Il Chupacabras di Alvignanello anno 1996

Il Chupacabras di Alvignanello anno 1996

di Antonio Iadicicco e Carmine Silvestri

Dicembre 1996

Alvignanello

Campania

Aggressioni ad animali da allevamento si sono verificate, nel dicembre 1996, ad Alvignanello.

Si tratta di un piccolo paese campano, ad est di Ruviano e a nord di Caserta. Alvignanello è sito su una grande distesa collinare costellata da proprietà terriere.

Alle spalle di Alvignanello si erge un fitto bosco la cui vegetazione selvaggia ostacola l’accesso sia all’uomo che a qualunque animale di grossa taglia. Si sospetta le uccisioni siano opera di un’entità biologicamente anomala, forse il Chupacabras.

II caso è stato investigato da Antonio Iadicicco e Carmine Silvestri, all’epoca inquirenti del CUN di Caserta, ora componenti del GIRUC, coordinati da Umberto Telarico.

Il Chupacabras di Alvignanello anno 1996

Gli autori dell’inchiesta

La sera del 15 dicembre 1996, alle ore 22:00 circa, il trentaquattrenne Andrea G. stava guardando la TV con sua moglie. Quando ebbe il presentimento che qualcosa di strano stesse accadendo al suo allevamento di 620 pecore.

Pensò di uscire per controllare, ma la moglie lo trattenne, perché imperversava un forte temporale.

La mattina seguente, verso le 7:30, Andrea G. si recò all’allevamento, trovò il recinto rotto. I cani spaventati a morte ed il gregge sparso nei dintorni, come se qualche animale avesse inseguito ed azzannato le pecore alla gola. Novantuno di esse erano morte, 60 ferite e le rimanenti erano disperse.

Interpellato il veterinario, questi rimase stupito dal numero di vittime e dalle modalità dell’aggressione. Gli animali non si presentavano sbranati, ma del tutto intatti.  Mostrando soltanto due fori (del diametro di qualche centimetro) alla gola.

Di particolare interesse era la completa assenza di sangue sul terreno e sugli animali, cosa che fece dedurre che il predatore in questione fosse di tipo ematofago. Alcuni presentavano un solo foro al collo, come se l’aggressore non fosse riuscito ad azzannare. II veterinario, del quale non possiamo riportare le generalità per motivi di sicurezza, fu titubante a trarre conclusioni.

Il Chupacabras di Alvignanello anno 1996

Cani selvatici

Cani selvatici fonte immaginePixabay

Dichiarando infine che ad aggredire gli ovini era stato presumibilmente un branco di cani selvatici.

Nello stesso giorno il fratello del signor Andrea si mise alla ricerca di eventuali tracce lasciate dal predatore. E si accorse che sul terreno, accanto ad una pecora morta, spiccava un’impronta circolare larga 10 centimetri, in cui era possibile riscontrare la presenza di artigli.

La ricerca continuò anche nei giorni seguenti, durante i quali furono rinvenute altre impronte simili.

II 31 dicembre, alle ore 22:30 circa, Andrea G., avvertito da un suo vicino del continuo abbaiare dei suoi cani, corse armato verso l’allevamento. E trovò gli animali impauriti ma, controllate le pecore nel recinto, non riscontrò alcunché di insolito e decise di tornare a casa.

Durante il tragitto, pero, notò due occhi rossi che rilucevano nel buio. Ma credendo che fossero di uno dei suoi cani, non vi prestò troppa attenzione.

La mattina dopo, tornando alla stalla per foraggiare le pecore, ne trovò altre 11 morte, uccise con le stesse modalità delle precedenti.

Intervenuti i Carabinieri e il personale medico dell’Azienda Sanitaria Locale, le carcasse vennero sotterrate ad una profondità di circa 2 metri.

Nelle notti successive Andrea G. si appostò per sorvegliare il gregge. Ed una notte, sentendo i cani abbaiare nervosi, imbracciò il fucile gia carico e lo puntò nell’oscurità. Scorgendo improvvisamente una sagoma che, velocissima, gli passò a pochi centimetri dal viso. Tanto da avvertirne lo spostamento d’aria, per poi scomparire nel buio, così velocemente da non poterne distinguere le fattezze.

Il Chupacabras di Alvignanello anno 1996

Un’altro attacco

Alvignanello.

Una ventina di giorni dopo, un altro allevatore della stessa zona, M.C., raccontò ad Andrea G. che due suoi cani a guardia del gregge abbaiarono improvvisamente. Dirigendosi verso il bosco, da cui però non fecero più ritorno.

Alcuni giorni dopo i cani furono rinvenuti morti, con i medesimi segni delle pecore.

Lo scenario si complicava:

nelle campagne di Alvignanello, i cani di altri allevatori, portando il gregge al pascolo, vennero attratti da qualcosa presente nei cespugli che li impaurì.

La creatura con il respiro affannoso.

Nello stesso periodo, nella zona fu trovato, nell’erba alta, un solco largo 5 metri e lungo quanto tutta la distesa. Infine, il 31 marzo 1997, ad un allevatore venne uccisa una pecora che presentava due fori alla gola e completa assenza di sangue.

Il 3 aprile, alle ore 17:30 circa, Mario C., che si trovava a qualche chilometro di distanza dall’allevamento di Andrea G. per raccogliere degli asparagi, avvertì d’improvviso uno strano verso simile ad un respiro affannoso (come un sibilo). Il sibilo proveniva dall’interno di un cespuglio a pochi metri di distanza.

L’uomo si avvicinò incuriosito e più si avvicinava più il sibilo aumentava di intensità e viceversa.

“Questo – dichiara – mi fece intuire che doveva esserci sicuramente qualche animale sconosciuto. Poiché non riuscivo ad associare lo strano verso a nessun animale a me noto. Ma mi avvicinai lo stesso al cespuglio. Improvvisamente l’animale emise un urlo così forte ed intenso, smuovendo il fogliame e potei scorgere una sagoma scura che si agitava, alta circa un metro e trenta. Ebbi paura. Così scappai”.

Il Chupacabras di Alvignanello anno 1996

Le impronte:

Le impronte rilevate dagli allevatori locali hanno permesso di ricavare un calco. Il calco è stato sottoposto al giudizio di esperti di medicina veterinaria, i quali – in ogni caso – non sono riusciti a catalogarlo tra le orme di animali conosciuti.

Il calco è stato anche sottoposto ai responsabili dello zoo di Napoli. I quali hanno preso qualche giorno di tempo per studiare l’orma. Ma non sono riusciti a catalogarla né fra le orme di felini né fra quelle di grandi mammiferi come l’orso e simili. Si tratta di un’impronta di dieci centimetri di diametro, con un cuscinetto posteriore e quattro dita dotate di artigli non retrattili. Dita penetranti nel terreno per circa due centimetri.

L’insieme delle impronte evidenzia una postura bipede e le stesse sono del tutto identiche a quelle rinvenute a Porto Rico ed in Messico (vedi “Dossier Alieni” n°3, pag. 53).Calco in gesso dell’impronta visto da prospettive diverse(immagine nn disponibile)

L’ipotesi iniziale di un animale selvatico, come un orso o un felino di grosse dimensioni, è stata scartata dai consulenti per i seguenti motivi:

Nel caso si fosse trattato di un felino, i cuscinetti delle dita avrebbero dovuto essere molto più arrotondati.

Lo spazio inter-digitale più ridotto, gli artigli avrebbero dovuto essere retrattili ed infine la loro struttura sarebbe risultata “cava” e non “piena”.

Ipotesi del plantigrado.

Per quanto riguarda l’ipotesi di un plantigrado, il calco dell’orma avrebbe dovuto mostrare un’area palmare piatta e quattro artigli lunghi e poco ricurvi.

Inoltre, entrambe le ipotesi non si accordano con le modalità di aggressione. Poiché tali animali, essendo carnivori, non avrebbero dovuto lasciare intatti i corpi degli ovini. Ed inoltre orsi e felini non sono predatori di tipo ematofago.

Si è inoltre constatato che le carcasse delle vittime non presentavano rigor-mortis. Cosa che avviene nei decessi per dissanguamento.

Gli indizi quindi ci riconducono alle ormai tristemente note e feroci aggressioni del Chupacabras. Ovvero una presunta entità biologica anomala che si ciba di sangue. E che, in genere, preferisce come sue vittime caprini ed ovini (vedi “Dossier Alieni” n°3-5).

Va anche esclusa l’ipotesi di un’impronta artefatta. Giacché, da un punto di vista strettamente tecnico, il calco presenta dettagli anatomici. Come pieghe della pelle, struttura interdigitale e degli artigli. Dotati di plasticità tali da eliminare sia il risultato di una contraffazione accidentale come sovrapposizione casuale di più impronte animali. E’ da escludere la manipolazione intenzionale.

Come visto, i veterinari, dopo le analisi necroscopiche, non hanno identificato nel possibile aggressore né un felino, né un plantigrado.

Inoltre gli animali (come quelli di proprietà del signor Andrea G.) erano di sesso femminile. E di età compresa tra uno e cinque anni e non presentavano segni associabili a malattie infettive proprie della specie.

La tecnica predatoria

Secondo il nostro consulente veterinario la tecnica predatoria del predatore fa escludere la sua appartenenza a qualsiasi specie animale nota.  La tecnica predatoria è l’uccisione di ovini con una sola ferita all’altezza del collo, paragonabile a quella di un serpente. Inoltre in tale tecnica predatoria vi è l’assenza di segni di sbranamento, dilaniamento e divoramento dei corpi. Infine vi è la sua apparente dieta ematofaga.

II parere di un altro veterinario è stato simile. 

Il rapporto di seguito:

“Analizzando le modalità di aggressione e visionando l’impronta, si tratta presumibilmente di un’entità biologica animale. Entità che ha subito un’alterazione genetica tale da renderlo dissimile. L’impronta  per caratteristiche strutturali che fisiologiche è dissimile da qualsiasi animale di tipo felino o urside di qualche specie”.

Si ripete quanto accaduto nelle regioni centro-sud americane.

Ma non potendo associare le impronte e le modalità di comportamento ad alcun animale noto, si fa ricorso all’ipotesi dell’alterazione genetica. Altri strani casi.

La casistica degli eventi anomali si estende sino alla primavera scorsa.

Fonte:

hwh22.it

Approfondimenti:

Visita la sezione del sito sul chupacabra

Progetto Chupacabras, esperimenti genetici o alieni?

Progetto Chupacabras, esperimenti genetici o alieni?

Agosto 2000

Cile

Dal Cile le ultime, sconcertanti notizie.

I chupacabras sembrano dotati di facoltà telepatiche. Sono il prodotto di esperimenti genetici o manifestazioni aliene?

