Il gigante umanoide di Kandahar in Afghanistan

Il gigante umanoide di Kandahar in Afghanistan

Anno 2002.

In Afghanistan un gigante umanoide con lunghi capelli fino alle spalle e barba di colore rosso fuoco alto circa 4 metri sarebbe stato ucciso da dei soldati americani. Il peso del gigante stimato da uno dei testimoni si aggira sul 450 kg, i vestiti della creatura erano composti da pelli di animali. Il gigante in questione aveva una doppia fila di denti e sei dita nelle mani e nei piedi.

Il gigante umanoide sarebbe stato incontrato casualmente nei pressi di una grotta da parte di un gruppo di soldati in ricognizione in quella zona. La pattuglia di militari americani si chiamava Enduring Freedom ed in quel momento era alla ricerca di un’altra pattuglia con cui erano stati persi i contatti.

La creatura umanoide gigante è stata denominata “Gigante di Kandahar“.

immagine illustrativa del deserto in Afghanistan. Foto di Andrè Seifert da Pixabay

La pattuglia di militari di fronte ad una grotta in un versante della montagna ha avuto lo strano e pericoloso incontro. Il Gigante di Kandahar aveva con sè un’arma di difesa: un enorme lancia.

Al di fuori della grotta vi erano resti di corpi forse umani e oggetti di origine miltare che la pattuglia notò incuriosita. Però i soldati non sapevano che da quella grotta sarebbe apparso un gigante alto quattro metri con una lancia. Durante lo scontro con i militari il gigante avrebbe trafitto e ucciso un soldato prima di essere abbattuto con numerosi colpi di arma da fuoco.

Le prove

Ma dove sono le prove dell’esistenza e dell’uccisione della creatura umanide Gigante del Kandahar?

Le prove di questo evento non ci sono, non è chiara nemmeno l’ubicazione precisa della grotta o del covo del Gigante del Kandahar. Ma un elicottero avrebbe trasportato il corpo della creatura in un luogo non definito. L’elicottero fu necessario perché la caverna si affacciava su un precipizio molto ripido ed era l’unico modo per poter trasportare la creatura.

Il gigante umanoide di Kandahar in Afghanistan

I giganti nella Bibbia

Nella sacra Bibbia sono nominati i Nefilim ovvero un popolo di uomini giganti o titani che abitavano sulla Terra. Ed anche i Nefilim secondo la Bibbia avevano sei dita nelle mani e nei piedi.

I giganti dai capelli rossi del Nevada.

Immagine illustrativa di piedi di un gigante. Foto di Stefan Keller da Pixabay

Nevada.

Negli Stati Uniti in Nevada si narra di una popolazione chiamata Si-Te-Cah ovvero “mangiatori di giunchi” . Questa popolazione era composta da giganti alti quattro metri con i capelli rossi. I Si-Te-Cah vivevano all’interno di caverne e costruivano con i giunchi delle zattere ed oggetti di uso comune. I giganti furono sterminati dalla popolazione indiana con cui erano perennemente in guerra. I Si-Te-Cah erano cannibali.

Il gigante del Kandahar è in realtà un Si-Te-Cah?

Loveloc, Nevada.

Il ritrovamento in una grotta a Loveloc, Nevada, di sandali giganti corrispondenti al numero 54 fece molto scalpore. La grotta dovrebbe essere stata l’ultimo rifugio degli ultimi Si-Te-Cah prima di essere uccisi dagli indiani locali e furono rinvenute impronte di mani di dimensioni doppie rispetto una mano umana. Vi erano resti di ossa presumibilmente umane ed uno scheletro gigante.

Sono esistiti anche i giganti Si-Te-Cah oppure si tratta di una forma di pubblicità per attirare turismo in Nevada come suppongono alcuni antropologi locali?

Forse si tratta di ossa di Mammuth? Perché le ossa del bacino dei Mammuth possono essere facilmente scambiati per ossa di bacino di esseri umani.

Conclusioni sul Gigante di Kandahar:

  • In conclusione nelle leggende indiane sono comuni i riferimenti a popolazioni di umanoidi giganti, sono esistiti?
  • Un’ipotesi è che il Gigante del Kandahar possa essere una di queste creature bibliche, un Nefilim.
  • Oppure si è trattato di un’ operazione di marketing riguardo la produzione di film cinematografici in loco?

Curiosità:

E’ esistita veramente l’operazione in Afghanistan denominata Enduring Freedom, creata per combattere il terrorismo. Inoltre questa operazione è stata operativa dal 2001 al 2013.

Di seguito il video” Il gigante umanoide di Kandahar” sul canale YouTube di ChupaCabraMania

Approfondimenti:

Di seguito l’articolo sui ritrovamento di scheletri giganti nel mondo.

Scheletri giganti rinvenuti nel mondo ed in Italia.

Nel mondo ed anche in Italia spesso si sente nominare l’esistenza di scheletri giganti appartenuti forse a persone del passato di notevoli dimensioni.

Di seguito visita la sezione del sito sulle strane creature in italia e nel mondo

Azzurrina il fantasma del castello di Montebello(RN)

Azzurrina il fantasma del castello di Montebello, Rimini.

Rimini in Emilia Romagna è una città molto nota grazie alla sua posizione sul mare. La città è meta turistica molto apprezzata da italiani e stranieri per il mare ed i divertimenti diurni e notturni.

Ma tra le attrazioni turistiche vi è un castello ricco di mistero su cui vi è una leggenda.

Il castello si trova a Montebello di Torriana del comune di Poggio Torriano e la leggenda narra la storia della bambina Guendalina Malatesta nota come Azzurrina.

Azzurrina il fantasma del castello di Montebello, Rimini.

La leggenda di Azzurrina.

La leggenda racconta la storia di Azzurrina, una bambina nata albina figlia di Uguccione o Ugolinuccio di Montebello nel XVII secolo nel 1370.

Nascere albini all’epoca era considerato un evento molto strano a cui venivano attribuiti anche sinistri presagi di carattere satanico. Per questo motivo Azzurrina era obbligata a rimanere isolata dalla società e suo padre era costretto a farla sempre controllare a vista da due guardie.

Il controllo perenne della bambina era necessario anche per evitare eventuali aggressioni nei suoi confronti da parte di persone che non la desideravano perché considerata per l’appunto al pari di una figura demoniaca.

La madre di Azzurrina, Costanza, per ovviare al colore bianco dei capelli della figlia li tingeva di nero. All’epoca i capelli venivano tinti con pigmenti di origine naturale che sul capello albino non riuscivano però ad attecchire correttamente. La tinta non colorava di un nero reale i capelli di Azzurrina ma ottenevano un colore azzurro tendente al verde con riflessi azzurri. Dai suoi capelli quasi azzurri e gli occhi del medesimo colore la bambina ebbe il soprannome di Azzurrina.

Illustrazione di una ragazza con capelli e occhi azzurri. Foto di prettysleepy1 da Pixabay

Azzurrina il fantasma del castello di Montebello, Rimini.

Azzurrina era costretta a compiere ogni cosa da sola, non poteva avere amici e giocava sempre in solitudine. Un giorno mentre giocava con una palla composta da stracci durante un temporale ne perse il controllo e la stessa cadde nella scala che portava alla ghiacciaia sotterranea del palazzo.

