La leggenda di Thyrus il drago con l’alito puzzolente
Secondo una leggenda originaria della città di Terni sito in un Umbria, Italia, un drago dall’alito puzzolente infestava la città. Gli abitanti di Terni disgustati dall’odore nauseabondo dell’alito di questo drago, noto come Thyrus, erano obbligati ad avere sempre con loro dei fazzoletti profumati per proteggere il loro olfatto. La leggenda narra che Thyrus si mostrava in una zona paludosa nota come «La Chiusa» ed era descritto sia come drago “classico” che come alato.
Nessun abitante della città poteva sapere se e quando Thyrus sarebbe apparso con il suo orribile fetore, in questo modo cercavano di non farsi trovare impreparati. Secondo la leggenda chi respirava l’alito di Thyrus si ammalava gravemente per poi morire in pochi giorni oppure moriva all’istante per soffocamento. In teoria un incontro con il drago poteva essere letale.
Si narra che un giovane uomo, molto coraggioso, riuscì con estrema astuzia a uccidere il pericoloso drago Thyrus attirandolo in un campo fiorito. Il profumo dei fiori permise al giovane di non respirare il fetore di Thyrus consentendone l’uccisione. Secondo un altra versione della leggenda il giovane uomo scovò il drago nella palude «La Chiusa» e lo uccise affrontandolo nel suo ambiente naturale.
Curiosità:
Non è un caso che lo stemma della città di Terni sia un drago alato. Lo stemma è legato alla leggenda del giovane che uccise il drago Thyrus dal letale alito puzzolente.
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Secondo alcune leggende, il gatto è l’unico animale in grado di tenere testa al Diavolo, inoltre, gli sono attribuiti poteri paranormali che in passato ne hanno quasi causato lo sterminio. Alcune di esse narrano l’esistenza di gatti giganti, forse alieni, dotati di lunghe zanne e caratteristiche paranormali. Dunque, il gatto, potrebbe davvero essere un animale magico, oppure si tratta di un demone? In questo volume sono raccolte alcune tra le più suggestive leggende sui gatti.
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Lo Gnefro o Gnèfru è una creatura che fa parte delle leggende popolari della regione Umbria in Italia.
Gli avvistamenti dello Gnefro sono principalmente nei pressi delle Cascate delle Marmore in Umbria in quanto questa creatura userebbe nascondersi tra i sassi e negli anfratti delle rocce e nell’acqua stessa. Secondo le leggende Lo Gnefro si allontana dalla sua abitazione solo di notte avvicinando coloro che incontra lungo il suo cammino. Chi incontra lo Gnefro, una creatura fondamentalmente timida, potrebbe essere vittima di scherzi o dispetti non pericolosi. Si narra che lo Gnefro sia in grado di lanciare incantesimi di protezione e difesa da nemici.
L’origine della leggenda
Foto della cascata delle Marmore. Foto di Cristina da Pixabay
L’origine della leggenda è nata ne la città di Terni e dintorni. Nelle leggende lo Gnefro è descritto come un bel bambino oppure come uno gnomo o folletto con grande testa e di aspetto sgradevole. Spesso le leggende lo descrivono come una creatura magica mutaforma ovvero uno gnomo che si trasforma in bambino per attirare l’attenzione su di sé. Una sua caratteristica leggendaria è quella di essere in grado di mutare in forma liquida, quindi mimetizzarsi con l’acqua delle Cascate delle Marmore.
Il leggendario Gnefro nelle cascate delle Marmore
La leggenda della cascata delle Marmore
Secondo una leggenda d’amore che riguarda la Cascata delle Marmone una giovane ninfa di nome Nera si innamorò di un ragazzo di nome Velino. I due innamorati non potevano coronare il loro amore impossibile e tramite un incantesimo la dea Giunone trasformò Nera in un fiume. Ma Velino disperato si tolse la vita gettandosi da un dirupo nel fiume Nera, con lo scopo di raggiungere Nera, trasformandosi nella cascata delle Marmore prendendo il nome di fiume Velino. Nel fiume Nera si dice che vivano gli Nefri motivo per cui questi gnomi talvolta raccontano la leggenda della cascata delle Marmore a chi incontrano.