Stando a rapporti ottenuti da Marcial Campos Maza – giornalista del servizio stampa EFE – la cattura sarebbe avvenuta in una zona semi desertica nei pressi della miniera Radomiro Tomic, a nord di Calama.

Nel corso dell’operazione sarebbero stati esplosi colpi d’arma da fuoco ed uno dei soldati cileni è rimasto ucciso.

Le due creature, trattenute nella caserma del reggimento per alcune ore, sarebbero state prese in custodia da una squadra della NASA giunta sul posto in elicottero.

Alcuni residenti di Calama, tuttavia, dichiarano che i Chupacabras sono stati “creati” proprio dalla NASA.

Gli Americani si sono lasciati sfuggire almeno tre esseri, frutto di esperimenti genetici e sono stati capaci di catturarne solo due“, afferma l’architetto Dagoberto Corante.  Secondo il quale l’esercito cileno continua a rifiutarsi di rilasciare dichiarazioni sulla faccenda.

“Si dice che l’animale catturato sia stato tenuto prigioniero nella caserma del reggimento fin quando gli esperti della NASA lo portarono via”. Dichiara Corante, persona nota e rispettata in questa zona.

Zona dove i Chupacabras hanno predato e sparso il terrore tra la popolazione.

“Il giorno in cui la notizia è trapelata, i militari hanno persino chiuso il locale aeroporto per diverse ore, in modo da permettere l’atterraggio dell’elicottero che trasportava gli scienziati americani”  aggiunge Corante

“Anche se nessuno capisce che necessità ci fosse di chiudere l’aeroporto, poiché gli elicotteri possono atterrare dappertutto, e ciò ha dato luogo a disparate illazioni”.

Progetto Chupacabras, esperimenti genetici o alieni?

Paura a Calama

Si moltiplicano i resoconti sull’aggressività dei Chupacabras e sulla loro capacità di superare a balzi muri alti anche tre metri e di aggirarsi indisturbati tra i cani da guardia. I corpi di polizia e volontari ne hanno rinvenuto solo alcune orme sparse. Quest’area di terreno desertico che si trova 1.500 chilometri a nord di Santiago del Cile, la capitale.

Gli abitanti di Calama e di alcune comunità vicine hanno continuato ad attribuire all’agenzia spaziale americana la responsabilità per le apparizioni e gli attacchi dei Chupacabras.

Che hanno fatto scempio di numerosi capi di bestiame nelle fattorie della regione ed in altre zone del Cile.

Precedentemente, nel mese di Aprile, a nord di Calama e nei dintorni, erano state rinvenute le carcasse di dozzine di animali. Tra cui capre, maiali, polli, conigli totalmente dissanguati, ma non divorati dai misteriosi predatori.

La testimonianza di un soldato di leva

Un militare Foto di tprzem da Pixabay

Nello scenario si inserisce di prepotenza l’investigatore Patricio Borlone Rojas.

Il quale ha raccolto la testimonianza di un giovane soldato di leva, che ha chiesto di mantenere l’anonimato, di stanza a Calama.

La notte del 10 Maggio, mentre era di guardia, il giovane ha scorto un Chupacabras. Egli ha avvisato immediatamente il suo superiore. La strana creatura compiva dei grandi balzi e, ad un certo momento, ha dato persino l’impressione di galleggiare nell’aria (forse era dotata di una sorta di ali?).

Secondo il soldato, che non aveva potuto distinguere altri particolari a causa dell’oscurità, l’essere, piuttosto peloso e ricurvo, era alto circa un metro e venti.

In seguito alla sua segnalazione, sul luogo è stata inviata una squadra di militari. I quali hanno fatto rientro con alcune strane “uova” rinvenute sul luogo dove le creature erano state sorprese, due creature uccise ed una catturata. . 

I cui corpi sarebbero stati rimossi poi da personale della NASA presente nella zona. Il particolare più sconcertante dell’intera vicenda è la comparsa di un nuovo fattore, rispetto ad altri avvistamenti simili, ossia le “uova”. Dovremo forse cambiare la nostra opinione sul metodo di riproduzione di queste entità o creature?

La risposta si trova nelle mani di coloro che controllano le informazioni: perché la verità sui Chupacabras non può essere svelata una volta per tutte?

Progetto Chupacabras, esperimenti genetici o alieni?

Facoltà telepatiche

La trentasettenne Evelyn Esbry – residente a Baquedano, una cittadina a nord di Antofagasta, il 30 Maggio, alle sei del mattino, ha avvertito forti rumori provenire dal cortile dietro la sua abitazione ed è uscita per scoprire di cosa si trattasse.

La sua casa si trova presso il ristorante “El Rutero”. Dove, due settimane prima, alcuni Chupacabras avevano ucciso, dissanguandoli, nove conigli. E lasciando sul terreno orme simili a quelle individuate in casi analoghi avvenuti nella stessa regione. Nel cortile, qualcosa le è saltato improvvisamente alla schiena.  Per cui la donna si è voltata e si è trovata faccia a faccia con uno strano animale.

Paralizzata di fronte a questa orribile creatura la Esby ha perso i sensi.

La donna più tardi ha così descritto l’essere che l’aveva aggredita:

alto circa 1 metro e 30, coperto di pelo scuro, dal grosso grugno e grandi, luminosi occhi arancioni.

Il marito della Esbry, Walter Allaga, non si è accorto di nulla. Ma preoccupato non vedendo tornare la moglie, è uscito a cercarla. L’uomo ha trovato la donna svenuta.

Il paramedico locale, Rodolfo Gonzales, le ha prestato i primi soccorsi.  La donna è stata ricoverata presso l’Ospedale Regionale di Antofagasta, era in stato di shock.

In ospedale, dove le hanno somministrato un sedativo, le sono state riscontrate ferite e graffi sul collo, la schiena e le mani. I vestiti in parte laceri. La donna, all’inizio, ha rifiutato di elaborare il ricordo del suo spaventoso incontro. Ma pochi giorni dopo ha fornito dei dettagli.

Il più importante e significativo dei quali è il fatto che quando vide in faccia il Chupacabras, questi le inviò un ordine telepatico:

“Non gridare!”

Dopo aver udito ciò, la Esbry svenne.

Progetto Chupacabras, esperimenti genetici o alieni?

Esseri senzienti?

Sierra Gorda.

Il caso della signora Esbry non è unico.

Il paramedico Rodolfo Gonzalez afferma di aver ricevuto un’altra chiamata, due settimane prima. La chiamata proveniva dal villaggio di Sierra Gorda (che si trova tra Baquedano e Calama). Là soccorse una coppia, imbattutasi in un Chupacabras.

I due si trovavano in in automobile. Stando alle loro dichiarazioni, il Chupacabras ordinò mentalmente alla ragazza di uscire dall’auto. Ma, mentre apriva lo sportello, la donna si rese improvvisamente conto di quel che stava facendo e lo richiuse precipitosamente. Chiedendo al suo amico di mettere in moto e scappare.

Il ragazzo non riusciva più a muovere le gambe ma riavviò in qualche modo il motore. Appena accese i fari, la creatura sparì nel buio della notte.

La giovane coppia ha chiesto di mantenere l’anonimato.

Questi due casi ci spingono a pensare che i Chupacabras non siano “animali” ma “esseri senzienti”.

Bisogna sottolineare che, nella stessa zona, ci sono stati numerosissimi casi di avvistamenti UFO. Infatti molti rapporti riferiscono di forti luci nel cielo, così intense da illuminare intere città in piena notte.

Progetto Chupacabras, esperimenti genetici o alieni?

La relazione tra Ufo e chupacabras.

La maggior parte degli ufologi cileni è ora convinta che esista una relazione tra gli UFO ed i Chupacabras. Però rifiutando ormai l’ipotesi dell’esperimento di manipolazione genetica sfuggita al controllo umano.

Qualcuno è forse in grado di creare un animale pensante? Un animale capace di impartire ordini telepatici ad un essere umano?

Patricio Borlone Rojas, un investigatore che vive a Santiago del Cile, ha inoltre confermato che, il 12 Maggio, due speciali containers della NASA sono giunti a Santiago con due diversi voli da Miami.

I containers sono stati poi immediatamente caricati su un Cargo Boeing 737 delle linee aeree locali AVANT. Volo partito per Calama alle 8 del mattino dello stesso giorno.

Calama.

Risulta inoltre che, a Calama, i due Chupacabras vivi catturati dai militari del luogo, siano stati messi nei containers e che l’aereo sia ripartito nel pomeriggio per una destinazione ignota.

(Si ringraziano per la collaborazone: John Hayes, Joseph Trainor e Scott Corrales).

Fonte:

edicolaweb

Approfondimenti:

La Nasa cattura tre animali sono dei chupacabras? 

Viista la sezione del sito sul chupacabra.

La Nasa cattura tre animali dei chupacabras?

La Nasa cattura tre animali dei chupacabras

12/06/2000 

Santiago.

Cile.

Tre animali noti con il nome di chupacabras sarebbero stati catturati dai membri dell’aeuronautica militare dello spazio (Nasa) in Cile. Dopo qualche settimana di permanenza in loco della Nasa.

I membri della Nasa hanno dichiarato che i tre animali, detti Chupacabras facevano parte di un esperimento genetico.

Il presidente del gruppo ufologico Ovnivisión del Cile, Cristian Riffo ha dichiarato che i tre animali sono stati catturati nel nord del Cile.

Anche Riffo avrebbe dichiarato che gli animali facevano parte di un esperimento genetico. Esperimento effettuato nel deserto di Atacama, in Cile. Perchè la zona è considerata una delle zone più secche del pianeta. Quindi idonea alla sperimentazione.

Gli statunitensi avrebbero ottenuto l’aiuto dei minatori del deposito di Chuquicamata, dell’impresa statale Codelco. Anche l’esercito ha aiutato nel catturare gli animali.

La Nasa cattura tre animali dei chupacabras?

Un mandrillo. Foto daPixabay
 

I chupacabras catturati sono descritti come animali altri circa un metro e venti centimetri di statura.

Con zampe posteriori come quelle dei dinosauri Velociraptor, si muoverebbero a zig zag con fattezze umane nella faccia e il corpo sarebbe simile a quello di un mandrillo. Il mandrillo è un primate (una scimmia) presente nelle foreste tropicali del Gabon, Camerun, Guinea equatoriale e Congo. Questo animale è alto circa 80 cm e pesa tra gli 11 ed i 25 kg.

Ma talvolta i maschi raggiungono i 50 kg di peso. E’ dotato di arti tozzi e robusti e naso lungo e rosso contornato da creste bianche ossee. E’ privo di coda che è solo un mozzicone eretto.