La ghiacciaia era protetta da una botola.

Il fato volle che in quel momento Azzurrina era sola, le guardie erano distratte, e la bambina entrò nella ghiacciaia da sola. Le guardie udirono un grido della bambina, ma una volta giunti sul posto Azzurrina era scomparsa. Della bambina non trovarono nessun segno del suo passaggio, anche il suo corpo e la palla di stracci non furono mai ritrovati nonostante l’accesso alla ghiacciaia era uno solo. L’età precisa di Azzurrina non è nota si suppone sia tra i cinque e i sette anni.

Ogni cinque anni la leggenda vuole che si senta la voce di Azzurrina echeggiare nel castello di Montebello e che anche il suo fantasma si aggiri tra le mura. Sempre secondo la leggenda è possibile “vedere” e “udire” il fantasma di Azzurrina il giorno del solstizio d’estate il 21 giugno. Il 1375 è l’anno in cui Azzurrina è morta.

La teoria dell’adulterio

Non è da escludere che Azzurrina in realtà non fosse la reale figlia di Uguccione. Questa teoria afferma che Uguccione fosse un dongiovanni e la moglie una donna di facili costumi. Quindi dato che nella famiglia nessuno era albino e nessuno aveva i capelli chiari Azzurrina potrebbe essere figlia di un adulterio da parte della moglie di Uguccione. Azzurrina secondo questa teoria aveva i capelli biondi non bianchi.

Per l’uomo sarebbe stato un disonore da tenere nascosto, anzi il colore azzurro dei capelli della piccola erano più plausibili dei capelli biondi. L’ uomo affermava che i capelli stavano diventando neri da biondi. La bambina divenne un probabile ostacolo da eliminare dalla sua vita. Uguccione visse con la moglie in attesa di un figlio maschio che ebbe infine da una concubina. Dopo la morte della bambina Uguccione ha ripudiato la moglie rinchiudendola nel castello di Gradara fino al giorno del suo assassinio.

Una coincidenza?

La ristrutturazione del castello.

Infine i primi veri riferimenti alla leggenda di Azzurrina risalgono al 1989 nel periodo in cui il castello fu ristrutturato e aperto al pubblico a pagamento. È possibile certi giorni dell’anno con una guida visitare il castello di notte.

Il castello è diventato molto noto ed è diventato un monumento nazionale italiano.

Sono molti i cacciatori di fantasmi che provano a registrare la voce di Azzurrina o perlomeno a dimostrare l’esistenza di un’entità nel castello. Effettivamente delle registrazioni sono andate a buon fine e i turisti le possono ascoltarle in loco ed è possibile trovarle in Internet.

Di seguito le registrazioni di Azzurrina negli anni in un video su YouTube.

I folletti di Montebello.

Nonostante tutte le supposizioni sulla veridicità o meno della leggenda di Azzurrina il borgo è ricco di tradizioni. Folletti e fate si fanno sentire di notte con pianti e inquietanti rumori.

Conclusioni:

Della leggenda di Azzurrina non vi è alcun cenno storico che ne comprovi l’ effettivo svolgimento.

La storia della bambina è stata tramandata sempre oralmente anche il nome della bimba originariamente sembra sia stato Adeline, forse un diminutivo di un nome come Adele? Un parroco scrisse un documento scritto per la prima volta in cui raccontava la storia di Adeline. Ma di questo documento non vi è alcun riscontro nella realtà.

Approfondimenti:

Visita la sezione del sito sui luoghi misteriosi in Italia e nel mondo.

Il ponte del Diavolo nel parco del Frignano, Modena

Il ponte del Diavolo nel parco del Frignano, Modena

Ad un altezza di circa 500 metri sito al confine tra la regione Toscana ed Emilia Romagna sul livello del mare nell’alto Appennino modenese vi è il parco del Frignano.

Il parco del Frignano si sviluppa con un estensione di circa quindici mila ettari di terreno. Il parco include nella sua estensione sette città modenesi: Fiumalbo, Frassinoro, Fanano, Pievepelago, Riolunato, Sestola e Montecreto.

Una ricca biodiversità di flora e fauna caratterizza questo parco regionale. E’ un parco naturale ricco ad esempio di laghi di origine glaciale e boschi di conifere. Inoltre numerosi borghi caratteristici e storici ne arricchiscono ulteriormente il territorio.

Il ponte del Diavolo nel parco del Frignano, Modena

Una sorta di ponte di roccia formato da un unico monolite è celato dal parco del Frignano in una zona di fitti boschi nota come “Selva di Brandola” . Il monolite sembra essere stato trascinato a valle, forse dal Diavolo in persona? La strana struttura prende il nome di Ponte del Diavolo o Ponte d’Ercole e si trova nei pressi delle città di Polinago, Pavullo e Lama Mocogno.

Il Ponte del Diavolo è segnalato dalla cartellonistica stradale come Ponte d’Ercole.

Il nome Ponte d’Ercole deriva probabilmente da una figura della mitologia romana. Secondo un’altra leggenda forse solo il mitologico e fortissimo Ercole avrebbe potuto trascinare la roccia nel bosco per creare il ponte.

Illustrazione di un Ponte e del Diavolo. Foto di ParallelVision da Pixabay

La leggenda

L’entità maligna, secondo la leggenda, creò il ponte utilizzando un gigantesco monolite. Lo scopo dell’opera era quello di poter aiutare un pastore ad attraversare la zona in cambio della sua preziosa anima. Però il Diavolo non sopravvive alla luce del sole e probabilmente per questo motivo ha lasciato la sua opera a metà all’alba.

Il Diavolo doveva allontanarsi in fretta dal posto prima dell’alba. Il tempo per costruire il ponte era scaduto.

Il Ponte del Diavolo è composto da roccia arenaria ed è lungo trentatrè metri ed alto tre metri e largo dai due ai tre metri in modo costante. E’ possibile percorrere il ponte di pietra a piedi. La sua conformazione è ad arco e ricorda quella di un vero e proprio ponte sollevato dal terreno.

Secondo studi recenti la zona era stata abitata in passato, sono stati ritrovati reperti di uso comune in ceramica. Con molta probabilità il monolite a causa della sua curiosa conformazione creato per opera degli eventi atmosferici era utilizzato per effettuare dei rituali non ben definiti.

Forse si trattava di riti di origine pagana.

Nel mondo i ponti con lo stesso nominativo sono molto comuni e sono anche opere chiaramente create dall’uomo. Anche la leggenda è sempre similare, talvolta il diavolo aiuta le persone a costruire i ponti in cambio di qualcosa.

Sono innumerevoli i ponti che sono denominati Ponte del Diavolo in Italia e nel mondo, tutti con una leggenda di base molto simile. In queste epoche molto diverse dalla nostra costruire opere architettoniche di dimensioni notevoli era considerato un impresa quasi non umana.

Il ponte del Diavolo nel parco del Frignano, Modena

Di seguito un video su Youtube sul Ponte d’Ercole o Ponte del Diavolo nel modenese:

Il Ponte del Diavolo a Borgo Mozzano, Lucca.