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Secondo alcune leggende, il gatto è l’unico animale in grado di tenere testa al Diavolo, inoltre, gli sono attribuiti poteri paranormali che in passato ne hanno quasi causato lo sterminio. Alcune di esse narrano l’esistenza di gatti giganti, forse alieni, dotati di lunghe zanne e caratteristiche paranormali. Dunque, il gatto, potrebbe davvero essere un animale magico, oppure si tratta di un demone? In questo volume sono raccolte alcune tra le più suggestive leggende sui gatti.
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Secondo le numerose leggende il Gramo è uno degli animali che affianca le Streghe ed è un cane nero di origini demoniache. Il Gramo fa parte dei famigli, come il gatto nero, demoni che assumono la forma di animali aiutanti delle Streghe. Probabilmente la nascita di questa creatura ha origini nel Medioevo.
Secondo alcune leggende il Gramo non attacca l’uomo si mostra solo alla vista mentre in altre culture è aggressivo e attacca l’uomo e si mostra sei giorni prima della morte prevista. Chi viene ucciso dal Gramo viene portato nell’aldilà. Il Gramo è definito in alcune leggende come il protettore delle Chiese o Gramo della Chiesa custodendo Chiese e cimiteri da eventuali profanatori notturni. In alcune leggende il Gramo prevede la morte di chi lo incontra.
Il Gramo e i cani.
Il gramo si distingue da un cane normale, oltre che dagli occhi, anche dalla sua forma, talvolta inesistente, simile ad un ombra scura. A volte il gramo è descritto con le dimensioni di un lupo con la schiena ricurva e la bocca chiusa che apre solo per portare via con se il malcapitato nell’oscurità.
Il Gramo in Italia
Si tratta di una creatura funesta riscontrabile nelle leggende in varie parti del mondo nota in Italia come Gramo. Il Gramo ha diversi nomi in base al luogo in cui si narra di lui. In Italia il Gramo è un grande cane nero demoniaco portatore di cattive notizie.
Il Gramo in Inghilterra
In Inghilterra è possibile avvistare il Gramo nei cimiteri e nei boschi con l’aspetto di uno spaventoso cane nero gigante con occhi rossi o gialli luminosi presagio di notizie di morte a chi lo incontra.
Il Gramo in Asia
In Asia prevale il pensiero che il Gramo non attacchi mai l’uomo ma sia solo un portatore di messaggi di morte di imminenti dipartite di parenti o amici. In Giappone il Gramo non è pericoloso se non disturbato. Tuttavia se molestato il Gramo giapponese assorbe il malcapitato dalla sua bocca, simile ad un enorme buco nero, da cui non farà più ritorno. Si narra che il buco nero da cui il malcapitato non farà più ritorno lo condanni a cadere nel vuoto per l’eternità.
El Cadejo in America latina.
La leggenda del Gramo demoniaco cane nero. Illustrazione di un cane nero demoniaco- Foto di Square Frog da Pixabay
In America latina il El Cadejo è un cane nero che si aggira per le cittadine di notte spaventando chi incontra lungo la sua strada. El Cadejo spaventa più volentieri persone che compiono atti illeciti come ubriacarsi o giocatori d’azzardo. Come in Giappone se non disturbato El Cadejo è innocuo, in caso contrario uccide il suo molestatore. Il Cadejo nero è ostacolato dal Cadejo bianco, creatura mite e buona protettore delle sue vittime.