Riffo dichiarò che gli esseri furono scoperti e catturati vicino alla miniera Radomiro Tomic di Codelco. E’ un deposito vicino a quello di Chuquicamata. Si trova a 1560 chilometri a nord della capitale.

Il presidente dell’Ovnivisión del Cile ha dichiarato che un militare di leva cileno avrebbe subito un attacco da uno di questi chupacabras durante la cattura.

Pertanto il governo cileno e l’esercito sono stati sollecitati a dire la verità riguardo a questi esperimenti genetici.

Fonte giornale:

La prensa.com

Approfondimenti:

Di seguito un’articolo completo su questo evento in Cile:

Cile

Progetto Chupacabras, esperimenti genetici o alieni? Dal Cile le ultime, sconcertanti notizie. I chupacabras sembrano dotati di facoltà telepatiche. Sono il prodotto di esperimenti genetici o manifestazioni aliene?

Di seguito visita la sezione del sito sul chupacabra

Immagine di copertina: Pixabay

Morti misteriose di animali con ferite alla gola, Brasile

Morti misteriose di animali con ferite alla gola, Brasile

Brasile

San Paulo

23/04/2000

Morti attribuite al leggendario mostro chiamato Chupacabras  che avrebbe attaccato anche in altre regioni.

La morte misteriosa di circa 200 animali tra pecore, maiali domestici ed altri animali terrorizza la popolazione locale.

Un maialino. Foto di ????Merry Christmas ???? da Pixabay

Gli animali sono stati rinvenuti con due ferite alla base del collo, almeno 215, nelle zone agricole. E ritrovati quasi completamente privi di sangue. Queste strane e violente morti sono attribuite al leggendario Chupacabras. Il chupacaba terrorizza la popolazione locale.

Però gli impiegati dell’agricoltura attribuiscono questi attacchi ai cani selvatici.

Morti misteriose di animali con ferite alla gola, Brasile

Brasile.

La leggenda del “chupacabras” ha avuto rilievo in Brasile, Messico, Puerto Rico e Stati Uniti. Infatti in questi luoghi numerosi attacchi sono stati denunciati alle autorità.

Informazioni grande diario ABC

Fonte:

ultimosegundo.

Approfondimenti:

Visita la sezione del sito con l’articolo completo sul chupacabra,

Di seguito l’articolo del sito sul chupacabra:

Chupacabra mito o realtà?

Il Chupacabra è un mito o una realtà? In ogni parte del mondo la mitologia e il folklore popolare fanno parte della quotidianità. Per cui ogni luogo ha la sua leggenda. Ma vi sono quelle più popolari e note. Infatti ogni nazione, ogni paese, ogni luogo ha una sua leggenda.

Di seguito leggi l’esperienza di rapimento alieno di Antonio La Rubia.

Brasile.

L’allucinante esperienza di Antonio La Rubia, Brasile.

L’incredibile avventura occorsa due decenni orsono al brasiliano Antonio La Rubia, un autista di autobus trentatreenne vittima di un sequestro. Si tratta di un sequestro operato da stranissime entità robotiche discese da un grande oggetto discoidale e i cui postumi furono in lui dati da un abnorme stato febbrile che lasciò allibiti gli stessi medici.

Di seguito visita la sezione del sito con le teorie sul chupacabra:

Teorie e Relazioni

Infine le teorie e le relazioni riguardo il mitico Chupacabra. Teorie che tentano di dare spiegazione all’origine e alla sua esistenza.

Il caso Talavera, catturato un chupacabra?

Il caso Talavera, catturato un chupacabra?

Esperti dicono abbiamo catturato un Chupacabras?

6 settembre 2000

Per centinaia di anni hanno circolato storie sul temibile Goat Sucker, detto anche Chupacabras in centro America. E’ un terribile essere che vaga di notte attaccando il bestiame e succhiando via il sangue alle sue prede dalla gola.

Nessuno fino ad ora ha mai provato l’esistenza del chupacabra.

Ma un coltivatore in Nicaragua avrebbe sparato a due creature che attaccavano le capre nel suo podere.

Il coltivatore si chiama Jose Luis Talavera ed ha descritto come ha controllato il suo podere dopo la morte di 70 capi. Gli animali tra pecore e capre sono stati ritrovati completamente dissanguate.

Jose Luis Talavera afferma che quella notte ha sparato a due esseri con la testa di toro e la pelle nuda come quella di un pipistrello. Con una cresta sul capo formata da scaglie come quelle dei coccodrilli.

Il caso Talavera, catturato un chupacabra?

Le prove

Il sig.Talaverna ha affermato in seguito di aver trovato lo scheletro di uno dei due esseri all’ingresso di una grotta appena fuori Malpaisillo. Si tratta di una città rurale circa 45 chilometri a nord-ovest di Managua.

Il contadino ha consegnato il corpo alle autorità competenti locali per permettere loro di esaminarlo. Zoologi come Edmundo Torres, della National Autonomous University of Nicaragua hanno dato il loro verdetto:

E’ un cane senza ombra di dubbio, un cane comune privo di zanne o altri organi con cui poter succhiare sangue.

Questa spiegazione non ha convinto Torrel il quale afferma che non è un cane comune quello che ha ucciso e che un cane comune non puo’ dissanguare oltre 120 pecore nella zona.

Il caso Talavera, catturato un chupacabra?

Talavera con la creatura ucccisa. Immagine tratta dal web

Altre persone della zona si sono chieste che significato può avere la presenza di questi esseri nella zona.

Un prete protestante Francisco Ortiz ha detto che la creatura è una “Chiamata superiore” che comunica a uomini e donne che l’uomo si sta muovendo verso Dio.

Gli antropologi affermano che il Chupacabras sia una leggenda vecchia di secoli senza alcun fondamento.

Malgrado il verdetto ufficiale circa l’ultima scoperta, molti sono ancora convinti che i chupacabras siano vivi e molto pericolosi.

Lo stesso Talavera afferma apertamente che le ossa mostrate dall’università non sono le stesse dell’essere da lui ucciso e fotografato.  Talavera crede quindi in un caso di cover-up ovvero insabbiamento dei fatti da parte delle autorità.

Fonte:http://www.bbc.co.uk

Approfondimenti:

Visita la sezioen del sito sul chupacabra.

 

 

Il caso Valerio Lonzi, presunto rapimento alieno

Il caso Valerio Lonzi

Gli ufo nella mente: Ipnosi e considerazioni di metodo

Il caso di Valerio Lonzi: considerazioni di Nico Conti e Alessandro Zabini

Il caso Valerio Lonzi

Premessa: questo articolo è stato pubblicato su UFOFORUM Nr.11 Ottobre 1998, e fa parte di uno studio più ampio non pubblicato sul Caso Valerio Lonzi (sintesi di Alessandro Zabini).

Il presunto rapimento di Valerio Lonzi da parte di esseri extraterrestri, raccontato da Corrado Malanga nel libro “Gli UFO nella mente” [1], costituisce una vicenda complessa che meriterebbe di essere esaminata lungamente e dettagliatamente, ciò che ci proponiamo di fare altrove.

Qui, poiché disponiamo soltanto dello spazio di un articolo, scegliamo di esaminarne un solo aspetto, sia perché a nostro avviso si tratta di un aspetto fondamentale, sia perché lo stesso Malanga vi attribuisce notevole importanza.

Sia perché riteniamo che la validità delle conclusioni di una ricerca dipenda dal metodo con cui esse sono ottenute.
Non ci proponiamo, dunque, di criticare le conclusioni di Malanga in quanto tali, bensì di esaminare il metodo con cui, tramite l’indagine sul caso Lonzi, egli intende dimostrare alcune tesi.

Il caso Valerio Lonzi, presunto rapimento alieno:

Tesi che si possono riassumere nella validità dell’ipnosi e nella realtà dei rapimenti alieni:

1) verificare se il metodo dell’ ipnosi regressiva poteva essere affidabile
in una inchiesta di abduction;

2) mettere in evidenza i limiti della tecnica;

3) verificare quanto i casi americani riportati in letteratura fossero stati affrontati con tutti i crismi della scientificità;

4) stabilire quanto di vero ci fosse nel racconto dei testimoni. A livello di missing time non ricordavano nulla della loro esperienzama se interrogati sotto ipnosi raccontavano di strane macchine volanti e di piccoli omini grigi» [1, p. 34].

Il caso Valerio Lonzi, presunto rapimento alieno

Nel condurre l’indagine, Malanga si fonda su alcune premesse.

La principale è che Lonzi sia stato vittima di un rapimento da parte di esseri extraterrestri.
Le circostanze che inducono a sospettare un rapimento alieno possono essere valutate secondo i criteri stabiliti da Budd Hopkins e da David Jacobs, ricercatori che interpretano il fenomeno dal punto di vista dell’ipotesi extraterrestre.

Un tipo di analisi che tende ad estendere il fenomeno.

Il questionario di Hopkins e Jacobs.

Nel 1991, Hopkins e Jacobs idearono un questionario per individuare potenziali esperienze di rapimento (non ci interessa qui dare un valore di merito a questo questionario) nel caso Valerio Lonzi.

Agli intervistati si chiedeva quali fra le esperienze elencate di seguito avessero mai vissuto [2, p. 44]:

a. Vedere un fantasma.

b. Avere la sensazione di abbandonare il proprio corpo.

c. Vedere un UFO. d. destarsi paralizzati , con la sensazione che nella stanza vi sia un estrameno, o una presenza o qualcos’altro e avere la sensazione di volare, anche se non si sa perchè nè come.

f. Sentire o vedere la parola TRONDANT, e intuire che ha un significato segreto (si tratta soltanto di una domanda di controllo, poiché “trondant” non ha alcun significato).

g.Non riuscire a ricordare dove si è stati, nè perchè, per un periodo di un’ora o più, in cui, a quanto pare, ci si è smarriti.

h. Vedere luci insolite o sfere luminose in una stanza, senza saoere che cosa le provoca, nè da dove provengono.

i. Accorgersi di avere sul corpo cicatrici di cui non si conosce l’origine, di cui non ci si ricorda ( e nessun altro, parente o amico si ricorda) come o dove le si è riportate.

j. Avere visto, da fanciullo o da adulto, una figura terrificante (un mostro, una strega, un demonio, o qualche altro personaggio malvagio) nella propria camera da letto, o nell’ armadio, o altrove.

k. Avere sogni vividi sugli UFO [2, pp. 44/45].

Le domande che sono indicatori:

Ebbene, il caso di Valerio Lonzi si presenta assai diverso.

«Ancora oggi», si legge in un articolo pubblicato prima che Malanga iniziasse la propria indagine, «Valerio porta con sé i “ricordi” di quella strana avventura.