Un altro esempio è il Ponte della Maddalena  in un borgo a Mozzano in provincia di Lucca in Toscana ed è noto anch’esso come Ponte del Diavolo. Il Diavolo secondo la leggenda ha aiutato San Giuliano, il suo costruttore in quanto l’uomo non riusciva a completare la complessa l’opera. Il Diavolo chiese in cambio l’anima del primo essere vivente che avrebbe attraversato il ponte. Alla fine della costruzione però San Giuliano riuscì a trarre in inganno il Diavolo lanciando un pezzo di focaccia ad un cane che attraversò per primo il ponte.

Ponte del Diavolo nel Borgo a Mozzano, Lucca Foto di Fulvio Zeppetella da Pixabay

Il Ponte del diavolo a Cividale del Friuli.

Un altro esempio è in Friuli- Venezia- Giulia ed è il Ponte del Diavolo  o Puìnt dal Diàul in dialetto friulano e si trova a Cividale del Friuli in provincia di Udine. il ponte ha come base delle rocce naturali nel letto del fiume Natisone.

La leggenda narra che i cittadini chiesero aiuto al Diavolo con un patto identico a quello sottoscritto da San Giuliano durante la costruzione del ponte nel Borgo di Mozzano. Anche in questo caso il Diavolo dovette accontentarsi dell’anima di un animale fatto passare per primo sul ponte.

Il ponte del Diavolo a Bobbio, Piacenza.

Anche a Piacenza più precisamente a Bobbio vi è Il Ponte Gobbo o Ponte Vecchio o Ponte del Diavolo, stessa identica leggenda con il diavolo ripagato dell’anima di un animale. In questo caso il Diavolo si è fatto aiutare da piccoli Diavoletti aiutanti in seguito in preda alla rabbia dopo il tranello subito diede un calcio al ponte. la struttura in effetti risulta un pò storta in un punto forse è dove l’ha colpita il Diavolo.

Curiosità:

Di seguito leggi l’articolo sulle cascate del Bucamante a Serramazzoni di Modena

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La leggenda del lago della Ninfa a Sestola, Modena

La leggenda del lago della Ninfa a Sestola, Modena

A Sestola nell’Appennino modenese vi è il lago della Ninfa a 1500 metri di altezza che si trova ai piedi del Monte Cimone.

Il lago della Ninfa è arricchito oltre che dal suo aspetto molto caretteristico circondato da boschi di conifere da una leggenda nella leggenda. Questo lago è caratteristico per le sue acque cristalline con riflessi verde smeraldo.

La leggenda vuole che il re dei Gorghi conobbe una pastorella bellissima ma non fu corrisposto. In un momento di rabbia il Re lanciò una maledizione sulla giovane ragazza per cercare di impedire che ella potesse innamorarsi di un altro uomo. Nella maledizione il Re disse che la ragazza era una Ninfa.

Un giorno un cacciatore vide la pastorella e i due si innamorarono perdutamente. Il cacciatore guardava la sua amata ormai imprigionata come una ninfa nel lago dalla riva ed ella per raggiungerlo costruì un ponte fino alla riva.

Ma purtroppo con il peso dei due innamorati, che non riuscirono nemmeno ad abbracciarsi, il ponte si ruppe facendo precipitare la coppia nel lago.

Infine la morte si impossessò di loro.

Illustrazione di una ninfa nel lago. Foto di Pablo Elices da Pixabay

La leggenda del lago della Ninfa a Sestola, Modena

La leggenda vuole che da questa storia gli uomini che si avvicinano al ponte ancora oggi possono udire i lamenti strazianti della Ninfa.

La Ninfa avrebbe due bellissimi ed incantatori occhi verdi.

Gli uomini secondo la leggenda raccontano di sentirla cantare per attirare i cacciatori ed i contadini della zona per farli innamorare di lei.

E nel momento in cui la Ninfa appare al loro sguardo la bellissima creatura lancia loro un ponte di cristallo per raggiungerla.

Secondo la leggenda però il ponte di cristallo si rompe ogni volta al passaggio di qualsiasi uomo, il quale muore per annegamento.

Approfondimenti:

le Ninfe sono creature dei boschi e fanno parte del piccolo popolo. Di seguito l’articolo sul piccolo popolo nel sito.

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La teoria dei gatti alieni che spiano l’uomo

La teoria dei gatti alieni che spiano l’uomo

Una delle  teorie cospirazioniste più curiose è quella che i gatti siano in realtà forme di vita aliene con il compito di spiare la vita dell’uomo.

In base a quale elementi questa teoria ha preso vita anche nel mondo dell’ufologia?

I gatti assomigliano agli alieni grigi: se le loro orecchie sono tirate all’indietro i loro occhi si allungano ed assomigliano in modo notevole a questa tipologia di forma aliena.

Ma i gatti sono spie degli esseri umani? In che modo agiscono?

I gatti sono animali che una volta ben insediati nelle abitazioni vedono ogni cosa che accade intorno a loro. E se fosse vero che al loro interno è nascosto un alieno ricoperto da una sorta di involucro a forma di gatto?

Illustrazione di un gatto con gli occhiali. Foto di cristofer angello caballero thorne da Pixabay

Questi animali comandano gli esseri umani?

I gatti comandano e governano le azioni degli esseri umani in quanto ogni loro desiderio è esaudito in brevissimo tempo, dal bisogno di cibo alla pulizia della loro lettiera ed altri gesti di cura del “finto gatto“.

Per quale motivo i gatti fanno le fusa?

Alcun scienziato è mai riuscito a spiegare la funzione delle cosidette “fusa”, potrebbero essere il segnale con cui le spie gatto comunicano con i loro simili o con la base aliena di cui fanno parte? Recentemente gli studi in merito le fusa dei gatti hanno fatto passi avanti. Forse si tratta di un’evoluta tecnologia aliena?

Per quale motivo i gatti vedono molto bene, anche al buio?

Il motivo potrebbe essere quello di poter registrare ogni informazione riguardante i loro studi in ogni momento del loro stato di veglia.

I gatti hanno particolari proprità salvavita per loro stessi? Non a caso si dice che abbiano sette vite o addirittura nove nelle zone anglosassoni.

Per quale motivo i gatti si svegliano all’improvviso scappando incontrollati?

Forse perché in quel momento devono comunicare urgentemente con i loro superiori?

L’ufologo di origine russa Oleg Pishkin è convinto che i gatti siano gatti alieni e i punti sopra riportati ne confermerebbero la teoria.

Inoltre Oleg Pishkin afferma che i gatti possono mangiare i loro padroni se muoiono con in casa i felini e secondo lui tutto ciò che fuoriesce da un gatto non è naturale. Vi sono realmente casi documentati di animali, tra cui gatti in colonie, che si sono nutriti dei cadaveri dei loro padroni in mancanza di cibo.

Pishkin afferma che un gatto su tre non è un gatto ma un alieno spia travestito da gatto. Infine prima dell’Antico Egitto non vi sono prove della reale esistenza dei gatti. Neanche la Sacra Bibbia nomina questi animali. Quindi quando sono apparsi sulla terra?

La teoria di quest’uomo sembra quasi spiritosa ma è una reale teoria cospirazionista.

Sul canale di YouTube di ChupaCabraMania il video su questa curiosa teoria.

