La creatura ululante di Sesto San Giovanni, Milano

La strana creatura ululante di Sesto San Giovanni, Milano

Milano.

Una chiamata alla Polizia Locale di Sesto San Giovanni, comune di Milano, nella notte tra il 22 ed il 23 maggio del 1966 diede vita ad una grande caccia al mostro. Alcuni testimoni affermarono in seguito di aver avvistato un “Serpente Antidiluviano” ovvero un grande rettile provvisto di corna che ululava al tramonto nella palude. Queste creature sono descritte come grandi lucertole o grandi serpenti e sono descritte anche come draghi.

Nella mitologia i Serpenti Antidiluviani sono i nemici dei Thunderbird, gli uccelli del tuono.

La chiamata avvertiva la Polizia che uno strano animale era stato visto ed udito dietro una nota acciaieria della zona, in un’area paludosa. Una volta giunti sul luogo dell’avvistamento però era già iniziata una vera e propria “caccia alla strana creatura o mostro“. Centinaia di persone armate di torce ed auto con i fari posizionati ad illuminare la palude si adoperarono per tutta la notte nelle ricerche.

Anche un noto ente per la protezione animale si recò sul luogo dell’avvistamento.

La caccia al mostro della palude continuò per tutta la notte e parte del mattino seguente senza dare però i risultati sperati Nonostante si potesse spesso udire l’ululato terrificante della creatura non identificata. A questa caccia al mostro parteciparono circa tremila persone che per un po’ di tempo riuscirono a rimanere in completo silenzio per poter udire l’ululato della creatura cercando di identificarla.

Non furono rinvenute tracce della creatura solo un cane di proprietà della prima persona che aveva udito il mostro era stato ucciso a morsi. Il corpo dell’animale era ricoperto di unghiate. Cosa poteva averlo ucciso?

La taglia sul mostro. La creatura era una rana-toro?

Una rana toro verde in uno stagno. Foto di Jill Wellington da Pixabay

Un noto giornalista, Angelo Lombardi, mise una taglia di 50.000 mila lire, una cifra ingente per l’epoca a chi avesse catturato il mostro della palude di Sesto San Giovanni. L’uomo espose però la sua teoria. Secondo l’uomo il mostro altro non era che una rana-toro anche se non si trovava in questo momento nel suo habitat. Delle rana toro furono in effetti catturate. Però il 26 maggio una cattura non riguardava una una rana toro ma una rana comune di notevoli dimensioni.

La leggenda del Bisso e del cacciatore nello stagno di Besana.

Una leggenda vuole che a Besana in Brianza in uno stagno, un cacciatore un giorno uccise uno strano serpente bianco e nero ( in dialetto Bisso) lungo circa un metro e mezzo. Il serpente ululava durante la notte ed aveva un diamante tra le fauci. Il cacciatore si impossessò del diamante ma morì in modo inspiegabile dopo tre giorni.

La creatura ululante di Sesto San Giovanni, Milano

Curiosità sulla rana toro

Il mostro della palude si Sesto San Giovanni era una rana toro?

Questo anfibio noto anche come rana bue Lithobates catesbeianus tipico del nord America e Canada presenta una caratteristica: muggisce come un bovino. Le dimensioni della rana toro possono arrivare ai 20 centimetri e 750 grammi di peso. La rana toro è dotata di una grande bocca e assomiglia molto alla rana verde comune. Poteva trattarsi di uno o più esemplari di rana toro rilasciati in un ambiente non proprio? Come si evince da una testimonianza una persona ha asserito di aver rilasciato due esemplari di rana toro, nella speranza che procreassero, nella palude.

Questa fu la teoria conclusiva sul mostro di Sesto San Giovanni. Il mostro non era un serpente gigante ma una rana toro.

Approfondimenti:

Viista la sezione del sito delle Strane creature in italia e nel mondo

La Marroca italiana: orrido ibrido tra serpe e lumaca

La Marroca italiana: orrido ibrido serpe e lumaca.

La Marroca è una creatura mostruosa di aspetto orribile, nauseabondo. Secondo le leggende popolari questa creatura è nata da un incrocio tra una lumaca ed un serpente d’acqua ed è dotata inoltre di grossi tentacoli.

In italia la sua figura è descritta in Umbria e Toscana ed il suo ipotetico habitat sarebbero pozzanghere d’acqua, fogne ed acquitrini. La creatura ripugnante chiamata Marroca attirerebbe le persone, adulti e bambini, nelle sue vicinanze emettendo suoni strani come fischi e schiocchi.Una volta che la vittima si trova abbastanza vicina alla Marroca viene agguantata dai suoi lunghi tentacoli.

Ma la Marroca non uccide subito la sua vittima, la porta al sicuro nella sua tana per cibarsi con calma del suo sangue.