Il Gramo nella saga di Harry Potter
Nella saga di Harry Potter il Gramo oThe Grim appare nel terzo capitolo e viene nominato durante una lezione della professoressa Cooman che crede di vedere un cattivo presagio nella tazza di the di Harry Potter. Harry Potter vedrà spesso una figura simile a un grande cane nero che tuttavia non è realmente presente nella saga. Il Gramo in realtà è Sirius Black nella forma animagus che gli appartiene. Infine si scoprirà che la figura del Gramo nella saga di Harry Potter non è altro che un riferimento alla leggenda.
La leggenda del Gramo demoniaco cane nero
Il Gramo tratto dal film del 2004 Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (Harry Potter and the Prisoner of Azkaban):
Gli occhi dell’insegnante si spalancarono in maniera teatrale. «Mio caro» disse, «è il Gramo».
«Il cosa?» chiese Harry.
Non era l’unico a non aver capito. Dean Thomas alzò le spalle e Lavanda Brown lo guardò perplessa, ma quasi tutti gli altri si portarono le mani alla bocca, orripilati.
«Il Gramo, mio caro, il Gramo!» esclamò la professoressa Cooman, stupita che Harry non avesse capito. «Il cane fantasma gigante che infesta i cimiteri! Caro ragazzo, è un presagio… il peggior presagio di morte!»
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban. Capitolo 6: Artigli e foglie di tè.
Di seguito lo spezzone del film in inglese su YouTube.
Secondo alcune leggende, il gatto è l’unico animale in grado di tenere testa al Diavolo, inoltre, gli sono attribuiti poteri paranormali che in passato ne hanno quasi causato lo sterminio. Alcune di esse narrano l’esistenza di gatti giganti, forse alieni, dotati di lunghe zanne e caratteristiche paranormali. Dunque, il gatto, potrebbe davvero essere un animale magico, oppure si tratta di un demone? In questo volume sono raccolte alcune tra le più suggestive leggende sui gatti.
Ad ovest della città di São Paulo in Brasile a Laguna un gruppo di cacciatori a caccia di cinghiali avrebbe sparato ed un ucciso un chupacabra in una foresta nota come Guia Lopes da Laguna. Secondo una leggenda,nata in sud America, il chupacabra noto anche come succhiacapre si aggirerebbe di notte nelle fattorie dissanguando gli animali da allevamento. Questo gruppo di cacciatori a Laguna ha filmato la strana creatura che avevano appena ucciso con un arma da fuoco affermando di aver coplito e ucciso il mitologico chupacabra.
Immagina di un illustrazione di un chupacabra. Fonte Wikimedia
Uno dei cacciatori avrebbe notato la strana creatura inseguendola prima che i cani potessero individuarla. Un altro membro del gruppo di cacciatori avrebbe sparato uccidendo lo strano animale mentre una terza persona filmava l’accaduto. I cacciatori, coscienti della parte di popolazione scettica riguardo l’esistenza del chupacabra, hanno comunque divulgato il video.
Le ipotesi riguardo il Chupacabra ucciso da cacciatori in Brasile
Secondo alcune teorie in merito, l’animale ucciso potrebbe trattarsi una scimmia urlatrice, forse già morta. Quindi non è esclusa l’ipotesi che i cacciatori abbiano creato una situazione falsa utilizzando il corpo di un animale già morto attribuedolo al chupacabra.
Tuttavia il corpo dell’animale in questione sembra possedere mani umanizzate e a questa creatura si attribuisce la morte per dissanguamento di numerosi animali nelle fattorie della zona.
Di seguito visita la sezione del sito sul Chupacabra.
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Secondo alcune leggende, il gatto è l’unico animale in grado di tenere testa al Diavolo, inoltre, gli sono attribuiti poteri paranormali che in passato ne hanno quasi causato lo sterminio. Alcune di esse narrano l’esistenza di gatti giganti, forse alieni, dotati di lunghe zanne e caratteristiche paranormali. Dunque, il gatto, potrebbe davvero essere un animale magico, oppure si tratta di un demone? In questo volume sono raccolte alcune tra le più suggestive leggende sui gatti.