Approfondimenti:

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Scopri il libro “Le strane creature e i misteri in Italia e nel mondo” di Erika Di Cuonzo

Di seguito il BookTrailer sul canale YouTube di ChupaCabraMania.com. Il libro è disponibile su Amazon.

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Scienza e amore un mistero di intense sensazioni.

Scienza e amore un mistero di intense sensazioni.

Scienza e amore.

Al giorno d’oggi con un’enorme esperienza medico-scientifica accumulata, per tacere dei progressi della genetica sulla fisiologia del corpo e sulla biologia del comportamento, il sentimento amoroso ci affascina ancora col suo mistero ricco di intense sensazioni e non riuscire ad avvolgere col pensiero che cosa esso sia realmente. Resta un campo da esplorare senza tregua.

In breve la parola amore nella civiltà occidentale risulta talmente gravata di concetti e di sensazioni a volte sconvolgenti. Che sebbene l’osservazione e l’esperimento negli ultimi decenni abbiano svelato in gran parte la natura del sesso e della copula, restano numerosi i ripensamenti e i dubbi nel XXI sec.

(A. Comfort, 1991-2008, I. Consoli 2017, E. Nagoski 2015-2017).

Affronterò la questione con linguaggio semplice, ma non semplicistico. Sempre con la raccomandazione di consultare la bibliografia consigliata in caso di incertezza e chissà che magari amore non si possa sostituire con un altro termine meno antiquato.

Una coppia romantica, immagine illustrativa Foto di Yatheesh Gowda da Pixabay

Gli eventi visibili ed invisibili:

Noi viviamo in un universo pieno di eventi visibili e invisibili che ci provocano sensazioni particolari e queste, mediate dai nostri 5 (e più) sensi, sono registrate e archiviate nel cervello.

Gli eventi che percepiamo variano nel tempo e il cervello di volta in volta li confronta con l’archivio acquisito e li riclassifica usando scale innate di valori che includono un’amplissima gradualità di interazioni con l’ambiente.

Ogni scala inizia con l’eventuale pericolo letale per il corpo e culmina probabilmente col massimo piacere fisico godibile. Il sistema serve a soddisfare i bisogni corporali evitando danni con adeguate reazioni fisiche di difesa/accoglienza. Ossia con complessi automatismi fisiologici che in buona parte possono essere calibrati dalla cultura.

Recentemente è stato messo in evidenza che gli odori che ognuno di noi emana hanno un ruolo preponderante nell’attrarre o nel respingere l’eventuale partner per farsi toccare e manipolare.

Scienza e amore un mistero di intense sensazioni.

Per il comportamento sessuale è quasi accertato che, se il bouquet di fragranze (feromoni) emanato da un individuo risulta in alto nella scala dei valori dell’altro individuo che lo sta percependo e se questo grado è più o meno raggiunto in entrambi, ecco che nascerebbe la disponibilità alla manipolazione sessuale reciproca.

Effettivamente odorandosi l’un l’altro in maniera automatica e quasi inconscia si sceglie con chi far lega non escludendo dal contatto fisico neppure il cieco o il disabile.

Immediatamente dopo e solo se la sensazione odorifera percepita è stata accettata, ci si abbraccia, ci si bacia sulle labbra o sulle guance, ci si palpa accostandoci fino al contatto estremo coi corpi nudi da cui può nascere ogni ulteriore attività.

Negli ultimissimi tempi si è pure scoperto che quando scoppia un amore il segnale è un aumento della secrezione di numerosi ormoni fra cui l’ossitocina nella femmina e la vasopressina nel maschio con meccanismi fisiologici quasi paralleli.

È davvero così semplice?

Certamente no e c’è ancora moltissimo da indagare.

Ma è provato che occorre imparare a fare all’amore e con chi. In altre parole la penetrazione, le carezze, i baci etc. sono oggetto di apprendimento e di tirocinio e non azioni genetiche innate. Mentre la scelta di un partner è in gran parte definita dall’ambiente culturale poiché il piacere sessuale è eminentemente individuale.

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Anzi, dalle ricerche sul campo della sociologa E. Grosz (2009) fra i casi di ragazzi vissuti in ambiente selvaggio a contatto con animali per tutta l’infanzia e per parte della pubertà è stato accertato che l’amplesso con penetrazione vaginale deve essere insegnato e provato e riprovato individualmente.

In più l’orgasmo, maschile o femminile, non è sentito da questi ragazzi selvaggi come il massimo del piacere in confronto con altri piaceri di tipo non eminentemente sessuali.

E che succede se soltanto uno dei due partner è investito di desiderio amoroso? O se i partner sono più di uno o se è incluso il caso omosessuale?

Il sessuologo S. Wunsch conclude fra l’altro (Manuel de Sexologie, 2014, pag. 45 v. bibl.):

«In sintesi, quanto alla motivazione [al coito], le diverse attività sessuali (a parte i movimenti ritmici del bacino maschile) non dipendono più dall’esecuzione in risposta a riflessi copulatori innati. Ma probabilmente da motivazioni erotiche apprese

In conclusione i processi sono complessi.

Ma mi preme sottolineare che le circostanze che fanno nascere l’amore sono in buonissima parte di natura culturale. E risultano inculcate nell’educazione di casa. Educazione che i genitori – la madre in primo luogo – passano ai figli in base alle esperienze personali precedenti.

(Aggiungo: risalenti almeno a una decina di anni prima rispetto alla propria prole per una genitrice di ca. 18-20 anni!).

Scienza e amore un mistero di intense sensazioni.

La risposta pratica agli stimoli ormonali e alle pulsioni perciò non è la stessa sia nel tempo sia nella geografia né è scontata. Perché le tradizioni da popolo a popolo sono differenti e, seppure lentissimamente, fluttuano e evolvono.

Per cause ambientali e storiche la costellazione ormonale e la gamma delle reazioni corporali e psicologiche che ne seguono non è quantitativamente ben riconoscibile nella gestualità amorosa e nel linguaggio affettivo dell’oralità. Per cui riconoscere l’idea amorosa di 1000 anni fa è complicato.

Una rappresentazione di una coppia nel passato. Foto di FOTORC da Pixabay

Affiora in me però un altro dubbio:

Perché i nostri antenati nella cornice di un’educazione di un/a adulto/a si sono preoccupati di intervenire sui comportamenti sessuali passando in secondo grado altre esigenze educative?

Premesso che in quasi tutte le società umane prevale attualmente il patriarcato. E’ possibile che il primo sistema organizzativo delle comunità antropiche, specie nel nostro continente, sia stato il matriarcato. E J. J. Bachofen (1815-1887) aveva cercato di immaginare di descriverlo con le sue ricerche ormai desuete.

Sicuramente alla donna risale l’invenzione della lingua articolata per comunicare con i figli infanti (lat. infans = chi non parla, ma obbedisce). E sicuramente la sedentarizzazione realizzata con lo sfruttamento agricolo offriva maggior tempo libero per le relazioni interpersonali, compreso l’approccio amoroso.

Dubito che in quei secoli di dominanza culturale femminile in cui la donna non era soggetta ad altro potere umano, ci fosse una passiva intenzione del maschio di alterare/abbattere l’importante ruolo femminile nella vita sociale di una qualsiasi comunità.