Ipotizza che, quella notte, possa essere successo qualcosa che lui non ricorda. Forse, ipotizza, é stato prelevato per essere “analizzato” e quindi riportato sulla Terra senza che ne possa avere il ricordo.
“In quei quarantacinque minuti di “vuoto” che ho nella memoria”, spiega, “puó essere successo di tutto. E non sono il solo ad aver vissuto quell’avventura”.
«”Non ricordo di aver mai visto alieni in carne ed ossa, dice Valerio, “a parte le ‘palle di luce‘, che probabilmente erano strumenti (qui si riferisce al duplice avvistamento di un fenomeno non identificato, che sarebbe stato la causa del suo missing-time N.d.A.). Ma, da quel giorno, continuo a sognarli”.

Il caso Valerio Lonzi, presunto rapimento alieno

Ma allora come sono fatti gli alieni?

“Nelle mie immagini notturne sono bipedi, un po’ più bassi di noi, ma di forma quasi umana”, conclude.

“La loro carnagione é pallida, tendente al grigiastro. Il mio più grande desiderio? Quello di poterli incontrare di nuovo.

Si dice che, prima o poi, chi ha avuto contatti con gli extraterrestri, venga ‘prelevato’ dalla Terra definitivamente. E io non aspetto altro» [5].

A differenza dei rapiti di cui riferiscono i ricercatori americani, Lonzi non appare angosciato, né traumatizzato, né terrorizzato dall’esperienza di rapimento, e neppure dalla sua possibilità.

Anzi, spera che gli alieni lo rapiscano di nuovo, e definitivamente.
Nel suo libro, Malanga non riferisce che Lonzi aveva pubblicamente dichiarato di sospettare che il missing time accompagnato all’avvistamento fosse connesso a un suo possibile rapimento da parte dei Grigi (com’era accaduto a Travis Walton nel film “Bagliori nel buio”, da Lonzi visto pochi mesi prima) [1, pp. 54, 55; 5; 6; 7].

Racconta invece che, in occasione del loro primo incontro, Lonzi dichiara di voler scoprire che cosa gli sia accaduto durante i quarantacinque minuti di cui non ha ricordo [1, p. 38].

La tecnica della regressione ipnotica:

Dopo avere risposto che è possibile mediante la regressione ipnotica, Malanga gli descrive succintamente la tecnica.
Quindi precisa:

«Era la prima volta che lavoravamo a un caso di sospetta abduction con l’impiego delle tecniche di ipnosi e io [?] non volevo rifare gli errori che i miei colleghi [?] avevano fatto; volevo poi lavorare al miglioramento delle tecniche ipnotiche [?]» [1, p. 43].

Evidentemente, nonostante le differenze fra il caso di Lonzi e quelli raccontati dai ricercatori americani a cui pure fa riferimento, Malanga ritiene di avere raccolto elementi sufficienti per sospettare un rapimento.
Non prende neppure in considerazione ipotesi diverse [1, pp. 43, 47, 54].

Poi, lasciandosi guidare dal proprio punto di vista, compie quelli che nostro giudizio sono gravi errori metodologici.

I gravi errori metodologici:

Decide di ricorrere all’ipnosi regressiva già in occasione del suo primo colloquio con Lonzi, senza avere verificato in alcun modo il suo racconto.

Senza svolgere indagini preliminari accurate su di lui e sulla sua famiglia:

per giunta, non raccoglie personalmente le informazioni di cui dispone, ma si serve di Maura Di Meo, un’amica di Lonzi [1, pp. 43, 47, 51,74/75, 77/80, 133].
A giudicare dal libro, non intervista personalmente i genitori di Valerio, non compie alcun sopralluogo a Reppia, non tenta neppure di rintracciare gli altri testimoni dell’avvistamento, né i medici che avrebbero valutato la natura delle cicatrici.

Né tenta in alcun modo di trovare riscontri a ciò che Valerio racconta durante le regressioni ipnotiche (se questo è stato fatto non si capisce perchè non venga riportato).

Il profilo psicologico nel caso Lonzi:

Il profilo psicologico di Lonzi viene tracciato soltanto nel 1996, quando Valerio è sottoposto a regressioni ipnotiche da oltre un anno, su richiesta dello stesso Lonzi, per uno scopo specifico, e sulla base di un solo colloquio[1, pp. 42, 47, 51/52, 75/80, 133, 252/256].

Prima di iniziare le sedute ipnotiche, Malanga decide di procedere all’analisi dei sogni di Lonzi, perché «per me che sono abituato a schematizzare tutti i comportamenti umani in semplici schemi operativi» l’ipotesi era che «il cervello di Lonzi si divideva in tre parti che funzionavano nel seguente modo».

Quindi espone la sua teoria della memoria, secondo cui i ricordi, dopo essere stati filtrati dal subconscio, dove perdono gli «orpelli», si depositano in forma semplificata nell’inconscio.

All’occorrenza possono essere richiamati dall’incoscio, ripassano attraverso il filtro del subconscio, riacquistando gli «orpelli», e si ripresentano completi alla coscienza.

L’inconscio.

Di conseguenza, precisa Malanga, «per me le informazioni stavano solo nell’inconscio del soggetto» [1, pp. 47, 48].
I sogni attingono all’inconscio, quindi, secondo Malanga, attraverso l’analisi dei sogni è possibile recuperare quei ricordi che sono depositati nell’inconscio, ma che, «non si sa bene per quale ragione», non riescono a superare il filtro dell’inconscio per ritornare alla coscienza [1, p. 48].

Molto più utile sarebbe approfondire la teoria della memoria come “ricostituzione” dei ricordi, e comprendere come agiscono le false memorie e la confobulazione sotto ipnosi, di fronte a domande direttive e/o suggestive.

Dunque, Malanga chiede a Lonzi se abbia sogni ricorrenti, e Valerio gliene racconta uno che «non ha nessuno spunto apparentemente ufologico ma scopriremo che rappresenta il punto di partenza della nostra indagine».

Le supposizioni di Malanga

Quando Lonzi dice avere incontrato in sogno «due amici», Malanga lo interrompe e gli chiede di descriverli.

«Perché ritenevo che se questo sogno aveva a che fare con la sua abduction, delle informazioni preziose potevano scaturire dalla descrizione degli esseri che lui vedeva nel sogno» [1, p. 49].

A questo punto, Malanga presuppone senza alcun motivo che il sogno  possa avere attinenza con un rapimento, e gli «amici» diventano per lui «esseri» [1, p. 50].

Gli amici onirici di Lonzi sono di bassa statura, calvi, con «gli occhi all’orientale e uno aveva le unghie lunghe e completamente nere».
Malanga pensa immediatamente a una vaga somiglianza con i Grigi di Hopkins.

«Intendiamoci bene» precisa, «non è che si volesse qui interpretare un sogno a usum del fini»; tuttavia ritiene che la vaghezza e il particolare discordante delle unghie si possano attribuire alla «censura onirica» o alla «visione distorta» di Valerio [1, pp 49/51].

L’avvio dell’indagine.

La mente, illustrazione. Foto di Pete ???? da Pixabay

Riassumendo, Malanga avvia l’indagine sul caso Valerio Lonzi sulla base di alcune premesse [1, pp. 43, 47, 48, 50, 101]:

1) che l’incoscio sia una sorta di deposito di ricordi rimossi e che sia possibile attingervi per ricostruire esperienze oggettive in una maniera che sia valida ai fini della ricerca scientifica;

2) che nei sogni riemergano le esperienze traumatiche, e che sia possibile ricostruire queste ultime (sempre in maniera valida ai fini della ricerca scientifica) tramite l’analisi dei sogni;

3) che i sogni ricorrenti rimandino necessariamente a esperienze oggettive;

4) che la regressione ipnotica sia uno strumento affidabile per ricostruire un’esperienza oggettiva traendone il ricordo dall’ inconscio.

Ci si chiede dunque se tali premesse si accordino con le attuali teorie scientifiche sul funzionamento dell’inconscio e della memoria, nonché sul ricorso all’ipnosi per il recupero dei ricordi.

La risposta purtroppo per Malanga è no.

Di recente, come ha documentato nel 1997 il Royal College of Psychiatrists, numerosi studi hanno dimostrato che gli eventi psicologicamente traumatici comportano spesso l’incapacità di dimenticare, anziché una rimozione completa dalla sfera della coscienza [8].
Non esiste prova che i ricordi possano essere rimossi o bloccati mediante la repressione o la dissociazione. Chi soffre di amnesia ne è ben consapevole.

Non è stato possibile dimostrare che i traumi influiscano sulla memoria [8].
La ricerca suggerisce che la memoria è un processo di ricostruzione fallibile e suscettibile alla suggestione [9]:

più gli eventi sono lontani nel tempo, più la memoria viene modificata dalla suggestione e dalla confabulazione quando si cerca di ricordare.

Capita spesso che sia impossibile ricordare parti considerevoli del passato, per cui la mente tende a colmare le lacune con l’immaginazione [8].

La memoria ed i ricordi:

La memoria autobiografica individuale è inaffidabile, quindi non si può confidare in essa senza verifiche oggettive (che però in alcuni casi, come l’abuso sessuale sui bambini e il presunto rapimento alieno) sono difficili da ottenere.

Esistono elevate probabilità che i “ricordi” recuperati dopo lunghi periodi di amnesia siano falsi, soprattutto se per recuperarli vengono utilizzate tecniche poco affidabili [8].
Anche le tecniche che vengono applicate normalmente in terapia non sono affidabili se utilizzate per il recupero della memoria, in quanto, più che stimolare la memoria, sono mezzi potenti e pericolosi di suggestione e di persuasione.

Di conseguenza, a quanto risulta dalle prove raccolte, tali tecniche possono creare ricordi interamente nuovi, e falsi [8].

Fra le tecniche giudicate inaffidabili usate per il recupero della memoria, ve ne sono alcune che vengono comunemente usate con i presunti rapiti:

1. le liste di controllo (non esiste prova che determinate serie di sindromi, di sintomi, o di altri indizi, abbiano alcun grado di
affidabilità nello stabilire se nel remoto passato il paziente abbia subìto un evento traumatico) [8];
2. l’ipnosi (non è affidabile nel riportare alla memoria il ricordo degli eventi passati ) [8; 9];
3. l’interpretazione dei sogni (non esiste prova di una correlazione fra i sogni e l’accuratezza storica; di solito l’interpretazione riflette la cultura e le convinzioni del terapista) [8];
4. i gruppi di supporto (coloro che ne fanno parte tendono a influenzarsi a vicenda) [8].

Da tutto ciò consegue che le tecniche utilizzate da Malanga per ricostruire l’esperienza nel caso di Valerio Lonzi, ossia le liste di controllo, l’ipnosi e l’interpretazione dei sogni, sono inaffidabili.