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In Transilvania una leggenda narra di un Uomo di colore verde che si aggirerebbe di notte spaventando chi ha la sventura di incontrarlo. Noto come l’Uomo verde è definito come un’entità legata al mondo del soprannaturale o paranormale. Secondo la leggenda all’Uomo verde o Green Man dalla sua bocca fuoriescono foglie verdi di cui sono composti i baffi e i capelli.
I Green Men o uomini verdi sono descritti per la prima volta da Lady Raglan in un opera letteraria del 1939 nota come Church Architecture .
L’Uomo verde è legato alla tradizione celtica e ricorda da vicino il Dio egizio Osiride, divinità egiziana. Nella tradizione celtica l’Uomo verde raffigura la fusione il vischio che ricopre la sua testa rappresenta forza e vigore. Il vischio secondo la tradizione celtica era utilizzato, raccolto tramite una falce d’oro, per curare malattie.
Nel Medioevo l’Uomo verde era rappresentato in numerosi monumenti ed edifici sacri e non. In cattedrali visionabili in Germania, Francia e inglese è possibile trovare raffigurazioni dell’Uomo verde con volto talvolta non umano ma animalesco. Nella Chiesa di Saint Abre in Francia vi è una raffigurazione di un Uomo verde con del fogliame che fuoriesce dalla sua bocca.
L’uomo selvatico
In diverse aree del mondo europee la tradizione popolare descrive l‘Uomo selvatico come un uomo selvaggio ricoperto da vegetazione o pelo. Ad esempio nella catena delle montagne alpine che toccano Italia, Svizzera, Cina, Russia l’Uomo selvatico compare spesso nei racconti legati al folclore. Mentre in altre zone montagnose del mondo è possibile incontrare lo Yeti o altre figure similari le quali, tuttavia, non sono uomini definiti selvatici ma sono creature simili a primati di notevoli dimensioni.
L’Uomo verde della Transilvania
In Transilvania è descritta nelle leggende popolari un uomo simile all’ Uomo selvatico descritto nella mitologia celtica. Ma a questa figura spaventosa che si aggira di notte nei boschi è stata data una spiegazione logica in Romania.
In una città della Transilvania un uomo. Raymond Robinson, ebbe un grave incidente elettrico e il suo volto rimase fortemente sfigurato assumendo uno strano colore verdognolo. L’uomo usciva dalla sua abitazione solo di notte per evitare di essere visto e deriso. Quindi nessun mistero in Transilvania o un Uomo verde si aggira realmente tra i boschi e le montagne nel mondo?
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In questo periodo, in una cittadina della Bolivia, alcuni contadini hanno denunciato la perdita, avvenuta in modo violento, di alpaca, mucche e lama. Gli abitanti locali affermano, con un brivido di paura e antica superstizione, che forse il chupacabra è tornato nel loro territorio. A La Paz, Oruro, Bolivia un drone ha causalmente fotografato dall’alto un animale alquanto strano e nella foto è evidente che l’animale immortalato deambula sulle zampe posteriori, in posizione eretta. Forse si trattava di un puma o un altro felide che nel momento dello scatto si trovava in posizione eretta? Tuttavia i veterinari locali non escludono che potrebbe trattarsi di un coyote affetto da scabbia.
Gli abitanti locali affermano che nessun felino sia in grado di procurare le ferite inferte ai loro animali da allevamento in quanto il bestiame era stato ucciso tramite alcuni fori nel collo. Non vi era alcuna traccia sul terreno di attacchi da parte di felini noti all’uomo di quella zona.
Di seguito il video su YouTube del telegiornale in cui è affrontato questo misterioso evento attribuito al chupacabra:
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Nei Castelli Romani, la zona geografica che include numerose città nella zona sud-est della città di Roma, nelle campagne che li circondano una leggenda narra del Lenghelo.
