentati con l’illusione di poter accedere a una vita molto migliore battezzandosi.

È chiaro che con Cristo si dovranno accettare nuovi miti nella quotidianità poiché i vecchi sono persino proibiti.

I bisogni fondamentali fisici del tipo fame e sete, sia chiaro, non saranno toccati troppo dal cristianesimo… purché non interferiscano col decalogo di Mosè!

Se ad esempio s’impongono due digiuni settimanali più quelli della quaresima etc. o si porrà il veto – questo sì con cautela! – di bere bevande inebrianti, un numero eccessivo di proibizioni sul cibo si evita. Perché c’è il timore di voler condurre alla morte per forzata inedia.

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E l’attività sessuale?

Dal punto di vista ergonomico è la più dispendiosa fra le attività umane spontanee (senza strumenti!) sia in forze fisiche sia in tempo. Ma non è letale – non si muore d’amore – se la si limita o la si vieta in certi giorni e in certe circostanze.

Se nelle regole è incluso l’assoggettamento femminile al maschio, il successo per il vivere da cristiani si può considerare realizzato in pieno.

E alla fine non è questo l’esito che più attrae ogni maschio, pagano o cristiano che sia, ma che aspiri a un potere, qual che sia?

Dal processo suaccennato mancano le donne tuttavia.

Ci sono allora differenze discriminanti fra i comportamenti femminili della donna del nordest e le donne del centro Europa?

A questo proposito l’educazione papale conferma l’inferiorità femminile rispetto al maschio e la sancisce ufficialmente nel 1234. Mettendo in vigore il famigerato Decretum Gratiani del 1140 emesso quando la definitiva rottura fra Chiesa d’Oriente e Chiesa d’Occidente è irriconciliabile dopo lo scisma del 1054.

In questi testi alla donna cattolica è interdetto battezzare, insegnare e tanto altro.

Essa non deve che sottomettersi al marito che il dio cristiano le ha concesso giacché essa è debole di mente e soprattutto… non è stata creata a immagine e somiglianza divina!

© 2021 di Aldo C. Marturano

Curiosità:

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Isola spaventosa delle bambole impiccate in Messico

Isola spaventosa delle bambole impiccate in Messico

In Messico una strana ma famosa attrazione turistica è “l’isola delle bambole”.

A circa 28 km da città del Messico in una zona della città molto caratteristica, nota come la zona Xochimilco, vi è un luogo spaventoso chiamato Islas de las Munecas: l’isola delle bambole. Xochimilco è una delle sedici delegazioni territoriali con una superficie di 122 metri quadrati del Messico che si trova a sud dello stato.

La zona Xochimilco oltre un attrezzato mercato dei fiori si trova nei pressi di un parco lacustre. Il parco è visitabile con delle particolari imbarcazioni chiamate trajineras utilizzate per attraverare e visitare questi caratteristici canali.

Percorrendo questi canali nella laguna di Tlilac vi è uno dei tanti isolotti artificiali, tipici della zona, dove vi sono centinaia di bambole letteralmente impiccate tra la vegetazione. Le bambole non sono per nulla rassicuranti in quanto a molte di loro mancano uno o più arti, alcune sono ricoperte di muffa e sono letteralmente appese ai rami degli alberi. Un gancio è utilizzato per appendere le bambole dal collo e sembrano realmente impiccate.

La leggenda dell’isola delle bambole

Immagine illustrativa di una bambola rotta Foto di Frank Becker da Pixabay

Questo luogo è inquietante per la presenza di queste bambole mutilate, seminascoste dalle fronde ed in penombra, ma anche per la leggenda che grava su questo luogo.

La leggenda narra che un uomo nel 1950 chiamato Don Julian Santana Barrera ha visto una bambina annegare in quella laguna. Ma l’uomo di mezza età non è riuscito ad intervenire in tempo per salvarla. Don Julian era andato ad abitare da solo nella laguna in seguito ad una delusione amorosa.

Molte persone non credettero al racconto dell’uomo in quanto il corpo della bambina non fu mai ritrovato. L’uomo fu ritenuto insano di mente anche dai suoi parenti più stretti. Le persone vicino a Don Julian Santana Barrera furono orientate a pensare che l’avvenimento fosse solo stato frutto della mente malata dell’uomo.

L’uomo però cercando il corpo della bambina nella laguna per giorni trovò invece una bambola. La bambola galleggiava nel punto in cui era affogata la bambina. Egli si convinse che si trattasse di un giocattolo di proprietà della bambina per lui defunta e lo impiccò in suo onore. Don Julian Santana Barrera era convinto che lo spirito della bambina si trovasse nella laguna e gli parlasse.

L’ossessione per le bambole.

Dopo il ritrovamento della bambola per Don Julian Santana Barrera il cercare bambole simili e non perfette alla prima, anzi le prediligeva mutilate, da appendere ai rami della laguna era diventato un modo di agire ossessivo. In questo modo rendeva omaggio allo spirito della bambina che non era riuscito a salvare.

L’uomo però sembrava sempre più instabile di mente a chi lo conosceva, numerose dicerie sinistre erano mormorate in merito ai strani gesti dell’uomo come ad esempio nutrire le bambole. Egli affermava che una forza sovrannaturale gli diceva cosa fare e come fare nella laguna e che lo spirito della bambina vivesse nella prima bambola ritrovata nella laguna.