Sempre lasciandosi guidare dal proprio punto di vista, Malanga compie altri errori metodologici prima che abbiano inizio le sedute ipnotiche.

Innanzitutto, condiziona Moretti (se mai ce ne fosse stato bisogno).

Le interrogazioni durante le sedute:

Dopo avergli procurato «articoli e libri stranieri» sui rapimenti affinché impari a conoscere gli elementi ricorrenti nelle testimonianze, Malanga si accorda con lui su come interrogare Lonzi durante le sedute, e ottiene di potervi partecipare  attivamente ponendo domande [1, p. 57].

«Ci voleva un ufologo dunque capace di sollecitare la psiche di Valerio nel tentativo di farlo ricordare e quello era il mio compito quel giorno. Del resto io avevo studiato le tecniche di ipnosi regressiva sui libri ma farla realmente vi assicuro che è tutt’altra cosa» [1, p. 57].
Manca la spiegazione esatta riguardo quali tecniche venga indotta l’ipnosi (mentre è risaputo che la tecnica adottata influisce sui risultati).

Non riferisce quanto siano profonde le trance, né quante siano state le sedute, né lungo quale arco di tempo si siano protratte e con quale frequenza, né quanto durassero le singole sedute, né precisa quando siano avvenute [1, pp. 59, 81, 97, 109, 125, 133, 147, 149, 164, 180, 196, 208].

Non chiarisce in base a quali criteri vengano analizzati i materiali emersi dalle regressioni ipnotiche: per esempio, come si riesca a distinguere fra sogni, fantasticherie, falsi ricordi, e ricordi autentici recuperati [1, pp. 85, 87, 88, 93, 94, 95, 97, 99, 103, 125, 171, 194, 196, 209].

Tacendo tutte queste informazioni preclude qualsiasi verifica, e non ci spiega in cosa consista il suo metodo scientifico.

La regressione tentata da Moretti.

La regressione ipnotica, tentata da Moretti in assenza di Malanga fallisce.

Lonzi vede «solo una nuvola bianca che lo avvolgeva» [1, pp. 57, 58].

All’inizio della prima seduta riuscita, dopo averlo ipnotizzato con una tecnica che non viene descritta, Moretti chiede a Lonzi di ricordare «la prima volta in cui tu sei entrato in contatto con quegli esseri».

Malanga riconosce di avere concordato con Moretti questo approccio «anche se Valerio in stato cosciente non parla di nessuna creatura».

Lo scopo è quello di «sbloccare» Lonzi, nonostante il rischio d’indurlo a fantasticare [1, pp. 59, 60].

Dopo qualche insistenza, Lonzi rivela quando fu «la prima volta», ossia «la notte del trenta e del primo giorno di agosto del 1982» [1, p. 60].

Senza che Malanga lo sappia, Lonzi mente, perché durante le successive regressioni emergerà che il suo il primo presunto incontro con gli alieni avvenne “in realtà” quando aveva sette anni e mezzo [1, p. 228].
Incurante del trascurabile particolare che il mese di luglio ha trentuno giorni, Moretti inaugura una tecnica d’interrogatorio.

La “tecnica di palo in frasca”: 

La tecnica verrà sistematicamente utilizzata nel corso di tutte le regressioni, e che si potrebbe definire “tecnica di palo in frasca”: 

«V: sono al campo scout a Reppia

M: ti hanno fatto paura?

V: un po’ non molto

M: hai sofferto molto per i tagli sulla schiena?

V: neanche un po’

M: e non eri spaventato per la situazione?

V: sì ma anche incuriosito, e penso che la curiosità e il desiderio di contatto e di conoscenza di queste cose fosse più importante della paura per loro (questa è la prima volta che Valerio parla di LORO, ma loro chi?) non penso che…

M: certo (pausa, faccio cenno a Moretti che va tutto bene e che può continuare ma tu lo sai perché ti fanno queste cose sulla schiena?

V: parlano nella mente parlano e sembrano uomini e donne che parlano insieme » [1, pp. 60, 61].

Non è possibile, nello spazio di un articolo, seguire lo svolgimento di tutta l'”indagine”.

Già dall’esempio che precede, tipico della procedura adottata in tutte le sedute, risultano evidenti gli altri errori metodologici commessi da Malanga.

Malanga conduce le regressioni in maniera incoerente e confusa, talché il racconto di Lonzi si sviluppa con altrettanta incoerenza e confusione [1, pp. 57/220]; pone domande che suggestionano Lonzi [1, pp. 100, 103, 107, 109, 110, 115, 118, 119, 134, etc.].

Incoraggia Lonzi a continuare il racconto anche quando è consapevole che sta fantasticando [1, pp. 70, 99, 114, etc.]; trae deduzioni forzate dalle testimonianze, oppure ne forza le interpretazioni [1, pp. 100, 102, 104, 114/115, 118, 120, 125, etc.].

Le tesi di Malanga sul caso di Valerio:

La tesi di Malanga, secondo cui le esperienze di rapimento sono reali e possono essere ricostruite validamente per mezzo dell’ipnosi, potrebbe trovare sostegno.

Il sostegno lo si potrebbe trovare nelle ricerche in base alle quali alcuni studiosi hanno concluso che non vi sono abbastanza elementi per dimostrare che i ricordi spuri e l’elaborazione ipnotica si verifichino nel contesto dei rapimenti.

Mentre ve ne sono a dimostrazione del contrario [10; 11]; e che l’esperienza di rapimento non può essere spiegata soltanto come prodotto della commistione di elementi eterogenei, dell’ ipnosi, del masochismo e della tendenza a fantasticare.

Le caratteristiche sono tali da far ritenere che derivi da eventi traumatici straordinari [12; 10].

Tuttavia, il metodo con cui Malanga ha condotto le regressioni ipnotiche a cui Lonzi è stato sottoposto tendono a confermare le ricerche degli studiosi.

Essi sostengono che il contenuto dell’ esperienza di rapimento deriva dalla combinazione e dalla riorganizzazione di elementi eterogenei tratti dalle allucinazioni, dai sogni, dagli incubi, dalle fantasie, dalla memoria, dai mass media.

Elementi ristrutturati e successivamente confermati dai gruppi di supporto [13; 14; 15].

A nostro avviso, lo scopo della ricerca dovrebbe essere quello di accertare il più correttamente possibile ciò che il testimone ha vissuto (anche se ciò non dovesse corrispondere alle aspettative del ricercatore), e di presentare una testimonianza che possaessere considerata valida.

Ciò si può ottenere con la corretta applicazione del metodo d’indagine, che deve restare separato dal punto di vista del ricercatore (il ricercatore vaglia tutte le ipotesi, non solo una, non solamente la sua).

Invece, Malanga non riesce a tenere il primo distinto dal secondo.

La credibilità storica del caso.

Il caso si basa esclusivamente sulla testimonianza di Valerio, e una testimonianza, per avere valore di prova, ossia per essere valida, deve avere quella che è stata definita “credibilità storica”.

La credibilità si valuta sia in base all’attendibilità soggettiva della testimonianza, fondata sulla sincerità e sulla competenza del testimone.

Sia in base alla probabilità oggettiva del fatto, che dipende dalla possibilità assoluta e relativa del fatto stesso [16, p. 875].
Dal punto di vista personale non abbiamo motivo di dubitare della sincerità e della competenza del testimone.

Ma dal punto di vista del metodo resta il fatto che Malanga non ha provveduto ad accertarle preliminarmente in maniera sufficiente.

Quanto alla probabilità oggettiva, ci si può limitare ad osservare che persino un ricercatore persuaso della realtà dei
rapimenti alieni, come il professor Jacobs, ritiene che si tratti di eventi altamente improbabili [3, p. 25].

Criteri di valutazione di una testimonianza

Inoltre, una testimonianza può essere valutata in base ad altri criteri: 

1) il numero dei testimoni;

2) la loro integrità;

3) la loro capacità;

4) l’intento dell’autore (se la testimonianza è tratta da un libro);

5) la coerenza tra le parti e le circostanze della relazione;

6) le teorie contrarie [16, p. 875]. 

Ebbene, l’unico testimone di cui si possegga il resoconto è Lonzi; la sua integrità e la sua capacità non sono in dubbio ma, dal punto di vista del metodo, non sono state sufficientemente verificate.

L’intento di Malanga è tanto strettamente connesso con le sue convinzioni, da indurlo sia a condizionare la testimonianza in maniera che confermi le sue aspettative, sia a non considerare le teorie contrarie.

Non ha considerato nemmeno la coerenza interna della testimonianza stessa, né le circostanze in cui essa è stata resa.

Di conseguenza, ci sembra inevitabile concludere che Malanga, con Gli UFO nella mente, non ha dimostrato le proprie tesi:

non è riuscito a presentare una testimonianza che possegga i requisiti necessari a renderla valida.

Quindi anche le conclusioni a cui giunge non possono, sulla base del metodo con cui sono state ottenute, essere considerate valide.

FONTI:

1. Corrado Malanga, Gli UFO nella mente: interferenze aliene, Milano,
Bompiani, 1998.

2. C.D.B. Bryan, “Close Encounters of the Fourth Kind”, Penguin Arkana,1996.

3. David M. Jacobs, Secret Life: Firsthand Accounts of UFO Abductions, New York, Simon & Schuster, 1992.

4. David M. Jacobs, The Threat, New York, Simon & Schuster, 1998.

5. Monica Di Carlo, Incontro con gli UFO, «Gazzetta del Lunedì» (Genova),13 Settembre 1993.

6. “Sono stato ferito dagli UFO”, «Il Secolo XIX» (Genova), 2 Ottobre 1993.

7. Edoardo Russo, Bagliori nel buio: il caso Travis Walton al cinema e nella realtà, in “UFO” (Rivista di informazione ufologica), n. 13, Dicembre 1993, pp. 19/36.

8. “Doubts Cast on Validity of Recovered Memory Therapy”, The Royal College of Psychiatrists (17 Belgrave Square, London), Press Release (Wednesday 1st April 1998) relative to a comprehensive review of the literature on recovered memories of childhood sexual abuse, published in the April 1998 issue of the British Journal of Psychiatry, by Professor Sydney Brandon.

9. Record 8 of 19 – PsycLIT Journal Articles 1991-12/97 TI: Toward an explanation of the UFO abduction phenomenon: Hypnotic elaboration, extraterrestrial sadomasochism, and spurious memories.

Altre fonti:

AU: Newman,-Leonard-S.; Baumeister,-Roy-F.

IN: U Illinois, Dept of Psychology, Chicago, IL, US JN: Psychological-Inquiry; 1996 Vol 7(2) 99-126

AN: 83-34092 PsycLIT Database 10. Record 10 of 19 – PsycLIT Journal Articles 1991-12/97

TI: Alleged alien abductions: False memories, hypnosis, and fantasy proneness.