La Marroca italiana: orrido ibrido tra serpe e lumaca

La Marroca in Toscana.

In  Valdichiana la Marroca è simile all‘uomo nero, utilizzata nelle storie da raccontare ai bambini per non farli andare nei pressi delle paludi sopratutto al buio di notte. Questo avveniva perchè la Valdichiana per un lungo periodo divenne da fertile pianura un acquitrino paludoso malsano e pericoloso. E in questi luoghi ha origine la leggenda della Marroca.

La Marroca in Abruzzo

In Abruzzo nella zona di montepulciano la marroca è descritta come una creatura che abita nel sottosuolo, nelle grotte, nei buchi nel terreno, negli acquitrini. La Marroca abruzzese esce allo scoperto di notte e si aggira strisciando per le campagne emettendo un curioso gorgoglio per far avvicinare le sue prede. Una volta che la sua preda è alla sua portata l’agguanta con le sue lunghe dita, non tentacoli simili a quelli delle piovre.

La Marroca italiana: orrido ibrido tra serpe e lumaca?

La Marroca in altre zone d’Italia si trasforma in Strega.

Illustrazione fantasy. Foto di Stefan Keller da Pixabay

La Marroca della Tuscia in Maremma.

In Maremma ovvero tra Toscana e Lazio, l‘Occhiomalo è una Marroca descritta come una Strega oppure una donna orribilmente brutta e cattiva. Si nasconde nei pozzi e invita le persone a buttarsi al suo interno per poi annegarle. Chi guarda a lungo il fondo del pozzo con un Occhiomalo al suo interno verrà incantato da un grande occhio verde.

La Marroca in Lazio

Anche in provincia di Viterbo in Lazio la Marroca è una Strega non una creatura di questo tipo. Questa figura rappresenta sempre un segno di cattivo presagio. A  Fastello, frazione del Comune di Viterbo la leggenda vede la Marroca come un enorme Piovra velenosa che si nasconde nei pozzi, avvelenando l’acqua. In questi luoghi è nota come il “mostro del pozzo“.

Probabilmente anche a Fastello la Piovra velenosa era utilizzata come deterrente per i bambini e gli avventori per non farli avvicinare troppo ai pozzi evitandone la caduta al loro interno. Secondo la leggenda la Marroca rapiva i bambini o trascinava le persone nei pozzi.

Illustrazione di un polpo. Foto di Vlad Min da Pixabay

La Marroca in Sicilia

In Sicilia la Marroca è descritta come una creatura mostruosa, un enorme Rettile, una specie di incrocio tra un coccodrillo ed un serpente. La Marroca è chiamata Biddrina o Culobbia a Caltanisetta ed è descritta con occhi rossi e una larga bocca adatta ad ingoiare un agnello e il suo colore sarebbe verdastro con sfumatore blu.

Nel mese di agosto per Ferragosto, il 15 del mese, a Butera un paese nel comune di Caltanisetta vi è una festa. La festa è dedicata all’uccisione in passato di una Biddrina a Pozzillo. La Biddrina fu mostrata nelle strade del paese con una gran festa. Imoltre è festeggiato anche San Rcco il patrono della città.

Vi era fino a poco tempo fa in quell’occasione la presenza per le vie del paese dello “U Sirpintazzu” che rappresenta una Biddrina. Nel rituale del Sirpintazzu, ovvero una creatura a forma conica di cartapesta con una persona al suo interno, si impersonificava una Biddrina a forma di serpente. Con la bocca della finta Biddrina l’uomo al suo interno doveva afferrare un oca uccisa in precedenza appesa con una corda ad un cavo sospeso. In seguito sempre tramite il costume del Sirpintazzu venivano aperti i pignatuni che sono sacchetti contenenti oggetti, frutta secca e dolci.

Ad oggi l’utilizzo dell’oca nel modo descritto è stato vietato grazie all’intervento delle associazioni animaliste.

Curiosità:

Marròca è un vino tipico toscano che prende il nome dalla sua caratteristica dalla sua fermentazione. Il vino deve “nascondersi dall’aria” per la sua fermentazione, proprio come la Marroca si nascondeva nei pozzi.

Approfondimenti:

Di seguito sul canale Youtube di Chupacabramania un video introduttivo sulle strane creature italiane:

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I mostri della palude esistono o sono solo leggende?

I mostri della palude esistono o sono solo leggende?

In numerosi luoghi del mondo credenze popolari e storie che affondano le loro radici in un passato lontano raccontano di mostri di fango che si aggirano nelle paludi. Negli anni 70 vi sono stati i primi avvistamenti di questi mostri di fango ed è difficile attribuire loro un luogo preciso in cui è nata la leggenda.

In numerosi luoghi sono stati segnalati questi eventi sia in Italia che nel mondo.