Il richiamo per Don Julian Santana Barrera

Prima di essere rinvenuto morto affogato nello stesso identico punto in cui era annegata l’ipotetica bambina Don Julian Santana Barrera confidò al nipote qualcosa a cui il ragazzo non diede alcun valore.

Al nipote Anastasio Santana Velasco l’uomo disse che una voce lo stava chiamando a sè, con fare incantatore, irrestibile. Lo stesso Anastasio poco tempo dopo rinvenì il corpo di Don Julian Santana Barrera affogato privo di vita. Si trovava sempre nello stesso punto dove sarebbe morta la bambina e ritrovata la prima bambola.

Il sinistro luogo di culto di Don Julian Santana Barrera divenne una meta per i più curiosi tra cui appassionati di paranormale e misteri ed anche programmi televisivi.

Isola spaventosa delle bambole impiccate in Messico

Il luogo divenne molto noto fino a diventare meta turistica, dove andare con una bambola da appendere sul posto. Lo spirito della bambina e lo spirito di Don Julian Santana Barrera secondo la leggenda si trovano ancora a vagare in quei luoghi.

Di seguito un video su Youtube sull’isola delle bambole impiccate.

Curiosità:

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Fonte immagine anteprima articolo Foto di Mikael Elmgren da Pixabay

Le dita dell’uomo morto fungo inquietante.

Le dita dell’uomo morto, fungo inquietante lo “xylaria polymorpha”

Il fungo denominato “xylaria polymorpha” è un fungo chiamato anche “Le dita dell’uomo morto”.

Questo fungo fa parte della famiglia delle Xylariaceae ed è un saprofita, ovvero si nutre di materia organica morta o in decomposizione. Si tratta di un fungo lungo da 2 ad 8 centimetri ed alto 2 o 3 centimetri e generalmente sono più individui che si riuniscono in gruppo.

L’aspetto macabro che ha questo fungo gli ha attribuito il nome per l’appunto “le dita dell’uomo morto”.

E’ possibile trovare questo fungo nel periodo estivo ed autunnale. Il fungo prospera nei boschi di latifoglie ( si tratta di piante, alberi, arbusti, erbacee o legnose caratterizzate da foglie larghe).

Infatti è possibile trovare questo fungo a forma di mano, nera, con le estremità più chiare, che sembrano per l’appunto unghie nei pressi di ceppi degli alberi, soprattuto marcescenti.

Oppure è possibile trovarlo all’interno di tronchi e dà proprio l’impressione che si tratti della mano di una persona defunta da tempo. Nel web non è raro assistere alla diffusione di immagini con questo fungo che infatti sembra la mano di un defunto e non è raro veder fioccare ipotesi di vario tipo.

Le dita dell’uomo morto fungo inquietante.

Immagine illustrativa di Rocky Houghtby da Flicks su licenza creative commons

Questa tipolgia di fungo non è adatta al consumo umano, non è quindi commestibile.

Il fungo “xylaria polymorpha” è presente anche nel territorio italiano nei boschi di latifoglie.

In un noto social network un ragazzo appassionato di funghi ha inserito una foto della “xylaria polymorpha”. In questa foto sembra trattarsi realmente di una mano violacea con unghie in decomposizione sbucare da sotto un tronco.

Curiosità:

Alcuni utenti di internet hanno messo in dubbio la veridicità della foto, anche se il proprietario dell’immagine ha assicurato che le foto sono reali.

Approfondimenti:

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Scheletri giganti rinvenuti nel mondo ed in Italia.

Scheletri giganti rinvenuti nel mondo ed in Italia.

Nel mondo ed anche in Italia spesso si sente nominare l’esistenza di scheletri giganti appartenuti forse a persone del passato di notevoli dimensioni.

USA

Nel maggio del 1912 presso Lago Delavan in Wisconsin degli archeologi del Beloit College hanno rinvenuto nel sito archeologico che stavano esaminando 18 scheletri di notevoli dimensioni, definiti giganti. Il Beloit Colleg è un’ università sita a Beloit in Wisconsin.

Il Winsconsin è molto noto per trovarsi nella regione dei Grandi laghi. Quindi è una meta molto apprezzata a livello turistico perchè molto ricca di bellezze naturali ed anche di misteri legati ai suoi laghi ad esempio il mostro del lago Superior. Ed anche questo strano ritrovamento di 18 scheletri giganti è un mistero.

Di seguito un’articolo sul mostro del lago Superior:

Pressie il mostro del lago Superior in America. Il lago Superior è noto anche per la creatura che potrebbe celarsi nelle sue acque. La creature è stata avvistata nell’isola Presque da cui ha ottenuto il nome Pressie.

Scheletro Foto di Enrique Meseguer da Pixabay

La scoperta ha stupito i ricercatori per le anomali dimensioni di questi scheletri dalle sembianze umane con cranio allungato. La scoperta è stata approfondita dalla nota ed illustre testata giornalistica New York Times dove si supponeva che forse il Wisconsin era stato in passato abitato da uomini gigante con il cranio formato in modo diverso dall’uomo di questa epoca.

Infatti il cranio degli scheletri rinvenuti è allungato e le ossa nasali sporgono al di sopra degli zigomi.