Né con l’invasione degli indoeuropei il potere culturale delle donne in Europa fu del tutto obliterato.

Scienza e amore un mistero di intense sensazioni.

Certamente la donna, pur cedendo all’ordine fallocratico degli invasori, perse la gestione della vita dei maschi. Ma non quella della prole impubere e senza padri putativi.

Se pertanto i balto-slavi sono gli indoeuropei più antichi nella Pianura Russa in parziale meticciato con i finno-ugri nella zona più meridionale, i ricordi di una serie di sconfitte femminili rimasero nei riti orgiastici dei loro paganesimi. E siccome la questione è come agisse il potere patriarcale nella lotta donna-uomo, proprio presso queste etnie per il periodo medievale ho trovato la mia ricca miniera dove scavare.

Non credo peraltro di dare eccessivo peso all’oralità. Poiché in un mondo rimasto senza scrittura tanto a lungo la cultura si registra bene anche nella tradizione orale. E se si combina la parola con i reperti archeologici accuratamente interpretati, ecco che la favolistica popolare può essere una fonte storica da consultare con affidabile profitto.

Sono partito logicamente dai primi secoli del passato millennio dagli scritti di costantinopolitana memoria.

Il cristianesimo ortodosso

Giacché è il cristianesimo ortodosso di Roma sul Bosforo che si movimenta e ne scrive nella cornice della politica imperiale di porre sotto controllo con la sua fitta rete di spionaggio i popoli che si affacciano sui confini.

L’impero si scontrerà in primis con il patriarcato politeista delle steppe e dei Carpazi dove mostra le ferite di essersi misurato con i resti di un matriarcato ben radicato.

Quando poi i tempi saranno maturi, i cristiani si riorganizzano e sopravvengono tentando di cambiare il sistema del potere ben oltre i Carpazi lungo il bacino dell’Elba e della Vistola affannandosi a riformare le diverse socialità pagane.

Anche qui le etnie sono numerose e, se i dominandi non rientrano nei canoni standard di sudditanza in auge in gran parte d’Europa (IX-X sec.). E’ l’Impero Romano a dettar legge che ha ricevuto la missione ecumenica da Cristo a dominare il pianeta con la croce e con la spada e con questa fama affronta i barbari pagani.

Questi ultimi, una volta entrati in contatto coi missionari, sono alimentati con l’illusione di poter accedere a una vita molto migliore battezzandosi.

È chiaro che con Cristo si dovranno accettare nuovi miti nella quotidianità poiché i vecchi sono persino proibiti.

I bisogni fondamentali fisici del tipo fame e sete, sia chiaro, non saranno toccati troppo dal cristianesimo… purché non interferiscano col decalogo di Mosè!

Se ad esempio s’impongono due digiuni settimanali più quelli della quaresima etc. o si porrà il veto – questo sì con cautela! – di bere bevande inebrianti, un numero eccessivo di proibizioni sul cibo si evita. Perché c’è il timore di voler condurre alla morte per forzata inedia.

Scienza e amore un mistero di intense sensazioni.

E l’attività sessuale?

Dal punto di vista ergonomico è la più dispendiosa fra le attività umane spontanee (senza strumenti!) sia in forze fisiche sia in tempo. Ma non è letale – non si muore d’amore – se la si limita o la si vieta in certi giorni e in certe circostanze.

Se nelle regole è incluso l’assoggettamento femminile al maschio, il successo per il vivere da cristiani si può considerare realizzato in pieno.

E alla fine non è questo l’esito che più attrae ogni maschio, pagano o cristiano che sia, ma che aspiri a un potere, qual che sia?

Dal processo suaccennato mancano le donne tuttavia.

Ci sono allora differenze discriminanti fra i comportamenti femminili della donna del nordest e le donne del centro Europa?

A questo proposito l’educazione papale conferma l’inferiorità femminile rispetto al maschio e la sancisce ufficialmente nel 1234. Mettendo in vigore il famigerato Decretum Gratiani del 1140 emesso quando la definitiva rottura fra Chiesa d’Oriente e Chiesa d’Occidente è irriconciliabile dopo lo scisma del 1054.

In questi testi alla donna cattolica è interdetto battezzare, insegnare e tanto altro.

Essa non deve che sottomettersi al marito che il dio cristiano le ha concesso giacché essa è debole di mente e soprattutto… non è stata creata a immagine e somiglianza divina!

© 2021 di Aldo C. Marturano

Curiosità:

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Creepypasta in internet

Creepypasta è un termine utilizzato per definire le storie raccapriccianti reperibili in internet.

In italiano la traduzione del termine creepy è “raccapricciante o inquietante” in particolare i racconti creepypasta indicano generalmente racconti del terrore o dell’orrore.

Le creepypasta possono avere origine da altre creepypasta famose da creature mitologiche o dei videogiochi. Le creepypasta potrebbero avere origine anche da storie realmente accadute o di fantasia.

Nel 2006 è nato il fenomeno delle creepypasta in cui tramite social network, blog e altri mezzi di comunicazione online delle storie paurose erano pubblicate.

Queste storie diventarono in fretta virali ovvero erano condivise da molte persone e diventarono “famose” in breve tempo.

Alcune di questi racconti sono molto inquietanti e coinvolgono anche ragazzi giovani. Si dice siano molto coinvolti in questo fenomeno. Alcune di queste figure hanno spinto alcuni ragazzi al suicidio.

Jonathan Galindo noto Creepypasta in internet.

Jonathan Galindo. Di Bakyýew, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons

Jonathan Galindo è un personaggio molto inquietante la cui maschera ricorda quella del noto personaggio dei cartoni animati Pippo della Disney ma con un sorriso inquietante.

Molti profili su social network fanno riferimento a Jonathan Galindo anche molte foto di ipotetiche di chat con lui sono presenti online. Galindo contatterebbe le potenziali vittime minacciandole a fare cose particolari spingendole fino al suicidio.

La maschera di Jonathan Galindo è stata creata nel 2010 da Sammy Catnipnik che è noto anche come Samuel Canini. Nel 2012/2013 è stata utilizzata per film hard. Canini si descrive come realizzatore di personaggi, molte maschere sono al suo attivo ed è stato sia attore che produttore nel cinema. Nel 2017 questo personaggio avrà un nome: Jonathan Galindo

Jonathan Galindo è reale o finzione o vi è un emulatore?

Blue Whale, Creepypasta in internet

Il Blue Whale è un gioco dell’orrore, centinaia di morti sono state registrate dove dei ragazzi seguivano le regole del gioco.

Il Blue Whale ( balena blu in italiano) è nato in Russia.