In alcune paludi si racconta che la palude stessa sia in grado di trasformarsi in un mostro dalle fattezze a volte umanoidi, a volte è informe attingendo la sua forma dal fango che la compone.

Si tratta di paludi che si animano di vita propria in cui è difficile non perdersi e sopperire alle aggressioni del “mostro di fango” che può catturare gli sventurati avventori della palude portandoli con sè in mezzo al fango.

Immagine illustrativa di una palude. Foto di 3282700 da Pixabay

I mostri della palude esistono o sono solo leggende?

Sono stati scritti numerosi libri, racconti per adulti e ragazzi . Sono girati tanti film, telefilm e cartoni animati con “il mostro della palude” come protagonista. Anche il mondo dei fumetti ha spesso utilizzato questa figura nei racconti.

A discrezione dell’autore dell’opera i protagonisti possono sfuggire alla furia omicida della palude e del suo mostro di fango oppure no.

Il mostro della palude Big Muddy Monster.

Usa.

A Murphysboro in Illinois fin dal 1973 vi sono casi di avvistamenti di una creatura alta due metri di tipo umanoide. Il caso di questa creatura nota come Big Muddy Monster ovvero Il grande Mostro Fangoso è tutt’ora aperto. Vi sono ricostruzioni, foto e numerose testimonianze in merito custodite anche da autorità locali.

La creatura emanava uno strano odore e secondo i testimoni era ricoperta di una chiara peluria. Testimoni affermano di averla vista mentre si aggirava per le abitazioni forse affamata. infine sono state rinvenute vaghe impronte di circa 30 centimetri nel fango unite ad una sostanza viscida indefinita. La descrizione di Big Muddy ricorda il mostro noto come Bigfoot.

Il mostro della palude di Honey Island

Usa.

Nella palude di Honey Island in Louisiana è stata descritta la presenza di una creatura umanoide alta circa due metri. La creatura secondo le descrizioni emanava un forte odore sgradevole ed è dotata di occhi rossi o gialli ed è ricoperta di pelo grigio.

Impronte e carcasse di animali con segni di morsi che “sembravano umani” sono state rinvenute sui luoghi degli avvistamenti. Nel 1974 un fotografo noto come Harlan Ford è stato lo scopritore delle impronte.

La teoria più accreditata e verosimile è che la creatura potesse essere stata uno scimpanzè. La leggenda narra che agli inizi del 1900 un treno che trasportava animali da circo fosse deragliato in quelle zone e che lo scimpanzè possa essere fuggito dal treno.

Curiosa e inverosimile è invece la teoria che la creatura sia un ibrido nato dall’accoppiamento tra uno scimpanzè ed un coccodrillo locale.

I mostri della palude esistono o sono solo leggende? Sono forse dei Golem?

Il Golem o uomo di fango

I Golem sono figure magiche create da persone in grado di dare vita al fango e all’argilla. Il Golem è una creatura umanoide di fango che fa parte delle credenze ebraiche e della mitologia del mondo medievale.

Inizialmente è disegnata sul terreno fangoso la sagoma di un essere umano con gambe, braccia e viso. La persona che può donare la vita a questa creatura di fango ed argilla può essere un rabbino ad esempio che tramite una serie di frasi “magiche” effettua l’incantesimo.

Rappresentazione di un Golem d’argilla. Foto di Esther Chilcutt da Pixabay

I Golem sono comandati dalla volontà del loro creatore e possono agire quindi sia nel bene che nel male ma non hanno una volontà propria. I Golem secondo la leggenda erano utilizzati in vari modi, anche negli aiuti in ambito lavorativo, nei lavori pesanti e domestici.

Queste fantastiche creature sono di dimensioni notevoli e dotati di una forza sovraumana.

I Golem in Italia.

Puglia.

Un rabbino noto come Ahron di Bagdad nel IX secolo scoprì ad Oria una città in provinvia di Brindisi in Puglia un gruppo di rabbini ebrei che era in grado di creare e donare la vita ai Golem. Un messaggio divino intimidì queste persone dal continuare a praticare questi rituali.

Approfondimenti:

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Il serpente Titanoboa lungo oltre 15 metri, estinto

Il serpente Titanoboa lungo oltre 15 metri, estinto 60 milioni di anni fa.

Titanoboa il cui nome scientifico èTitanoboa cerrejonensis è un serpente esistito circa 60 milioni di anni fa.

Il Titanoboa o Boa Titanico di Cerrejon è stato uno dei serpenti definito tra i più grandi di tutti i tempi. Non era un serpente velenoso e le sue dimensioni si aggiravano sui 14/15 metri. Il peso stimato di questo serpente gigante è di oltre una tonnellata circa 1150 kg e la sua tecnica per uccidere le sue prede era probabilmente l’uccisione tramite il soffocamento e stritolamento della vittima tra le sue spire. Questo serpente gigante cacciava coccodrilli giganti, tartarughe giganti ed animali di grandi dimensioni anche in acqua.