  • Il 21 novembre 1856 sempre il New York Times riporta un ulteriore ritrovamento di scheletri giganti a East Wheeling, Ohio nella vigna dello sceriffo di quel periodo il signor Wickan. Lo scheletro era lungo tre metri e trenta centimetri ed i denti e la mascella erano paragonabili a quella di un cavallo.
  • In data 25 dicembre del 1868 sempre la medesima rivista il New York Times riporta la notizia di alcuni scheletri giganti rinvenuti durante degli scavi in Missisipi lungo il fiume. Scavi necessari per la costruzione di una diga idroelettrica da parte dell’azienda Sank Rapid Water Power.

In una tomba di circa sei metri è stato rivenuto lo scheletro gigante di un uomo pietrificato. La testa era di circa 78 centimetri con cranio allungato stimato in una lunghezza totale di circa tre metri.

Altri ritrovamenti in USA.

  • 8 settembre del 1871 un ritrovamento simile di sceletri delle stesse dimensioni è avvenuto negli scavi nei pressi di una ferrovia in Virginia. La Virginia si trova a Petersburg.
  • Il 25 maggio 1882 un’ ulteriore ritrovamento di questa tipologia di scheletro è a Red River Valley. Avviene in una collina a St. Paul in Minnesota.
  • Il 20 dicembre 1897 sempre nel Winsconsin, nei pressi di Maple Creek, è stato rinvenuto uno scheletro perfettamente conservato di circa tre metri.

Il giornale Harrisburg Telegraph

Il giornale Harrisburg Telegraph Il 10 agosto 1880 riporta una notizia a questo riguardo. In un abitazione privata del signor Neese sono stati rinvenuti due scheltri umanoidi di tre metri e trenta di dimensioni,

Scoperta antica popolazione a Guadalupe, New Mexico?

New Mexico

La signora Luciana Quintana ha deciso di scavare sotto due rocce con strane incisioni nella sua proprietà. Così facendo ha scoperto degli scheletri di persone alte circa tre metri e sessanta centimetri. La signora ha immediatamente pensato ad una razza di uomini giganti estinta facendo riferimento ad un’antica leggenda del posto. La leggenda narra di popolazioni di giganti che abitavano questi luoghi. La stessa credenza è insita nella cultura degli indiani d’America.

Cranio scheletro Foto di Gaby Stein da Pixabay

Sono state numerose le testate giornalistiche che hanno riportato notizie di questo genere.

Di seguito i giornali che hanno riportato negli anni notizie su queste misteriose scoperte:

  • Il giornale Sun nel 1893.
  • Il giornale  Popular Scienze nel 1932.
  • Infine nel 1940 il giornale San Antonio Express.

La popolazione dei Mounds Builders 

Sud America

I Mounds Builders sono una popolazione che costruiva migliaia di tumuli e piramidi circa cinquemila anni fa in Sud America. Si tratta di persone molto alte circa due metri e ottanta vissute in epoca precolombiana. Uno scheletro di queste persone è stato acquistato dal Smithsonian Institution. Lo Smithsonian Institution è il più grande e complesso museo del mondo che afferma che siano persone che rappresentano un involuzione.

Ritrovamenti in Italia:

La maggior parte dei siti con questo tipo di ritrovamento sono in Italia meridionale.

Sardegna.

In Sardegna nel 2015 nel nuraghe Barru al confine tra Guasila e Guamaggiore è stato scoperto uno scheletro di notevoli dimensioni. Il nuraghe Barru è una zona antica archeologica costruita con enormi pietre ed è anche importante meta turistica. Il giornale Unione Sarda riporta la notizia affermando che lo scheletro era seppellito ad ottanta centimetri di profondità con un femore enorme.

Nel 2013 in Sardegna nei pressi di Suelli è trapelata la notizia di un similare ritrovamento ma in seguito la notizia non è più stata divulgata.

Oristano le tombe dei giganti di Goronna.

Oristano.

Nel comuni di Paulilatino in provincia di Oristano vi sono degli antichi sepolcri composti da tombe giganti che hanno una notevole importanza di valore storico. Nelle tombe sono stati rinvenuti scheletri.

Ritrovamento In Calabria:

Nel 1663 a Tiriolo in Calabria è stato scoperto uno scheletro gigante. Giovanni Battista Cappucci, medico di Crotone, ne diede la notizia il 24 giugno 1663 tramite lettera ad un altro medico  Marcello Malpighi di Bologna. Lettera controversa, forse con informazioni non certe di notizie riportate. Purtroppo non vi sono altre prove concrete su questo ritrovamento in Calabria.

Di seguito la lettera che fu inviata:

Sperai nell’aprile prossimo aver materia di scrivere a V.S.E. una lunga lettera sopra il ritrovamento d’un sepolcro antichissimo aperto nella campagna di Tiriolo. Terra di questa Provincia, et in esso d’una ossatura di cadavere gigantesco innatante in una notabile quantità di cerume.

La mostra del quale è stata portata anche fin a Napoli al Sr. Tommaso Cornelio sotto nome di balsamo. Et io ne ho visto qualche minuzia, ch’esaminata al di fuori pareva una pece bruna addensata, et invecchiata. Ma nel fuoco spirava un odor migliore della pece comune. Onde ho preso a sospettare che sia mistura di pece e d’altra raggia di miglior fumo.

Un dente anche mi fu promesso dal medesimo cadavere, che corre voce sia stato di quindici palmi di statura..

Il nostro Sig. Giovanni Battista Abati, che da Catanzaro è più di me vicino a Tiriolo, haverebbe potuto meglio informarsi. Ma egli incaparbito a tener il riporto menzogna et il cerume e l’ossa imposture o favolosi, non ha voluto impicciarsi. Per separare dal falso il vero, se di quello, come è solito in tutte le novità, vi è misura notabile nella storia”.