50 regole sono alla base del “gioco”:

1- Incidetevi sulla mano con il rasoio “f57” e inviate una foto al curatore

2 – Alzatevi alle 4.20 del mattino e guardate video psichedelici e dell’orrore che il curatore vi invia direttamente

3 – Tagliatevi il braccio con un rasoio lungo le vene, ma non con tagli troppo profondi. Solo tre tagli, poi inviate la foto al curatore

4 – Disegnate una balena su un pezzo di carta e inviate una foto al curatore

5 – Se siete pronti a “diventare una balena” incidetevi “yes” su una gamba. Se non lo siete tagliatevi molte volte. Dovete punirvi

6 – Sfida misteriosa

7 – Incidetevi sulla mano con il rasoio “f57” e inviate una foto al curatore

8 – Scrivete “#i_am_whale” nel vostro status di VKontakte (VKontakte è il Facebook russo, ndr)

9 – Dovete superare la vostra paura

10 – Dovete svegliarvi alle 4.20 del mattino e andare sul tetto di un palazzo altissimo

11 – Incidetevi con il rasoio una balena sulla mano e inviate la foto al curatore

12 – Guardate video psichedelici e dell’orrore tutto il giorno

13 – Ascoltate la musica che vi inviano i curatori

14 – Tagliatevi il labbro

15 – Passate un ago sulla vostra mano più volte

16 – Procuratevi del dolore, fatevi del male

17 – Andate sul tetto del palazzo più alto e state sul cornicione per un po’ di tempo

18 – Andate su un ponte e state sul bordo

19 – Salite su una gru o almeno cercate di farlo

20 – Il curatore controlla se siete affidabili

21 – Abbiate una conversazione “con una balena” (con un altro giocatore come voi o con un curatore) su Skype

22 – Andate su un tetto e sedetevi sul bordo con le gambe a pensoloni

Ecco altre regole della sfida.

23 – Un’altra sfida misteriosa

24 – Compito segreto

25 – Abbiate un incontro con una “balena”

26 – Il curatore vi dirà la data della vostra morte e voi dovrete accettarla

27 – Alzatevi alle 4.20 del mattino e andate a visitare i binari di una stazione ferroviaria

28 – non parlate con nessuno per tutto il giorno

29 – Fate un vocale dove dite che siete una balena

dalla 30 alla 49 – Ogni giorno svegliatevi alle 4. 20 del mattino, guardate i video horror, ascoltate la musica che il curatore vi mandi, fatevi un taglio sul corpo al giorno, parlate a “una balena”

50 – Saltate da un edificio alto. Prendetevi la vostra vita.

La nascita del fenomeno Blue Whale.

Creepypasta in internet.

Questo fenomeno nato nel 2016 in un sito russo VKontakte (VK) ed è come il nostro facebook italiano. In questo sito in alcuni gruppi online qualcuno, forse un associazione, spingeva ragazzi adolescenti al suicidio. Pertanto tra il 2015 e 2016 ben 130 suicidi sono stati attribuiti a questo fenomeno.

Un articolo denuncia di una giornalista Galina Mursalieva avrebbe portato alla veloce chiusura di questi gruppi.

Il Blue Whale fu archiviato come fenomeno legato alle leggende metropolitane. Perchè in Russia il tasso di suicidio tra adolescenti è comunque molto elevato.

Momo

Una rappresentazione di Momo Foto di guaxipo da Pixabay

Momo è stato un fenomeno su WhatsApp dove nel profilo dell’applicazione appariva una figura di una donna terribilmente magra, con capelli neri con viso allungato e cadente, occhi infossati e ghigno malefico.

I numeri di contatto di Momo sono il +57 (313) 529-2569 oppure +81 345102539.

Questa orripilante creatura contatta persone ignare inviando foto orribili ed obbliga la vittima a condividerle. Si dice che Momo appaia tra i video di YouTube istigando le persone che vedono il suo volto a compiere atti contro la loro volontà. Momo è nata come leggenda metropolitana pertanto non è un reale pericolo.

Creepypasta realistiche in internet: Questo tipo di creepypasta è rappresentato ad esempio da finti articoli di giornale corredati da foto. Questa è la tipologia di creepypasta che fa molto presto a diventare famosa e molto condivisa nei social network ed canali online perché sembra molto reale.

Slender Man

Una creepypasta molto famosa è quella di Slender Man su cui hanno fatto un film horror.

Di seguito il trailer su youtube:

Slender Man è un uomo alto e magro vestito di nero con lunghe braccia ed il viso bianco e senza tratti. In aggiunta a questo aspetto spaventoso si aggira per i boschi rapendo persone e Eric Knudsen è il creatore di questo personaggio.

I gamepasta.

I Gamepasta sono creepypasta che derivano dai video game dove i personaggi dei videogiochi sono utilizzati per creare storie anche dell’orrore. Ad esempio Godzilla è un gamepasta.

I cartoonpasta: I Cartoonpasta derivano da cartoni animati ad esempio Suicide Squad.

In conclusione:

Di seguito leggi l’articolo del sito:

Quadri ed oggetti maledetti posseduti.

Vi invito a porre attenzione all’uso di internet soprattuto ai vostri bambini perchè le creepypasta possono inquietare molto. Nonostante molte di loro siano pura invenzione.

Forse è d’obbligo non sottovalutare troppo questi fenomeni online perché il cyberbullismo in rete esiste ed è una piaga per gli adolescenti.

I libri di Erika Di Cuonzo

Scopri il libro gatti magici o demoniaci, Le leggende. Tu quale gatto vorresti? Disponibile su Amazon, Kobo e Google Play

Secondo alcune leggende, il gatto è l’unico animale in grado di tenere testa al Diavolo, inoltre, gli sono attribuiti poteri paranormali che in passato ne hanno quasi causato lo sterminio. Alcune di esse narrano l’esistenza di gatti giganti, forse alieni, dotati di lunghe zanne e caratteristiche paranormali. Dunque, il gatto, potrebbe davvero essere un animale magico, oppure si tratta di un demone? In questo volume sono raccolte alcune tra le più suggestive leggende sui gatti.

Buona lettura

Di seguito il book trailer del libro sul canale YouTube di Chupacabramania,com:

Scopri il libro “Le strane creature e i misteri in Italia e nel mondo” di Erika Di Cuonzo

Le strane creature e i misteri in Italia e nel mondo. (I misteri e le strane creature nel mondo e tanto altro) eBook : Di Cuonzo, Erika : Amazon.it: Libri

Di seguito il book trailer del libro sul canale YouTube di ChupaCabraMania.com

Quadri ed oggetti maledetti posseduti

Quadri ed oggetti maledetti, posseduti

Il mondo del paranormale è molto vasto e vi si possono trovare numerosi oggetti posseduti.

Si spazia dagli oggetti più comuni alle navi fantasma, bambole ed anche quadri possono essere oggetti posseduti.

Ad esempio i quadri possono essere definiti posseduti o maledetti. Osservandoli a lungo possono cambiare il loro aspetto. Potrebbero essere davvero spaventosi.

Quadri ed oggetti maledetti posseduti

L’uomo angosciato, The Anguished Man

Sean Robinson, Regno Unito, ha ereditato dalla nonna un quadro che lei non apprezzava. Lei lo aveva tenuto 25 anni in soffitt e, la nonna si raccomandava spesso di stargli lontano

Sean non seguì le raccomandazioni della nonna e alla sua morte mise il quadro in salotto.

Il quadro L’uomo angosciato,-

The Anguished Man

“L’uomo angosciato” è il nome di questo quadro di cui non si conosce l’autore ma che pare sia stato creato con la tecnica bloody painting in cui il sangue dell’artista viene mescolato con la pittura. L’artista si sarebbe suicidato dopo aver ultimato il dipinto in questione.

Sean ora si ritrova a vivere in casa con presenze, pianti e grida agghiaccianti di creature ultraterrene che diffonde su internet grazie al suo canale Youtube. La casa potrebbe essere posseduta? Sean attribuisce il tutto al quadro in questione e tiene molto ad esso pertanto non ha intenzione di vendere il quadro maledetto della nonna. Il quadro ha anche un valore affettivo per lui.

 Sean Robinson ha un canale Youtube: The Anguished Man

Quadri ed oggetti maledetti posseduti Opere “Il bambino che piange”

Insegnante e pittore all’Accademia delle belle Arti di Venezia Bruno Amadio, noto con lo pseudonimo di Giovanni Bragolin fu l’artefice di 27. Nei quadri i bambini piangono o sono imbronciati.

Una società apposita negli Stati Uniti che ne riprodusse migliaia di copie. Il nome di questa sua opera è “Il bambino che piange”.

La leggenda

Una leggenda avvolge questi quadri. La leggenda nacque il 3 settembre 1985 a Rotherham in Inghilterra dove una casa prese fuoco e l’unico oggetto ritrovato intatto fu proprio uno di questi quadri.

Un quadro maledetto? Come aveva potuto resistere all’Incendio?

La leggenda narrava che i quadri fossero maledetti e che prendessero fuoco da soli appesi ai muri rischiando di fare bruciare intere residenze. Si narra che i quadri portassero sventura al loro proprietario.

Secondo le dicerie forse era stato stretto un patto con il diavolo da parte di Bragolin,  oppure che si trattasse di bambini maltrattati poi ritratti e bruciati vivi che ritornavano nel nostro mondo alla ricerca di vendetta.

La questione di questi quadri fu affrontata ritirando, tramite una sorta di raccolta da parte del noto giornale Sun, i quadri incriminati riprodotti a migliaia.

I quadri furono bruciati in un enorme rogo e da allora non vi fu più questa sorta di psicosi generale e nessun incendio misterioso.

Una forma di pubblicità per il giornale Sun?

Quadri ed oggetti maledetti posseduti: 

The Hands Resist Him di Bill Stoneham

The Hands Resist Him di Bill Stoneham è un quadro molto misterioso e famoso, foto di seguito:

L’ autore ha realizzato il quadro in questione nel 1972 ad Oakland in California.

Bill Stoneham da giovane è rappresentato dal bambino mentre la bambola sarebbe la sua giovinezza.

La bambola sarebbe colei che lo accompagnerà nel percorso della vita, le mani che si intravedono nel vetro invece rappresentano il confine tra il mondo reale e quello immaginario.Tramite una nota piattaforma online vendette il quadro.

L’attore John Marley acquistò per primo il quadro.Dopo la morte dell’attore il quadro fu acquistato da una coppia residente in California nel 1984.

Nel 2000 rivendettero il quadro perché affermavano fosse posseduto. Si narra che i personaggi del quadro uscissero di notte dalla tela.

I personaggi secondo i testimoni cambiavano posizione nel disegno e la bambola talvolta appariva con in mano una pistola invece che le sue batterie. Quando la leggenda sul quadro maledetto venne alla luce il suo valore crebbe in breve tempo.

La misteriosa storia del quadro divenne pubblica ed il quadro ottenne molta notorietà.

Quadri ed oggetti maledetti posseduti:

Love letters di Richard King

Una bambina Samantha Houston di quattro anni è ritratta in questo quadro.

Lei fu la figlia del senatore degli Stati Uniti dell’epoca, nel 1887, alloggiava al Driskill Hotel, a Austin, Texas.

la bambina rincorrendo una palla cadde dalle scale rompendosi la spina dorsale.

Samantha morì sul colpo.

Il proprietario dell’hotel decise di commissionare un dipinto della bambina a Charles Trevor Garland che in seguito espose nel suo hotel.

Si vociferava della presenza dell’anima di Samantha sotto forma di  presenza che attraverso il dipinto seguiva con gli occhi chi lo osservava. Una cassaforte ha il quadro rinchiuso al suo interno.

Curiosità:

-Leggi l’articolo Bambole ed oggetti posseduti nel sito.

 

La maledizione di Ca’ Dario a Venezia

La maledizione di Ca’Dario a Venezia

Foto tratta da Wikimedia commons

La maledizione di Cà Dario a Venezia

Una vecchia cortigiana piegata sotto il peso dei suoi monili» (Gabriele D’Annunzio parlando di Ca’ Dario)

A Venezia lungo il Canal Grande vi è un palazzo chiamato Ca’ Dario su cui grava una maledizione e si dice che sia anche infestato da spiriti.

I veneziani conoscono bene la maledizione di Ca’Dario a Venezia e molti evitano di avvicinarsi troppo al palazzo.

La sua splendida facciata si trova direttamente sul Canal Grande ed è in stile gotico.

La maledizione di Ca’Dario a Venezia, Canal Grande

I suoi interni sono degni di ammirazione. Il marmo regna sovrano e  i camini sono quelli miglior conservati a Venezia.

La maledizione del palazzo tipicamente in stile veneziano è di una bellezza rara ma sarebbe la causa della morte di ogni suo proprietario.

Si tratta di morti di tipo violento come omicidi o morti accidentali a cui è stato attribuita una valenza di tipo paranormale.

I proprietari erano spesso vittime di tracollo finanziario.

La nascita della leggenda.

Questi strani fenomeni iniziarono nei lontani tempi della sua costruzione nel 1479 dall’architetto Lombardo Pietro.

Si narra che la causa delle disgrazie di Ca’ Dario sia dovuto alla sua costruzione su di un cimitero di templari.

Grazie alla sua bellezza tipicamente veneziana il palazzo è stato  ritratto più volte nel 1908 da Claude Monet.

Monet è un noto  pittore impressionista.

La  fama di questo  palazzo maledetto risale all’ottocento dopo la morte dei primi consorti che vi avevano abitato.

La maledizione di Ca’ Dario a Venezia, i proprietari.

Vi abitarono la figlia del segretario del Senato della Repubblica di Venezia Giovanni Dario, Marietta ed il marito Giacomo Barbaro. Barbaro si suicidò avendo perso ogni suo bene finanziario.

In seguito la moglie si suicidò, lasciando il palazzo al figlio Vincenzo Barbaro che fu in seguito ucciso a Creta.

Giovanni Dario costruì il palazzo come regalo di nozze per la figlia Marietta.

In seguito Alessandro Barbaro della famiglia Barbaro vendette Ca’ Dario ad Arbit Abdoll.

Abdoll era un commerciante di Pietre preziose e politico il quale morì in seguito al fallimento della sua attività.

in un secondo momento un uomo americano acquistò Ca’ Dario cercando rifugio a causa della sua omosessualità.

Charles Briggs si suicidò con il suo amante.

A cavallo del 1900 Henry De Regnier poeta francese acquistò il palazzo adorando Venezia. Una grave malattia uccise Henry.

ll palazzo rimase molti anni senza propietari.

Negli anni  70 Filippo Giordano delle Lanze, possessore di Ca ‘Dario fu ucciso dal suo amante.

L’amante era appena maggiorenne, in seguito si suicidò.