AU: Lynn,-Steven-Jay; Kirsch,-Irving-I.

IN: Ohio U, Dept of Psychology, Athens, OH, US

JN: Psychological-Inquiry; 1996 Vol 7(2) 151-155

AN: 83-34079 PsycLIT Database 11. Record 12 of 19 – PsycLIT Journal Articles 1991-12/97

TI: Escaping the self or escaping the anomaly?

AU: Hall,-Robert-L.

JN: Psychological-Inquiry; 1996 Vol 7(2) 143-148

AN: 83-34060 PsycLIT Database 12. Record 9 of 19 – PsycLIT Journal Articles 1991-12/97

TI: A more parsimonious explanation for UFO abduction.

Fonti:

AU: McLeod,-Caroline-C.; Corbisier,-Barbara; Mack,-John-E.

IN: Cambridge Hosp, Ctr for Psychology & Social Change, Program for Extraordinary Experience Research (PEER), Cambridge, MA, US

JN: Psychological-Inquiry; 1996 Vol 7(2) 156-168

AN: 83-34086 PsycLIT Database 13. Record 6 of 19 – PsycLIT Journal Articles 1991-12/97

TI: “Memories” of anomalous and traumatic autobiographical experiences. Validation and consolidation of fantasy through hypnosis.

AU: Orne,-Martin-T.; Whitehouse,-Wayne-G.; Orne,-Emily-Carota; Dinges,-David-F.

IN: Inst of Pennsylvania Hosp, PA, US

JN: Psychological-Inquiry; 1996 Vol 7(2) 168-172

AN: 83-34095 PsycLIT Database 14. Record 13 of 19 – PsycLIT Journal Articles 1991-12/97

Ulteriori Fonti:

TI: The construction of space alien abduction memories.

AU: Clark,-Steven-E.; Loftus,-Elizabeth-F.

IN: U California, Dept of Psychology, Riverside, CA, US

JN: Psychological-Inquiry; 1996 Vol 7(2) 140-143

AN: 83-34040 PsycLIT Database 15. Record 17 of 19 – PsycLIT Journal Articles 1991-12/97

TI: Past-life identities, UFO abductions, and satanic ritual abuse: The social construction of memories. Special Issue: Hypnosis and delayed recall: I.

AU: Spanos,-Nicholas-P.; Burgess,-Cheryl-A.; Burgess,-Melissa-Faith

IN: Carleton U, Ottawa, ON, Canada

JN: International-Journal-of-Clinical-and-Experimental-Hypnosis; 1994 ; Oct Vol 42(4) 433-446

AN: 82-13771 PsycLIT Database 16. Nicola Abbagnano, Dizionario di filosofia, Milano, TEA, 1993.

Fonte articolo sul caso Valerio Lonzi:

village.flashnet.it il sito non è più attivo.

Approfondimenti:

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Il caso Caponi in Italia l’alieno più volte fotografato.

Il caso Caponi in Italia l’alieno più volte fotografato.

Anno 1993

Pretare d’Arquata, provincia di Ascoli Piceno.

Marche

Filiberto Caponi è colui che avrebbe vissuto il caso italiano più controverso. Il caso ormai è ritenuto chiuso, con cinque incontri ravvicinati del terzo tipo con un essere umanoide extraterrestre.

Filiberto Caponi artigiano ceramista, all’epoca vetitreenne ha documentato questi incontri. Caponi ha documentato gli incontri tramite fotografie scattate tramite una Polaroid 660 alla creatura aliena.

Le riviste e la trasmissione televisiva “I fatti vostri”

Il n.43 della rivista Visto del 28 Ottobre 1993 e Venerdì, 5 Novembre 1993 mostrano le foto della creatura.

Giancarlo Magalli nella trasmissione “I Fatti vostri” mostrò al pubblico le foto di questa strana e piccola creatura. La creatura era in svariate posizioni ed in condizioni fisiche pessime. In alcune foto la creatura sembra sanguinante e ferita.

La creatura di un’altezza di circa 70 cm, presentava una testa sferica e la bocca umida con un intensa salivazione.

Sembrava boccheggiare, priva di orecchie, gli occhi piccoli, obliqui e scuri. La creatura presentava la pelle ruvida e spessa di colore scuro, un arancione scuro. Solo nel capo la pelle era più chiara e liscia ma con alcune cicatrici.

Inoltre presentava piccole braccia ma del tutto inerti e due piccole narici per respirare. Le gambe erano muscolose con sole due dita dei piedi. Sembravano gambe “fatte per correre”, due tubi uscivano e rientravano nel torace della creatura.(Tubi messi per respirare?)

Il caso fu studiato dal CUN e dal CETI e Filiberto Caponi mantenne sempre la stessa linea nello descrivere gli avvenimenti. Il suo caso fu seriamente studiato dal mondo dell’ufologia.

Gli Incontri

Immagine illustrativa. Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay

Di seguito gli incontri narrati dalla voce dello stesso Caponi:

9 maggio 1993:

Filiberto Caponi notò nei pressi della sua abitazione qualcosa di bianco appoggiato sul terreno, dietro ad un muretto. Un qualcosa che si lamentava. A lui ricordò immediatamente un comune gatto o un cane.

Egli si avvicinò e provò a muovere il presunto animale con il piede. Ed immediatamente la “cosa” si alzò con un salto. Mostrando di avere i piedi, due piccole braccia che sembravano inerti e le gambe saltando un muretto e correndo a velocità sostenuta.

Le gambe della creatura parevano fasciate e sembrava avesse con se una sacca appoggiata sulla schiena. La pelle era visibile sulla testa e sulle braccia non funzionali ed il resto del corpo era fasciato con una specie di garza bianca.

In seguito a questo strano incontro Caponi si recò sul posto dell’incontro con il padre per un sopralluogo. I due uomini trovarono solo una garza imbrattata di sangue.

La garza non fu gettata nell’immondizia ma tenuta con l’intento di farla analizzare ad Ascoli Piceno.In seguito la garza sparirà nella notte.

Circa alle tre del mattino di quella notte Caponi avvertì il lamento della creatura sotto la sua finestra e con il padre la scorge chiaramente passare a velocità, sempre sostenuta, sotto un lampione.

24 maggio 1993:

Alle due di notte Caponi, ormai convinto di non rivedere più la creatura, ode di notte di nuovo i lamenti della creatura. E decide di scattare alcune foto con una Polaroid 660 imprestatagli dal cognato. Scatta due foto quella notte, uscendo nel cortile, dove la creatura pare non udire alcun rumore emesso dal ragazzo.

Caponi dice che “la creatura lo ha guardato” voltando leggermente il capo.

Come inseguendo la luce del flash o quella dei lampioni. Una foto appare in lontananza e non vi si distingue nulla, solo una macchia indistinta. La seconda invece nitida e più ravvicinata si vedono le braccia inerti della creatura e la fasciatura con cui è ricoperta. Caponi con i famigliari decide di nascondere le foto in un luogo sicuro, in una cassetta di legno.

Il giorno dopo le foto appaiono come bruciate e rigonfie nel punto in cui vi è l’immagine della creatura.

Poteva essere stata utilizzata una pellicola scaduta?

Si domandano i rappresentanti del CUN?

Oppure era una reazione con una vecchia batteria conservata contemporaneamente alle foto nella scatola?

Un giornalista di ‘Stop‘ intervista Caponi senza acquistare le foto bruciate. Quando in paese odono il verso della creatura e si spaventano credendo seriamente che qualcosa di insolito stia realmente succedendo in paese.

L’8 agosto molte galline vengono ritrovate misteriosamente morte, dissanguate, con gli arti o la testa amputati senza mostrare morsi di alcun genere.

Una volpe o una faina il colpevole?

Oppure si tratta di un chupacabras? Talvolta i chupacabras agiscono in seguito ad avvistamenti di ufo o alieni.

11 agosto 1993:

Alle 5 di mattina Caponi incontra di nuovo la creatura al di fuori del suo laboratorio. E Caponi scatta una foto con la Polaroid che decide di custodire con cura in un cassetto. Questa foto riamarrà intatta.

20 agosto 1993:

Caponi scatta altre due foto all’essere seduto di nuovo nel cortile.

Questa volta la creatura si presenta senza garze, nudo con due tubi che si muovevano ritmicamente sotto la pelle. i tubi erano come mossi da un liquido o aria, tubi per la respirazione?

Che entravano ed uscivano dal corpo della creatura.

Si è supposto che l’essere poteva essere ricoperto da una tuta protettiva, come una seconda pelle. La creatura era bagnata con dell’acqua. In seguito Caponi afferma di aver visto uno di due secchi dell’acqua vuoto per metà, forse la creatura aveva fatto un bagno.

20 settembre 1993:

Alle 3 di mattina Caponi decide di chiamare qualcuno a testimoniare la presenza della creatura. E chiama sua nonna che quando vede la creatura incappa nel panico e inizia ad urlare. Ma caponi scatta altre fotografie, questo sarà l’ultimo incontro.

Conclusioni:

Filiberto Caponi subì un processo penale per “diffusione di notizie false o esagerate tendenti a turbare l’ordine pubblico”. E nel maggio 1994 fu scagionato dal GIP. Questa fu la causa principale dell’archiviamento del caso Caponi. Ma permangono ancora molti dubbiriguardo il caso Caponi.

Caponi ha dichiarato di essere stato obbligato da persone influenti a dimostrare che egli stesso aveva creato la creatura.Dal momento che egli era un ceramista ed avrebbe potuto in modo molto semplice creare una creatura con creta da se.

Caponi fu fotografato con il modellino e questa fu considerata una prova della falsità delle sue foto.

Ma se relamente non fosse così?

Un caso di Cover Up?

Le foto di Filiberto Caponi sono state ritirate in gran parte da internet e non se ne trovano molte online. 

Approfondimenti:

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Jorge Martin ufologo di Puerto Rico

Jorge Martin ufologo di Puerto Rico

Puerto Rico

Jorge Martin è un ufologo ricercatore di Puerto Rico che si occupa di studiare vari fenomeni legati al mondo dell’ufologia. Tra cui enigmi, Ufo, criptozoologia, fenomeni paranormali. Jorge Martin si interessa dello studio della fenomenologia della creatura sud americana chiamata Chupacabras.

Breve Biografia

Jorge Martin.

Il giornalista Jorge Martín, ha studiato Scienze Politiche all’università di Puerto Rico. Egli ha iniziato la sue ricerche giornalistiche specializzate su Ufo ed Enigmi durante l’anno 1975.