In seguito la Calabria è stata soggetta a ritrovamenti di bizzarre e gigantesche costruzioni tra cui case e sepolcri. Nel 1725 si narra nei libri scritti all’epoca di giganteschi scheeltri trovati dai contadini dell’epoca. Numerosi autori scrissero testi in merito a questo tema.

Ritrovamento nel deserto arabo.

Nell’aprile 2004 Il team di Aramco Exploration in una zona desertica chiamata  il quarto vuoto, in arabo “Rab-Ul-Khalee“ durante attività di scavo avrebbero rinvenuto scheeltri umani giganti. Il Corano nomina dell’esistenza di un popolo di uomini enormi in grado di abbracciare il tronco di un’albero chiamati popolo di Aad.

Forse si tratta di loro resti? Il popolo degli Ulemi in Arabia Saudita ne è convinta.

La smentita di questa notizia

Questa notizia è stata smentita dal creatore di un’ipotetica foto effettuata da un’ aereo al sito blindato. Al sito a nessuno in teoria era permesso entrare. Un’ utente del Worth1000.com creò la foto per un concorso chiamato “Anomalie archeologiche“. La foto ritoccava, con un programma apposito, una foto reale di uno scheletro di mastodonte ( un mammuth) rinvenuto ad Hyde Park, a New York durante degli scavi.

Nel 2007 sempre lo stesso sito Worth1000.com ha indetto un’ ulteriore identico concorso ed altre foto di tre scheletri giganti hanno creato lo stesso scalpore nel web.

Ipotesi

Forse si trattava di popolazioni affette da una patologia nota come gigantismo o macrosomia?

Questa patologia causa uno spropositato accrescimento del corpo umano, icluse le ossa, a causa di una eccessiva produzione di un ormone specifico. Il raggiungimento di altezza tra i 2.50 e 2.80 in età adulta è molto comune in chi è affetto da questa patologia. Nonostante la malattia le dimensioni dello scheletro umano restano proporzionate.

Anche l’alimentazione incideva in passato sulle stature delle persone nelle varie epoche in cui hanno vissuto, chi si nutriva esclusivamente di carne era ad esempio più alto di statura rispetto a chi mangiava più pesce e cereali.

Anche la Bibbia parla nei suoi scritti di persone giganti ed anche il Corano.

Queste popolazioni giganti sono esistite o sono tutte notizie non reali?

Queste scoperte se fossero reali metterebbero in dubbio la scala evolutiva dell’ homo Sapiens. Per cui la comunità scientifica valuta l’ipotesi della reale presenza nel passato di popolazioni giganti. E vi sono studi in merito molto approfonditi.

Ma in realtà i ritrovamenti di questi scheletri giganti sono puntualmente smentiti.

I complottisti:

Secondo i complottisti la Smitsonian Institution avrebbe distrutto migliaia di scheletri giganti umani per insabbiare le scoperte. Anche la Corte Suprema ritiene che questa azienda possegga documenti utili al fine di documentare l’esistenza di questi scheletri con documenti risalenti al 1900. Questo argomento è molto controverso e non è del tutto chiaro se si tratta di ritrovamenti reali oppure no.

Anche l’ipotesi che non si tratti di scheletri umani ma si tratti di scheletri di animali preistorici come grandi cetacei o quadrupedi terrestri spacciati per tali è molto accreditata. Come è reale la modifica di foto per ottenere con programmi appositi moderni foto ritoccate ma estremamente realistiche.

In futuro si avranno sicuramente più certezze in un senso o nell’altro sull’esistenza di scheletri giganti nel mondo.

Curiosità:

Di seguito visita la sezione del sito su i luoghi misteriosi e le scoperte più strane nel mondo

Argimusco Stonehenge siciliana

L’Argimusco e la Stonehenge siciliana

Mare della Sicilia Foto di David Mark da Pixabay

L’Argimusco e i megaliti più grandi d’Europa

In Sicilia a metà strada tra le due note città siciliane di Catania e Messina sorge l’altopiano dell’Argimusco nella Val Demona.

La caratteristica dell’altopiano a 1140 mt sul mare è la presenza di monoliti molto particolari e unici in Europa, a forma di animali e persone.

Come la famosa Stonehenge inglese anche l’altopiano dell’Argimusco è un complesso monolitico, di rocce. Il sito delle rocce rupestri dell’Agrimusco è stato chiamato ” Stonehenge siciliana”.

Questi monoliti sono siti nella Riserva Naturale del Bosco di Malabotta più precisamente poco a nord del vulcano Etna.

Le rocce che si trovano sull’altopiano sono di notevoli dimensioni e in base a quale prospettiva vengono ammirate sembrano cambiare aspetto. Dall’altopiano dell’Argimusco è possibile vedere oltre le rocce rupestri anche il mar Tirreno, le isole Eolie, il vulcano Etna ed i monti Nebrodi e i Peloritani.

L’Argimusco e la Stonehenge siciliana

Di seguito le più note figure che si possono scorgere tra i monoliti:

  • Un membro maschile ed uno femminile.
  • Un’imponente aquila con le ali spiegate che punta con il becco verso l’Etna.
  • Una figura femminile che sembra pregare.
  • Un sacerdote con un occhio che presenta un foro, forse era utilizzato per lo studio degli astri. Questa roccia cambiando prospettiva di osservazione diventa invece il viso di un babbuino o scimmia.
  • Vi sono rocce sferiche e rocce che ricordano l’alchimia come gufo e civetta.

Conclusioni:

Si tratta di rocce rupestri nate dall’azione degli eventi naturali o può aver messo il suo intervento l’uomo? A cosa servivano queste rocce così misteriose, surreali e caratteristiche? Le rocce dell’altopiano dell’ Argimusco formano un osservatorio astrale? Era un luogo che veniva adibito a compiere qualche sorta di rituale?

Paul Devins e l’Argimusco

Paul Devins uno studioso che opera in questo ambito ha studiato il sito d’ Argimusco e ha dedotto che il luogo era utilizzato per riti sacri ed esoterici. La tesi di Devins è rafforzata dalla teoria che fosse Arnaldo da Villanova il fautore di questi riti, egli era noto proprio per questa caratteristica in quanto Arnaldo da Villanova soggiornava a Montalbano Elicona. Soggiornava quindi molto vicino all’atopiano dell’ Argimusco.

Una roccia scavata probabilmente dall’uomo a forma di vasca, secondo lo studioso, era utilizzata per allevare sanguisughe utilizzandole per effettuare dei salassi.

In conclusione Devins afferma che il sito è anche uno specchio delle costellazioni principali che sono state riportate sotto forma di monoliti.

Approfondimenti:

Di seguito l’articolo su Stonehenge.

Stonehenge :

Stonehenge ovvero pietra sospesa, da stone, pietra, ed henge, che deriva da hanging, sospendere: in riferimento agli architravi.

Si tratta di un sito neolitico che si trova vicino ad Amesbury nello Wiltshire, Inghilterra.

Il mistero dei monoliti apparsi nel mondo

Il mistero dei monoliti apparsi poi scomparsi nel mondo.

Recentemente vi sono state delle strane apparizioni, ovvero dei monoliti sono apparsi disseminati in varie zone del mondo. Il fenomeno però non si è limitato alla comparsa ma anche alla sparizione degli oggetti in questione.

Il mistero dei monoliti apparsi poi scomparsi nel mondo.

I monoliti sono lastre di metallo a tre lati, composte da materiale riflettente e sono  alte più di due metri e larghe circa 60 centimetri.

La conformazione dei monoliti ricorda molto quelli che appaiono in un noto film di fantascienza:

 2001: Odissea nello spazio.

Il primo monolita è apparso nel deserto dello Utah, un secondo in Romania ed un terzo nei colli romani, un quarto nell’isola di Wight in Inghilterra nella spiaggia di Compton Beach.

Il monolite in Utah è stato rilevato da un drone ma successivamente è scomparso misteriosamente.

Infine un monolita è apparso sul monte Pine Mountain di Atascadero al parco Joshua Tree National Park in California il 3 dicembre 2020. Il monolita di Atascadero è stato distrutto da dei vandali.

L’ultimo monolite è apparso ad Egna nei vigneti Baron Longo in Trentino Alto Adige il 12 dicembre 2020.

In realtà il monolite del Trentino non era affatto l’ultimo.

Il 19 dicembre 2020 un monolite è apparso a Vignola in provincia di Modena quasi ai piedi del castello che caratterizza la città. Molte telefonate hanno sommerso il comune di Vignola chiedendo spiegazioni per quel monolita insolito di cui si parla anche su internet.

L’ oggetto è alto 1.90 MT di acciaio lucido.

Il mistero è stato risolto oppure no?

Questo strano 2020 bistrattato dalla grave pandemia da coronavirus o covid-19, da terremoti gravissimi, inondazioni non poteva non essere completato da dei messaggi alieni. 

I tipici messaggi alieni sono i crop circle o cerchi nel grano ma anche un monolita di origine extraterrestre che appare e scompare è alquanto inquietante. 

Svelato il mistero dei monoliti apparsi poi scomparsi nel mondo.

Illustrazione di un monolite sulla luna. Foto di ParallelVision da Pixabay

Nel loro sito internet “The Most Famous Artist 2020” degli artisti hanno rivendicato la paternità delle misteriose opere monolitiche. Nel sito vi sono video e foto durante e dopo la creazione dei monoliti di “origine extraterrestre.” Un uomo mascherato vicino ad un monolita dice: “ Non è quindi opera degli extraterrestri?”

Questi artisti hanno inscenato una sorta di scherzo per completare l’assurdità di questo anno 2020.

I monoliti in questione sono in vendita a circa 45.000 dollari l uno, circa tre settimane i tempi di consegna.

Come racconta il nome del sito sono presenti numerosi artisti che collaborano insieme nella creazione di opere d’arte particolari.

Questi artisti mettono in relazione l’arte con l’hype e le loro opere artistiche.

Per hype termine inglese diventato comune anche in Italia, si intende montatura, pubblicità, marketing ed è una strategia atta a far conoscere i propri prodotti anche in modi fuori dal comune. Con l’utilizzo dell’hype si  crea una forte aspettativa nel pubblico.

In conclusione:

Anche questa volta non è opera di natura extraterrestre ma di persone con grandi capacità di creazione e fantasia nel simulare invasioni aliene.

Come con i crop circle o cerchi nel grano  l’uomo è in grado di creare delle belle opere d’arte.

Però come mai appaiono ancora monoliti nonostante la rivendicazione del sito citato? Attendiamo altri risvolti del fenomeno dei monoliti nel mondo.