Il gruppo “The Who”

ll manager del gruppo “The Who”, una nota banda rock inglese, nel 1974 acquistò il palazzo ma morì in seguito una caduta dalle scale, forse suicidio.

Un grosso tracollo finanziario aveva travolto l’uomo che utilizzava droghe in quantità ingenti.

Fabrizio Ferrari un manager di Venezia perse la sorella in un tragico incidente. Anch’egli subì un tracollo finanziario.

Il 23 luglio 1993 Raul Gardini si sparò suicidandosi nel palazzo a causa delle gravi perdite economiche subite.

La carriera del noto tenore di Mario Del Monaco si interruppe bruscamente a causa di un incidente d’auto.

Stava andando a firmare il contratto di acquisto di Ca’ Dario. In seguito rinunciò alla compravendita.

Il finanziere Raul Gardini acquistò  il palazzo  per donarlo alla figlia Manuel 1993. Gardini per una serie di problemi economici si suicidò.

I proprietari riportati sopra sono solo alcune delle numerose persone che hanno posseduto e magari rivenduto palazzo Ca’ Dario.

Dopo la morte di Raul Gardini non vi erano più compratori disposti ad acquistare la “Casa maledetta Ca’Dario” .

La casa fu acquistata  infine da una multinazionale.

Nel 2000 Woody Allen prese in considerazione l’idea di acquistare la casa maledetta veneziana Ca’Dario.

Forse per sua fortuna, Allen desistette all’acquisto.

 Curiosità su Venezia:

Poveglia l’isola più infestata del mondo:

A sud di Venezia lungo il Canal Orfano vi è l’ isola del male o isola infernale.. l’isola di Poveglia a Venezia .

Poveglia l’isola infernale del male

Poveglia  l’isola infernale del male:

A sud di Venezia, lungo il Canal Orfano di fronte al porto di Malamocco, vi è l’isola disabitata di Poveglia. L’isola è nota come l’isola infernale del male oppure è nota come “l’isola del male” o “isola infernale”. 

Numerose persone non sono a conoscenza di questa caratteristica inquietante dell’isola . Vi è chi approda tranquillamente a Poveglia. L’isola è nota per le grigliate in compagnia, una di queste è organizzata ogni estate. Vi è chi vorrebbe adibire Poveglia a parco. 

Una vegetazione incolta si è estesa per oltre sette ettari di terreno nell’isola di Poveglia. Sono numerose le case abbandonate a loro stesse ricoperte di rovi e piante rampicanti. Secondo una leggenda è anche la dimora di spiriti, fantasmi e delle vittime di un ospedale psichiatrico. L’ospedale sorgeva in questa zona. Si narra che alle anime in pena dell’ospedale si uniscono le anime in pena bruciate in questo luogo in seguito alla peste.

 Il terreno dell’isola, si dice il 50 per cento, è in gran parte formato dalle ceneri di queste persone defunte. 

Poveglia l’isola infernale del male

L’isola di Poveglia ha avuto un passato luminoso ed è stata un importante punto di riferimento nell’800. E’ cresciuta di importanza fino alla guerra di Chioggia che segna il suo declino nel 1379. Nel 1700 è arrivata la peste in Europa e Poveglia è diventata un lazzaretto. Il comune di Venezia aveva deciso che tutti i corpi dei malati di peste dovevano convergere sull’isola. I corpi sarebbero statii bruciati ed in seguito sepolti in fosse comuni.

 In un secondo momento Poveglia è diventata l’isola della quarantena.  Marinai, intere imbarcazioni, uomini, donne e bambini malati di peste, ma a volte anche sani non ancora contagiati, si consumavano lentamente sull’isola. Migliaia di corpi sono stati rinvenuti sepolti nell’isola tra i vigneti locali. 

Tra le rovine dell’isola vi è chi afferma di aver visto anime erranti e che hanno udito voci e lamenti.

Nel 1922 è stato costruito un edificio smantellato nel 1947.

La funzione  dell’edificio non è chiara ancora oggi, vi è chi crede che il posto fosse un’ istituto psichiatrico. Un’ insegna scritta a mano riporta proprio questo tipo di dicitura “reparto psichiatrico” rinvenuta tra delle rovine. 

Esperimenti a Poveglia l’isola infernale del male?

In questo edificio si svolsero esperimenti e torture sui pazienti? Si narra che il direttore del posto, chiamato dottor Sarles, era un pazzo sadico. Praticava davvero la lobotomia ai suoi pazienti? Il dottore si è suicidato forse perseguitato dagli spiriti di Poveglia?

Un infermiera è stata testimone del suicidio dell’uomo,  egli si è gettato da un campanile morendo sul colpo. In seguito una fitta nebbia lo ha avvolto lentamente. Si trattava degli spiriti di Poveglia?  

Non è certo che è cosa successo tra le mura dell’edificio. I documenti del comune di Venezia dell’epoca affermano che il posto è stato semplicemente una casa di cura per persone anziane.

Poveglia l’isola infernale del male

Poveglia l’isola infernale del male

I fantasmi a Poveglia

Questo fenomeno paranormale è riportato in documentari esteri ed italiani. Poveglia è definita uno dei luoghi più infestati al mondo.

Il giornale “la nuova di Mestre e Venezia” nel luglio del 2016 ha riportato il curioso caso di cinque ragazzi provenienti dagli Stati Uniti d’America, dal Colorado. I ragazzi con un’attrezzatura da “Cacciatori di Fantasmi” hanno deciso di passare la notte sull’isola. L’obiettivo era quello di girare un documentario.

Questo gruppo di persone è fuggito disperato nel pieno della notte dall’isola di Poveglia. Hanno lasciato sul posto anche l’attrezzatura terrorizzati da rumori sinistri, voci spettrali e inquietanti sull’isola. Ai cacciatori di fantasmi è arrivato il soccorso verso mezzanotte da una barca di passaggio. La barca ha avvisato i pompieri della situazione anomala dove queste persone urlavano “aiuto fantasmi” in inglese.

Epas (European paranormal Activity Societies)

Nel 2017 otto persone che facevano arte dell’Epas (European paranormal Activity Societies), gruppo di studio sul paranormale, pasasarono ventiquattro ore nell’isola.

Due membri udirono il pianto di una bambina e movimenti di animali tra le piante ma non hanno potuto tenere traccia di questi suoni strani. Rimane solo la loro testimonianza. 

L’isola di Poveglia è chiusa al turismo da subito dopo lo smantellamento dell’istituto che ospitava. Poveglia è stata acquistata da una famiglia negli anni settanta. La famiglia è andata via dall’isola a causa delle presenze che la abiterebbero.  

Ad oggi l’isola è disabitata. Vi è solo la presenza di conigli. Per visitarla è necessario chiedere quasi un anno prima delle autorizzazioni speciali al comune di Venezia.

Un’ altra isola che si vocifera che è posseduta è San Servolo. Questa seconda isola si trova nei pressi del centro di Venezia.

San Servolo è stata venduta ed è abitata.

Curiosità ed approfondimenti:

Vedi l’articolo:

La maledizione di Ca’Dario a Venezia

Lungo il Canal Grande vi è un palazzo chiamato Ca’ Dario. Sul palazzo grava una maledizione. Si dice che sia infestato dagli spiriti…[continua]