Lenghelo denominato anche Lenghelletto, Lenghero o Lenghelu è uno spirito della foresta o un folletto “non convenzionale”. Al contrario dei classici gnomi o folletti bassi e tozzi il Lenghelo, secondo la leggenda, è una creatura alta ed esile.
Si tratta di un entità a volte benevola ma dispettosa che rompe e nasconde oggetti nelle abitazioni e con chi manca di rispetto ai suoi famigliari. Il Lenghelo è solito disturbare il sonno agli esseri umani saltando sul petto. Infatti il sonno con un Lenghelo sul petto è difficoltoso e non riposante per chi subisce il dispetto. Tuttavia le credenze popolari talvolta lo definiscono folletto maligno come il Diavolo e viene utilizzato come la figura de l’uomo Nero nei confronti dei bambini.
Questo folletto però può donare denaro a chi prende in simpatia e dare numeri vincenti al lotto.
Un detto in riferimento al Lenghelo: Te ballo sopp’a panza comm’u lenghelu! ovvero “Ti ballo sopra la pancia come il lenghelo”.
Approfondimenti:
Visita la sezione del sito su le Strane creature nel mondo
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Secondo un’antica leggenda medievale Tummà è una creatura dal naso gigante simbolo di fertilità denominato per questa sua caratteristica “Tummà u sgummà” . Si dice che provenisse dalla tribù degli sgummà in cerca di tesori proveniente dalla Puglia, forse da Bari. Secondo la leggenda Tummà si perse mentre cercava il tesoro dei “giacomini” ovvero degli arabi, da cui avrebbe origine la leggenda.
La leggenda del folletto Tummà in Basilicata
Immagine illustrativa gnomo. Foto di Hans da Pixabay
Lo gnomo aveva avuto in regalo dalla fata Dusica un fazzoletto che utilizzò per asciugare le sue lacrime di disperazione dovute allo smarrimento e per soffiare il suo grande naso. Tummà pianse talmente tanto che allagò la valle in cui si trovava ovvero Il Tavoliere delle Puglie, creando le giuste condizioni per far nascere e crescere in abbondanza e prosperità le piante di ulivo per cui la zona è molto nota tutt’oggi.
Secondo la leggenda Tummà non ha mai ritrovato la strada di casa e si aggira piangendo, stringendo il fazzoletto proprio in quelle zone. Ma ben si sa che chi riuscirà a rubare il fazzoletto a Tummà dal grande naso ricco diventerà.
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Oltre il 70% del territorio giapponese è composto da vegetazione. Questa caratteristica territoriale del Giappone ha dato vita alla credenza che Hibagon viva nascosto tra la vegetazione. Hibagon corrisponde nelle leggende popolari al BigFoot americano oppure allo Yeti ma di dimensioni ridotte e in queste immense distese boschive ha la possibilità di sfuggire alla vista dell’uomo.
Hibagon il Big Foot giapponese
Questa misteriosa creatura secondo la leggenda è alta 1.70/1.50 e non ha una aspetto del tutto scimmiesco in quanto avrebbe la testa grande a forma di un triangolo rovesciato. Secondo la leggenda la faccia di Hibagon, coperta di irte setole, mostra immediatamente il suo lato aggressivo, con occhi vispi e apparentemente intelligenti. Hibagon, sempre secondo la leggenda, ha una pelliccia o nera o rossastra che lo ricopre ed emetterebbe un odore molto sgradevole e il suo peso di aggirerebbe sui 90 kg.
Gli avvistamenti di Hibagon sul Monte Hiba.
immagine illustrativa di uno Yeti Foto di azwer da Pixabay
Hibagon è stato avvistato per la prima volta agli inizi degli anni 70 sul Monte Hiba da un gruppo di studenti della scuola primaria alla ricerca di funghi. Si dice che la strana creatura sia stata disturbata dal rumore dei bambini spingendola a difendersi e a spaventare i bambini spezzando rami in modo rumoroso. I bambini sono effettivamente fuggiti cercando riparo nelle insegnanti che tornarono in gruppo a verificare il racconto dei bambini. Non fu trovato l’animale simile ad una scimmia ma solo rami attorcigliati, non dai bambini certamente.