Il video su YouTube sul mistero risolto dei monoliti:

Approfondimenti:

Visita la sezione del sito misteri e curiosità nel mondo

Ad esempio Rennes le chateau, il mistero del lago di Sobolko le creature misteriose come le marmotte extraterrestri di Bellino e molto altro.

La cavalla Jenny simbolo della città di Francoforte

La cavalla Jenny simbolo della città di Francoforte

La cavalla Jenny è ritenuta come una mascotte o un simbolo per la città di Francoforte. Solo chi non conosce la storia di Jenny chiama la Polizia quando la incontrava a girovagare da sola per strada. Tuttavia la Polizia locale non ha mai ritenuto Jenny un pericolo per la città

A Francoforte, in Germania, Jenny, una cavalla di razza araba di colore grigio non può più essere cavalcata dal suo proprietario Werner Weischedel e va a passeggio completamente sola per la città da anni. In passato Jenny trainava una carrozza per Werner e sua moglie con un altra cavalla  Charlie e un cane pastore di nome Evita.

Alla morte della cavalla Charlie Jenny aveva molto legato con il cane Evita dalla quale ha imparato a girare per la città. Spesso Evita accompagnava Jenny nelle sue passeggiate mattutine.

Jenny segue sempre lo stesso itinerario per otto volte al giorno. Una dicitura su di un pezzo di carta agganciato alla sua capezza dice:

“Mi chiamo jenny non sono scappata sto solo camminando, grazie”

Jenny il simbolo della città. Immagine tratta dal web.

Jenny la mascotte.

Lungo il suo percorso Jenny incontra molti volti familiari per nulla spaventati dalla sua libertà anzi è ritenuta come una mascotte e un simbolo per il quartiere Fechenheim. Vi è sempre qualcuno allunga a Jenny una leccornia o le fa una coccola.

La cavalla Jenny non è un pericolo per la città ma solo una sua assidua passeggiatrice. I bambini la incontrano quando vanno a scuola la mattina e la sera Jenny è solita sostare nei pressi di una fermata di un tram. Jenny era solita brucare l’erba lungo il Meno e qualcuno la scambiava per un unicorno bianco, creatura mitologica, forse portava pace e serenità alla città.

Un veterinario esegue controlli di routine per tutelare la salute dell’animale. Non è mai capitato alcun incidente di alcun tipo che coinvolgesse Jenny.

La cavalla Jenny simbolo della città. Immagine tratta dal web.

Aggiornamento:

Jenny, la cavalla di razza araba, è deceduta nel mese di marzo dell’anno 2020 a causa di un tumore incurabile all’età di vent’anni. Werner Weischedel è stato il suo unico proprietario.

Di seguito il video di Jenny su YouTube

Conclusioni:

I cavalli sono animali intelligenti, sensibili ed in grado di affezionarsi al proprietario. I cavalli però sono animali da branco e molto paurosi ad esempio un rumore improvviso può spaventarli. Ma Jenny non ha mai avuto alcun tipo di problema.

The Walk documentario.

The Walk è un documentario del regista Michael Jung creato nel 2020 che ha tratto ispirazione proprio dalla storia di Jenny.

Approfondimenti:

Visita la sezione del sito sugli Animali strani.

I libri di Erika Di Cuonzo

Scopri il libro gatti magici o demoniaci, Le leggende. Tu quale gatto vorresti? Disponibile su Amazon, Kobo e Google Play

Secondo alcune leggende, il gatto è l’unico animale in grado di tenere testa al Diavolo, inoltre, gli sono attribuiti poteri paranormali che in passato ne hanno quasi causato lo sterminio. Alcune di esse narrano l’esistenza di gatti giganti, forse alieni, dotati di lunghe zanne e caratteristiche paranormali. Dunque, il gatto, potrebbe davvero essere un animale magico, oppure si tratta di un demone? In questo volume sono raccolte alcune tra le più suggestive leggende sui gatti.

Buona lettura

Di seguito il book trailer del libro sul canale YouTube di Chupacabramania.com:

Scopri il libro “Le strane creature e i misteri in Italia e nel mondo” di Erika Di Cuonzo

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Le strane creature e i misteri in Italia e nel mondo (I misteri e le strane creature nel mondo e tanto altro) eBook : Di Cuonzo, Erika : Amazon.it: Libri

Le famiglie più numerose nel mondo.

Le famiglie più numerose nel mondo

Nel mondo spesso si prova a capire chi è la donna che detiene un “record di fertilità” chi ha quindi avuto più figli creando le famiglie più numerose nel mondo.

Le donne che hanno avuto più figli conosciute al mondo sono molte, ne riporto alcune di seguito:

La grande famiglia di Ziona.

In india tra le montagne del Mizoram nel villaggio Backtawng vi è la famiglia più numerosa del mondo composta da 39 mogli, 94 figli.

Il capostipite Ziona ha una casa con 100 stanze strutturata su quattro piani come un hotel dove sono accolti anche visitatori della zona.

Ziona è nato il 20/07/1945 ed è a capo di una setta religiosa poligama chiamata Chana Pawl creata dal padre.

Approfondimenti riguardo la numerosa famiglia di Ziona e la sua abitazione li potete trovare su Wikipedia.

Valentina la più prolifica madre di sempre.

Tra il 1707 e il 1782 Valentina Vassilyeva di origine russe fu nominata”la più prolifica madre di sempre” con 69 figli in 76 anni.

Nel libro dei Guinness World Records è riportata la storia di Valentina Vassilyeva e della sua numerosa famiglia.

Valentina ha avuto 27 parti in cui sono nati 16 gemelli, vi sono stati 7 parti trigemellari e 4 parti quadri gemellari.

Ben 67 dei figli di Valentina Vassilyeva raggiunsero l’età adulta.

Leontina Albina, Cile

Leontina Albina Judith Espinoza (1925 – 7 agosto 1998) originaria di Colina, Cile ha avuto 55 figli, anche lei sposa bambina 12 anni.

La sposa bambina dopo essere scappata di casa ha sposato in Argentina nel 1946 Gerardo Secundo Albina all’epoca 30 anni e ha avuto parti plurigemellari.

Miriam Nabatanzi, Uganda, sposa bambina

Nel 2019 Miriam Nabatanzi dell’Uganda a 39 anni ha 44 figli, una sposa bambina, sposa ad appena 12 anni con il marito di 40 anni.

Miriam nella sua vita ha dato alla luce 44 bambini in cui sono state concepiti sei coppie di parti plurigemellari tra trigemini e quadrigemini.

Miriam vive sola con i suoi figli in un angusta casetta di cemento con tetto di lamiera dove i figli più grandi l’aiutano lavorando ed aiutando con i fratelli più piccoli, il marito l’ha lasciata.

Il ginecologo Kiggundu del Mulago Hospital a Kampala ritiene che Miriam soffra di una malattia genetica chiamata “iperovulazione” che aumenta significativamente la possibilità di concepire gemelli.

La famiglia Redford dell’Inghilterra

La famiglia Redford di Norecambe in Inghilterra Sue 44 anni e Noel 48 anni del Lancashire detengono un record di 22 figli.

Nel 2019 la coppia era in attesa del loro ultimo figlio il 22esimo.

La prima gravidanza è avvenuta a 14 anni, il primogemito dei coniugi Redford ha 30 anni.

I nomi dei figli di Sue e Noesl sono : Chris, Sophie, Chloe, Jack, Daniel, Luke, Millie, Katie, James, Ellie, Aimee, Josh, Max, Tillie, Oscar, Casper, Hallie, Phoebe, Archie, Bonnie and Heidie.

La coppia dei coniugi Redford, ha un canale youtube su cui poterli seguire nella loro vita privata che segnalo di seguito:

Famiglia Piscopo, Biella, Piemonte

In Italia a Gifflenga in provincia di Biella, Piemonte, vi è la famiglia Piscopo, la signora Anna Caruso ha 82 anni, vedova di Rocco Piscopo.

Anna Caruso ha avuto 22 figli, sedici figli sono ancora vivi.

Raffaella nacque quando Anna aveva 18 anni mentre Giovanni quando ne aveva 48.

La famiglia Piscopo è stata ospite di numerosi show televisi in Italia anche molto noti.

Queste sono solo alcune delle famiglie più numerose nel mondo.

Curiosità:

-Visita la sezione donne e uomini straordinari del sito.

Phineas l’uomo sopravvissuto ad un palo nel cranio

Un Immagine di Phineas Gage.

Phineas P.Gage era un operaio statunitense addetto alle ferrovie nato in Libano il 09 o 08/07/1823 e deceduto il 21/05/1860 a San Francisco. Phineas Gage l‘uomo sopravvissuto ad un palo nel cranio.

Il suo nome è molto noto in campo medico in quanto Phineas Gage ha subito un grave incidente sul lavoro,.

Per lui si trattava di normale routine, far saltare una roccia che intralciava il passaggio della ferrovia, la dimestichezza con la polvere da sparo gli ha fatto commettere un passo falso.

Nell’ esplosione il 13/09/1948 nei pressi di Cavendish nella Contea di Windsor fu gravemente ferito.

Il caso di Phineas Gage l’uomo sopravvissuto ad un palo nel cranio noto come “American Crowbar Caseâ” è stato uno dei più famosi casi di neurologia studiati.

Il giorno dell’incidente il ferro che Gage stava utilizzando per maneggiare la polvere da sparo schizzò in aria trapassando da parte a parte il suo cranio più precisamente i lobi frontali, proprio sotto l’occhio sinistro.

Il palo asportò materiale dal cervello, il miracolo fu che dopo pochi minuti era cosciente e dopo tre settimane era in grado di camminare nuovamente, solo che aveva perso alcune capacità  cognitive.

Phineas fu in grado di andare fino allo studio di un dottore in autonomia subito fopo l’incidente a cui il medico faticò a credere.

Fu l’evidenza, il buco nel cranio e la fuoriuscita di materia grigia a dimostrare la veridicità dell’incidente di Gage.

I danni di Phineas Gage l’uomo sopravvissuto ad un palo nel cranio.

Il carattere di Phineas dopo il grave incidente era peggiorato notevolmente, era diventato un uomo intrattabile, a volte rabbioso, con alti e bassi dell’umore.

L’uomo era diventato blasfemo, tanto che gli amici non lo riconoscevano più e neanche il suo datore di lavoro che arrivò a non dargli più da lavorare.

Phineas Gage sopravvisse 12 anni con un nuovo lavoro, conducente di diligenze.

Si vocifera che fosse possibile vedere il suo cervello pulsare.

Forse l’uomo lo mostrò ad un pubblico pagante al museo di Phineas Taylor Barnum, uomo molto noto nel mondo circense e dell’imprenditoria.