Illustrazione di un serpente gigante. Foto di Syaibatul Hamdi da Pixabay

Un comportamento simile di uccisione e dello stile di vita del Titanoboa è rilevabile nella specie di serpente attualmente in vita denominato Boa constrictor.

Per la prima volta nell’anno 2009 in Colombia, in una delle più grandi miniere di carbone del mondo nel Dipartimento di La Guajiran , sono stati scoperti i resti fossili di questo vero e proprio “mostro“. Nella miniera di carbone sono stati rinvenuti 28 scheletri di Titanoboa. La scoperta di questi fossili è avvenuta da parte della squadra di Jason Head, un paleontologo dell’Università di Toronto Mississauga.

L’habitat del serpente erano le foreste pluviali sud americane, luoghi molto simili all’Amazzonia ma con un clima con temperature più elevate. Le dimensioni apparentemente eccessive del serpente sono dovute all’epoca in cui viveva in cui l’ossigeno era in quantità maggiori di questa epoca. Proprio per questo motivo alcuni tipi di animali crescevano di più in dimensioni tra cui i Titanoboa, grazie alla maggiore ossigenazione dell’ambiente.

Conclusioni:

Il Titanoboa potrebbe essere l’attuale Sucuriju gigante? O Il Sucuriju gigante è una leggenda? Quest’ultimo avrebbe secondo la leggenda dimensioni maggiori del Titanoboa, si aggirerebbe sui 40 metri di lunghezza ed i 4 metri di larghezza.

Nueva Tacna: città sul Rio delle Amazzoni, Amazzonia

Secondo i cittadini un’ enorme serpente di circa 40 mt di lunghezza e largo 4 avrebbe attraversato il paese devastandolo, distruggendo case ed imbarcazioni.

Di seguito leggi l’articolo nel sito:

Il Sucuriju gigante una leggenda?

Di seguito il video su youtube diu nipotetico seroente gigante

Approfondimenti:

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Il mistero della Grotta del Serpente in Salento, Puglia

Il mistero della Grotta del serpente in Salento, Puglia

Puglia.

Nella Puglia meridionale, nella zona d’Italia nota come “tacco dello stivale” bagnata dal mar Ionio e dal mare Adriatico vi è la penisola salentina. La penisola salentina è nota come Salento.

In salentino si pronuncia Salentu ed un detto molto noto popolare recita: Lu Salentu, Lu sule, Lu mare, Lu iento ovvero Il Salento, il Sole, Il Mare, il Vento.

In queste parole è racchiusa la meraviglia del Salento nota zona turistica ricca di mete da visitare con una ricca storia culturale e spiagge molto belle.Si tratta di una zona turistica molto frequentata in Italia.

Il Salento è una subregione che include la città di Lecce, Brindisi e Taranto. Il salento include quindi una vasta area della regione Puglia.

Immagine della spiaggia dei Faraglioni in Salento.Foto di luigi martina da Pixabay

Il mistero della Grotta del Serpente in Salento, Puglia

La leggenda della Grotta del Serpente.

Puglia.

Oltre ad essere una meta turistica molto importante in italia vi è anche una leggenda, un mistero, riguardo una grotta denominata Grotta del Serpente.

La Grotta del Serpente o grotta del Tam Tam si trova ad Otranto nei pressi di Porto Badisco e la conformazione della grotta è composta di numerosi cunicoli sotterranei.

Nel 1975 durante una ricognizione in condizioni complesse data la bassezza dei cunicoli ed il buio uno speleologo Isidoro Mattioli vide una creatura alta circa 80 centimetri umanoide che sembrava suonare un tam-tam. II suono emesso dal singolare strumento riecheggiava per i cunicoli.

Immagine illustrativa di una grotta sotterranea. Foto di DenisPet da Pixabay

Lo scopritore della Grotta dei Cervi che è stata scoperta prima della Grotta del Serpente, fu sempre Isidoro Mattioli.

Nel 1985 Isidoro Mattioli fece una seconda spedizione nella Grotta del Serpente, ma non solo come la prima volta, con altre quattro persone. Il fenomeno del suono simile al tam-tam si ripetè in modo molto intenso dopo che tutto il gruppo ebbe avvistato di sfuggita la strana e piccola creatura umanoide. Sembrava che il suono provenisse da più direzioni contemporaneamente.

Isidoro Mattioli suppose che vi fosse qualche forma di entità aliena all’interno, la teoria è rinforzata dalla presenza di un dipinto in cui alcuni ominidi distruggono un villaggio nella vicina Grotta del Cervo. Forse la misteriosa creatura aveva contribuito alla creazione dei disegni della Grotta del Cervo? Vi era un collegamento? Lo speleologo divulgò la notizia alla stampa.

Ad oggi la Grotta del Serpente non è accessibile al pubblico.

Conclusioni ed ipotesi:

In conclusione i colleghi di Isidoro Mattioli furono propensi ad ipotizzare che forse la creatura nella grotta fosse un tasso nascosto al suo interno.

Le ipotesi che sono state effettuate da Isidoro Mattioli riguardo la creatura avvistata nella Grotta dei Serpenti abbracciano anche la teoria che la creatura potesse essere un rettiliano.

Isidoro Mattioli è scomparso all’età di 68 anni nel gennaio dell’anno 2006.

Il tasso in natura. Foto di Greg Newman da Pixabay

La Grotta dei Cervi

Nelle vicinanze della Grotta dei Serpenti si trova la Grotta dei Cervi, una grotta naturale molto importante scoperta nel 1970 ricca di pitture. Queste pitture sono state effettuate con ocra rossa e guano di pipistrello e risalgono al 4.000 ed il 3.000 a.C.

I membri del gruppo speleologico Pasquale De Laurentiis di Maglie scoprirono la Grotta dei Cervi:

Severino Albertini, Enzo Evangelisti, Isidoro Mattioli, Remo Mazzotta e Daniele Rizzo

Nella grotta sono rappresentate numerose figure tra cui animali, forme geometriche, scene di caccia al cervo e simboli di magia. La rappresentazione più nota è quella di uno stregone danzante nota con il nome Dio che balla. La grotta fu oggetto di studi per circa dieci anni da parte dello studioso di arte preistorica Paolo Graziosi.

Anche la grotta dei Cervi è chiusa al pubblico. La grotta deve il suo nome alle numerose rappresentazioni di cervi nei dipinti al suo interno.

Il cervo è una creatura sacra che accomuna molte culture ed è legato al mondo del paranormale. Il cervo assume secondo alcune credenze il ruolo di Spirito Guida e messaggero dal mondo del paranormale. In passato l’animale veniva drogato per essere cacciato più agevolmente durante rituali definiti magici.

Forse anche i dipinti nella grotta potrebbero essere stati effettuati sotto l’effetto di droghe durante i riti praticati in loco.

Cervo in natura. Foto di Pezibear da Pixabay

Approfondimenti:

Di seguito leggi l’articolo del sito su I rettiliani nelle teorie ufologiche e complottistiche.

Infine visita la sezione del sito sui misteri in Italia e nel mondo

I rettiliani nelle teorie ufologiche e complottistiche

I rettiliani nelle teorie ufologiche e complottistiche

I rettiliani noti anche come uomini serpente o uomo rettile fanno parte di numerose culture. Queste creature sono descritte come umanoidi con fattezze da rettile. Rettiliani è solo uno dei tanti nomi che gli vengono attribuiti un esempio è rettiloide o uomo lucertola.

Il mostro del fiume Po Homo Saurus in Italia.

La creatura del fiume Po è paragonata ad un rettiliano. A partire dall’anno 1986 sulle rive del fiume Po vi sono state numerose segnalazioni della presenza nel fiume di una creatura sconosciuta. La creatura è nota come la creatura del fiume Po.

Di seguito l’articolo completo sull‘Homo Saurus, il mostro del fiume Po.

Visiona sul canale YouTube di ChupaCabraMania il video introduttivo: Il mostro del fiume Po, Homo Saurus in Italia

Cosa sono i rettiliani?

I rettiliani sarebbero secondo la leggenda creature muta-forma in grado di cambiare a piacimento il loro aspetto.

Le costellazioni di Dragone, Sirio e Orione sono le Galassie da cui teoricamente provengono i rettiloidi. La fama dei rettiliani ha iniziato a crescere, ed anche le teorie a riguardo, negli anni novanta in concomitanza con il telefilm sui rettiloidi chiamato V-Visitors.

Probabilmente il mito dei rettiloidi ha inizio con la scoperta di una città sotterranea a Los Angeles in California USA. Nel 1934 in questa città sotterranea un articolo di un giornale cittadino riporta della presenza di un antico popolo lucertola risalente a cinquemila anni fa.

In India, Asia, Grecia ed in Europa sono spesso descritti fin dall’antichità creature di questo tipo metà rettile e metà uomo. Le teorie su queste creature affermano che intere popolazioni di rettiliani vivrebbero in vere e proprie città sotterranee.

La teoria della Terra cava

I rettiliani abiterebbero all’interno della terra secondo la teoria della Terra cava. Secondo questa teoria la Terra sarebbe cava ed abitata al suo interno da numerose creature sconosciute all’uomo che talvolta emergono in superficie.

Anche il mitologico e sfuggente chupacabra, creatura succhia sangue di origine latino-americana, potrebbe essere un abitante dell’interno della Terra.

Leggi l’articolo sulla Terra cava nel sito.

Alcune di queste creature secondo la mitologia avrebbero contatti con gli esseri umani in superficie. Un esempio sarebbero i rettiliani che si sarebbero anche ibridati con la popolazione umana.

I rettiliani nelle teorie ufologiche e complottistiche.

Rappresentazione di un alieno rettiliano in politica. Foto di Comfreak da Pixabay

Le teorie del mondo governato da rettiliani.

Una nota teoria su queste figure umanoidi afferma che essi si siano insediati di nascosto tra le alte cerchie gestite dalle persone di spicco a livello mondiale. Ad esempio i rettiliani dovrebbero essere ben inseriti nei vari governi mondiali in posizioni di rilievo oppure nel mondo della musica come cantanti oppure attori nel cinema.

Si tratterebbe di una vera e propria forza nascosta all’uomo in grado di governare il mondo intero e gli esseri umani stessi.

David Vaughan Icke è un noto scrittore che affronta nei suoi temi le teorie complottistiche tra cui quella riguardante i rettiliani. Il suo libro ” Figli di Matrix “affronta in modo serio numerose teorie complottistiche tra cui quella dei rettiliani.

Grazie ad internet le teorie complottistiche hanno proliferato e coinvolto sempre più pubblico della rete.

I rettiliani sarebbero quindi creature evolute che non utilizzano “costumi” per mimetizzarsi tra le persone. Ma farebbero uso di sofisticati metodi come gli ologrammi.

Nelle rappresentazioni medioevali i rettiliani erano identificabili in dipinti riguardanti la figura del Diavolo. Perchè il Diavolo avrebbe in queste rappresentazioni delle fattezze rettiloidi. Infine sempre allo stesso modo molti demoni erano rappresentati nei dipinti.

Ufo e rettiliani.

Nel mondo dell‘ufologia i rettiliani sono descritti come alieni . Ma vengono avvistati molto di rado. I contatti con essi sono molto rari. In teoria i rettiliani sono alti quasi o poco meno di un uomo e sono anche presunti autori di rapimenti umani, abduction.

Di seguito su Youtube un video dove sarebbero filmati dei rettiliani:

Approfondimenti:

Di seguito visita la sezione del sito su le Strane creature in Italia e nel mondo.

Ippocampo figura leggendaria nella mitologia greca

Ippocampo figura leggendaria nella mitologia greca

La creatura denominata Ippocampo nella mitologia greca è descritta come un incrocio tra un cavallo e un pesce. E’ descritta con la parte del corpo anteriore come un cavallo e la parte posteriore del corpo come quella di un pesce. Ippocampo è dotato di una criniera composta da alghe o da una sorta di membrana o di crini.

Illustrazione di un Ippocampo. Foto di Parker_West da Pixabay

Secondo la leggenda l’Ippocampo può avere zampe palmate o zoccoli e sarebbe nato dalle creste delle onde marine ed è in grado di controllare il meteo.

Questa creatura secondo la leggenda si nutrirebbe di alghe e coralli ed è definita benevola e magica.

L’Ippocampo secondo la leggenda spesso salva persone, uomini e donne, in pericolo. La creatura sempre secondo la mitologia interveniva a salvare le persone dopo cadute in mare e difendeva le imbarcazioni da mostri marini molto pericolosi. Quindi portava fortuna incontrarne uno.

Poseidone e Ippocampo nella mitologia greca.

Poseidone (Nettuno). Foto di Ruth Archer da Pixabay

L’Ippocampo secondo la leggenda fa parte del corteo di Poseidone il Dio del mare, maremoti e terremoti ( noto anche come Nettuno). Insieme a draghi e le altre creature marine gli Ippocampo trainano il mitologico carro di Poseidone. Scylla e Sthenos sono i nomi di due Ippocampo preferiti dal Dio del mare.

Gli ippocampo sono calvati da Tritoni e sono ritenuti utili per muoversi nella profondità dei mari.

Ippocampo figura leggendaria nella mitologia greca

l’Ippocampo sulla terra ferma.

Secondo la leggenda quando l’Ippocampo non trova cibo a sufficienza nel mare si adatta anche alle piante verdi ed agli arbusti della terra ferma. Ma alla fuoriuscita dall’acqua si trasforma in cavallo, mutando quindi la parte del corpo anteriore di pesce in un corpo dotato di zoccoli.

In questo modo la creatura si adatta e può di conseguenza muoversi agevolmente sul terreno.

L’Ippocampo è spesso paragonato a un’altra figura mitologica: l’Unicorno.

Di seguito leggi l’articolo del sito: Pegaso, ippogrifo, grifone e l’unicorno nella mitologia greca.

Curiosità:

Il cavalluccio marino


Cavallucci marini. Foto di VIVIANE MONCONDUIT da Pixabay

Il Cavalluccio Marino già ai tempi dei greci era considerato un’animale magico molto potente e benevolo.

Il suo nome scientifico è Hippocampus  ma sono noti anche come cavallucci marini o ippocampi. Il nome deriva dalla testa a forma di cavallo. Si tratta di pesci che vivono nella barriera corallina e sono molto variabili come dimensione. Le dimensioni dei Cavallucci Marini spaziano da 1.5 centimetri fino a 35 centimetri variando in base alla specie a cui appartengono.

L’Ippocampo è spesso rappresentato in mosaici di origine romana.

Conclusione:

In conclusione il mito dell’Ippocampo è probabilmente nato dalla presenza nelle acque dei cavallucci marini?

Approfondimenti:

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Skinwalker creature della notte del folklore americano

Skinwalker creature della notte del folklore americano.

Le creature note come Skinwalker o  Yee Naaldlooshii sono creature dotate della capacità di cambiare il loro aspetto indipendentemente a piacimento indossando la pelle di altri animali o di persone.

Questa leggenda affonda le proprie radici nel folklore del popolo nativo americano dei Navajo o Navaho.

La traduzione del termine Skinwalker è Skin che significa pelle in italiano e Walker significa cammina, ovvero Skinwalker indica colui che cammina nella pelle. Dalla lingua navajio il termine “Yenaldooshi” o “Naglooshi”, invece significa cammina con la pelle.

Questa figura mitologica descrive uno stregone che è in grado di indossare la pelle di diversi tipi di animali come lupi, gufi, cervi e sopratutto coyote. Il risultato di questa forma di mutazione è una creatura orribile che deambula in modo scoordinato.Lo Skinwalker è spesso ritenuto il colpevole di mutilazione e uccisione di bestiame.

Skinwalker creature della notte del folklore americano

Rappresentazione di uno Skinwalker. Immagine di Jakubdrastich2, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

La leggenda narra di Skinwalker in grado di camminare all’indietro in modo molto innaturale lasciando impronte anomale nel terreno. Si dice che siano in grado di correre molto velocemente come un’automobile. Vi sono testimoni che affermano di essere stati inseguiti in auto da queste strane creature e che con difficoltà sono sfuggiti al loro attacco.

Si tratta di un mutaforma di natura umana. L’unico modo per far tornare uno Skinwalker umano è quello di ferirlo o ucciderlo. Ma se questa creatura guarda negli occhi la sua vittima la uccide avvelenandola con il suo alito letale.

La leggenda sugli Skinwalker è molto dettagliata. Questi stregoni di giorno vivrebbero nudi in caverne isolate avvolti dalla loro urina e dai cadaveri delle persone che uccidono e dalle pelli con cui si trasformano.

Sono stregoni in grado di attuare la magia nera sulle vittime prescelte e si trasformano solo di notte e sono molti gli eventi associati agli Skinwalker. Secondo la leggenda possono rapire e uccidere adulti e bambini trasformandosi in seguito in queste vittime entrando nelle loro abitazioni nutrendosi anche delle loro carni.

Gli Skinwalker usano anche portare la carne umana nella loro tana per nutrirsi in seguito.

Le ipotesi sugli Skinwalker:

In definitiva gli Skinwalkers sarebbero persone dotate di poteri magici o di natura soprannaturale. Ma una delle ipotesi più accreditata è che si tratti di sette forse religiose. Queste sette agiscono in modo molto crudele anche con i propri familiari e agiscono esattamente all’opposto della cultura Navajo in ogni ambito.

Gli stregoni sono antichi nemici del popolo Navajo ed il coyote in cui si trasfomerebbero spesso gli Skinwalker sono una figura divina con caratteristiche subdole e malvagie. Il Dio Coyote nella cultura navajo è una figura ambigua e molto importante ed è anch’esso un mutaforma in grado di trasformarsi in un essere umano ed è una sorta di creatore dell’universo.

Conclusioni:

La figura dello Skinwalker della mitologia Navajo è molto radicata nella cultura popolare e la sua descrizione è molto dettagliata. Tuttavia non vi sono prove video o fotografiche di avvistamenti di Skinwalker che comprovino la loro esistenza.

Lo Skinwalker nella sua descrizione ricorda un altra temibile figura: Il Windigo.

Di seguito leggi l’articolo del sito: Windigo creatura mitologica che si nutre di carne umana

Approfondimenti:

Visita la sezione del sito sulle strane creature nel mondo ed in Italia.

La leggenda del lago della Ninfa a Sestola, Modena

La leggenda del lago della Ninfa a Sestola, Modena

A Sestola nell’Appennino modenese vi è il lago della Ninfa a 1500 metri di altezza che si trova ai piedi del Monte Cimone.

Il lago della Ninfa è arricchito oltre che dal suo aspetto molto caretteristico circondato da boschi di conifere da una leggenda nella leggenda. Questo lago è caratteristico per le sue acque cristalline con riflessi verde smeraldo.

La leggenda vuole che il re dei Gorghi conobbe una pastorella bellissima ma non fu corrisposto. In un momento di rabbia il Re lanciò una maledizione sulla giovane ragazza per cercare di impedire che ella potesse innamorarsi di un altro uomo. Nella maledizione il Re disse che la ragazza era una Ninfa.

Un giorno un cacciatore vide la pastorella e i due si innamorarono perdutamente. Il cacciatore guardava la sua amata ormai imprigionata come una ninfa nel lago dalla riva ed ella per raggiungerlo costruì un ponte fino alla riva.

Ma purtroppo con il peso dei due innamorati, che non riuscirono nemmeno ad abbracciarsi, il ponte si ruppe facendo precipitare la coppia nel lago.

Infine la morte si impossessò di loro.

Illustrazione di una ninfa nel lago. Foto di Pablo Elices da Pixabay

La leggenda del lago della Ninfa a Sestola, Modena

La leggenda vuole che da questa storia gli uomini che si avvicinano al ponte ancora oggi possono udire i lamenti strazianti della Ninfa.

La Ninfa avrebbe due bellissimi ed incantatori occhi verdi.

Gli uomini secondo la leggenda raccontano di sentirla cantare per attirare i cacciatori ed i contadini della zona per farli innamorare di lei.

E nel momento in cui la Ninfa appare al loro sguardo la bellissima creatura lancia loro un ponte di cristallo per raggiungerla.

Secondo la leggenda però il ponte di cristallo si rompe ogni volta al passaggio di qualsiasi uomo, il quale muore per annegamento.

Approfondimenti:

le Ninfe sono creature dei boschi e fanno parte del piccolo popolo. Di seguito l’articolo sul piccolo popolo nel sito.

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Il Basilisco serpente mitologico mortale

Il Basilisco serpente mitologico mortale

Il Re dei serpenti o Basilisco è un serpente non tanto grande, di circa venti centimetri di lunghezza ma estremamente pericoloso e mortale per l’uomo.

Il Basilisco è una creatura della mitologia sia europea che greca. In molte valli italiane è noto come Re dei Serpenti.

Secondo la leggenda il Basilisco può incenerire con lo sguardo la sua vittima oppure può ucciderla con il suo fatale veleno o il suo alito mortale. Come altre figure mitologiche è in grado di pietrificare chi lo guarda dritto negli occhi. Il Basilisco al suo passaggio lascia una distesa di piante seccate sia dal suo sguardo che dal suo semplice passaggio.

Il Basilisco serpente mitologico mortale

Come uccidere un Basilisco:

Il Basilisco può esclusivamente essere ucciso da una donnola, dal canto di un gallo oppure guardando il suo stesso sguardo riflesso in uno specchio. Chi colpisce il Basilisco ed entra in contatto con il suo sangue velenoso va incontro a morte certa.

A partire dal Medioevo, dove il Basilisco era noto come Re dei Serpenti, questi animali erano dotati di un alito e morso velenoso e mortale ma si sono trasformati nella loro immagine. Il Basilisco è diventato con il passare del tempo sempre più grande e temibile, simile ad un drago, in grado anche di sputare fuoco.

Nel dodicesimo secolo si diceva che il basilisco nasceva dall’accoppiamento tra due galli oppure tra due rospi. In seguito a queste dicerie il Basilisco iniziò ad assumere le fattezze di un gallo.

Infatti è anche descritto come una sorta di drago alato con testa di gallo.

Rappresentazione di un Basilisco Foto di OpenClipart-Vectors da Pixabay

Vi erano però persone, anche illustri come Alberto Magno, filosofo e teologo, che mettevano in dubbio la natura del Basilisco, tra cui la pericolosità e la strana nascita.

I galli, affermava Alberto Magno, non fanno le uova, improbabile che una qualsiasi creatura possa nascere in questo modo.

Il Basilisco in Italia.

In Italia il Basilisco è noto nelle leggende popolari in Piemonte come il re dei Biss o Baselesc. Anche altre regioni italiane hanno figure simili al Re dei Serpenti nelle loro montagne. Ad esempio Puglia, Veneto e Campania hanno un Basilisco come simbolo di alcune loro città.

Ad esempio a Valsesia, Civiasco, in provincia di Vercelli è festeggiata questa figura mitologica “Nella notte del Re di Biss“. Si tratta di una festa paesana con cibo e festeggiamenti.

Fonte immagine anteprima articolo:

Foto di JL G da Pixabay

Curiosità:

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