Un camionista riferì a luglio del 1970 di aver visto una creatura bipede, che deambulava in posizione curva, simile ad una scimmia di grosse dimensioni, attraversagli la strada. A Saijo fu avvistata una creatura simile in una risaia dopo pochi giorni.
A dicembre sempre dello stesso anno furono rinvenute nella neve delle strane impronte con dita opponibili di 21 cm. Forse si trattava delle impronte di Hibagon?
Tra il 1970 ed il 1972 gli avvistamenti di questa strana creatura e il rinvenimento di impronte di dimensioni differenti fino a 30 centimetri allertarono le autorità locali che crearono un ente apposito per lo studio e la ricerca di questo misterioso animale. Nessuna prova è stata sufficiente a dimostrare l’esistenza di Hibagon nemmeno i calchi in gesso delle impronte.
La controversa foto di Hibagon del 1974
Una foto scattata il 15 agosto 1974 da un impaurito automobilista che vide la creatura a quattro zampe sul ciglio della strada e in seguito in posizione eretta è molto nota e controversa. L’autista affermò di aver fermato l’auto e di aver immortalato con la sua fotocamera lo strano animale che cercava di nascondersi dietro a una pianta.
La foto controversa del 1974 tratta dal web.
L’ultimo avvistamento di Hibagon è stato nella città di Mitsugi nel 1982, dopo un lungo periodo di latitanza, più alto, con uno strano utensile in mano per poi scomparire nuovamente.
Conclusioni:
Cosa potrebbe essere Hibagon? Forse si tratta di una specie di scimmia non classificata o un orangotango sfuggito da uno zoo o abitazione privata? Oppure si tratta di un uomo selvaggio o Yajin cresciuto nella foresta ricoperto di peli? Oppure potrebbe essere un Macaco Giapponese o un Orso Nero di notevoli dimensioni selvaggio? Il mistero di Hibagon è attuale e si tratta di un criptide che potrebbe essere ancora avvistato.
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Nel Settore numero 4 ad Altamira in Messico sono state rinvenute due pecore uccise in modo anomalo. E’ stato deciso dalle autorità locali dalla Procura Generale di effettuare l’autopsia sugli animali per chiarire le cause del loro decesso. Forse è opera di un chupacabra? Il chupacabra è spesso nominato tra gli abitanti locali in casi di questo genere avvolto da un intensa aurea di mistero e assenza di prove della sua esistenza.
Il direttore della Procura Generale, il signor Rubén Herbert Zarate, ha affermato di procedere ugualmente in questo senso nonostante l’uccisione sia avvenuta nei recinti privati dell’abitazione dei proprietari degli animali. Secondo Rubén Herbert Zarate le prove e i fatti potrebbero essere stati alterati dalle persone che si sono recate sul luogo dell’incidente.
Secondo la Procura Generale questo caso necessita di approfondimenti in quanto non sono state rilevate impronte di alcun genere che potessero far dedurre quale tipo di predatore possa aver ucciso le pecore. Lupi, cani selvatici e coyote ,che generalmente attaccano il bestiame da allevamento, non avrebbero lasciato alcuna impronta e si tratta di un evento insolito. Il chupacabra è il colpevole?
Approfondimenti:
Il primo avvistamento del mitico Chupacabra o Chupacabras conosciuto anche come EBA (entità biologica anomala) risale al 1975 a Puerto Rico. Il nome CHUPACABRA tradotto letteralmente significa “succhia capre” e ha attirato l’attenzione di ufologi, biologi e criptozoologi. Leggi l’articolo completo Il Chupacabra mito o realtà?
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