Gli studi a cui fu sottoposto Phineas erano rivolti alla sfera delle emozioni e cognitive del suo cervello, ai cambiamenti subiti in seguito all’incidente.

Lo stesso risultato poteva essere raggiunto in quel periodo storico con la controversa lobotomia frontale.

Il teschio di Gage e il bastone di ferro che l’ha ferito sono esposti nel museo Harvard Medical School.

HalfHeadMan” è ” l’uomo con mezza testa”.

Un immagine dell’uomo,”Halfy” ovvero Carlos Sosa:

L’uomo con mezza testa

Un video su youtube di Halfy

Visita la sezione sulle persone straordinarie del sito.

La maledizione di Ca’ Dario a Venezia

La maledizione di Ca’Dario a Venezia

Foto tratta da Wikimedia commons

La maledizione di Cà Dario a Venezia

Una vecchia cortigiana piegata sotto il peso dei suoi monili» (Gabriele D’Annunzio parlando di Ca’ Dario)

A Venezia lungo il Canal Grande vi è un palazzo chiamato Ca’ Dario su cui grava una maledizione e si dice che sia anche infestato da spiriti.

I veneziani conoscono bene la maledizione di Ca’Dario a Venezia e molti evitano di avvicinarsi troppo al palazzo.

La sua splendida facciata si trova direttamente sul Canal Grande ed è in stile gotico.

La maledizione di Ca’Dario a Venezia, Canal Grande

I suoi interni sono degni di ammirazione. Il marmo regna sovrano e  i camini sono quelli miglior conservati a Venezia.

La maledizione del palazzo tipicamente in stile veneziano è di una bellezza rara ma sarebbe la causa della morte di ogni suo proprietario.

Si tratta di morti di tipo violento come omicidi o morti accidentali a cui è stato attribuita una valenza di tipo paranormale.

I proprietari erano spesso vittime di tracollo finanziario.

La nascita della leggenda.

Questi strani fenomeni iniziarono nei lontani tempi della sua costruzione nel 1479 dall’architetto Lombardo Pietro.

Si narra che la causa delle disgrazie di Ca’ Dario sia dovuto alla sua costruzione su di un cimitero di templari.

Grazie alla sua bellezza tipicamente veneziana il palazzo è stato  ritratto più volte nel 1908 da Claude Monet.

Monet è un noto  pittore impressionista.

La  fama di questo  palazzo maledetto risale all’ottocento dopo la morte dei primi consorti che vi avevano abitato.

La maledizione di Ca’ Dario a Venezia, i proprietari.

Vi abitarono la figlia del segretario del Senato della Repubblica di Venezia Giovanni Dario, Marietta ed il marito Giacomo Barbaro. Barbaro si suicidò avendo perso ogni suo bene finanziario.

In seguito la moglie si suicidò, lasciando il palazzo al figlio Vincenzo Barbaro che fu in seguito ucciso a Creta.

Giovanni Dario costruì il palazzo come regalo di nozze per la figlia Marietta.

In seguito Alessandro Barbaro della famiglia Barbaro vendette Ca’ Dario ad Arbit Abdoll.

Abdoll era un commerciante di Pietre preziose e politico il quale morì in seguito al fallimento della sua attività.

in un secondo momento un uomo americano acquistò Ca’ Dario cercando rifugio a causa della sua omosessualità.

Charles Briggs si suicidò con il suo amante.

A cavallo del 1900 Henry De Regnier poeta francese acquistò il palazzo adorando Venezia. Una grave malattia uccise Henry.

ll palazzo rimase molti anni senza propietari.

Negli anni  70 Filippo Giordano delle Lanze, possessore di Ca ‘Dario fu ucciso dal suo amante.

L’amante era appena maggiorenne, in seguito si suicidò.

Il gruppo “The Who”

ll manager del gruppo “The Who”, una nota banda rock inglese, nel 1974 acquistò il palazzo ma morì in seguito una caduta dalle scale, forse suicidio.

Un grosso tracollo finanziario aveva travolto l’uomo che utilizzava droghe in quantità ingenti.

Fabrizio Ferrari un manager di Venezia perse la sorella in un tragico incidente. Anch’egli subì un tracollo finanziario.

Il 23 luglio 1993 Raul Gardini si sparò suicidandosi nel palazzo a causa delle gravi perdite economiche subite.

La carriera del noto tenore di Mario Del Monaco si interruppe bruscamente a causa di un incidente d’auto.

Stava andando a firmare il contratto di acquisto di Ca’ Dario. In seguito rinunciò alla compravendita.

Il finanziere Raul Gardini acquistò  il palazzo  per donarlo alla figlia Manuel 1993. Gardini per una serie di problemi economici si suicidò.

I proprietari riportati sopra sono solo alcune delle numerose persone che hanno posseduto e magari rivenduto palazzo Ca’ Dario.

Dopo la morte di Raul Gardini non vi erano più compratori disposti ad acquistare la “Casa maledetta Ca’Dario” .

La casa fu acquistata  infine da una multinazionale.

Nel 2000 Woody Allen prese in considerazione l’idea di acquistare la casa maledetta veneziana Ca’Dario.

Forse per sua fortuna, Allen desistette all’acquisto.

 Curiosità su Venezia:

Poveglia l’isola più infestata del mondo:

A sud di Venezia lungo il Canal Orfano vi è l’ isola del male o isola infernale.. l’isola di Poveglia a Venezia .