Ha studiato centinaia di avvenimenti relativi a questa materia. Sia a Puerto Rico che all’estero e questo lo ha fatto diventare un esperto in questo campo di fama internazionale.

Gli articoli.

I suoi articoli i sono stati pubblicati a Puerto Rico, così come in altri paesi. Si tratta di paesi come U.S.A., Inghilterra, Germania, Francia, Spagna, Italia, Giappone, Cina, Romania, Russia, Brasile, Argentina, Ecuador, México, Guatemala, Costa Rica ed altri paesi.

Martin ha rappresentato Puerto Rico nei congressi internazionali e nei congresso sugli UFO celebrati negli U.S.A.

In Europa ed in America latina ed è stato collaboratore nella produzione di molti documentari sugli UFO anche per Discovery Channel, The Learning Channel e per altri programmi televisivi. programmi noti come National Geographic, Unsolved Mysteries (NBC), Strano Universo, FOX Network.

Infine  ha partecipato in programmi televisi messicani, vanezuelani, giapponesi, tedeschi e portoricani sempre sul tema UFO.

Inoltre ha lavorato per molti programmi radiofonici a Puerto Rico. Ha collaborato nelle stazioni radiofoniche di Notiuno (WUNO) e di Supercadena (WSKN). E’ stato redattore di “ENIGMAS del Millenio”.

Martin è l’autore dei libri “Il rapporto di Lazar”, “E.B.A. Progetto “,” Vieques: UFO caraibico cover_up del terzo re”e” Preso nella luce “.

Martín fu intervistato in televisione ad Acapulco, Messico, insieme al Dott. Roger Leir.

Jorge Martin ufologo di Puerto Rico

Isola Porto Rico. Foto di Amy Irizarry da Pixabay

Note da parte dello stesso Jorge Martín:

Puerto Rico.

Studiando per 30 anni la materia di UFO ed alieni ho realizzato che dalla società reale in cui viviamo ci vengono imposti schemi e verità. Sia dal sistema scolastico e le università che sono ben lontani dalla verità e dalla realtà giornaliera.

Ho scritto i miei libri per far capire che esiste un’altra realtà e che una serie di eventi ci insegna che :

NON SIAMO SOLI NELL’UNIVERSO e che altre intelligenze interagiscono con noi ogni giorno anche tramite l’esercito americano.

Questa realtà è evidente specialmente a Puerto Rico. E’ un paese caraibico che è stato territorio coloniale USA dall’anno 1989. Quando la Spagna lo cedette agli USA dopo aver perso la guerra spagnolo_americana.

In seguito a questo avvenimento Puerto Rico fu trasformato in base militare. E numerosi eventi sbalorditivi ed inspiegabili hanno iniziato a verificarsi. Come oggetti non identificati Ufo che si avvistavano in mare o in cielo. E esseri umanoidi venivano avvistati all’interno dell’arcipelago.

Questi fenomeni furono insabbiati tenendo le persone LONTANE DALLA VERITA’

I miei risultati dopo trent’anni di studi e ricerche nell’arcipelago di Puerto Rico e nelle regioni di Puerto Rico mi hanno fatto capire che Puerto Rico potrebbe essere una delle più grandi basi aliene. jorge Martin ha effettuato ricerche anche a Cabo Rojo e Lajas, nel sud-ovest dell’ isola, nel comune di Vieques e nella foresta caraibica nazionale (foresta di pioggia di EL Yunque)

Secondo l’uomo il governo degli Stati Uniti interagisce con questi alieni presenti nell’isola in punti precisi lungo la costa e in altre zone interne.

Il libro di Jorge Martin

Il libro.

Questi ultimi fatti sono discussi nel libro :

‘Vieques: Caribbean UFO Cover-Up of the Third Kind’ and ‘Taken in the Light’ (in spagnolo.)

Il sito ufficiale di Jorge Martin purtroppo non funziona più e non è più consultabile.

Un video su youtube del giornalista dove in un programma televisivo spiega i suoi studi sugli ufo:

Video

Di seguito il video “Ufo ed i chupacabra a Puerto Rico”:

Approfondimenti:

Il Chupacabra è un mito o una realtà?

In ogni parte del mondo la mitologia e il folklore popolare fanno parte della quotidianità.

Per cui ogni luogo ha la sua leggenda vi sono quelle più popolari e note. Infatti ogni nazione, ogni paese, ogni luogo ha una sua leggenda.

Visita nel sito la sezione Ufo, alieni ed abduction.

Il Chupacabra Mito o Realtà?

Chupacabra mito o realtà?

Il Chupacabra è un mito o una realtà? In ogni parte del mondo la mitologia e il folklore popolare fanno parte della quotidianità.

Per cui ogni luogo ha la sua leggenda vi sono quelle più popolari e note. Infatti ogni nazione, ogni paese, ogni luogo ha una sua leggenda.

Molte leggende narrano di orribili creature in grado di apparire all’uomo. Sono creature della notte a volte nascoste in anfratti nelle montagne di giorno.

Queste creature quando escono di notte e vengono avvistate creano molto scalpore. Infatti fanno tremare di paura i più grandi che spiegano ai piccini di non uscire di casa.

Il Chupacabra e il libro “Le strane creature e i misteri in Italia e nel mondo” di Erika Di Cuonzo

Il canale YouTube “La stanza dei misteri” presenta la seconda puntata con una mia intervista a Di Cuonzo Erika. L’intervista è riguardo il chupacabra, creatura sfuggente e misteriosa e il mio libro: Le strane creature e i misteri in Italia e nel mondo.

Il libro è disponibile su Amazon, formato ebook, copertina rigida e flessibile:

Le strane creature e i misteri in Italia e nel mondo (I misteri e le strane creature nel mondo e tanto altro) eBook : Di Cuonzo, Erika : Amazon.it: Libri

Di seguito un video introduttivo sul canale YouTube di ChupaCabraMania riguardo il chupacabra, creatura mitologica o reale?

  Novità 2015

Creatura mitologica o reale? Mito o realtà?

Ebook di Di Cuonzo Erika

Giochi di magia editore.

Le creature leggendarie.

Un esempio noto ai più è la leggenda del mostro del lago di Lochness, chiamato Nessie. Il mostro Nessie appare ogni tanto nel famoso lago in Scozia e quando questo accade si mobilitano televisioni locali, giornalisti e turisti.

Sono numerose le creature mostruose avvistate sia all’estero che in Italia. Sono riportate testimonianze di sono esseri mostruosi come il Bigfoot in nord America, creatura simile ad una scimmia alta due metri e mezzo

Secondo le testimonianze esistono i Vampiri, Licantropi, gatti alati, fate, folletti e tante altre creature.

In Italia abbiamo Larrie, il mostro del lago di Como, Benni, il mostro del lago di Garda, le marmotte extraterrestri di Bellino in provincia di Cuneo, vi è il mostro del fiume Po’ e altre creature.

Degna di nota è una creatura di cui si parla poco, ma molto interessante nel suo modus operandi, corredata di numerose testimonianze  è il Chupacabra.

Il chupacabra vanta testimonianze riportate in Sud America, nel mondo e in Italia.

Il libro sul chupacabra è disponibile presso il seguente link Giochi di magia editore.

 

Il Chupacabra mito o realtà?

Il Chupacabra mito o realtà?

Il primo avvistamento del mitico Chupacabra o Chupacabras conosciuto anche come EBA (entità biologica anomala) risale al 1975 a Puerto Rico.

Sono stati segnalati avvistamenti e aggressioni in Messico, Guatemala, Ecuador, Costa Rica e coste della Florida.

Il nome CHUPACABRA tradotto letteralmente significa “succhia capre”e ha attirato l’attenzione di ufologi, biologi e criptozoologi .

Questo essere sarebbe dotato di un’appendice in grado di penetrare nei tessuti e nelle ossa delle vittime iniettando una sostanza che impedisce il rigor mortis (rigidità cadaverica) nelle vittime. Praticando tre fori triangolari all’altezza della giugulare e servendosi di quest’ipotetica appendice il chupacabra dissangua la vittima cauterizzando la ferita all’istante.

Durante l’attacco all’animale avrebbe la capacità di asportare organi interni e parti di materiale biologico, il sangue delle vittime stranamente non coagula. Spesso la figura del chupacabras viene associata alle mutilazioni animali.

Che sono molto frequenti in Messico e agli animali trovati morti in circostanze misteriose.

La descrizione del chupacabra, mito o realtà?

La piu’ frequente descrizione e’ quella di un essere che si muove con postura eretta ma leggermente curvo, che procede a balzi chupacabra sul tetto. Il chupacabra si muoverebbe lasciando impronte a tre polpastrelli.

Sulle impronte reali del chupacabra vi è una grande incognita, spesso sono ritrovate sui luoghi degli ipotetici attacchi impronte non attribuibili a nessun animale conosciuto fino ad ora.

Le sue zampe sono dotate di arti allungati terminanti in tre dita artigliate, viso appuntito e lungo con occhi rossi e allungati, due fori al posto delle narici, piccole orecchie appuntite e presenza di squame. Le squame sono anch’esse appuntite come quelle dei coccodrilli sul dorso e sul capo, oppure vi è chi dice sia invece ricoperto di peli ispidi e lunghi sul corpo.

Queste “squame” sarebbero fatte vibrare dal chupacabra producendo un suono particolare in concomitanza con l’emissione di un odore sgradevole. Una caratteristica del chupacabras è il suo “camminare” sui tetti delle abitazioni provocando forte rumore sulle case con tetti in lamiera tipiche dei paesi di alcune zone cilene e messicane e di altri parti del mondo.

Il “verso” del chupacabra è descritto dai testimoni come un urlo disumano molto acuto.

Di seguito un articolo di approfondimento:

Le impronte del chupacabras

L’essere si presuma abbia un’altezza compresa tra i 60 e i 180 cm.

Le testimonianze sul chupacabra.

Alcuni testimoni affermano che questa creatura possegga poteri paranormali.

La capacità di leggere nel pensiero e’ stata piu’ volte testimoniata come anche la capacità di comunicare con gli esseri umani telepaticamente.

Testimoni riferiscono di aver subito anche l’ipnosi, altri affermano che il Chupacabra sia in grado di cambiare colore e quindi di mimetizzarsi come i camaleonti Vi sono persone convinte della sua presenza tra noi esseri umani nella nostra quotidianità, nelle piazze nelle case affermando che noi siamo incapaci di vederlo.

Altri testimoni affermano che il chupacabra sia in grado di praticare la lievitazione e di volare sfruttando le correnti d’aria e che possa raggiungere velocità fino ai 250 km orari in corsa. Testimoni, affermano che il chupacabras sia dotato di forza sovrumana e sia in grado di penetrare all’interno di recinti o gabbie effettuando tagli con estrema precisione.

Al contrario si narra che sia in grado di divelgere recinzioni e gabbie. Il chupacabra potrebbe essere in grado di penetrare nei recinti senza recare alcun danno, come se vi passasse attraverso,oppure come se si materializzasse all’interno dei recinti (utilizzando porte dimensionali?)

La descrizione del chupacabra.

Foto di Art ok Kaek

Questa creatura è descritta come un animale simile ad un canide o ad un marsupiale, con la presenza d’ali sul dorso definito anche cane alato. E’ descritto privo di peli con denti sporgenti e appuntiti e artigli.

Spesso gli avvistamenti del chupacabra avvengono dopo precedenti avvistamenti d’Ufo e sempre nelle medesime zone.
Jeorge Martin è l’ufologo di maggior spicco che s’interessa al caso del Chupacabra.

Lo studioso associa il chupacabra alla categoria degli alieni grigi poiché la descrizione dell’essere e le apparizioni dopo avvistamenti ufo ricordano questa figura aliena.

E’ una teoria molto dibattuta dagli ufologi.

Illustrazione di EdoFe

San Antonio Texas, catturato il chupacabra?

Mercoledì’ 5 marzo 1997 un programma radiotelevisivo americano in internet mandò in onda un intervista in cui si parlava della cattura di un presunto chupacabra.
La lingua parlata nell’intervista era lo spagnolo. E tramite ricerche si comprese che l’intervista era stata girata a San Antonio, in Texas.
Un’ allevatore intervistato avrebbe catturato la creatura con una tagliola per lupi. Il suo bestiame, polli e capre venivano attaccati da molto tempo da un animale.
Nei pressi dell’animale intrappolato, nella notte, altri due esemplari, molto più grandi di quello catturato, si trovavano nei dintorni dell’allevamento. Questi animali deambulavano in modo strano eseguendo balzi di 3/4 metri.

Altri chupacabra?

AD Elmendorf, San Antonio a marzo 2004 un animale e’ stato ripreso con una videocamera mentre veniva abbattuto da un contadino e corrisponderebbe alla descrizione di un Chupacabra.

Si trattava di un animale similare a quello ucciso in Texas.
Anche la creatura uccisa il 15 ottobre 2004 a Lufkin, Angelina Country in Texas presenta l’aspetto di un piccolo marsupiale, pelle necrotica, dentatura canina, peso sui 10 kg.
Una creatura che anche la veterinaria dello zoo di Ellen Trout non ha saputo classificare tra gli animali noti. L’animale era completamente priva di sangue e campioni di DNA sono stati prelevati per essere analizzati.

Chupacabra o coyote affetto da mange, rara malattia della pelle che affligge i canidi?

Foto di RENE RAUSCHENBERGER da Pixabay

9/9/2005
Un altro strano esemplare è stato ucciso a COLEMAN, in Texas.
Da parecchi giorni polli e capre morivano ogni giorno in un allevamento per opera di qualche animale che succhiava via loro il sangue.
Però un allevatore della zona, di cui è mantenuto l’anonimato, grazie all’aiuto del suo cane riuscì a catturare questo animale in una gabbia per polli.
L’uomo lo uccise con un colpo di arma da fuoco ma si è trovato di fronte un animale a lui sconosciuto.
Per questa persona l’animale ucciso ancora oggi non e’ assolutamente un coyote ma gli era sembrato più uno strano piccolo cane con peli bianchi. Nonostante queste stranezze il corpo dell’animale e’ stato gettato nei rifiuti non dopo aver scattato una foto all’animale.

Approfondimenti:

Chupacabras e mange

Un altro ipotetico chupacabras ucciso e messo in congelatore in Texas?

Le Teorie sul chupacabra.

Potrebbe essere il Chupacabra frutto di una mutazione genetica?
In questi anni l’ingegneria genetica, ha fatto passi da gigante e gli esperimenti di cui noi non siamo a conoscenza sono molteplici, però esistono testimonianze di questa creatura risalenti a 600 anni fa ed allora non esisteva l’ingegneria genetica.
Le autorità purtroppo tendono ad insabbiare gli avvistamenti e i casi che sospettano il coinvolgimento di questo essere. Si tratta di pure teorie cospirazioniste?

La battuta di caccia al chupacabra.

Vi è chi testimonia che in passato in seguito ad una “battuta di caccia” al Chupacabra nell’isola di Puerto Rico nella città di San Lorenzo, le unità dell’esercito statunitense abbiano catturato due esemplari di Chupacabras vivi.
Gli addetti aeroportuali avrebbero affermato di aver visto casse trasportate da militari coperte da teli con all’interno animali vivi che si agitavano furiosamente dirette verso gli Stati Uniti.
La stampa però non e’ stata informata degli sviluppi riguardanti questo fatto.
Il Chupacabra ha attaccato capre, cavalli, gatti, cani, galline e altri animali domestici ma in rari casi l’uomo.

Il chupacabra in Italia.

Negli anni gli attacchi del chupacabra si sono susseguiti in varie parti del mondo. In Italia vi sono testimonianze importanti la più recente è quella che riporto di seguito:

Campania:

Animali sbranati nei campi e orme giganti: lo strano criptide sauromorfo di Alvignanello.

Dall’inchiesta di Vincenzo Tufano e dei suoi collaboratori.

Forti ruggiti e sibili nella notte, rinvenimento di animali selvatici predati nei boschi, orme giganti a tre artigli non identificate, testimonianze di incontri ravvicinati con una strana creatura lucertiforme.

Correlato a questo articolo segnalo l’articolo di approfondimento:

Il criptosauro di Alvignanello, ascolta il suo inquietante sibilo.

Il criptosauro di Alvignanello.

I resoconti testimoniali sino ad ora raccolti sui fatti di Alvignanello e dintorni non si limitano esclusivamente all’osservazione presunta dell’entità vagante, al rinvenimento di impronte o agli animali brutalmente predati, ma la casistica si allarga ad un più ampio spettro sino a gettare una luce più vasta su questo fenomeno verosimilmente a carattere criptozoologico.

Video correlato su youtube:

Il Chupacabra potrebbe essere un Crisocione?

Il crisocione o lupo dalla criniera (Chrysocyon brachyurus) cane tipico del sud America non è imparentato con canidi e lupi ma deriva dal Pleistocene periodo compreso tra 2,58 milioni di anni fa e 11.700 anni fa.

Il “cane dorato” pesa dai 20 ai 25 kg, alto fino a 85 cm con lunghe ed esili zampe che lo fanno assomigliare ad una volpe sui trampoli.

I casi più eclatanti sul chupacabra.

Il caso piu’ eclatante fu nel 1988 nello stato di San Paolo, Brasile dove un uomo fu trovato orribilmente mutilato completamente dissanguato e privo d’organi interni e il Chupacabra fu il principale indiziato.

Esiste solo un video girato da un ricercatore, però poco chiaro, del settembre 2003 analizzato da esperti in cui si asserisce di aver ripreso un Chupacabra. Esistono varie foto che però non provano l’esistenza del mitico Chupacabra poiché nel web circolano molte foto false. L’unica foto sicuramente reale e’ stata scattata in Argentina nel 2002 e non e’ mai stata pubblicata, nemmeno sul web.

Cos’è il Chupacabra?

Può il chupacabra provenire da un’altra dimensione, potrebbe essere una creatura interdimensionale?  Oppure potrebbe appartenere ad un popolo extraterrestre proveniente dello spazio?

Potrebbe far parte del famoso piccolo popolo costituito da gnomi, orchi e fate quindi del popolo del sottosuolo? Del resto e’ paragonabile ai famosi Gargoyles. Infine potrebbe essere una creatura terrestre a noi sconosciuta oppure una mutazione genetica non volontaria naturale?

Il chupacabra un mito anche nel cinema.

Foto di Alfred Derks da Pixabay

Nel mondo del cinema e della televisione questa creatura e’ apparsa come protagonista in numerosi film horror per il cinema, per la sola televisione e nei cartoni animati.

Il Chupacabra mito o realtà approderà su Netflix.

Nel 2020/2021 è in produzione un film sul chupacabra per una nota piattaforma sul chupacabra.

Il regista messicano Jonas Cuarón racconta, in versione non horror ma probabilmente in versione fantasy per ragazzi, la storia di Alex. Alex è un ragazzino che vive in Messico e che troverà un cucciolo di chupacabra nel garage del nonno.

Le foto false su il chupacabras, mito o realtà?

Sono numerose foto false ed immagini ritoccate in circolazione nel web.

Soledad987, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Il chupacabra nella mitologia in Yucatan

La leggenda di Xtabay e Huay Chivo a Peto in Yucatan

In Yucatan a Peto, una cittadina messicana, una leggenda circonda il mito del chupacabra. La credenza vuole che il chupacabra sia il frutto del peccato tra Xtabay e Huay Chivo.

Xtabay è una donna dal passato spaventoso molto bella che seduce gli uomini portandoli a cadere nella perdizione. La donna si siede in attesa di uomini da sedurre sopra una pianta, la Delonix regia. La pianta ha origine dal Madagascar.

Una pianta di Delonix regia Foto di WikiImages da Pixabay

Huay Chivo invece è un fantasma o stregone a forma di capretto. Il termine di origine maya Huay significa stregone. Mentre è un termine invece di origine spagnola Chivo che significa capra. Questa creatura invece molesta e perseguita le persone a mezzanotte. L’ unione insana tra queste due spaventose creature avrebbe dato origine al chupacabra.

Approfondimenti:

Di seguito visita la sezione del sito sul chupacabra.

I libri di Erika Di Cuonzo.

Scopri il libro gatti magici o demoniaci, Le leggende. Tu quale gatto vorresti? Disponibile su Amazon, Kobo e Google Play

Secondo alcune leggende, il gatto è l’unico animale in grado di tenere testa al Diavolo, inoltre, gli sono attribuiti poteri paranormali che in passato ne hanno quasi causato lo sterminio. Alcune di esse narrano l’esistenza di gatti giganti, forse alieni, dotati di lunghe zanne e caratteristiche paranormali. Dunque, il gatto, potrebbe davvero essere un animale magico, oppure si tratta di un demone? In questo volume sono raccolte alcune tra le più suggestive leggende sui gatti.

Buona lettura

Di seguito il book trailer del libro sul canale YouTube di Chupacabramania,com:

Scopri il libro “Le strane creature e i misteri in Italia e nel mondo” di Erika Di Cuonzo

Le strane creature e i misteri in Italia e nel mondo. (I misteri e le strane creature nel mondo e tanto altro) eBook : Di Cuonzo, Erika : Amazon.it: Libri

Di seguito il book trailer del libro sul canale YouTube di Chupacabramania.com: